La situazione attuale e i compiti del nostro Partito

 



KIM IL SUNG



LA SITUAZIONE ATTUALE E I COMPITI DEL NOSTRO PARTITO



Rapporto presentato alla conferenza del Partito del Lavoro di Corea


5 ottobre 1966




Compagni,

La rivoluzione coreana è un anello della rivoluzione mondiale, e la lotta rivoluzionaria del popolo coreano è strettamente legata alle battaglie dei popoli del mondo intero per la pace, la democrazia, l'indipendenza nazionale e il socialismo.

La situazione internazionale nella quale si trova oggi la nostra rivoluzione è molto complessa. Gli imperialisti, con a capo l'imperialismo americano, agiscono in modo sempre più disperato allo scopo di reprimere il crescente movimento rivoluzionario dei popoli e aggravano fino all'estremo la situazione internazionale. In seno al movimento comunista internazionale e al campo socialista sono sorti molti e complessi problemi; i partiti comunisti e operai non hanno ancora raggiunto la loro unità. Tale stato di cose non può non suscitare determinati ostacoli allo sviluppo del movimento rivoluzionario mondiale ed esercitare la sua influenza sulla rivoluzione e sull'edificazione del socialismo nel nostro paese.

Dobbiamo dunque analizzare correttamente la situazione attuale e le circostanze interne del movimento comunista internazionale, averne una giusta comprensione e formularne un apprezzamento corretto. Dovremo, conformemente a queste circostanze, tracciare la linea di condotta interna ed internazionale del nostro Partito e applicarla fino in fondo. E dovremo armare solidamente tutti i membri del Partito e tutti i lavoratori sul piano ideologico affinché si uniscano fermamente attorno al Partito in qualsiasi situazione e lottino risolutamente per il trionfo della rivoluzione.

In questa Conferenza dovremo discutere in modo ampio di tutti questi problemi al fine di far avanzare con successo la rivoluzione e l'edificazione nel nostro paese e di contribuire allo sviluppo del movimento comunista internazionale e del movimento rivoluzionario mondiale nel suo insieme.



1. LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE E ALCUNI PROBLEMI CONCERNENTI IL MOVIMENTO COMUNISTA INTERNAZIONALE



Compagni,

Oggi, nell'arena internazionale, si svolge una lotta accanita tra il socialismo e l'imperialismo, tra le forze rivoluzionarie e le forze controrivoluzionarie. Il socialismo, il movimento di liberazione nazionale, il movimento operaio e il movimento democratico aumentano ogni giorno di forza su scala mondiale.

In particolare le vivide fiamme della lotta di liberazione si espandono in Asia, Africa e America Latina. In queste regioni l'imperialismo incontra una possente resistenza dei popoli e patisce i rovesci più folgoranti. I popoli impegnati in questa lotta riportano vittoria su vittoria nella loro causa rivoluzionaria che mira ad abbattere il vecchio mondo, imperialista e colonialista, e a creare un mondo nuovo.

La crescita del socialismo e delle altre forze rivoluzionarie mondiali e l'abbattimento del sistema coloniale hanno considerevolmente indebolito le forze imperialiste. Le contraddizioni interne dell'imperialismo diventano sempre più acute e le divergenze tra le potenze imperialiste si aggravano. Gli imperialisti subiscono colpi violenti, all'interno come all'esterno, e sprofondano sempre più nel loro pantano.

Il movimento rivoluzionario può, evidentemente, conoscere alti e bassi nel suo sviluppo, ma la situazione generale evolve sempre a vantaggio del socialismo e delle forze rivoluzionarie e a svantaggio dell'imperialismo e delle forze reazionarie. Il trionfo del socialismo e la caduta dell'imperialismo formano la corrente principale del nostro tempo, una corrente che nessuna forza può arginare.

Tuttavia l'imperialismo non si ritirerà mai di sua volontà dall'arena storica. La sua natura aggressiva non potrà mai cambiare ed esso resterà sempre una forza pericolosa. Gli imperialisti si sforzano disperatamente di trovare nell'aggressione e nella guerra una via d'uscita alla loro situazione fallimentare.

In questi ultimi anni, i tentativi di aggressione degli imperialisti, con alla testa l'imperialismo statunitense, si sono manifestati in modo aperto e senza precedenti. L'imperialismo perpetra l'aggressione contro i paesi socialisti e gli Stati di recente indipendenza, reprime i movimenti di liberazione nazionale dei popoli d'Asia, Africa e America Latina e turba la pace in tutto il mondo.

Attualmente gli imperialisti yankee dirigono la loro aggressione contro l'Asia. Calpestando gli accordi di Ginevra del 1954, introducono un numero crescente di truppe nel Vietnam del Sud e intraprendono operazioni di “terra bruciata” che consistono nel “bruciare tutto, ammazzare tutti e tutto distruggere”; inoltre già estendono il raggio d'azione dei loro raid aerei contro la RDV fino alle regioni di Hanoi e di Haiphong. Ciò dimostra che la politica di escalation perseguita dagli imperialisti USA nel Vietnam ha raggiunto un nuovo stadio molto grave. Questa gente agisce col fine insensato di estendere l'incendio della guerra a vaste regioni dell'Asia.

Gli aggressori yankee occupano la parte meridionale del nostro paese e si accaniscono nell'accelerare i loro preparativi di guerra; occupano Taiwan, territorio della Repubblica Popolare Cinese, da dove compiono senza sosta degli atti di provocazione contro la Cina popolare.

Gli imperialisti USA hanno resuscitato il militarismo giapponese e tentano di utilizzarlo come “truppa d'assalto” nelle loro aggressioni in Asia. Hanno collegato le forze militariste giapponesi con i fantocci sudcoreani e progettano, sulla base di questa combinazione, di mettere in piedi “l'alleanza militare del Nord-Est asiatico”.

La strategia fondamentale degli imperialisti USA, mirante a invadere l'Asia, consiste nel concentrare in questa regione una quantità sempre maggiore delle loro forze armate e nel mobilitare le forze militariste del Giappone, dei paesi satelliti e i fantocci degli Stati Uniti, al fine di bloccare e di attaccare i paesi socialisti dell'Asia, di ostacolare la crescita impetuosa delle forze rivoluzionarie in Asia e di mantenervi il loro dominio coloniale. Questa manovra degli aggressori yankee aggrava al massimo la situazione in tutte le regioni dell'Asia e minaccia in modo serio la pace mondiale nel suo insieme.

La gravità delle manovre aggressive degli imperialisti, con a capo gli imperialisti yankee, non testimonia a favore della loro potenza ma, al contrario, dimostra che si trovano sempre più in un'impasse. Il fatto stesso che gli imperialisti USA agiscano da disperati in Asia, in Africa e in America Latina attesta che in queste regioni le forze socialiste crescono, che il movimento rivoluzionario antimperialista si dispiega con impetuosità e che la terra trema sotto i piedi degli imperialisti.

A qualunque manovra ricorrano, gli imperialisti non potranno bloccare la lotta liberatrice dei popoli che aumenta continuamente di ampiezza, né potranno arrestare il cammino vittorioso del socialismo. Certamente saranno cacciati dall'Asia, dall'Africa e dall'America Latina con la lotta rivoluzionaria dei popoli di queste regioni e, in ultima analisi, non sfuggiranno alla loro rovina. Il trionfo finale del socialismo e la rovina totale dell'imperialismo sono inevitabili. È una legge immutabile dell'evoluzione storica.

Gli avvenimenti internazionali dimostrano sempre più chiaramente che l'imperialismo USA è la forza principale dell'aggressione e della guerra, il gendarme internazionale, la cittadella del colonialismo moderno e il peggiore nemico dei popoli del mondo intero.

L'imperialismo yankee è l'obiettivo numero uno della lotta dei popoli di tutto il mondo. Mobilitare le immense forze antimperialiste e concentrarle nella lotta contro l'imperialismo yankee è l'obiettivo primordiale dei paesi socialisti e dei partiti comunisti e operai. La pace nel mondo non potrà essere preservata e la rivoluzione dei popoli non potrà conquistare la vittoria se non attraverso una lotta risoluta contro l'imperialismo statunitense.

L'atteggiamento che si ha verso l'imperialismo USA è, in questo momento, il criterio principale per verificare la collocazione di ciascun partito comunista e operaio. I comunisti devono sempre attenersi fermamente alla loro posizione di principio che consiste nel combattere l'imperialismo, e principalmente l'imperialismo USA. In particolare, nelle condizioni attuali in cui gli imperialisti yankee estendono la loro aggressione nel Vietnam, tutti i paesi socialisti devono prendere una posizione ancora più fredda e più dura contro l'imperialismo USA. In ogni problema internazionale non dovremo in alcun caso tollerare un compromesso con l'imperialismo USA contrario alla nostra posizione di principio.

Il fatto che i paesi socialisti abbiano relazioni diplomatiche con i paesi imperialisti non deve servir loro da pretesto per paralizzare la lotta antimperialista o per indebolirla. Nella diplomazia essi devono quindi esercitare una pressione sull'imperialismo USA, denunciare e condannare la sua politica di aggressione e di guerra.

Non meno errato di ciò è il contentarsi della fraseologia stereotipata contro l'imperialismo USA, senza prendere alcuna concreta misura mirante a ostacolarne l'aggressione. A maggior ragione non si devono ostacolare le forze antimperialiste che vogliono, nell'unità, prendere provvedimenti pratici allo scopo di infliggere dei colpi agli aggressori imperialisti yankee. Se ci si comporta così, non solo non sarà possibile ostacolare l'invasione degli imperialisti yankee ma, al contrario, li si renderà ancor più arroganti e irrazionali e, in ultima analisi, non si farà che incoraggiare i loro atti di aggressione.

Combattere la politica imperialista di aggressione e di guerra, per la pace e la sicurezza del mondo intero, è il principio della politica estera dei paesi socialisti. Ciononostante, i comunisti, pur lottando per scongiurare la guerra, non dovranno in alcun caso temerla; se gli imperialisti ricorreranno alle armi, i comunisti dovranno schiacciare completamente gli aggressori. Soltanto se si atterranno alla loro posizione di principio contro l'imperialismo e lo combatteranno risolutamente, saranno poi in grado di ostacolare la sua invasione e di salvare la pace.

Attualmente gli imperialisti USA, mentre cercano di evitare nella misura del possibile l'aggravamento dei loro rapporti con i grandi paesi, concentrano la loro aggressione soprattutto contro il Vietnam e si apprestano a invadere, uno dopo l'altro, i paesi divisi in due parti e i piccoli paesi come la Corea, Cuba e la Germania Est. In relazione a ciò, i paesi socialisti devono raddoppiare la vigilanza. Nello stesso tempo devono stare in guardia rispetto al fatto che gli imperialisti yankee possono tramare intrighi miranti a una momentanea distensione della situazione in Europa o al mantenimento temporaneo dello status quo allo scopo di concentrare la loro forza nell'aggressione contro l'Asia.

In tal caso la distensione su un fronte non contribuisce affatto alla distensione internazionale generale ma, al contrario, permette agli imperialisti d'intensificare la loro aggressione sugli altri fronti. La qual cosa costituisce, di conseguenza, un enorme pericolo per la pace e la sicurezza del mondo.

Nell'attuale situazione, è necessario che i popoli di tutti i paesi, grandi o piccoli, d'Asia o d'Europa, d'Africa o dell'America Latina, infliggano colpi agli imperialisti USA in tutte le parti del mondo e su tutti i fronti, disperdendo così le forze degli imperialisti quanto più è possibile e le paralizzino ovunque esse si trovino, di modo che non possano agire liberamente. Soltanto così si potrà riuscire ad avere la meglio sulla loro strategia che consiste nel concentrare le loro forze in questa o quella regione, in questo o quel paese, e nel battere ad uno ad uno i paesi socialisti e le forze rivoluzionarie internazionali.

Il nostro Partito e il nostro popolo porteranno avanti la loro lotta risoluta contro le forze imperialiste d'aggressione guidate dall'imperialismo USA e si sforzeranno di unirsi a tutte le forze ostili all'imperialismo yankee.

Se si vuole salvare la pace mondiale, si deve anche combattere l'imperialismo USA e i suoi alleati. In particolare occorre rafforzare la lotta contro il militarismo nipponico e il militarismo tedesco-occidentale.

Questi due militarismi rinascono rapidamente grazie all'attiva protezione dell'imperialismo USA; il Giappone e la Germania Ovest operano per diventare i focolai d'una nuova guerra in Asia e in Europa. Di conseguenza per nessun motivo al mondo bisogna trascurare la lotta contro il militarismo giapponese e quello tedesco-occidentale.

Che i paesi socialisti combattano il militarismo della Germania Ovest è cosa positiva. Il nostro Partito e il nostro popolo si pronunciano contro la sua resurrezione e contro la sua ambizione revanscista e condannano risolutamente le azioni criminali degli imperialisti USA che incoraggiano attivamente tale militarismo. Appoggiamo la lotta del popolo tedesco e la posizione della Repubblica Democratica Tedesca contro il riarmo del militarismo tedesco-occidentale.

Il pericolo connesso al militarismo tedesco-occidentale in Europa è degno di considerazione, ma occorre anche vedere in Asia il pericolo rappresentato dal militarismo giapponese. Tutti i paesi socialisti devono combatterlo in Asia, alla pari dell'imperialismo USA, così come in Europa combattono il militarismo tedesco-occidentale e l'imperialismo yankee.

Oggi, in Asia, il militarismo giapponese ha fatto la sua comparsa come forza d'aggressione pericolosa. Spalleggiata dall'imperialismo USA, questa forza sogna di realizzare la sua antica chimera della “sfera di co-prosperità della grande Asia orientale”. Il governo giapponese di Sato, beneficiando dell'aiuto attivo dell'imperialismo USA, non soltanto ha tracciato un piano operativo mirante a invadere la Corea e altri paesi dell'Asia, ma ha già iniziato a estendere i suoi tentacoli anche nella Corea del Sud.

Un'alleanza militare tripartita di fatto è stata stipulata tra l'imperialismo USA, il governo Sato e la cricca dei fantocci sudcoreani, attraverso i loro patti militari bipartiti. Il governo Sato si collega attivamente all'aggressione degli imperialisti yankee contro il Vietnam e fornisce, su richiesta degli Stati Uniti, diversi tipi di armi e grandi quantità di materiale bellico al Vietnam del Sud. Nella guerra di aggressione degli imperialisti yankee nel Vietnam, il Giappone serve da base per gli approvvigionamenti e le riparazioni così come da base strategica.

Su istigazione dell'imperialismo USA, il governo Sato persegue una politica ostile al nostro paese e agli altri Stati socialisti dell'Asia. D'altra parte, sotto la maschera dell'«aiuto», dello “sviluppo comune” e della “cooperazione economica e tecnica”, esso intensifica la penetrazione economica e culturale in numerosi paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina.

Combattere il militarismo giapponese equivale a lottare per salvare la pace in Asia e nel mondo, e ciò costituisce un anello importante della battaglia contro l'imperialismo USA. Tutti i paesi socialisti devono prendere sul serio la lotta contro il militarismo giapponese e sventare la sua ambizione aggressiva con un'azione unitaria. In particolare, devono assolutamente denunciare e spezzare le manovre e gli intrighi del governo Sato che, camuffandosi da “amico” dei popoli d'Asia, d'Africa e dell'America Latina, cerca di minare il fronte antimperialista.

Certamente, tra gli imperialisti USA e i circoli dirigenti giapponesi esistono alcune contraddizioni delle quali i paesi socialisti possono approfittare nell'interesse della lotta antimperialista, nel caso in cui tali contraddizioni divenissero più acute. Tuttavia, dobbiamo considerare i rapporti nippo-americani nel loro complesso. Malgrado i contrasti tra loro esistenti, l'imperialismo yankee e l'imperialismo giapponese, avendo una comunanza d'interessi per quanto concerne l'aggressione contro l'Asia, sono legati da un'alleanza che vede il secondo subordinato al primo e si uniscono l'uno all'altro sul piano politico, economico e militare. Sarebbe sbagliato sopravvalutare le contraddizioni tra Stati Uniti e Giappone e sottovalutare la loro alleanza di subordinazione.

Noi non dobbiamo nutrire illusioni sui dirigenti giapponesi, né riporre in essi alcuna speranza. Mettersi in stretto contatto con il governo Sato senza considerare il pericolo militarista che esso incarna equivarrebbe di fatto a incoraggiare l'espansione oltremare dei circoli dirigenti giapponesi e consentire agli imperialisti USA di rafforzare la loro posizione in Asia.

È possibile che i paesi socialisti sviluppino le loro relazioni economiche con il Giappone, ma quando si tratta di problemi politici essi non devono in alcun caso abbandonarsi a mercanteggiamenti con i circoli dirigenti giapponesi. Le relazioni con il governo Sato vanno intraprese e mantenute soltanto con un atteggiamento conforme agli interessi del popolo giapponese e alla lotta antimperialista nel suo complesso.

Attualmente il popolo giapponese lotta contro l'imperialismo USA e il capitale monopolistico giapponese, per preservare la sicurezza del Giappone e la pace nel mondo. Questa lotta del popolo giapponese reca un serio colpo all'aggressione dell'imperialismo yankee in Asia e al militarismo giapponese e contribuisce alla causa della pace nel mondo.

Il popolo coreano condanna risolutamente gli atti di aggressione del militarismo giapponese. Il suo riarmo e la sua irruzione nella Corea del Sud devono essere scongiurati con la lotta e il “trattato giapponese-sudcoreano”, concluso in virtù delle manovre dell'imperialismo USA, deve essere annullato. Il Giappone deve affrancarsi dalla sua dipendenza di fronte agli imperialisti statunitensi e svilupparsi sulla via dell'indipendenza e della democrazia. Il popolo coreano esprime il suo totale appoggio e la sua solidarietà militante alla lotta condotta dal popolo giapponese con alla testa il Partito Comunista Giapponese, per l'indipendenza completa e lo sviluppo democratico del Giappone.

L'aggressione degli imperialisti yankee contro il Vietnam e la lotta del popolo vietnamita contro tale aggressione costituiscono oggi il punto centrale della lotta tra le forze rivoluzionarie e le forze controrivoluzionarie.

L'invasione del Vietnam da parte dell'imperialismo yankee non è diretta soltanto contro il popolo vietnamita: essa costituisce anche un'aggressione contro il campo socialista, una sfida al movimento di liberazione nazionale e una minaccia per la pace in Asia e nel mondo intero.

Il popolo vietnamita si è levato come un sol uomo nella sua sacra lotta per respingere risolutamente l'invasione imperialista degli USA, per liberare il Sud, difendere il Nord e riunificare la sua patria. Esso continua a infliggere agli aggressori imperialisti USA gravi disfatte, sia politiche che militari, e li fa affondare nel loro pantano. Il Fronte Nazionale di Liberazione del Vietnam del Sud ha già liberato i quattro quinti del territorio e i due terzi della popolazione del Vietnam del Sud, mentre il popolo nordvietnamita respinge con successo i barbari raid dei pirati dell'aria americani. L'eroismo di cui dà prova il popolo vietnamita del Nord e del Sud nella sua lotta antiamericana per la salvezza nazionale serve da esempio ai popoli del mondo intero in lotta contro l'imperialismo, per la pace, la democrazia, l'indipendenza nazionale e il socialismo, e fornisce loro uno straordinario incoraggiamento.

A nome di questa Conferenza indirizzo i nostri saluti militanti e le nostre congratulazioni più calorose al popolo vietnamita nostro fratello, del Nord e del Sud, che nella sua giusta guerra di resistenza contro gli aggressori imperialisti USA riporta vittorie clamorose e realizza imprese eroiche.

Il popolo del Vietnam lotta eroicamente versando il suo sangue. E questo è importante non soltanto per la liberazione e l'indipendenza totali della sua patria, ma anche per la difesa del campo socialista e per la salvaguardia della pace in Asia e nel mondo intero.

L'atteggiamento che si ha nei confronti del Vietnam in relazione all'imperialismo yankee e nei confronti della lotta del popolo vietnamita contro questa invasione, costituisce il criterio determinante per verificare se si combatte risolutamente o no l'imperialismo, se si aiuta attivamente o no la lotta di liberazione dei popoli. Questa presa di posizione sul problema del Vietnam costituisce la pietra di paragone che distingue la posizione rivoluzionaria dalla posizione opportunista, l'internazionalismo proletario dall'egoismo nazionale.

Tutti i paesi socialisti e tutti i popoli amanti della pace devono opporsi all'aggressione dell'imperialismo USA contro il Vietnam, sostenere e assistere con tutti i mezzi il popolo vietnamita nella sua giusta guerra di liberazione. Nelle attuali circostanze, che vedono la Repubblica Democratica del Vietnam attaccata dagli imperialisti statunitensi, i paesi socialisti devono combattere questi ultimi ancor più risolutamente e fare tutto quanto è possibile per aiutare il popolo vietnamita. A tale riguardo nessuna esitazione e nessuna passività sono ammissibili.

Tutti i paesi del campo socialista devono unire i loro sforzi per aiutare il popolo del Vietnam nella sua battaglia e per consacrarsi alla sconfitta dell'aggressione imperialista contro il Vietnam.

Tuttavia, a causa delle divergenze che esistono tra di essi, costoro non sono ancora unanimi nell'opporsi all'aggressione imperialista USA e nel sostenere il popolo vietnamita. Ciò affligge il popolo vietnamita e deprime i comunisti.

In questo momento, in cui la Repubblica Democratica del Vietnam è attaccata dall'imperialismo yankee, i partiti fratelli non possono soltanto contentarsi di dibattere sul problema vietnamita. Il padrone su questo punto è il Partito dei Lavoratori del Vietnam. All'infuori di esso nessuno ha il diritto di decidere. Quando è in gioco il problema vietnamita, i partiti fratelli devono seguire costi quel che costi la linea di condotta del Partito dei Lavoratori del Vietnam e sostenerne le posizioni. Per quanto riguarda l'importanza dell'aiuto che i paesi fratelli accordano alla Repubblica Democratica del Vietnam, è ancora il Partito dei Lavoratori del Vietnam che può, meglio di chiunque altro, formulare una valutazione corretta, che i partiti fratelli devono rispettare.

Oggi le cose procedono in modo completamente diverso rispetto al tempo in cui l'Unione Sovietica faceva da sola la rivoluzione. Allora, poiché gli altri paesi socialisti non esistevano ancora nel mondo, essa era costretta a risolvere tutti i suoi problemi da sola, a cominciare da quello delle armi. Ma oggi, nelle condizioni date dall'esistenza del potente campo socialista, perché mai il popolo vietnamita non deve ricevere l'aiuto che gli danno i paesi socialisti fratelli nella guerra che conduce in circostanze difficilissime contro il nemico comune? I paesi socialisti hanno il dovere di dare il loro aiuto alla Repubblica Democratica del Vietnam e il popolo vietnamita ha il diritto di beneficiarne. Se questo aiuto è efficacemente utilizzato nella lotta contro gli invasori imperialisti americani, si tratta di una buona cosa e in nessun caso di una cosa negativa. Per sconfiggere l'imperialismo yankee nel Vietnam, occorre fare in modo che tutti i paesi fratelli diano molto più aiuto alla Repubblica Democratica del Vietnam.

Soltanto questo comportamento, crediamo, costituisce una presa di posizione rivoluzionaria che combatte realmente l'aggressione imperialista USA nel Vietnam, una presa di posizione internazionalista che reca un sostegno sincero al popolo vietnamita.

Oggi i paesi socialisti non si trovano più al tempo in cui avrebbero potuto accontentarsi di sostenere il popolo vietnamita soltanto sul piano politico. Essi devono prendere provvedimenti ancor più attivi e più idonei per sostenerlo. Dal momento che gli imperialisti statunitensi estendono la loro aggressione fino alla Repubblica Democratica del Vietnam mobilitando le truppe dei loro satelliti e dei loro fantocci, tutti i paesi socialisti devono inviare i loro volontari nel Vietnam per difendere l'avamposto sudorientale del campo socialista e per salvare la pace in Asia e nel mondo. È questo il dovere internazionalista dei paesi socialisti nei confronti del popolo vietnamita nostro fratello. Nessuno può essere contro l'invio di volontari nel Vietnam da parte dei paesi socialisti.

Se tutti i paesi socialisti vengono in aiuto al popolo vietnamita e se riescono a sconfiggere l'aggressione degli imperialisti USA, questi ultimi saranno condannati alla rovina e il movimento rivoluzionario conoscerà un grande sviluppo in Asia e in tutti i paesi del mondo.

Il Partito del Lavoro di Corea e il popolo coreano considerano l'aggressione imperialista USA contro il Vietnam come diretta contro sé stessi e la lotta del popolo vietnamita come la loro. Il nostro popolo lotterà ancor più tenacemente contro l'imperialismo yankee, questo nemico comune, e farà tutto quanto gli è possibile per aiutare il popolo vietnamita. Noi siamo sempre pronti a inviare i nostri volontari e a lottare di concerto con i nostri fratelli vietnamiti, non appena il governo della Repubblica Democratica del Vietnam ce lo domanderà.

La sola e giusta soluzione del problema vietnamita è stata enunciata nella posizione in quattro punti del governo della Repubblica Democratica del Vietnam e nella dichiarazione in cinque punti del Fronte Nazionale di Liberazione del Vietnam del Sud. Il Partito del Lavoro di Corea e il governo della RPDC sostengono interamente queste giuste posizioni del popolo vietnamita.

Gli imperialisti USA hanno fatto ricorso ora a una frode camuffata da “negoziati di pace” al fine di celare i loro nuovi intrighi miranti ad estendere la guerra d'aggressione nel Vietnam. Ma essi non potranno nascondere la loro odiosa natura aggressiva, a qualunque inganno facciano ricorso. Condanniamo energicamente questi intrighi e questa frode degli imperialisti yankee.

Gli imperialisti USA devono immediatamente interrompere tutti gli atti di aggressione contro il popolo vietnamita e ritirare dal Vietnam del Sud tutte le loro truppe di aggressione, tutte le truppe dei paesi satelliti e dei loro fantocci così come tutte le armi omicide. Se gli imperialisti USA continueranno ad agitarsi come pazzi, malgrado i reiterati avvertimenti del popolo vietnamita e dei paesi socialisti, malgrado le accuse energiche dei popoli di tutto il mondo, essi conosceranno una disfatta ancora maggiore. La vittoria finale appartiene al popolo vietnamita, sollevatosi per una giusta causa, e gli aggressori imperialisti USA non possono che essere votati alla sconfitta.

Uno dei problemi internazionali importanti di oggi è la difesa della rivoluzione cubana. La rivoluzione cubana rappresenta la prima vittoria della rivoluzione socialista che sia scoppiata sotto il naso degli Stati Uniti ed è il prolungamento della grande Rivoluzione d'Ottobre in America Latina. Si tratta di un avvenimento storico che ha allargato il campo socialista fino all'emisfero occidentale e che ha segnato una nuova svolta nel movimento rivoluzionario dell'America Latina. La Repubblica di Cuba costituisce la base rivoluzionaria nel continente.

Oggi, il popolo cubano, sotto la direzione del Partito Comunista di Cuba, levando in alto la bandiera della rivoluzione, procede a passi sicuri nelle prime file della lotta antimperialista. Esso difende le conquiste della sua rivoluzione ed edifica il socialismo in condizioni difficili, e contemporaneamente respinge con coraggio gli incessanti atti di aggressione e di provocazione degli imperialisti yankee.

Difendere la rivoluzione cubana è un sacro dovere internazionalista dei paesi del campo socialista e dei popoli dell'America Latina. I paesi socialisti devono sostenere fino in fondo l'opera rivoluzionaria dei cubani e venire attivamente in aiuto a Cuba nell'edificazione del socialismo. I comunisti che considerano gli interessi della rivoluzione come loro legge suprema non potranno mai agire diversamente verso Cuba.

È a buon diritto che Cuba beneficia dell'aiuto dei paesi socialisti e i partiti e i paesi fratelli dovrebbero esserne lieti. È questo ciò che esigono gli interessi delle rivoluzioni di Cuba e dell'America Latina. Dobbiamo avere un'adeguata comprensione delle condizioni di Cuba e delle posizioni del Partito Comunista di Cuba.

Quanto al problema cubano, è il Partito Comunista di Cuba che lo conosce meglio di chiunque altro, ed esso solo è capace di elaborare la sua politica corretta e conforme alla realtà cubana. E gli altri paesi socialisti, senza alcuna eccezione, devono rispettare la politica del Partito Comunista di Cuba e hanno soltanto il dovere di aiutare il popolo cubano nella sua lotta. Non deve verificarsi una pratica consistente nell'esercitare pressioni sul Partito Comunista di Cuba e nel promuovere scissioni tra le forze rivoluzionarie dell'America Latina.

Il Partito del Lavoro di Corea ha sostenuto e sostiene sempre, fino in fondo, la giusta posizione del Partito Comunista di Cuba il quale, levando in alto la bandiera della rivoluzione, dirige correttamente la rivoluzione e l'edificazione del suo paese e lotta per l'unità del campo socialista e la coesione del movimento comunista internazionale. Il nostro Partito e il nostro popolo condannano risolutamente gli atti di aggressione degli imperialisti yankee contro Cuba e sostengono fermamente il popolo cubano nella sua lotta eroica per la difesa delle conquiste della rivoluzione e per l'edificazione del socialismo. Anche in futuro lavoreremo per riaffermare l'amicizia e la solidarietà con il Partito Comunista e il popolo di Cuba.

Oggi, nella vita dei popoli d'Asia, Africa e America Latina stanno avvenendo grandi trasformazioni rivoluzionarie. Alla pari della lotta rivoluzionaria della classe operaia internazionale per il socialismo, il movimento di liberazione nazionale dei popoli di queste regioni costituisce una grande forza rivoluzionaria della nostra epoca e un possente fattore della pace mondiale.

Nello sviluppo senza precedenti del movimento di liberazione nazionale, molti paesi hanno ottenuto la loro indipendenza nazionale e sono entrati nella strada della creazione di una vita nuova. I popoli dei paesi che ancora sono sotto il giogo del colonialismo conducono una lotta sempre più coraggiosa per la libertà e la liberazione.

Tuttavia gli imperialisti non vogliono ritirarsi pacificamente dalle loro colonie e anzi fanno l'impossibile per ottenerne di nuove e per impossessarsi anche di un solo centimetro di terra in più. Gli imperialisti reprimono il movimento di liberazione nazionale in Asia, Africa e America Latina e perpetrano atti di sovversione che mirano ad allontanare i paesi di recente indipendenza dal fronte antimperialista. Ricorrono da un lato alla violenza aperta e dall'altro si infiltrano in questi paesi facendo leva sull'«aiuto» e puntando ad intromettersi nei loro affari interni e a rovesciarli dal di dentro.

In questi ultimi anni gli imperialisti yankee hanno intensificato ancora di più i loro atti di sabotaggio e i loro intrighi di sovversione contro i paesi di recente indipendenza. Essi cercano di corrompere e di unire i reazionari per opporli alle forze progressiste e per far scivolare a destra alcuni paesi di recente indipendenza. D'altronde tentano di spingerli, in politica interna, alla repressione delle forze rivoluzionarie e, in politica estera, a opporsi ai paesi socialisti e a minare le forze antimperialiste.

Gli ultimi avvenimenti danno una seria lezione a tutti i comunisti: più si sviluppano il partito comunista e le forze rivoluzionarie, più si intensificano le mene disperate degli imperialisti stranieri e delle forze reazionarie interne che vogliono reprimerli. I comunisti devono stare estremamente attenti a tutto ciò e tenersi sempre pronti ad affrontare, organizzativamente e ideologicamente, l'eventuale tirannia del nemico. La rivoluzione è complessa. Essa esige l'arte e la scienza della direzione. La rivoluzione può trionfare soltanto grazie a una linea di lotta scientifica, minuziosamente elaborata sulla base della corretta valutazione della situazione rivoluzionaria e del giusto apprezzamento dei rapporti di forza tra noi e il nemico, e al dispiegamento di una lotta decisiva nel momento più propizio. Dobbiamo comprendere fino in fondo questa esperienza e questa lezione del movimento rivoluzionario internazionale e saperle utilizzare in modo creativo nella nostra lotta rivoluzionaria.

I popoli d'Asia, Africa e America Latina hanno ancora molta strada da fare per liquidare il sistema coloniale imperialista in queste regioni e per conquistare la liberazione e l'indipendenza completa. La via che conduce alla liberazione nazionale è lastricata di lotte difficili. Su questa via ci si scontrerà per forza di cose con la resistenza disperata degli imperialisti e dei reazionari e si dovrà superare una gran quantità di difficoltà e di rudi prove.

La conquista dell'indipendenza politica non è che il primo passo verso la vittoria finale della rivoluzione di liberazione nazionale. I popoli che sono giunti all'indipendenza devono ancora realizzare l'obiettivo di completare l'opera di liberazione nazionale contro gli atti di sovversione degli imperialisti stranieri e delle forze reazionarie interne. Per far ciò, occorre demolire l'apparato della dominazione coloniale imperialista, togliere agli imperialisti e ai reazionari interni i mezzi economici, rafforzare le forze rivoluzionarie, instaurare il sistema sociale e politico progressista, costruire un'economia nazionale indipendente e promuovere la cultura nazionale. Soltanto in questo modo i popoli dei paesi di recente indipendenza possono liquidare il ritardo e la secolare miseria che hanno ereditato dalla dominazione coloniale ed edificare uno Stato indipendente e sovrano, ricco e potente.

Il Partito del Lavoro di Corea e il governo della Repubblica aiutano attivamente tutti i popoli dei paesi di recente indipendenza nella loro lotta per il consolidamento dell'indipendenza nazionale e per la promozione della prosperità nazionale. Continueremo a sforzarci di sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione con questi paesi.

Il nostro Partito e il nostro governo considerano come principio importante della loro politica estera l'aiuto accordato alla lotta dei popoli d'Asia, Africa e America Latina per la libertà e la liberazione e contro l'imperialismo. Il popolo coreano condanna energicamente gli atti di aggressione degli imperialisti yankee contro il popolo laotiano e aiutano quest'ultimo fino in fondo nella sua lotta per l'indipendenza nazionale. Il nostro popolo sostiene il popolo cambogiano nella sua giusta lotta per l'indipendenza, la neutralità e l'integrità territoriale, contro l'aggressione e l'ingerenza degli imperialisti yankee e dei loro lacchè. Appoggiamo la lotta di liberazione dei popoli d'Asia, Africa e America Latina ed esprimiamo la nostra solidarietà militante.

Sosteniamo anche la lotta rivoluzionaria della classe operaia e dei lavoratori dei paesi capitalisti per i diritti democratici e il socialismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione del capitalismo, ed esprimiamo loro la nostra ferma solidarietà. Il nostro Partito e il nostro popolo si terranno sempre fermamente dalla parte dei popoli in lotta per la pace, la democrazia, l'indipendenza nazionale e il socialismo, e si sforzeranno di riaffermare la loro solidarietà con essi.

Compagni, in questi ultimi anni il campo socialista e il movimento comunista internazionale subiscono rudi prove. Il revisionismo moderno e il dogmatismo suscitano grandi ostacoli sulla via del movimento rivoluzionario internazionale.

Noi possiamo, superando l'opportunismo di destra e di sinistra, e difendendo la purezza del marxismo-leninismo, giungere all'unità e alla coesione del movimento comunista internazionale; potremo in tal caso lottare con successo contro l'imperialismo.

Il marxismo-leninismo si è sviluppato e ha conquistato la vittoria nella lotta contro l'opportunismo di destra e di sinistra. Come è dimostrato dall'esperienza storica, l'apparizione di questa o quella deviazione dal marxismo-leninismo è una cosa possibile nel corso del processo rivoluzionario. Non è una cosa tanto sorprendente. Fino a quando esisterà l'imperialismo e proseguirà la lotta di classe, sarà inevitabile, in una certa misura, veder apparire nel movimento operaio come riflesso di queste realtà l'opportunismo di destra o di sinistra, e sarà inevitabile la lotta contro queste deviazioni.

L'opportunismo di destra o di sinistra è l'ideologia borghese e piccolo-borghese infiltratasi nel movimento operaio. Esso snatura a destra o a sinistra l'essenza rivoluzionaria del marxismo-leninismo e nuoce alla rivoluzione. Dobbiamo dunque lottare su due fronti, contro l'opportunismo di destra e contro l'opportunismo di sinistra.

Il revisionismo moderno, col pretesto del “cambiamento della situazione” e dello “sviluppo creativo”, rivede il marxismo-leninismo e ne sopprime l'essenza rivoluzionaria. Esso rifiuta la lotta di classe e la dittatura del proletariato, predica la collaborazione tra le classi e rinuncia alla lotta antimperialista. Per giunta diffonde illusioni sull'imperialismo e impedisce con tutti i mezzi la lotta rivoluzionaria dei popoli per la liberazione sociale e nazionale.

Certamente il revisionismo moderno ha già subito un serio colpo da parte della lotta condotta contro di esso da parte dei partiti marxisti-leninisti ed è già in declino. Ma ciò non significa la sua completa eliminazione. Esso rappresenta ancora un grande pericolo nel movimento comunista internazionale. Lo vediamo soprattutto nella sua mancanza di fermezza davanti all'imperialismo e nella sua passività di fronte alla lotta rivoluzionaria dei popoli. È per questo che non possiamo trascurare la lotta contro il revisionismo moderno.

Combattendo il revisionismo moderno occorre lottare anche contro l'opportunismo di sinistra. Quest'ultimo non prende in considerazione la realtà mutevole, insiste in modo dogmatico su tesi particolari del marxismo-leninismo e, lanciando parole d'ordine ultrarivoluzionarie, conduce la gente all'estremismo. Esso allontana le masse dal partito, scinde le forze rivoluzionarie e impedisce la concentrazione dell'attacco contro il nemico principale.

Una volta affermatosi, quest'opportunismo di sinistra potrà diventare un pericolo non meno grande del revisionismo moderno in ogni partito o nel movimento comunista internazionale. Senza la lotta contro l'opportunismo di sinistra non è possibile unire le forze antimperialiste per condurre alla vittoria la battaglia contro l'imperialismo e la lotta contro il revisionismo moderno.

Di conseguenza, il revisionismo moderno e l'opportunismo di sinistra recano entrambi un grande danno al movimento rivoluzionario internazionale. È un errore trascurare di vedere il pericolo nell'opportunismo di sinistra col pretesto che esso si oppone al revisionismo moderno, così come è un errore rifiutarsi di vedere il pericolo costituito da quest'ultimo dicendo che esso si oppone al primo. Senza l'eliminazione dell'opportunismo di destra o di sinistra, nessun partito sarà capace di dirigere in modo giusto la rivoluzione e la costruzione del suo paese e il movimento rivoluzionario internazionale non potrà svilupparsi con energia.

La lotta contro l'opportunismo di destra e di sinistra è strettamente legata alla lotta per l'unità del campo socialista e alla coesione del movimento comunista internazionale. Il nostro Partito condurrà la lotta contro l'opportunismo di destra e l'opportunismo di sinistra e al tempo stesso difenderà la bandiera dell'unità. Non dobbiamo commettere l'errore di sinistra che rifiuta l'unità col pretesto di opporsi all'opportunismo e non dobbiamo neanche commettere l'errore di destra che respinge la lotta contro l'opportunismo col pretesto di difendere l'unità. Il nostro Partito lavorerà per difendere l'unità del campo socialista e la coesione del movimento comunista internazionale conducendo una lotta intransigente contro l'opportunismo di destra e l'opportunismo di sinistra.

Il campo socialista e il movimento comunista internazionale sono i fattori decisivi che determinano attualmente l'evoluzione della storia umana. Sono le forze rivoluzionarie più potenti del nostro tempo, ostili all'imperialismo e a tutte le forze reazionarie. L'esistenza del campo socialista e del movimento comunista internazionale, uniti e potenti, avrà buon gioco della politica d'aggressione e di guerra degli imperialisti e incoraggerà i popoli di tutto il mondo a impegnarsi nella lotta rivoluzionaria.

Gli imperialisti temono innanzitutto il campo socialista e il movimento comunista internazionale. È per questo che hanno continuato e continuano ancora a condurre attacchi armati e atti di sabotaggio contro i paesi socialisti. Progettano ora di invaderne uno.

In queste condizioni è di capitale importanza che i paesi socialisti difendano collettivamente il loro campo contro l'aggressione degli imperialisti. Per tale motivo il campo socialista deve essere unificato e formare un solo blocco. Ma le divergenze esistenti al suo interno gli impediscono di costruire un blocco omogeneo e di unificare le sue forze in modo da poter avanzare. Ciò esercita un'influenza nefasta sullo sviluppo del movimento rivoluzionario mondiale e della situazione internazionale.

Lottare per la difesa del campo socialista e per la sua unità è un sacro dovere di tutti i comunisti. Questi non devono ammettere alcun atto suscettibile di indebolire l'unità del campo socialista. Non si deve né includere nel campo socialista i rinnegati della rivoluzione né espellere in modo arbitrario questo o quel paese. Questi due tipi di comportamento danneggiano l'intero campo socialista, questa conquista strappata a prezzo del sangue della classe operaia del mondo intero. È questa una questione di principio concernente le sorti del campo socialista e l'avvenire del movimento rivoluzionario internazionale.

Non possiamo sostituire al campo socialista una comunità di tipo diverso.

D'altra parte dobbiamo opporci a coloro i quali negano l'esistenza del campo socialista e ai comportamenti miranti a scindere sia il campo socialista che il movimento comunista internazionale. La scissione del campo socialista, del movimento comunista internazionale e di ogni partito non è cosa normale, e tantomeno cosa positiva. Dobbiamo perseguire con la lotta la ricerca dell'unità.

Oggi le divergenze esistenti tra i partiti fratelli non sono più limitate al campo ideologico e a quello teorico, ma sono arrivate a un punto tale che difficilmente possono essere superate. Ciò addolora i comunisti di tutto il mondo. Ma queste divergenze, per quanto gravi siano, sono questioni interne al campo socialista e al movimento comunista internazionale. È dunque auspicabile che non siano aggravate fino alla rottura organizzativa e che siano risolte a ogni costo con la lotta ideologica partendo dal desiderio dell'unità.

Nessun paese socialista deve essere allontanato dal campo socialista e dal movimento comunista internazionale. Nessuno deve formulare valutazioni esagerate o irrazionali sui paesi e i partiti fratelli, né considerare alcuno dei 13 paesi socialisti come estraneo al campo socialista, estraneo al movimento comunista internazionale. Riteniamo che si deve dar prova della massima discrezione per quanto riguarda il giudizio sulla direzione di un paese o di un partito fratello.

Non bisogna mai assimilare i rapporti tra i partiti fratelli ai rapporti antagonistici che abbiamo con l'imperialismo. Se per caso la direzione di un partito fratello commette degli errori, i comunisti degli altri partiti farebbero meglio ad aiutarlo, con una critica da compagni, a riprendere la giusta via.

D'altra parte occorre evitare id formulare alla leggera certe conclusioni sul carattere della società di un paese fratello quando fatti particolari si verificano in questo o quell'aspetto della sua vita. Il carattere di questa o quella società dev'essere determinato nel modo seguente: quale classe ha il potere e quali sono le forme di proprietà dei mezzi di produzione?

Dobbiamo distinguere nettamente i paesi socialisti dai paesi capitalisti. Tra questi ultimi e quelli esiste una contraddizione fondamentale che scaturisce dall'essenza stessa del loro regime sociale. Questa contraddizione esiste oggettivamente e senza rapporto con le intenzioni soggettive di chicchessia. Le contraddizioni tra paesi socialisti e paesi capitalisti possono essere più o meno acute in seguito a questo o quel provvedimento adottato dai dirigenti, ma la contraddizione fondamentale tra il socialismo e il capitalismo non può sparire fino a quando questi due regimi sociali sono opposti l'uno all'altro.

Non bisogna assimilare un paese fratello a un paese nemico, e meno ancora spingerlo a fianco di quest'ultimo, anche se il paese fratello presenta una serie di aspetti negativi. I comunisti non devono in alcun caso essere prigionieri dei pregiudizi o del soggettivismo nel loro atteggiamento nei confronti dei partiti e dei paesi fratelli.

Il nostro Partito ritiene necessario che, anche se un partito o un paese fratello hanno delle divergenze con un altro partito o un altro paese, occorre astenersi dal formulare giudizi indiscreti e bisogna verificare il rispettivo comportamento nella lotta per un certo periodo di tempo. In tal modo continuando, fino a quando i paesi coi quali si hanno divergenze continuano a opporsi all'imperialismo, a sostenere i movimenti di liberazione nazionale e a non ingerirsi negli affari interni dei partiti e dei paesi fratelli, sarà possibile pervenire a ristabilire l'unità e ad avanzare insieme. Dobbiamo prendere un atteggiamento attivo e critico, idoneo ad aiutarli ad eliminare le loro tendenze negative e contemporaneamente ad apprezzare e sostenere le loro tendenze positive.

Il nostro Partito, partendo dagli interessi del movimento comunista internazionale, ritiene che i paesi socialisti farebbero meglio a proseguire la loro avanzata nelle stesse file della rivoluzione. Soltanto così è possibile rafforzare la potenza del campo socialista e infliggere colpi più pesanti all'imperialismo.

Il campo socialista esiste in modo evidente, anche se oggi si trova in una situazione complessa a causa delle divergenze che sussistono al suo interno. Nessuno può sopprimerlo con un procedimento soggettivistico. È impossibile che un paese non socialista diventi socialista anche se qualcuno lo introduce nel campo socialista, e ugualmente è impossibile che un paese socialista cessi di essere tale anche se qualcuno lo esclude arbitrariamente dal campo socialista.

Il campo socialista è il complesso dei paesi socialisti che si sono uniti gli uni agli altri mediante la loro comunità politica ed economica, che si sono legati gli uni agli altri per il comune obiettivo dell'edificazione del socialismo e del comunismo. Tutti i paesi socialisti sono membri uguali del campo socialista. Più numeroso sarà il campo socialista, anche per un solo paese in più, e meglio sarà: mai potrà essere vero il contrario. La rivoluzione mondiale potrà conquistare la vittoria soltanto se la rivoluzione di ciascun paese sarà coronata dal successo e se il campo socialista diventerà sempre più numeroso.

Il nostro Partito ha difeso e difenderà sempre il campo socialista nel suo complesso; si è opposto e si opporrà sempre a tutte le manovre tendenti a dividerlo. Il nostro Partito andrà avanti, unito a tutti i partiti fratelli e a tutti i paesi fratelli, continuando a combattere l'opportunismo di destra e di sinistra. Continueremo a condurre una lotta tenace per la difesa dell'unità del campo socialista e della coesione del movimento comunista internazionale, basandoci sui principi del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, sui principi rivoluzionari delle due Dichiarazioni delle Conferenze dei rappresentanti dei partiti fratelli.

Oggi gli imperialisti yankee intensificano sempre più l'aggressione e il saccheggio in tutto il campo socialista approfittando della mancanza di unità del campo socialista e del movimento comunista internazionale. Estendono ovunque la guerra di aggressione contro il popolo vietnamita mobilitando grandi forze armate.

Certamente, in tutte le parti del mondo, in Asia, in Africa, in America Latina, in Europa e anche altrove, i popoli amanti della pace stanno dispiegando un largo movimento per opporsi all'aggressione imperialista USA e per sostenere il popolo vietnamita nella sua lotta eroica. Ma i comunisti non possono essere soddisfatti. A livello mondiale dobbiamo organizzare immediatamente e sviluppare al grado più alto la lotta per l'aiuto al popolo vietnamita contro la guerra d'aggressione dell'imperialismo yankee. Nelle condizioni in cui gli imperialisti yankee accentuano l'escalation nella loro guerra d'aggressione nel Vietnam, dobbiamo parallelamente accentuare la nostra escalation, e cioè la lotta dei popoli in tutto il mondo per opporci all'imperialismo USA e per sostenere il popolo vietnamita.

Per fare ciò è importante innanzitutto assicurare l'azione comune internazionale contro l'imperialismo e formare il fronte unico antimperialista.

È questa la questione di principio cruciale che si pone oggi davanti al movimento comunista internazionale. È ciò che riguarda il problema fondamentale: riuscire o no a sconfiggere la politica d'aggressione e di guerra degli imperialisti yankee, pervenire o no alla difesa del campo socialista, all'accelerazione del movimento di liberazione nazionale e alla difesa della pace e della sicurezza mondiale.

La realizzazione dell'azione comune antimperialista e del fronte unico antimperialista permetterebbe di utilizzare ancora più energicamente il movimento di solidarietà col popolo vietnamita, di far fallire la politica d'aggressione e di guerra dell'imperialismo USA e di difendere la pace in Asia e nel mondo. Permetterebbe anche di preparare le condizioni necessarie a far sparire in modo graduale le divergenze tra partiti fratelli e a ristabilire l'unità nel campo socialista e la coesione del movimento comunista internazionale e, inoltre, permetterebbe di promuovere in modo ancor più attivo il movimento rivoluzionario in tutti i paesi. È per questo che l'azione comune antimperialista è assolutamente necessaria tanto dal punto di vista degli interessi della causa della pace che dal punto di vista degli interessi della causa rivoluzionaria.

All'indomani dello scatenamento dell'invasione del Vietnam ad opera dell'imperialismo yankee, il nostro Partito ha insistito sulla necessità di dispiegare una lotta comune antimperialista per infliggere una risposta collettiva agli invasori. La stessa proposta è stata fatta da una serie di altri partiti.

Ciononostante, la lotta comune antimperialista non è stata ancora realizzata a causa delle divergenze in seno al movimento comunista internazionale. Riteniamo necessario superare questo stato di cose e unire le forze dei paesi socialisti e dei partiti comunisti e operai per combattere l'imperialismo USA e per sostenere la lotta del popolo vietnamita.

In tutti i paesi socialisti, i partiti e i governi condannano l'aggressione imperialista USA contro il Vietnam e a più riprese hanno espresso la loro posizione di sostegno per il popolo vietnamita in lotta. D'altronde tutti i paesi socialisti danno al popolo vietnamita un aiuto economico e militare. I partiti comunisti e operai dei paesi capitalisti si mostrano attivi nel sostenere il popolo vietnamita e nell'opporsi alla guerra d'aggressione imperialista USA.

Tenendo conto di tutti questi fatti, riteniamo che malgrado le divergenze su una serie di questioni, esiste tuttavia la possibilità elementare che permette di intraprendere un'azione comune antimperialista al fine, innanzitutto, di combattere l'aggressione imperialista nel Vietnam e di aiutare il popolo vietnamita. Non dobbiamo ignorare ciò; dobbiamo sforzarci attivamente di realizzare il fronte unico antimperialista.

Se si rifiuta l'azione comune antimperialista non si può essere considerati come gente che ha una condotta veramente consacrata alla battaglia contro il revisionismo, alla preservazione della purezza del marxismo-leninismo e al consolidamento dell'unità del campo socialista e della coesione del movimento comunista internazionale, né come gente che prende posizione contro l'imperialismo USA e a favore del popolo vietnamita in lotta.

Oggi la strategia fondamentale della rivoluzione mondiale consiste nel concentrare i colpi contro l'imperialismo USA. Dobbiamo distinguere l'amico che sbaglia dal nemico. Occorre colpire il nemico, ma quando si tratta dell'amico che sbaglia occorre criticarlo e impegnarlo a rimettersi sulla giusta via. Dovremmo così combattere il nemico principale unendo i nostri sforzi con quelli di tutti i nostri amici.

Nella lotta contro l'imperialismo USA dobbiamo sforzarci di condurre un'azione comune con i partiti comunisti e operai, le organizzazioni democratiche dei differenti paesi e le organizzazioni democratiche internazionali. Certamente, queste organizzazioni non hanno le stesse vedute e le stesse posizioni su numerose questioni e la loro composizione è complessa. Ma esse influenzano larghe masse. I comunisti non devono in alcun caso rifiutare azioni comuni con queste organizzazioni se vogliono impegnare una massa sempre più numerosa nella lotta antimperialista.

I comunisti non devono vedere soltanto le divergenze, ma anche la loro concordanza di vedute; devono sempre considerare le questioni nel loro complesso e astenersi dall'andare da un estremo all'altro. Se non arriviamo a realizzare l'azione comune con i partiti comunisti e operai, con le organizzazioni democratiche di massa di tutti i paesi e con le organizzazioni democratiche internazionali, masse immense influenzate da questi partiti e da queste organizzazioni saranno allontanate dal fronte unico antimperialista. Non possiamo fare la rivoluzione senza le masse. Realizzando azioni comuni con queste organizzazioni, potremo avvicinarci alle masse che tali organizzazioni dirigono, esercitare su di esse la nostra influenza rivoluzionaria e mobilitarle nella lotta antimperialista. Rifiutare le azioni comuni antimperialiste significa allontanarsi dalle masse e cadere nell'isolazionismo e, in fin dei conti, ciò avrà soltanto conseguenze negative indebolendo la lotta antimperialista.

I comunisti non devono essere intolleranti. Essi devono unire tutte le forze che si oppongono all'imperialismo e dispiegare la lotta antimperialista con queste forze unite. Oggi uno dei principi fondamentali della strategia e della tattica dei comunisti consiste nel guadagnare alla nostra causa il maggior numero possibile di alleati, anche se si tratta di alleati incostanti e poco solidi, al fine di allargare il fronte antimperialista, di isolare al massimo l'imperialismo USA e di colpirlo collettivamente.

La storia del movimento comunista internazionale ha visto molte esperienze in merito ad azioni comuni di comunisti con socialdemocratici di destra nella lotta contro la guerra imperialista. La politica praticata allora dai comunisti in materia di fronte unico ha giocato un grande ruolo nella mobilitazione dei popoli contro la guerra imperialista.

La possibilità di realizzare azioni comuni antimperialiste a livello mondiale è ancora aumentata nella congiuntura storica attuale in cui il socialismo è diventato più forte su scala mondiale. Ispirandoci all'esperienza storica del movimento comunista internazionale, dobbiamo mettere a profitto tutte le possibilità, per quanto piccole possano essere, per intraprendere un'energica lotta comune antimperialista.

Attualmente l'ondata di protesta contro la guerra d'aggressione dell'imperialismo USA nel Vietnam e il movimento di solidarietà con il popolo vietnamita sono diventati correnti internazionali. Coloro i quali si abbandonavano al revisionismo non possono più, di fronte all'opinione pubblica mondiale, evitare di aiutare il popolo vietnamita. Si tratta di una cosa buona e non di una cosa negativa.

Evidentemente tra coloro i quali si oppongono all'imperialismo americano e aiutano il popolo vietnamita possono esistere persone di diverse categorie. Alcuni potrebbero pentirsi dei loro errori nel passato e, al fine di porvi riparo in questa occasione, condannare l'aggressione imperialista USA e aiutare il popolo vietnamita. Altri potrebbero persistere nella loro posizione erronea ma, al tempo stesso, unirsi (non foss'altro che perché costretti e forzati a farlo) alla lotta antimperialista, sotto la pressione del loro popolo e dei popoli del mondo intero.

Sarebbe tuttavia una cosa positiva trascinare tutte queste forze nella lotta comune antimperialista, quali che siano i moventi della loro azione. Se vogliono rimediare ai loro errori del passato, magari anche solo per quanto riguarda la questione vietnamita, si tratta senza dubbio di una buona cosa, alla quale si deve fare tanto di cappello. E anche se ci si oppone all'imperialismo USA e si aiuta il popolo vietnamita soltanto per la pressione dei popoli, si tratta ugualmente di un atteggiamento favorevole alla lotta antimperialista e non già di qualcosa di nocivo.

Noi faremmo bene a conquistare la maggior quantità possibile di forze alla nostra lotta comune antimperialista. Dobbiamo trascinare nella lotta antimperialista quelli che se ne allontanano e rendere attivi quelli che si mostrano passivi.

D'altra parte la linea di demarcazione tra il marxismo-leninismo e il revisionismo apparirà ancora più netta nel corso della lotta comune contro l'imperialismo USA. La lotta pratica metterà in evidenza se si combatte realmente oppure no contro l'imperialismo USA, se si aiuta veramente oppure no il popolo vietnamita. La pratica è il criterio che ci consente di distinguere il vero dal falso. L'opportunismo può essere egualmente vinto nella pratica della lotta rivoluzionaria, mentre non può esserlo se si ricorre soltanto alla lotta ideologica.

Nei loro sforzi per realizzare azioni comuni, i comunisti devono sempre attenersi al principio consistente nell'unirsi nella lotta e nel combattere nell'unità. L'azione comune che preconizziamo non è una sorta di legame o di compromesso senza principi. Consiste nel coordinare e nel mettere insieme i nostri contributi con quelli delle forze antimperialiste nella lotta contro l'imperialismo USA e per l'aiuto al popolo vietnamita, continuando ad aderire ai principi del marxismo-leninismo. Impegnandoci nella lotta comune, potremo criticare ed eliminare gli elementi opportunisti e sostenere e incoraggiare gli elementi antimperialisti.

Siamo dell'opinione che le azioni comuni antimperialiste non sono affatto in contraddizione con la lotta contro il revisionismo. Al contrario, esse costituiscono una forma attiva della lotta contro l'opportunismo di ogni specie. Di conseguenza la realizzazione delle azioni comuni antimperialiste e del fronte unico antimperialista costituisce la giusta linea che ci consente non soltanto di condurre vittoriosamente la lotta antimperialista, ma anche di elevare la coscienza rivoluzionaria delle masse popolari, di combattere ogni specie di opportunismo e di difendere la purezza del marxismo-leninismo.

Prendere provvedimenti concreti per quanto riguarda la realizzazione di azioni comuni nella lotta contro l'imperialismo USA e per l'aiuto al popolo vietnamita e attuare tali provvedimenti è un imperativo categorico che oggi si pone davanti ai comunisti di tutto il mondo.

Riteniamo necessario, innanzitutto, inviare truppe internazionali di volontari dei paesi socialisti per aiutare il popolo vietnamita in lotta. Sarebbe questo il primo passo verso la realizzazione delle azioni comuni antimperialiste. Se giungiamo ad inviare nel Vietnam delle truppe di volontari internazionali, daremo un colpo folgorante agli aggressori imperialisti USA e potremo impedir loro di estendere la loro guerra di aggressione nel Vietnam.

Dobbiamo anche lavorare con energia affinché le organizzazioni democratiche internazionali intraprendano azioni comuni antimperialiste. Esse devono concentrare il grosso delle loro attività nella battaglia contro l'imperialismo USA e nella solidarietà con i popoli in lotta. Dobbiamo quindi vigilare affinché le organizzazioni democratiche di tutti i paesi effettuino le loro azioni comuni attraverso il canale di organizzazioni democratiche internazionali, combattano nell'unità contro l'imperialismo USA e intraprendano azioni comuni di solidarietà con i popoli in lotta. Quando queste azioni comuni antimperialiste saranno riuscite, le organizzazioni democratiche internazionali potranno dimostrare una forza maggiore nelle loro attività.

Ma da soli questi provvedimenti non sono sufficienti per risolvere completamente il problema della realizzazioni di azioni comuni antimperialiste e del fronte unico antimperialista. La cosa più importante di tutte consiste nella creazione di condizioni preliminari alla realizzazione di tali azioni comuni tra i partiti fratelli. Ogni partito comunista od operaio deve innanzitutto lottare energicamente, là dove si trova, contro l'imperialismo, e sostenere attivamente il movimento rivoluzionario dei popoli. Attraverso questo processo i partiti fratelli devono ridurre gradualmente le loro divergenze e creare un'atmosfera suscettibile di permettere contatti tra di essi. Quando determinate condizioni saranno state create, essi potranno convocare una conferenza consultiva per esaminare concretamente i problemi relativi alle loro azioni comuni antimperialiste.

È importante per tutti i partiti comunisti e operai attenersi al principio dell'indipendenza nel movimento comunista internazionale. È soltanto aderendo all'indipendenza che ciascun partito può condurre al successo la rivoluzione nel proprio paese, contribuire alla rivoluzione mondiale e riaffermare la coesione del movimento comunista internazionale.

L'adesione al principio dell'indipendenza è un sacro diritto di ciascun partito, un diritto che nessuno può violare, e ogni partito ha il dovere di rispettare questa indipendenza degli altri partiti fratelli. Il mutuo rispetto dell'indipendenza è una condizione preliminare e fondamentale per la coesione e la collaborazione tra i partiti fratelli. Soltanto se l'indipendenza di ciascun partito viene rispettata, la coesione e la collaborazione tra i partiti fratelli potranno essere realizzate su una base volontaria solida e fatta con spirito di fratellanza. Le relazioni tra i partiti fratelli devono essere fondate sui principi dell'uguaglianza completa, dell'indipendenza, del mutuo rispetto, della non ingerenza negli affari interni e della collaborazione fatta con spirito di fratellanza. Queste norme furono definite dalle Conferenze del 1957 e del 1960 dei rappresentanti dei partiti comunisti e operai sulla base dell'esperienza storica del movimento comunista internazionale e la correttezza di queste norme è stata già confermata dalla vita. I partiti comunisti e operai devono, senza eccezioni, osservarle con rigore e mantenervisi fedeli. Se per caso queste norme fossero violate, nascerebbero complessi problemi nei rapporti tra i partiti fratelli, verrebbero fuori la divisione del movimento comunista internazionale e la moltiplicazione degli ostacoli sul cammino del movimento stesso.

In questi ultimi anni il movimento comunista internazionale constata l'incessante violazione di tali norme che regolano i rapporti tra i partiti fratelli. Di conseguenza il movimento comunista internazionale si trova di fronte a problemi complessi e la coesione dei partiti fratelli è seriamente minacciata dagli ostacoli in tal modo creati.

Tutti i partiti devono cercare di rispettarsi sulla base dell'eguaglianza e di mantenere rapporti basati sul cameratismo. Tra i partiti comunisti e operai non possono esistere né partiti di primo grado né partiti di secondo grado, né partiti dirigenti né partiti diretti. Nessun partito può pretendere una posizione privilegiata in seno al movimento comunista internazionale.

Nel movimento comunista internazionale non esiste un'organizzazione internazionale chiamata a dirigere in modo unitario le attività dei partiti di tutti i paesi. I tempi sono cambiati e l'epoca in cui il movimento comunista aveva bisogno di un centro internazionale è già superata. Non è più esistita alcuna “direzione” e alcun “centro” del movimento comunista internazionale da dopo lo scioglimento della Terza Internazionale. Pertanto, è diventato impossibile che un “centro” della rivoluzione si sposti da un paese all'altro. A maggior ragione è impossibile che un paese diventi il “centro della rivoluzione mondiale” o che un partito diventi “partito dirigente” del movimento comunista internazionale.

La rivoluzione di ciascun paese è condotta dal suo popolo sotto la direzione del suo partito e non attraverso un qualsiasi “centro” internazionale o il partito di un altro paese. I comunisti non riconoscono alcun “centro” né alcuna “direzione” nel movimento comunista internazionale. Se facessero diversamente, ammetterebbero la posizione privilegiata di un determinato partito. Se le cose andassero così, il partito posto in alto potrebbe dare direttive e ordini agli altri partiti e gli altri partiti dovrebbero obbedire agli ordini di quello e venerarlo. Se si tollerassero simili rapporti tra partiti fratelli, ogni partito perderebbe la propria indipendenza e non potrebbe in alcun caso condurre con successo, in piena indipendenza, la rivoluzione e l'edificazione del proprio paese. Il movimento comunista internazionale non potrà mai ammettere simili rapporti.

I partiti comunisti e operai sono tutti membri eguali del movimento comunista internazionale e contribuiscono collettivamente alla promozione del movimento rivoluzionario mondiale e allo sviluppo del marxismo-leninismo.

Allo scopo di adempiere al loro ruolo di avanguardia nella rivoluzione, i partiti comunisti e operai devono essere guidati unicamente dal marxismo-leninismo. Il marxismo-leninismo è la dottrina più scientifica e più rivoluzionaria, verificata nella pratica, ed è la vetta di tutto il pensiero progressista dell'umanità. Esso indica i principi universali che tutti i partiti devono rispettare nella rivoluzione e nell'opera di costruzione dei loro rispettivi paesi.

Ogni partito deve applicare in modo creativo il marxismo-leninismo alla realtà del proprio paese per adattare così la sua teoria della direzione alla rivoluzione e all'opera di costruzione del proprio paese e per metterlo in pratica. È impossibile dirigere la rivoluzione e l'opera di costruzione del proprio paese con la teoria della direzione di un altro partito.

La teoria della direzione di ciascun partito può avere importanza soltanto nei limiti del proprio paese. La teoria della direzione di un partito, per quanto possa essere perfetta, non corrisponde alla realtà degli altri paesi perché le condizioni di questi ultimi sono diverse da quelle del partito-guida. Di conseguenza nessun partito può ostentare la sua teoria di direzione come teoria di direzione valida per i comunisti di tutti i paesi, né imporla agli altri partiti.

L'unica direzione per i comunisti coreani è il marxismo-leninismo e la sua applicazione creativa alla realtà del nostro paese: la linea e la politica del nostro Partito. Per noi non c'è nessun'altra dottrina di direzione.

I comunisti non devono in alcun caso ostentare o imporre i loro punti di vista agli altri partiti. Tra i partiti comunisti e operai non deve esistere una pratica che consenta ad un partito di esercitare pressioni sugli altri partiti e di ingerirsi negli affari interni di altri paesi col pretesto che questi non seguono la sua linea. Ma oggi, nel movimento comunista internazionale, alcuni partiti continuano a imporre i loro punti di vista e la loro linea ad altri partiti, ad esercitare una pressione su coloro i quali non li accettano e intromettersi nei loro affari interni.

L'ingerenza negli affari interni del Partito Comunista Giapponese da parte di alcuni partiti fratelli ne è un esempio. Nessun partito deve prendere a pretesto le divergenze che esso ha con un altro partito per aiutare i frazionisti antipartito di codesto partito, per provocare il disordine al suo interno e per dividere il movimento democratico nel paese di quel partito. L'ingerenza dall'esterno causa grandi ostacoli alle attività del Partito Comunista Giapponese. Ciononostante questo partito si attiene strettamente al principio dell'indipendenza e si oppone all'ingerenza nei suoi affari interni, e dirige senza esitazioni la lotta rivoluzionaria del popolo giapponese.

Anche il nostro Partito ha fatto un'esperienza amara dell'ingerenza sciovinista da grande potenza nei nostri affari interni. Naturalmente questa gente ha ricevuto la risposta che meritava. Noi eravamo allora alla fine della nostra pazienza, ma ci siamo autodisciplinati e abbiamo risolto la questione in modo non pubblico partendo dagli interessi della rivoluzione e dal nostro desiderio di unità. Anche in futuro dovremo opporci a qualsiasi ingerenza dall'esterno nei nostri affari interni e stare in guardia contro lo sciovinismo da grande potenza.

Nel movimento comunista internazionale non può esistere un partito che monopolizza il diritto di formulare conclusioni per conto suo su quanto concerne i problemi di principio. Ogni partito deve astenersi dal formulare arbitrariamente dei giudizi sugli importanti problemi internazionali e imporli agli altri partiti. Per quanto riguarda l'interesse collettivo, i partiti comunisti e operai devono procedere a delle consultazioni, fissare dei giudizi comuni e in seguito agire coerentemente con tali giudizi.

Ogni partito comunista deve vigilare per non cadere nel soggettivismo sia nelle questioni internazionali importanti che nelle sue relazioni con gli altri partiti fratelli. I comunisti non devono giudicare con leggerezza i partiti fratelli né avere pregiudizi contro questi ultimi col pretesto che non gli obbediscono o hanno punti di vista diversi. Nessun partito deve considerare come contraria al marxismo-leninismo una presa di posizione di un altro partito fratello soltanto perché è diversa dalla propria. Soprattutto non deve esserci la pratica per cui un partito attribuisce questa o quell'etichetta ad altri partiti fratelli i quali mantengono una posizione indipendente.

Attualmente alcune persone etichettano il nostro Partito e altri partiti marxisti-leninisti come “centristi”, “eclettici”, “opportunisti” ecc. Essi dicono che noi accettiamo la “via del compromesso senza principi” e che siamo “seduti su due sedie”. È un'assurdità. Anche noi abbiamo una nostra sedia. E perché mai dovremmo abbandonare la nostra sedia per sederci scomodamente su due sedie di altri, con una gamba per parte, lasciando da parte la nostra sedia? Per quello che ci riguarda, noi staremo sempre seduti sulla nostra sedia dalla forma impeccabile, quella del marxismo-leninismo. Coloro i quali ci calunniano (calunniano proprio noi che siamo seduti sulla nostra sedia dalla forma impeccabile dicendoci che stiamo seduti su due sedie), sono loro seduti, senza alcun dubbio, su una sedia sbilenca, sia a sinistra che a destra.

Le calunnie contro il nostro Partito testimoniano che esso non soltanto si oppone all'opportunismo di destra, ma anche che non fa compromessi con l'opportunismo di sinistra e che si attiene fermamente a una sola posizione di principio, quella del marxismo-leninismo. Siamo marxisti-leninisti, è per questo che combattiamo ogni sorta di opportunismo.

I comunisti devono evitare di mostrarsi arroganti. Non è una mentalità da comunisti quella che ha chi pretende di essere il solo giudice di tutte le cose e di considerare erroneo tutto ciò che fanno gli altri. Un tale comportamento è inammissibile tra compagni che lottano per una causa comune. I comunisti possono avere tra di loro delle divergenze su questa o quella questione, benché abbiano tutti per guida della loro azione il marxismo-leninismo.

Anche in casi del genere devono comprendersi e consultarsi gli uni con gli altri, col cuore in mano e in piena sincerità, e unire i loro sforzi con spirito di coesione. È questa una qualità indispensabile a tutti i comunisti.

Ogni comunista ha la sua posizione ed è capace di distinguere quello che è giusto da quello che è sbagliato. Che un partito riallacci le proprie relazioni con altri partiti non significa affatto ch'esso approvi o segua la linea di questi ultimi. Guardare gli altri con diffidenza è una caratteristica dello sciovinismo da grande potenza e del settarismo. Gli sciovinisti di grande potenza e i settari hanno l'abitudine congenita di diffidare degli altri senza alcun motivo e di mettere gli uni da questa parte e gli altri da quella opposta. Per quanto ci riguarda non vogliamo trovarci da nessuna “parte”. Se ci si chiede da quale “parte” stiamo, risponderemo che siamo dalla “parte” del marxismo-leninismo, dalla “parte” della rivoluzione. I comunisti non devono guardare attraverso un prisma le attività indipendenti dei partiti fratelli e non devono innervosirsi troppo.

Le attività di tutti i partiti comunisti e operai non possono scaturire dalla stessa matrice. La politica di un partito fratello non può essere identica a quella di un altro poiché esistono delle particolarità nella situazione di ciascun paese e una diversità negli obiettivi rivoluzionari di ciascun partito. L'unanimità della linea del movimento comunista internazionale non esclude affatto la diversità della politica di ciascun partito.

I comunisti devono opporsi allo sciovinismo da grande potenza all'interno del movimento comunista internazionale. Tutti i partiti fratelli, quindi, devono evitare di seguire ciecamente gli altri, chiunque siano; devono avere il sentimento dell'indipendenza e respingere lo sciovinismo da grande potenza. E tutti devono lottare insieme affinché nessuno possa sentirsi autorizzato a comandare il campo socialista e il movimento comunista internazionale e affinché lo sciovinismo da grande potenza non possa esercitare la sua influenza sull'uno e sull'altro. Lo sciovinismo da grande potenza, per quanto vi si possa ricorrere con ostinazione, sarà impotente e non potrà avere alcun effetto sui partiti fratelli se questi lo respingeranno e non lo seguiranno. Soltanto quando lo sciovinismo da grande potenza sarà scomparso, sarà possibile assicurare un'indipendenza solida a tutti i partiti fratelli e le relazioni tra partiti potranno svilupparsi su una base sana.

In ogni circostanza, i comunisti devono saper aderire alle loro convinzioni. Andare contro la propria fede e seguire gli altri ciecamente uniformandosi a ciò che dicono e fanno sono dei comportamenti estranei ai comunisti.

I comunisti non fanno la rivoluzione su ordine di nessuno né per entrare nelle grazie di alcuno. Essi la fanno coerentemente alla loro fede nel marxismo-leninismo, per l'emancipazione della classe operaia e dei lavoratori del loro paese e per la causa della classe operaia nel mondo intero. La nobiltà dei comunisti consiste proprio nel difendere le loro convinzioni e nel combattere per esse senza arrendersi.

La situazione attuale del movimento comunista internazionale richiede che ci atteniamo ancor più fermamente ai principi dell'indipendenza e dell'autodeterminazione. Nelle attuali condizioni, se noi abbandonassimo questi principi e seguissimo gli altri, non potremmo avere né la coerenza ai principi né potremmo essere conseguenti nell'elaborazione della linea politica. Se facessimo una cosa del genere, grandi danni ne deriverebbero non soltanto alla rivoluzione e all'opera di costruzione del nostro paese, ma anche al movimento comunista internazionale.

Mai noi potremo ballare al ritmo di altri e mai lo faremo. Dovremo definire e applicare fino in fondo la nostra linea e la nostra politica in tutta indipendenza e conformemente ai principi del marxismo-leninismo e alla realtà del nostro paese, e dovremo così promuovere con energia la nostra rivoluzione e la nostra opera di costruzione. Anche sul piano internazionale dovremo mantenere la nostra posizione indipendente sulla base delle nostre convinzioni.

La presa di posizione indipendente del nostro Partito è strettamente legata ai principi dell'internazionalismo proletario. Siamo internazionalisti e quindi ci opponiamo fermamente all'isolazionismo e al nazionalismo. Diamo molta importanza alla solidarietà della classe operaia mondiale, alla coesione e alla collaborazione dei partiti fratelli e dei paesi fratelli. Rispettiamo l'esperienza degli altri partiti e riteniamo necessario che tutti i partiti imparino gli uni dagli altri. Ciò che noi disapproviamo è la tendenza a seguire ciecamente gli altri, senza spirito d'indipendenza, a contare soltanto sugli altri senza basarsi sulle proprie forze e a ingoiare in blocco l'esperienza degli altri senza neanche prendersi la pena di considerarla in modo critico.

Dovremo, senza mai stancarci, sviluppare le nostre relazioni con i partiti e i paesi fratelli sulla base di una armoniosa combinazione dei principi dell'indipendenza e della solidarietà. Vogliamo che la coesione del campo socialista e quella del movimento comunista internazionale siano realizzate sulla base dei principi del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, sulla base delle due Dichiarazioni delle Conferenze dei rappresentanti dei partiti fratelli.

Unirsi e collaborare con tutti i partiti e tutti i paesi fratelli sulla base dei principi dell'uguaglianza e della sovranità, rispettare l'indipendenza e, contemporaneamente, rafforzare la solidarietà internazionale, è la linea di condotta immutabile, osservata con coerenza dal nostro Partito nelle sue relazioni con i partiti e i paesi fratelli. Questa linea è completamente conforme non soltanto agli interessi della rivoluzione e dell'opera di costruzione nel nostro paese ma anche agli interessi del movimento comunista internazionale. Di conseguenza essa contribuisce a superare le difficoltà sorte all'interno del movimento comunista internazionale attuale e a realizzare la sua autentica unità.

L'evoluzione della situazione mondiale e gli avvenimenti che hanno avuto luogo nel movimento comunista internazionale durante questi ultimi anni provano, ancora una volta e chiaramente, la giustezza della linea e della politica del nostro Partito.

Tutti i successi che abbiamo conquistato sono legati alla linea indipendente del nostro Partito. E grazie a tale linea indipendente, il nostro Partito non ha commesso deviazioni né di sinistra né di destra e ha potuto eludere qualsiasi errore di principio nella sua politica sia interna che estera.

Oggi il prestigio del nostro Partito sul piano internazionale è aumentato e la sua posizione nel mondo si è rafforzata. Siamo pervenuti a conquistare alla nostra causa innumerevoli amici e simpatizzanti di tutte le parti del mondo. La linea indipendente del nostro Partito gode dell'appoggio di un numero sempre maggiore di partiti fratelli all'interno del movimento comunista internazionale. Siamo a giusto titolo fieri dei risultati che il nostro Partito ha realizzato nelle sue attività estere.

Per il futuro come per il passato, il nostro Partito si atterrà sempre più fermamente a tale linea indipendente nelle sue attività interne ed esterne; si opporrà all'opportunismo di destra e di sinistra; preserverà la purezza del marxismo-leninismo e osserverà i principi delle due Dichiarazioni delle Conferenze dei rappresentanti dei partiti comunisti e operai. Lotterà per salvaguardare l'unità del campo socialista e la coesione del movimento comunista internazionale, basate sui principi del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, per opporsi all'imperialismo e per portare fino in fondo la rivoluzione, unito, in un sol blocco, coi popoli del mondo.



2. ACCELERARE L'EDIFICAZIONE SOCIALISTA E RAFFORZARE LA NOSTRA BASE RIVOLUZIONARIA



Compagni,

L'obiettivo nazionale supremo che si pone al Partito del Lavoro di Corea e al popolo coreano allo stadio attuale è quello di realizzare la riunificazione della patria e di conquistare la vittoria della rivoluzione nell'intera Corea. Per realizzare tale obiettivo occorre innanzitutto dare un potente impulso alla rivoluzione e all'edificazione nella parte settentrionale del Paese laddove il popolo, che già detiene il potere nelle sue mani, si accinge a creare una vita nuova, e bisogna fare della Corea del Nord una possente base della nostra rivoluzione. La costruzione del socialismo e la crescita delle forze rivoluzionarie nella Corea del Nord costituiscono una garanzia decisiva per la riunificazione della nostra patria e il trionfo della rivoluzione in tutta la Corea. Dobbiamo mobilitare tutte le forze del Partito e del popolo per dare un maggiore slancio all'edificazione socialista nella Corea del Nord e rafforzare ulteriormente la nostra base rivoluzionaria sul piano politico, economico e militare.

La cosa più importante oggi nella lotta rivoluzionaria e nell'edificazione consiste nel riorganizzare l'insieme delle attività dell'edificazione socialista conformemente alle esigenze della presente situazione e, più precisamente, nel promuovere l'edificazione della difesa nazionale contemporaneamente a quella dell'economia, in modo da rafforzare maggiormente le capacità difensive nella previsione di dover contrastare le manovre aggressive dei nemici. Questa è la linea strategica fondamentale del nostro Partito, osservata già da molti anni tenendo conto della mutata situazione. Anche nel futuro dovremo attenerci fermamente a questa linea del Partito in tutte le nostre attività.

Il problema di saper combinare la costruzione dell'economia con la costruzione della difesa nazionale costituisce una delle questioni principali che decidono del risultato dell'edificazione del socialismo e del comunismo. Noialtri comunisti dobbiamo combattere ogni deviazione che possa verificarsi in merito a tale problema e apportarvi una saggia soluzione.

È sbagliato trascurare la costruzione dell'economia concentrando gli sforzi soltanto sulla costruzione della difesa nazionale col pretesto che, se scoppierà la guerra, tutto sarà distrutto; è anche sbagliato non curarsi di rafforzare, come è necessario, il potenziale difensivo e mettere l'accento soltanto sulla costruzione economica lasciandosi imprigionare dai sentimenti pacifisti.

Evidentemente, fino a quando esisteranno gli imperialisti, il pericolo di guerra non sparirà mai e se la guerra scoppierà, molte cose potranno essere distrutte. Tuttavia se non si porta avanti la costruzione economica necessaria temendo la guerra e le conseguenti distruzioni, non sarà possibile né rafforzare la potenza del Paese né elevare il livello di vita della popolazione. In ultima analisi, non si potrà edificare né il socialismo né il comunismo prima della caduta dell'imperialismo. Il pericolo di guerra creato dagli imperialisti e le guerre d'aggressione che essi provocano possono procrastinare o interrompere per un determinato periodo di tempo la nostra costruzione economica, ma non potranno mai fermare la nostra marcia verso il socialismo e il comunismo.

D'altra parte, i popoli possono scongiurare la guerra, mantenere e consolidare la pace con le loro energiche lotte contro la politica aggressiva e bellicosa degli imperialisti. Pertanto, se non si rafforza in modo adeguato la capacità difensiva non prevedendo l'eventualità della guerra, il pericolo della guerra sarà ancora più grande. Non sarà allora possibile salvaguardare le conquiste della rivoluzione né difendere la patria e il popolo dalle aggressioni imperialiste, per non parlare poi dell'edificazione del socialismo e del comunismo. La possibilità di prevenire le guerre resterà sempre una possibilità; fino a quando esisterà l'imperialismo, non si potrà mai avere una garanzia assoluta per la pace e la guerra può scoppiare in qualsiasi momento.

Non bisogna né sopravvalutare né sottovalutare l'influenza che sull'edificazione del socialismo possono esercitare il pericolo e i danni della guerra. Anche nel caso in cui aumentasse il pericolo di guerra dovremo continuare a promuovere la costruzione dell'economia pur rafforzando ulteriormente la capacità difensiva, al fine di rendere il Paese più potente e più ricco, di migliorare le condizioni di vita della popolazione e di accelerare la marcia verso il socialismo e il comunismo. La nostra esperienza conferma che, per quanto enormi possano essere i danni provocati da una guerra, è possibile, fino a quando esistono il partito, il potere, il popolo e il territorio, ricostruire una nuova vita. E anche nel caso in cui la guerra non scoppiasse immediatamente, dovremo continuare a rafforzare la nostra capacità difensiva pur promuovendo attivamente la costruzione economica, e tenerci pronti in ogni momento a salvare le conquiste della rivoluzione e a difendere la patria e il popolo dall'aggressione imperialista. Soltanto se disporremo di un potenziale difensivo invincibile e se saremo sempre pronti all'azione, il nemico non oserà più attaccarci con le armi, e soltanto allora (nel caso in cui il nemico compisse imprudentemente un atto avventurista) potremo dargli un colpo mortale al momento giusto e annientarlo.

Il nostro Partito si è sempre attenuto a tale principio e ha realizzato la costruzione dell'economia e la costruzione della difesa nazionale con un corretto coordinamento, e tenendo conto dell'evoluzione della situazione nelle diverse fasi.

Durante questi ultimi anni, poiché le manovre aggressive degli imperialisti andavano sempre più intensificandosi, il nostro Partito ha dovuto dare un'attenzione particolare al rafforzamento accelerato della nostra capacità difensiva. Come sapete, nel 1962 gli imperialisti yankee, creando una crisi nel mar dei Caraibi contro la Repubblica di Cuba, lanciarono una sfida all'insieme del campo socialista, aggravando così in modo notevole la tensione internazionale. Più tardi gli imperialisti yankee cominciarono a intensificare più apertamente le loro manovre aggressive in Asia. Provocarono l'incidente nel golfo di Bac-bô contro la Repubblica Democratica del Vietnam, intensificarono la guerra d'aggressione su larga scala nel Vietnam del Sud e aggravarono ulteriormente la tensione nel Sud-Est asiatico, nell'Estremo Oriente e in altre regioni del mondo.

In questa situazione, il nostro Partito ha già presentato, alla V sessione plenaria del IV Comitato Centrale nel 1962, la linea consistente nello sviluppo della difesa nazionale parallelamente all'edificazione economica. Il Partito procedette, secondo questa linea, alla riorganizzazione della costruzione economica e adottò una serie di provvedimenti importanti, idonei ad aumentare la capacità difensiva del Paese. Lo svolgersi successivo degli avvenimenti ha dimostrato che queste misure stabilite dal nostro Partito erano interamente giuste. Durante la lotta per applicare la linea del Partito, abbiamo consolidato ulteriormente il nostro potenziale difensivo in modo tale che siamo ora in condizioni di difendere fermamente la sicurezza della nostra patria mentre gli imperialisti si agitano come pazzi.

Oggi gli imperialisti yankee intensificano sempre più i loro atti di aggressione e tentano sempre più apertamente di estendere la guerra. La cricca di Pak Jeung Hi in Corea del Sud, su ordine degli imperialisti USA, non soltanto procede attivamente alla preparazione di una nuova guerra, ma prende già parte diretta alla guerra di aggressione che gli Stati Uniti conducono nel Vietnam. La situazione è oggi più tesa che mai e il pericolo di guerra aumenta nel nostro Paese come in tutta l'Asia.

Nell'attuale situazione, così come ci si presenta, dobbiamo dare un impulso più possente all'edificazione della difesa nazionale pur sviluppando in modo continuo l'edificazione dell'economia socialista. Bisogna che consolidiamo la nostra potenza difensiva per farne una forza invincibile e che ci prepariamo su tutti i piani per premunirci contro qualsiasi invasione da parte del nemico. È per questo che dovremo dedicare una gran parte delle risorse umane e materiali alla difesa nazionale, e ciò, in una certa misura, inevitabilmente ritarderà lo sviluppo dell'economia del Paese. Ma dobbiamo egualmente orientare i nostri sforzi verso il rafforzamento della capacità difensiva e dobbiamo farlo anche se fosse necessario ridimensionare un poco il ritmo di sviluppo dell'economia nazionale, allo scopo di rendere invincibile il nostro potenziale difensivo. Ciò corrisponde agli interessi fondamentali della rivoluzione e dell'edificazione del nostro Paese nella fase attuale. Dobbiamo quindi vigilare, seguendo la linea presentata dal Partito, affinché si sviluppino vigorosamente e altrettanto bene sia l'edificazione economica che l'edificazione della difesa nazionale, non bisogna trascurare né l'una né l'altra.

L'edificazione economica socialista costituisce nel momento attuale un nostro compito rivoluzionario importante. I comunisti lavorano per la libertà e l'emancipazione del popolo e lottano per assicurargli una vita nuova e felice. Abbiamo già realizzato la rivoluzione democratica e la rivoluzione socialista nel Nord del Paese liberando il popolo dallo sfruttamento e dall'oppressione e gli abbiamo garantito la libertà e i diritti politici. Abbiamo instaurato quel sistema progressista che è il socialismo aprendo una larga via allo sviluppo delle forze produttive e all'elevamento del livello di vita della popolazione. Ora è importante consolidare questo sistema socialista che ha trionfato e consentirgli di valorizzare appieno la sua superiorità al fine di incrementare ulteriormente il benessere della popolazione. A tale scopo occorre portare a buon fine l'edificazione economica. Soltanto portando a buon fine l'edificazione economica è possibile ottenere un alto livello di sviluppo delle forze produttive corrispondenti alla società socialista, rendere il paese più ricco e più potente, elevare in modo decisivo il livello di vita della popolazione. E soltanto rafforzando le basi dell'economia nazionale indipendente grazie all'accelerazione della costruzione economica, possiamo garantire fermamente la nostra indipendenza politica e la nostra sovranità e consolidare il nostro potenziale difensivo.

L'edificazione dell'economia socialista nella Corea del Nord costituisce la principale garanzia del consolidamento delle forze materiali della nostra base rivoluzionaria. Essa ha un'importanza enorme non soltanto per la creazione di una vita felice per la popolazione della Corea del Nord, ma anche per la riunificazione della patria e per la sua prosperità futura. Il consolidamento costante della potenza economica della Corea del Nord ci permette di mostrare chiaramente al popolo sudcoreano la superiorità del regime socialista e di sostenere più energicamente la sua lotta rivoluzionaria. Per giunta la costruzione di una economia socialista indipendente nella Corea del Nord costituisce un capitale sicuro che garantirà il risollevamento e lo sviluppo rapido dell'economia della Corea del Sud dopo la riunificazione del Paese.

Condurre in porto l'edificazione economica nel nostro Paese non è soltanto il nostro obiettivo nazionale ma anche il nostro dovere internazionalista. Soltanto consolidando la nostra potenza economica potremo contribuire al rafforzamento dell'avamposto orientale del campo socialista e alla crescita della potenza dell'insieme di questo campo. La vitalità del nostro sistema socialista e la correttezza della linea politica marxista-leninista del nostro Partito sono, in ultima analisi, confermate dagli effettivi successi che riportiamo nell'edificazione socialista. Per questo la nostra lotta per l'edificazione economica è una lotta per accrescere la potenza del campo socialista e accelerare lo sviluppo del movimento rivoluzionario internazionale, una lotta per schiacciare le calunnie riversate dagli imperialisti e dai reazionari contro il sistema socialista e, infine, è una lotta per eliminare il revisionismo e il dogmatismo all'interno del movimento comunista e per salvaguardare la purezza del marxismo-leninismo.

Fin dai primi giorni successivi alla Liberazione il nostro Partito ha concentrato tutti i suoi sforzi sul consolidamento delle basi economiche del Paese e sull'elevamento del livello di vita materiale e culturale della popolazione. Nel dopoguerra abbiamo gettato una solida base indipendente dell'economia nazionale contando sulle nostre forze, abbiamo risolto nell'essenziale i problemi dell'abbigliamento, dell'approvvigionamento e delle abitazioni della popolazione. Negli ultimi cinque anni, sotto la guida del Partito, i nostri lavoratori hanno ottenuto nuovi successi nell'edificazione economica socialista grazie all'energica lotta da mesi condotta nel lavoro per realizzare il piano settennale. Le basi della nostra industria pesante sono state rafforzate, l'industria leggera si è sviluppata ulteriormente e le basi materiali e tecniche dell'economia rurale si sono notevolmente consolidate. Le città e i paesi sono amministrati meglio; il benessere materiale e il livello culturale del popolo sono stati migliorati nell'insieme. Dobbiamo continuare a dare un potente impulso alla costruzione economica per consolidare e sviluppare le realizzazioni della nostra edificazione economica e mettere in cantiere il programma grandioso dell'edificazione socialista presentato dal IV Congresso del Partito.

La cosa importante oggi nell'edificazione socialista del nostro Paese consiste nell'utilizzare efficacemente le basi economiche già fondate e nel migliorare in modo decisivo la qualità della produzione e della costruzione in tutti i campi. Per oltre dieci anni dopo la guerra, sotto la direzione del Partito, il nostro popolo ha realizzato un'enorme quantità di lavori di costruzione grazie alla sua lotta eroica e al suo lavoro creativo, stabilendo così possenti basi produttive in tutti i settori dell'economia nazionale. Le basi dell'industria pesante e dell'industria leggera, così come l'economia rurale socialista che abbiamo creato, hanno un enorme potenziale produttivo. Se sistemiamo e rafforziamo ulteriormente queste basi economiche e se le utilizziamo efficacemente, la produzione sarà molto più alta di oggi. D'altronde noi fabbrichiamo una quantità incomparabilmente superiore, rispetto al passato, di prodotti industriali e agricoli, e abbiamo già raggiunto un livello abbastanza elevato per quanto riguarda il volume della produzione pro capite. Se allargheremo l'assortimento dei prodotti ed eleveremo in modo decisivo la loro qualità, ci sarà possibile soddisfare ancora meglio i bisogni dell'economia nazionale e della popolazione soltanto con quello che produciamo attualmente. Trarre il massimo profitto dalla potenza economica che già abbiamo conquistato ed elevare la qualità dei prodotti e della costruzione è l'orientamento fondamentale dello sviluppo economico nel nostro Paese nella fase che stiamo attraversando e ciò in cui consistono le immense riserve per la crescita della produzione e il miglioramento della vita della popolazione. Seguendo questo orientamento fondamentale, occorre concentrare i nostri sforzi principalmente nell'utilizzazione della totalità delle riserve disponibili e del potenziale produttivo dell'economia nazionale. Al tempo stesso dobbiamo continuare a realizzare grandi lavori di costruzione nella prospettiva di estendere ulteriormente le nostre basi economiche.

L'obiettivo principale che ci si pone nel campo dell'industria consiste nello sviluppare in primo luogo le industrie estrattive ed energetiche, nel “mettere carne attorno all'osso” dell'industria, nel migliorare l'amministrazione tecnica, nel promuovere il progresso tecnico, e ciò allo scopo di normalizzare la produzione ed elevare al massimo la capacità produttiva. Nell'economia rurale occorre promuovere energicamente la rivoluzione tecnica, migliorare l'organizzazione del lavoro, continuare a rafforzare l'assistenza alla campagna ed elevare il livello del lavoro di gestione e di direzione delle aziende collettive, allo scopo di aumentare notevolmente la produzione di cereali. Occorre, al tempo stesso, sviluppare ulteriormente tutti gli altri settori dell'agricoltura quali la coltura delle piante industriali, la coltura orticola, l'allevamento e gli alberi da frutto.

Occorre sviluppare rapidamente i trasporti ferroviari e gli altri settori dei trasporti al fine di soddisfare pienamente i bisogni sempre crescenti dell'economia nazionale in questo ramo e di realizzare in modo concentrato e secondo l'ordine prioritario i grandi lavori di costruzione in tutti i settori dell'economia nazionale in modo che i fondi investiti rendano meglio. Occorre introdurre in modo integrale il sistema di lavoro Taean e dirigere, a tutti i livelli di Partito e in tutto il popolo, un movimento economico a favore di una gestione ancora più economica in tutti i campi. In tal modo dobbiamo fare della nostra patria socialista un paese ancora più potente e più ricco, elevare in modo notevole il livello di vita materiale e culturale della popolazione e prepararci a realizzare nel futuro la costruzione economica su più vasta scala.

Un'altra questione importante che si pone nell'edificazione economica socialista consiste nel rafforzare l'indipendenza economica del paese. La linea immutabile del nostro Partito in materia è quella di costruire un'economia nazionale indipendente contando sulle proprie forze. Abbiamo già registrato brillanti risultati nell'applicazione di tale linea. In particolare il fatto che gli imperialisti intensifichino apertamente i loro atti di aggressione e che complessi problemi sorgano all'interno del campo socialista esige che noi rafforziamo ulteriormente le basi economiche indipendenti del paese.

Certamente, anche nel futuro ci sforzeremo di estendere e di sviluppare la cooperazione economica e tecnica con i paesi fratelli, sulla base dei principi della completa eguaglianza, della reciprocità e dell'internazionalismo proletario. Svilupperemo i legami e la cooperazione economica con i paesi di recente indipendenza in Asia e in Africa e con tutti i paesi che rispettano la nostra sovranità e vogliono procedere a scambi economici di mutuo vantaggio con noi. Ma questa cooperazione deve essere necessariamente praticata sulla base dell'edificazione dell'economia nazionale indipendente. Soltanto questa ci permetterà di rafforzare ulteriormente la nostra potenza economica e di praticare più efficacemente la cooperazione con gli altri paesi.

Dobbiamo applicare fino in fondo la linea del Partito che consiste nel rafforzare le basi dell'economia nazionale indipendente. Dobbiamo rafforzare e perfezionare i settori della produzione e le imprese, migliorare la struttura delle branche dell'economia nazionale, continuare a sviluppare le piccole e le medie aziende parallelamente alle grandi, ripartire in modo razionale le forze produttive del paese e, soprattutto, accelerare lo sviluppo dell'economia locale. Occorre elevare il livello tecnico e rafforzare la pratica del risparmio in tutti i settori e anche superare con coraggio tutti gli ostacoli che sorgono lungo il nostro cammino e risolvere con successo i problemi economici e tecnici dando prova di spirito rivoluzionario e di fiducia in sé. Dobbiamo quindi rafforzare la nostra economia nazionale per farne una possente economia indipendente capace di soddisfare pienamente e in ogni circostanza i bisogni materiali dello Stato e del popolo.

Nel momento stesso in cui diamo il massimo impulso alla costruzione economica dobbiamo anche rafforzare con tutti i mezzi le capacità difensive del Paese.

A tal fine è opportuno innanzitutto dotare l'Esercito Popolare e il popolo intero di una solida preparazione politica e ideologica.

Il nostro Esercito Popolare è un esercito rivoluzionario e, quindi, la cosa essenziale per aumentare la sua potenza consiste nel preparare politicamente e ideologicamente i suoi combattenti. La sua nobile missione e il suo spirito rivoluzionario, consistenti nel lottare per la libertà e la liberazione del popolo, così come la fratellanza tra ufficiali e soldati, la sua disciplina militare cosciente, i suoi stretti legami con il popolo, ecc. Questi sono i tratti caratteristici e la superiorità inerenti all'esercito rivoluzionario marxista-leninista e che nessun esercito imperialista può avere. È proprio in virtù di questa superiorità politica e ideologica che l'esercito rivoluzionario può sconfiggere qualsiasi esercito invasore per quanto questo possa essere molto superiore dal punto di vista tecnico e numerico. Ciò è stato confermato dall'esperienza della lotta armata antigiapponese e della guerra di Liberazione della patria nel nostro Paese, ed è stato dimostrato anche dall'esperienza di molte guerre rivoluzionarie nel mondo.

Il nostro Esercito Popolare, erede diretto delle tradizioni della lotta armata antigiapponese, è una forza armata rivoluzionaria diretta dal Partito del Lavoro di Corea, è un esercito la cui missione è quella di servire il Partito e la rivoluzione, di difendere la sua patria socialista e il suo popolo. Esso è costituito dai figli e dalle figlie migliori del popolo lavoratore, degli operai e dei contadini in primo luogo. I superiori e i subalterni sono un tutt'uno in questo esercito che è strettamente legato con il suo popolo.

Le organizzazioni del Partito e dell'Unione della Gioventù Socialista del Lavoro all'interno dell'Esercito devono effettuare ogni giorno e con energia il lavoro politico e ideologico tra i combattenti, affinché questi siano convinti della nobile missione dell'Esercito Popolare e si armino fermamente del marxismo-leninismo, della politica del nostro Partito, del patriottismo socialista e di uno spirito rivoluzionario inflessibile. Occorre vigilare affinché nell'Esercito funzionino più solidamente le tradizioni dell'unità tra superiori e inferiori, dell'unità tra l'esercito e il popolo, e affinché vi sia istituita una disciplina di ferro. Occorre educare i nostri soldati di modo che siano armati di un ardente amore per il loro popolo e di un odio bruciante verso il nemico, e diano prova di eroismo di massa e di coraggio nei combattimenti.

Così dobbiamo fare di tutti i nostri soldati dei combattenti rivoluzionari fedeli al Partito, alla rivoluzione e al popolo, e fare del nostro Esercito Popolare un esercito talmente potente che ognuno dei suoi combattenti possa affrontare cento nemici.

Al tempo stesso, le organizzazioni del Partito a tutti i livelli devono dare la massima importanza alla solidarietà e all'aiuto nei confronti dell'Esercito Popolare. Questo è l'esercito del nostro Partito e l'affidabile difensore della nostra patria e del nostro popolo. Le organizzazioni del Partito devono portare avanti attivamente il lavoro di propaganda e di educazione sull'Esercito Popolare tra i membri del Partito e i lavoratori; devono sostenere e aiutare attivamente l'Esercito Popolare. Bisogna fare in modo che tutti i nostri quadri, tutti i nostri militanti e tutto il nostro popolo amino i soldati, i sottufficiali e gli ufficiali dell'Esercito Popolare come loro fratelli e sorelle e li aiutino sinceramente. Nello stesso modo, occorre vigilare affinché gli ufficiali e i soldati dell'Esercito Popolare beneficino del grande affetto, della solidarietà e dell'aiuto dell'intero Partito e di tutto il popolo, e che possano darsi completamente al raggiungimento dei loro obiettivi militari senza alcuna preoccupazione. Bisogna fare in modo che, qualora la guerra si scateni, l'esercito e il popolo non si lascino prendere dai sentimenti pacifisti, che aumentino costantemente la loro vigilanza e si tengano pronti ad agire in qualsiasi momento per contrastare le manovre aggressive del nemico e per premunirsi contro la guerra che questo possa eventualmente scatenare. I comunisti non vogliono la guerra, ma non la temono per nulla. Il timore della guerra è una manifestazione del pacifismo borghese e una corrente ideologica revisionista. Dobbiamo vigilare con grande impegno affinché questo veleno ideologico non possa né apparire in casa nostra né penetrarvi dall'esterno. E quindi dobbiamo preparare tutto l'esercito e l'intero popolo affinché, qualora il nemico ci attaccasse all'improvviso, essi siano in grado di affrontarlo coraggiosamente senza la minima esitazione.

Per il consolidamento della nostra potenza difensiva, è indispensabile applicare la linea militare del nostro Partito contemporaneamente alla preparazione politica e ideologica dell'esercito e del popolo. Il nostro Partito si è sempre sforzato di applicare nella pratica la linea militare di cui ha stabilito il contenuto consistente nel fare dell'Esercito Popolare un esercito di quadri, un esercito moderno, nell'amare l'intero popolo e nel fortificare tutto il territorio del paese, e ha già ottenuto dei successi importanti in questo campo. Anche in futuro dovremo attenerci fermamente a questa linea militare del Partito e applicarla fino in fondo.

La trasformazione dell'Esercito Popolare in esercito di quadri e il suo ammodernamento costituiscono una garanzia importante che consente di farne un esercito invincibile. Dobbiamo rafforzare la formazione politica, ideologica, militare e tecnica dell'Esercito Popolare affinché, nel caso fosse necessario, ognuno, dai soldati ai generali, possa assumere qualsiasi posto o comando di grado più elevato. Ciò permetterà non soltanto di accrescere in modo notevole la potenza di combattimento dell'Esercito Popolare stesso, ma anche di formare un gran numero di quadri militari e di aumentare rapidamente le nostre forze armate in caso di necessità.

Un esercito rivoluzionario, la cui superiorità politica e ideologica è combinata con la tecnica militare moderna, ha una forza veramente formidabile. Oggi nel mondo la scienza e la tecnica militari si sviluppano a un ritmo spettacolare e nella guerra moderna si utilizzano le armi e i materiali più recenti. I nostri nemici sono sempre meglio equipaggiati con armi ultimo modello. Dobbiamo assolutamente rifornire il nostro Esercito Popolare di armi e di materiale tecnico moderni, conformemente alle esigenze della guerra moderna, allo scopo di prevenire l'invasione del nemico che è armato fino ai denti. Occorre ad ogni costo modernizzare le armi e fabbricarne di più potenti basandosi sulle più recenti realizzazioni della scienza e della tecnica. Occorre che l'Esercito porti energicamente avanti esercitazioni al combattimento affinché tutti possano maneggiare con abilità le armi ultimo modello e assimilare sufficientemente la scienza e la tecnica militari moderne.

Nella modernizzazione dell'Esercito Popolare e nello sviluppo della scienza e della tecnica militare è indispensabile tenere sufficientemente conto delle condizioni del nostro Paese, che è molto montagnoso e con coste lunghe parecchi chilometri. Come è ben dimostrato dall'ultima guerra di Liberazione della patria, se si pecca di dogmatismo nel campo militare può derivarne un grave danno alla difesa nazionale. È per questo che, oltre agli sforzi energici per modernizzare l'Esercito Popolare, dobbiamo anche sforzarci di sviluppare e introdurre una scienza e una tecnica militare conformi alle condizioni del nostro Paese e combinare giudiziosamente le armi moderne con le armi convenzionali.

Armare tutto il popolo, fortificare l'intero Paese: questo è il sistema di difesa più potente dal punto di vista strategico, che permetterà di respingere qualsiasi invasione nemica. Questo sistema significa applicare la linea di massa del nostro Partito e il principio dell'autodifesa nel settore della difesa nazionale. Armando tutto il popolo e fortificando l'intero territorio, saremo in grado di sbaragliare le incessanti attività di sovversione del nemico e di respingere da soli qualsiasi invasione, sotto qualunque forma si presenti. Un tale sistema di difesa non può essere instaurato che in un regime socialista come il nostro, che è fondato sull'unità politica e ideologica del popolo e sulle solide basi economiche del Paese.

Oltre all'Esercito Popolare, dobbiamo armare tutto il popolo, in primo luogo gli operai e i contadini, e costruire invulnerabili opere di difesa in tutto il Paese, nelle linee avanzate come in quelle arretrate. Dobbiamo vigilare affinché la Guardia Rossa degli Operai e dei Contadini rafforzi le sue file e intensifichi le esercitazioni militari e gli studi politici, affinché i quadri e tutti i membri del Partito assimilino conoscenze militari, partecipino alle esercitazioni di addestramento e studino le esperienze di guerra. Le Guardie Rosse e gli operai delle fabbriche devono difendere le loro fabbriche, le Guardie Rosse rurali e i contadini, le loro aziende agricole; tutto il popolo deve difendere con fiducia la sua patria socialista e continuare a costruire splendidamente il socialismo, continuando sempre a tenere il fucile in una mano e la falce o il martello nell'altra. Dobbiamo così trasformare tutto il territorio in un bastione imprendibile se vogliamo essere in grado di annientare totalmente il nemico che ci invadesse, da qualsiasi parte dovesse muovere l'attacco.

La riuscita di una guerra moderna dipende in grande misura dalla possibilità di assicurare pienamente o meno, e per un lungo periodo, il rifornimento delle risorse umane e materiali necessarie all'effettuazione della guerra. È per questo che dobbiamo fare molta attenzione al consolidamento delle retrovie. In particolare, dobbiamo fortificare le zone la cui importanza strategica è notevole, sviluppare l'industria degli armamenti e costituire un arsenale sufficiente di materiali diversi. E dobbiamo fare tutto quanto è necessario per essere in grado, in caso di necessità, di mettere sul piede di guerra la totalità dell'economia e contemporaneamente portare avanti, in tempo di guerra, la produzione.

Così il nostro Partito e il nostro popolo, sviluppando parallelamente la difesa nazionale e la costruzione dell'economia, conformemente alle esigenze dell'attuale situazione, realizzeranno il grandioso programma dell'edificazione socialista e adempiranno brillantemente al dovere della difesa della patria.

Compagni, la rivoluzione e la costruzione sono opera delle masse popolari stesse. Quindi, non possono essere portate al successo se non attraverso la mobilitazione delle larghe masse sotto la direzione del Partito marxista-leninista. La cosa più importante, dunque, nella promozione dell'edificazione socialista e nel consolidamento della base rivoluzionaria, consiste nel rafforzare il Partito, lo stato maggiore della rivoluzione, e nell'educare e rimodellare l'intero popolo per stringerlo attorno al Partito; nel consolidare, cioè, i ranghi della rivoluzione sul piano politico e su quello ideologico.

Attraverso le sue lotte effettive per la rivoluzione e l'edificazione, il nostro Partito ha immutabilmente lavorato per consolidare le sue file dal punto di vista organizzativo e ideologico e per destare le masse al fine di guadagnarle alla causa rivoluzionaria; ha operato anche per fare di tutti i suoi membri dei rivoluzionari avendo come nucleo centrale dei comunisti agguerriti da lunghe lotte rivoluzionarie e per educare tutto il popolo nello spirito rivoluzionario ponendo i suoi militari come esempi.

Ne è conseguito che esso è diventato un partito marxista-leninista sperimentato, i cui membri sono tutti fermamente uniti sulla base dell'omogeneità ideologica e della volontà, un partito che ha accumulato ricche esperienze. Per giunta le sue file sono aumentate e si sono rafforzate ed è stato formato un gran numero di rivoluzionari in grado di portare avanti, con piena fiducia, la nostra causa rivoluzionaria. Temprato nella lotta e grazie all'esperienza effettivamente acquisita, il nostro popolo è giunto a dare senza riserve la sua fiducia al Partito attorno al quale si è unito come in un sol blocco.

Nella parte settentrionale della Corea, le classi sfruttatrici e tutte le strutture dello sfruttamento sono già state sbaragliate ed è stato instaurato un regime nuovo, socialista; è su questa base che è stata consolidata ulteriormente l'alleanza degli operai e dei contadini ed è stata realizzata l'unità politica e ideologica dell'intero popolo. Nella società basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'antagonismo e la lotta tra le classi sfruttatrici e le classi sfruttate, tra le classi dirigenti e le classi dirette, si trova alla base dei rapporti sociali, ma nella nostra società, in cui ha trionfato il regime socialista, alla base dei rapporti sociali stanno la coesione e la collaborazione tra la classe operaia, i contadini cooperatori e i lavoratori intellettuali che costituiscono il fondamento dei rapporti sociali. I nostri operai, i nostri contadini e i nostri intellettuali, in virtù della comunanza delle loro situazioni sociali ed economiche, dei loro obiettivi e dei loro interessi, sono diventati compagni intimi, collaborano strettamente tra di loro e combattono tutti insieme, sotto la direzione del Partito, per il trionfo della causa comunista.

L'unità ideologica e politica delle masse popolari, fondata sull'alleanza degli operai e dei contadini, il loro entusiasmo e la loro comune aspirazione alla costruzione del socialismo e del comunismo sotto la direzione del Partito, costituiscono la principale forza motrice che dà impulso all'evoluzione della nostra società e anche il fattore decisivo dell'acceleramento dell'edificazione socialista. È ancora in questa unità che risiede la fonte della nostra invincibile potenza e del monolitismo della nostra società.

Evidentemente ciò non significa che non ci siano elementi ostili e lotte di classe al nostro interno. La lotta di classe prosegue anche in regime socialista.

La lotta di classe in regime socialista trova la sua espressione innanzitutto nella lotta contro le attività sovversive degli elementi nemici che vengono dall'esterno e delle sopravvivenze delle classi sfruttatrici già rovesciate, così come contro le ideologie reazionarie borghesi e feudali e la loro penetrazione. I nemici fanno di tutto pur di abbattere il nostro sistema socialista e restaurare la loro vecchia posizione. Benché nascosti tra di noi ci siano soltanto pochissimi elementi ostili, dobbiamo raddoppiare la vigilanza contro le loro macchinazioni sovversive e farle a pezzi. In particolare, nelle condizioni della divisione del nostro Paese, trovandoci direttamente, faccia a faccia, con l'imperialismo yankee, avanguardia della reazione mondiale, la lotta contro le attività sovversive e sabotatrici del nemico e contro la penetrazione delle ideologie nemiche riveste un'importanza ancora più grande e dobbiamo sempre fare molta attenzione a questa lotta.

Per giunta, in regime socialista, permangono nella coscienza dei lavoratori i resti della vecchia ideologia, la cui estirpazione è anche una manifestazione della lotta di classe, giacché si tratta di una lotta tra l'ideologia della classe operaia e quella della borghesia. Se indeboliamo la battaglia contro i resti delle vecchie ideologie, può accadere che le idee borghesi e piccolo-borghesi riprendano vita tra i lavoratori, e si tratta di idee che non soltanto possono creare grandi ostacoli all'edificazione socialista, ma sono anche suscettibili di venire usate dal nemico nelle attività sovversive. Non ci è in alcun modo consentito di indebolire tra i lavoratori la lotta contro le vecchie ideologie; dobbiamo continuare a dare una vigorosa battaglia contro di esse.

Ma la lotta contro le sopravvivenze delle vecchie ideologie costituisce un problema da porre in seno agli stessi lavoratori che lottano insieme per realizzare il loro comune ideale; costituisce anche un obiettivo che si impone se si vuole educare e rimodellare tutti i lavoratori e condurli fino al comunismo. È per questo che, a differenza della lotta per neutralizzare gli elementi ostili, tale lotta dev'essere condotta, costi quel che costi, con i metodi della persuasione e dell'educazione degli uomini, e il suo scopo dev'essere quello di rimodellare i loro pensieri e rafforzare maggiormente la loro coesione.

Non dobbiamo sottovalutare il pericolo che è rappresentato dalle sopravvivenze della vecchia ideologia, ma non dobbiamo neanche sopravvalutarlo. Oggi nella nostra società non esiste una sorgente socio-economica e materiale che consenta la restaurazione della vecchia ideologia, e sono l'ideologia rivoluzionaria marxista-leninista e l'ideologia comunista che predominano tra i lavoratori. È per questo che, se condurremo con perseveranza il lavoro di educazione ideologica tra i lavoratori, potremo sbaragliare le sopravvivenze delle vecchie ideologie.

Nel consolidamento della nostra rivoluzione è molto importante combinare in modo corretto il rafforzamento dell'unità e della coesione delle masse popolari con la lotta di classe contro le mene e gli intrighi degli elementi ostili. Potremo commettere degli errori di sinistra se metteremo l'accento soltanto sulla lotta di classe e se le attribuiremo troppa importanza, dimenticando il fatto che l'alleanza della classe operaia, dei contadini e degli intellettuali è alla base dei rapporti sociali in regime socialista. In questo caso non si darebbe fiducia agli uomini, si tratterebbero delle persone innocenti come elementi ostili, si allontanerebbero così le masse dal Partito e si creerebbe un'atmosfera di inquietudine nella società. Al contrario, commetteremmo degli errori di destra se vedessimo soltanto l'unità politica e ideologica delle masse popolari e la considerassimo come assoluta, dimenticando che in regime socialista esistono anche elementi ostili e le sopravvivenze della vecchia ideologia e che, di conseguenza, permane la lotta di classe. In questo caso la vigilanza verso gli elementi ostili verrebbe meno, la lotta contro le vecchie ideologie sarebbe indebolita, il ruolo dirigente del Partito e della classe operaia ne sarebbe paralizzato e l'influenza borghese sulla vita sociale risulterebbe considerevolmente rafforzata. In ultima analisi, le deviazioni di sinistra e quelle di destra non permettono, né le une né le altre, di distinguere correttamente l'amico dal nemico, di applicare a fondo e correttamente la linea di classe e la linea di massa del Partito, e causano in tal modo dei gravi danni all'edificazione socialista e comunista. Dobbiamo opporci a tutte queste deviazioni di sinistra o di destra e rafforzare costantemente l'unità delle masse popolari conducendo con successo la lotta di classe.

Dal punto di vista dei rapporti di classe, l'edificazione socialista e comunista è un processo durante il quale la classe operaia che detiene il potere nelle sue mani trasforma la società a suo modo in tutti i settori dell'economia, della cultura, dell'ideologia e della morale, un processo di proletarizzazione della società.

La missione storica della dittatura proletaria consiste non soltanto nell'eliminazione delle classi sfruttatrici e nello schiacciamento della loro resistenza, ma anche nel rimodellamento di tutti i lavoratori per proletarizzarli e, quindi, nel porre fine, per questa via, a tutte le disuguaglianze esistenti tra le classi. La missione importante della dittatura proletaria in una società come la nostra, in cui sono state liquidate le classi sfruttatrici e in cui ha trionfato il regime socialista, è quella di educare e rimodellare i lavoratori e di proletarizzare l'intera società.

Combinando correttamente la linea di classe con la linea di massa del Partito, dobbiamo isolare e schiacciare un pugno di elementi ostili e, al tempo stesso, educare e rimodellare le larghe masse per stringerle ancor più strettamente attorno al Partito. Dobbiamo accrescere continuamente il ruolo dirigente della classe operaia e, al tempo stesso, rafforzare ulteriormente l'unità politica e ideologica della nostra società, educando i contadini e gli intellettuali nello spirito rivoluzionario e procedere alla loro proletarizzazione.

Nella misura in cui l'edificazione socialista progredisce nel nostro Paese, le file della classe operaia sono andate aumentando e il loro livello di coscienza ideologica, così come il loro livello culturale e tecnico, si è ulteriormente innalzato. La classe operaia ha meravigliosamente realizzato la sua missione storica consistente nel trasformare la società e ha dimostrato un grande entusiasmo rivoluzionario e una forza creativa straordinaria nell'edificazione socialista.

Se la classe operaia metterà fine alla diseguaglianza esistente tra le classi, ciò non vuol dire che il suo ruolo di direzione nei confronti degli altri strati sociali diminuirà e che essa si dissolverà in questi ultimi. Al contrario, essa, attenendosi fermamente alla sua posizione di classe, aumenta costantemente il suo ruolo dirigente, rimodella gli altri lavoratori alla sua maniera e, in questo modo, rafforza la coesione con essi e fa progressivamente sparire ogni differenza tra le classi. Da qui scaturisce l'esigenza di incrementare il ruolo dirigente della classe operaia e di accrescere la sua influenza rivoluzionaria in tutti i campi della vita sociale. Dobbiamo ulteriormente elevare il livello ideologico, organizzativo e culturale della classe operaia e consolidare ancora di più i suoi ranghi. In tal modo dobbiamo fare della nostra classe operaia una classe veramente rivoluzionaria e dall'alto livello culturale affinché possa esercitare nel modo migliore il suo ruolo di classe dirigente.

I contadini sono i più sicuri alleati della classe operaia e uno dei distaccamenti principali della nostra rivoluzione. Il nostro Partito ha sempre prestato una grande attenzione alla questione contadina, ha sempre praticato una politica rurale corretta e ha ottenuto dei successi nella soluzione di tale questione. Immediatamente dopo la Liberazione, abbiamo effettuato la riforma agraria e soppresso i rapporti feudali nelle campagne, nel dopoguerra abbiamo trasformato l'economia contadina individuale in economia collettiva socialista, liberando così i contadini da ogni tipo di sfruttamento e di oppressione e trasformandoli in lavoratori socialisti. Mediante la rivoluzione democratica e la rivoluzione socialista, così come attraverso l'edificazione socialista, la situazione sociale ed economica dei nostri contadini si è radicalmente modificata e un grande cambiamento è intervenuto nella loro coscienza ideologica, e il loro livello tecnico e culturale si è rapidamente innalzato. Sulla base del socialismo, l'alleanza della classe operaia e dei contadini, diretta dalla prima, è diventata indistruttibile; l'entusiasmo politico e l'ardore nel lavoro dei contadini continuano ad aumentare.

Il nostro compito consiste nel consolidare e sviluppare i successi già ottenuti nella soluzione della questione rurale, nel recuperare totalmente il ritardo della campagna che abbiamo ereditato dalla società sfruttatrice e nell'eliminare gradualmente la diseguaglianza esistente tra la città e la campagna, tra la classe operaia e i contadini. Sulla base delle realizzazioni e dell'esperienza che abbiamo registrato nel lavoro delle campagne, il nostro Partito ha precisato i principi fondamentali e i mezzi concreti da mettere in opera per la soluzione della questione rurale in regime socialista. Dobbiamo, seguendo la corretta linea presentata dal Partito, dare un potente impulso alle rivoluzioni tecnica, culturale e ideologica nelle campagne, rafforzare continuamente la direzione e l'aiuto del Partito della classe operaia e dello Stato alle campagne, combinare organicamente lo sviluppo della proprietà collettiva con quello della proprietà di tutto il popolo e, per questa via, avvicinare costantemente la proprietà collettiva a quella di tutto il popolo.

Così, dotando della tecnica moderna l'economia rurale e l'industria, consolidando e sviluppando il regime socialista instaurato nelle campagne, occorrerà anche elevare il livello della vita materiale e culturale dei contadini fino al livello della classe operaia, trasformare ulteriormente la loro ideologia per armarli dello spirito rivoluzionario e per proletarizzarli.

Gli intellettuali giocano un ruolo importante nell'edificazione della nuova società. Soltanto consolidando le file degli intellettuali la classe operaia, che detiene il potere, può rapidamente sviluppare la scienza e la tecnica, la letteratura e l'arte, ed edificare con successo il socialismo e il comunismo.

Fin dai primi giorni della sua fondazione, il nostro Partito, tenendo conto del ruolo importante assunto dagli intellettuali nella rivoluzione e nell'edificazione, ha fatto perseveranti sforzi per formare un gran numero di intellettuali di tipo nuovo, sorti dal popolo lavoratore, e, al tempo stesso, per educare e rimodellare gli intellettuali della vecchia scuola. Certamente, questi intellettuali sono per la maggior parte usciti da ricche famiglie e hanno servito l'imperialismo giapponese e le classi sfruttatrici nel passato. Ma, cionondimeno, essi erano gli intellettuali di un paese coloniale; sono stati oggetto dell'oppressione e della discriminazione dell'imperialismo straniero e, di conseguenza, avevano uno spirito rivoluzionario nazionale e democratico. Il nostro Partito, prestando fiducia al carattere rivoluzionario degli intellettuali della vecchia scuola, ha vigilato affinché prendessero parte attiva all'edificazione della nuova società e fossero rimodellati al servizio del popolo lavoratore. I nostri intellettuali della vecchia scuola hanno fedelmente servito la patria e il popolo durante questi ultimi vent'anni, sulla strada indicata dal Partito, e hanno realizzato delle grosse imprese nella rivoluzione e nell'edificazione.

Grazie alla loro perseverante educazione da parte del Partito e attraverso le dure prove della lotta rivoluzionaria, essi sono diventati degli eccellenti intellettuali socialisti. Al tempo stesso, grazie alla giusta linea politica del nostro Partito in materia di insegnamento e di formazione dei quadri, sono stati formati centinaia di migliaia di intellettuali di tipo nuovo, sorti dal popolo lavoratore, che operano per la causa rivoluzionaria in tutti i campi, politico, economico, culturale e militare. Il nostro Partito ha così formato il suo affidabile esercito di intellettuali attraverso il rimodellamento degli intellettuali della vecchia scuola e la formazione di nuovi intellettuali. Tutti i nostri intellettuali hanno un'infinita fiducia nel Partito, sono fermamente uniti attorno ad esso e dimostrano un entusiasmo e uno spirito creativo elevati nell'edificazione socialista. Ciò mostra la saggezza della politica del nostro Partito nei riguardi degli intellettuali, così come la sua brillante vittoria.

Oggi ci spetta un compito importante che è quello di rendere gli intellettuali ancora più rivoluzionari. Fare degli intellettuali dei rivoluzionari e proletarizzarli significa eliminare completamente le sopravvivenze della vecchia ideologia di cui essi ancora soffrono e fare di essi degli autentici intellettuali al servizio della classe operaia, degli ardenti comunisti, armandoli dello spirito rivoluzionario inerente alla classe operaia e dell'ideologia comunista.

Infatti i resti delle ideologie borghesi e piccolo-borghesi persistono negli intellettuali in modo più notevole rispetto a quanto accade con gli altri lavoratori. Ma è assolutamente erroneo, per questa sola ragione, misconoscere il carattere rivoluzionario degli intellettuali e soprattutto rifiutare la fiducia ai nostri intellettuali rimodellati e temprati nel fuoco della lotta. Dubitare degli intellettuali e respingerli significa manifestare una tendenza settaria. Il fatto di sottovalutare il ruolo degli intellettuali costituisce una tendenza a disprezzare la scienza e la tecnica. Tali tendenze non hanno nulla a che vedere con la politica del nostro Partito verso gli intellettuali.

Il nostro Partito dà fiducia ai suoi intellettuali, li tratta bene e li ama; apprezza molto le loro imprese. Il Partito continuerà a dirigere e aiutare con perseveranza gli intellettuali nella loro trasformazione ideologica e creerà tutte le condizioni necessarie affinché essi possano servire nel modo migliore all'edificazione socialista dimostrando appieno intelligenza e talento.

I nostri intellettuali devono avere la fierezza di essere degni combattenti del Partito, della classe operaia, e devono lavorare energicamente per sbarazzarsi delle sopravvivenze della vecchia ideologia e assimilare lo spirito rivoluzionario della classe operaia, la sua capacità organizzativa e la sua combattività. Al tempo stesso gli intellettuali devono essere coscienti del fatto che servono la società fondamentalmente con la loro tecnica e le loro conoscenze e devono sforzarsi di essere competenti nella loro specialità e di elevare le loro qualifiche scientifiche e tecniche.

Gli operai e i contadini devono amare gli intellettuali e imparare con modestia da loro nei campi della scienza e della tecnica. Soltanto così è possibile realizzare con successo sia la proletarizzazione degli intellettuali che l'elevamento del livello tecnico e culturale degli operai e dei contadini fino a quello degli ingegneri e dei sotto-ingegneri. Questo è anche il solo mezzo per rafforzare la coesione degli operai, dei contadini e degli intellettuali e per sviluppare tra di loro una collaborazione creativa per accelerare ulteriormente l'edificazione economica e culturale del Paese. Faremo di tutti i nostri intellettuali, nuovi e vecchi, dei rivoluzionari; li proletarizzeremo completamente e lotteremo sempre di concerto con loro per la vittoria della causa del comunismo.

Nel consolidamento dell'unità politica e ideologica della nostra società, il lavoro tra coloro i quali presentano una caratteristica sociale e politica eterogenea occupa un posto importante. La prolungata dominazione coloniale dell'imperialismo giapponese, la divisione del Paese da parte dell'imperialismo yankee e, durante la guerra di Liberazione della patria, le azioni del nemico tese a seminare discordia nel nostro popolo, hanno reso molto complessa la composizione sociale e politica della nostra popolazione. In queste condizioni è necessario prestare un'attenzione particolarmente seria al lavoro tra i vari strati sociali della popolazione.

Il principio al quale il nostro Partito si attiene costantemente nel lavoro con coloro i quali presentano caratteristiche sociali e politiche eterogenee consiste nel giudicare ogni individuo da come si comporta attualmente, nell'isolare al massimo gli elementi ostili e nel guadagnare il maggior numero possibile di elementi validi alla rivoluzione.

La biografia e l'ideologia dell'uomo non sono immutabili. Perfino colui il quale nel passato ha compiuto un crimine contro il popolo può pentirsi del suo crimine ed essere trasformato in un uomo positivo, e colui la cui origine familiare è eterogenea può acquisire un'ideologia progressista man mano che si sviluppa la società e cambiano le condizioni in cui egli vive. Ovviamente nel lavoro sull'uomo dobbiamo costantemente attenerci, e con fermezza, alla nostra posizione di classe e non dobbiamo dimenticare che gli elementi reazionari coscienti sorti dalle classi nemiche non abbandonano mai il loro tentativo di rovesciare il nostro regime. Ma gli elementi ostili di questo tipo non rappresentano che una minoranza. Poiché noi crediamo nelle masse popolari e abbiamo la ferma convinzione della superiorità del regime socialista, della giustezza della nostra causa, della forza invincibile e dell'autorità del nostro Partito, non diffidiamo alla leggera degli uomini e riteniamo possibile educare e rimodellare tutti i cittadini con l'eccezione degli elementi reazionari coscienti.

Partendo da questo punto, anche se si tratta di persone la cui origine familiare o le cui caratteristiche sociali e politiche sono eterogenee, noi diamo loro fiducia, li accettiamo arditamente nei nostri ranghi e garantiamo loro le condizioni necessarie affinché lavorino senza alcuna preoccupazione, una volta che tali persone sostengano il nostro Partito e dimostrino entusiasmo nel lavoro. Questa linea del Partito permette di spezzare ogni tipo di manovra di divisione del nemico, di conquistare tutti gli strati della popolazione al Partito e alla rivoluzione e di isolare ulteriormente gli elementi ostili, di modo che costoro non abbiano più spazio alcuno. Anche nel futuro dovremo attenerci fermamente a questa linea e metterla correttamente in pratica.

La politica del Partito nei confronti delle diverse classi e dei diversi strati sociali è una giusta linea marxista-leninista basata sulla linea di classe e sulla linea di massa, e interamente conforme alla realtà del nostro Paese. Ciò è chiaramente confermato dal fatto che, nonostante la complessità della composizione della nostra popolazione e benché ci troviamo faccia a faccia con il nemico, le larghe masse popolari si sono strette attorno al Partito, e che il loro entusiasmo rivoluzionario e la loro energia creativa aumentano di giorno in giorno. Continuando ad applicare a fondo la linea di classe e la linea di massa del Partito, dobbiamo estendere e rafforzare ulteriormente le nostre file rivoluzionarie e trasformare la società intera in una comunità solidamente unita, nella quale regna un'atmosfera fraterna, gioiosa e vivificante.

Per accelerare il processo di proletarizzazione della società e consolidare le file della rivoluzione, è opportuno condurre con vigore il lavoro politico e ideologico tra i militanti e i senza-partito. Il socialismo crea le condizioni socio-economiche e materiali che consentono di trasformare l'ideologia dei lavoratori e di unirli. Ma la trasformazione ideologica degli uomini e la loro unità non si realizzano spontaneamente, nonostante il trionfo del regime socialista e il miglioramento del tenore di vita. Mano a mano che procede l'edificazione socialista, soltanto conducendo con maggiore energia e maggiore perseveranza il lavoro ideologico diventa possibile educare e rimodellare efficacemente i lavoratori e unirli strettamente. La complessa situazione interna e internazionale nella quale ci troviamo, così come i grandiosi compiti rivoluzionari che ci aspettano, esigono da noi il rafforzamento del lavoro politico e ideologico tra le masse.

Tra i militanti e i senza-partito dobbiamo continuare a condurre vigorosamente l'educazione comunista che ha come contenuto principale l'educazione di classe, combinandola con l'educazione nelle tradizioni rivoluzionarie; dobbiamo rafforzare in modo decisivo l'insegnamento del marxismo-leninismo e della politica del Partito.

È di primordiale importanza elevare la coscienza di classe dei lavoratori e armarli di uno spirito di odio cosciente nei confronti dell'imperialismo, dei proprietari fondiari e dei capitalisti. L'educazione di classe deve essere portata avanti soprattutto nelle nuove generazioni che non hanno fatto l'esperienza dello sfruttamento e dell'oppressione e che non hanno conosciuto le rudi prove della lotta rivoluzionaria. Dobbiamo insegnare con chiarezza ai lavoratori la natura aggressiva dell'imperialismo e la natura delle classi sfruttatrici e del regime dello sfruttamento affinché imparino a odiarli e a combatterli senza posa.

Occorre educare i militanti e i senza-partito nello spirito classista e nell'intransigenza affinché non nutrano alcuna illusione nei riguardi degli imperialisti e delle classi nemiche, affinché conservino un'elevata vigilanza rivoluzionaria contro le loro manovre aggressive e i loro atti di sovversione e di sabotaggio, affinché denuncino e ostacolino passo per passo queste manovre e questi atti.

In particolare, l'imperialismo yankee e il militarismo giapponese sono le forze d'aggressione più pericolose e alle quali noi siamo direttamente opposti; costituiscono infatti gli obiettivi principali della nostra lotta. Dobbiamo aumentare ulteriormente l'odio verso l'imperialismo yankee e il militarismo giapponese tra i nostri lavoratori e dobbiamo prepararli ideologicamente affinché si tengano sempre pronti a combattere risolutamente gli imperialisti yankee e giapponesi.

Non abbiamo ancora portato a termine la rivoluzione di liberazione nazionale nell'intera Corea e il popolo sudcoreano geme come sempre sotto il giogo dell'imperialismo yankee e dei suoi lacchè. È un dovere nazionale di tutto il popolo coreano quello di liberare la Corea del Sud e di riunificare la patria. Dobbiamo educare i lavoratori della Corea del Nord nello spirito rivoluzionario affinché lottino contro il dominio coloniale dell'imperialismo USA nella Corea del Sud e il revanscismo militarista giapponese, e affinché portino fino in fondo la rivoluzione coreana. Dobbiamo fare in modo che essi si diano alla rivoluzione e a tutte le attività dell'edificazione con l'animo ricco del nobile sentimento di aiutare ancor più attivamente il popolo sudcoreano.

L'educazione classista dei lavoratori costituisce una lotta di classe nel campo ideologico. La lotta contro l'imperialismo e le classi sfruttatrici non può essere separata dalla lotta contro l'ideologia reazionaria dell'uno e delle altre. È impossibile armare i lavoratori dell'ideologia della classe operaia e dell'ideologia comunista senza lottare contro le sopravvivenze della vecchia ideologia che permangono ancora nella coscienza dei lavoratori. D'altronde l'imperialismo yankee e i suoi lacchè utilizzano tutti i mezzi e i metodi possibili per diffondere in casa nostra l'ideologia reazionaria borghese e manovrano astutamente per utilizzare i fattori ideologici retrogradi che sopravvivono nella mentalità dei lavoratori, a vantaggio delle loro attività sovversive.

Da qui scaturisce la necessità di continuare a lottare vigorosamente contro la penetrazione dell'ideologia reazionaria borghese e contro le sopravvivenze della vecchia ideologia che permangono nella coscienza dei lavoratori. Dobbiamo respingere risolutamente l'ideologia reazionaria borghese, la morale e il modo di vita borghesi e corrotti, dobbiamo opporci ai resti della vecchia ideologia quali l'egoismo e il liberalismo, dobbiamo combattere le convinzioni retrograde e lavorare costantemente di assicurarci la vittoria dell'ideologia e della morale comuniste; dobbiamo impegnarci per instaurare un modo di vita propriamente comunista. Occorre fare in modo che i lavoratori si oppongano alla rilassatezza e all'indolenza, che vivano con modestia, che diano prova di entusiasmo cosciente nel lavoro, che amino il collettivo e l'organizzazione alle quali appartengono e che lottino per la comune prosperità aiutandosi a vicenda e incoraggiandosi gli uni con gli altri.

Il fatto che i comunisti conducano o no la causa rivoluzionaria della classe operaia alla vittoria dipende dall'applicazione intelligente o dalla non applicazione dei principi del marxismo-leninismo nelle loro attività. Per la realizzazione vittoriosa della rivoluzione coreana, i comunisti e il popolo coreano devono difendere e applicare a fondo la linea del nostro Partito che ha adattato in modo creativo la dottrina marxista-leninista alla realtà coreana. Dunque, armare i militanti e i senza-partito della dottrina marxista-leninista e della politica del nostro Partito costituisce sempre la questione centrale del lavoro ideologico. In un momento come quello attuale, che vede le calunnie e le diffamazioni degli imperialisti e dei reazionari del mondo contro il marxismo-leninismo intensificarsi in un modo che non ha precedenti e che vede l'apparizione di diverse correnti ideologiche opportuniste all'interno del movimento comunista internazionale, l'educazione dei militanti e dei senza-partito al marxismo-leninismo e alla politica del Partito ci si presenta come una questione ancor più importante.

Dobbiamo rafforzare ulteriormente, a tutti i livelli nel Partito, lo studio del marxismo-leninismo e della politica del Partito; dobbiamo spiegare e propagandare senza tregua la dottrina marxista-leninista tra le masse popolari e inculcare a fondo in esse la linea politica del Partito. Tutti devono fare dello studio e della formazione ideologica il dovere rivoluzionario numero uno, e tutti devono costantemente impegnarsi ad acquisire lo spirito rivoluzionario e la quintessenza del marxismo-leninismo, ad armarsi dell'ideologia del Partito e a fare della linea politica del Partito il proprio credo indistruttibile. Occorre anche convincere i militanti e i senza-partito dell'essenza e della nocività dell'opportunismo di destra e dell'opportunismo di sinistra, quali sono il revisionismo moderno, il dogmatismo e il settarismo, e mettere tutti al corrente delle varie deviazioni. Occorre quindi fare in modo che tutti i militanti e i senza-partito siano profondamente convinti della giustezza della linea e della politica marxista-leninista del Partito, che le sostengano e le difendano con energia e lottino per applicarle fino in fondo. Occorre vigilare affinché i militanti e i senza-partito possano discernere correttamente il marxismo-leninismo dall'opportunismo di destra e di sinistra, si oppongano risolutamente all'opportunismo e aderiscano sempre ai principi rivoluzionari del marxismo-leninismo.

In particolare, dobbiamo opporci al frazionismo e difendere l'unità e la coesione del Partito. Il nostro Partito ha realizzato l'unità del movimento comunista coreano dopo aver lottato con accanimento contro il frazionismo, di cui aveva storicamente sofferto, e averlo eliminato, e ha fatto prevalere il suo sistema ideologico in tutto il Partito. Oggi il Partito è fermamente unito dal punto di vista organizzativo e da quello ideologico; tutte le sue organizzazioni e i suoi membri agiscono sulla base dello stesso pensiero e della stessa volontà. Ma non ci è in alcun modo consentito di riposare sugli allori. I nostri militanti non dovranno mai dimenticare il fatto che nel passato, quando la situazione interna ed internazionale era complessa, gli elementi frazionisti antipartito che si erano nascosti tra di noi sfidarono il Partito in connivenza con i frazionisti internazionali.

Fino a quando esisteranno nel movimento comunista internazionale delle correnti e una tendenza allo sciovinismo da grande potenza, non si potrà mai dire che un simile tentativo non si ripeterà. Per giunta, nell'attuale difficile situazione è possibile che appaiano nelle nostre file elementi esitanti e, in particolare, elementi influenzati dal frazionismo o dall'opportunismo provenienti dall'estero. Dobbiamo dunque raddoppiare la vigilanza contro il frazionismo. Dobbiamo opporci a ogni tipo di manovra scissionista e di atto frazionista provenienti dall'interno e dall'estero, manovre e atti che hanno per fine lo smarrimento dei membri del Partito e la divisione delle nostre file; dobbiamo difendere fermamente l'unità del nostro Partito basata sul marxismo-leninismo e consolidare ancor più questa unità. Soltanto armando tutti i membri del Partito e tutto il popolo, tanto solidamente sia sul piano ideologico che su quello teorico, è possibile impedire la penetrazione dall'esterno e dall'interno delle diverse correnti opportuniste; e soltanto così potremo sempre avanzare vittoriosamente, quale che sia il vento che soffia, innalzando la bandiera rivoluzionaria del marxismo-leninismo, sotto la direzione sperimentata del Comitato Centrale del Partito.

La lotta per la difesa e l'applicazione della linea politica marxista-leninista del Partito è strettamente legata alla lotta contro il servilismo verso le grandi potenze e per l'adozione del Juche. Se abbandoniamo il Juche e cadiamo nel servilismo verso le grandi potenze, non potremo dimostrare spirito d'iniziativa perché la nostra facoltà di pensare in modo indipendente sarebbe paralizzata, e infine seguiremmo ciecamente gli altri senza saper neanche distinguere il vero dal falso e in tutte le cose ci appoggeremmo sugli altri senza aver fiducia nelle nostre forze. Commetteremmo così degli errori revisionisti, dogmatici e settari così come errori opportunisti di destra o di sinistra: tutto questo causerebbe grave danno alla rivoluzione e all'edificazione.

Dobbiamo opporci a tutte le manifestazioni del servilismo verso le grandi potenze, eliminarle completamente e instaurare ancor più solidamente il Juche in tutti i campi, e far valere ancor più pienamente il nostro spirito rivoluzionario teso a contare sulle nostre forze. Dobbiamo continuare ad attenerci fermamente al principio dell'indipendenza in tutti i campi: il Juche nell'ideologia, la sovranità in politica, l'indipendenza nell'economia e l'autosufficienza nella difesa nazionale.

L'educazione al patriottismo socialista ha un posto molto importante nel lavoro di educazione ideologica dei lavoratori.

Il patriottismo socialista è un patriottismo inerente alla classe operaia e al popolo lavoratore che aspirano al socialismo e al comunismo. Esso combina la coscienza di classe con la coscienza dell'indipendenza nazionale, l'amore per la propria classe e il proprio regime sociale con l'amore verso la propria nazione e la propria patria. Il popolo lavoratore, ivi compresa la classe operaia, costituisce la schiacciante maggioranza; gli interessi della nazione, separati dagli interessi del popolo lavoratore, non sono immaginabili. La via capitalista porta allo sfruttamento e all'oppressione, all'asservimento e alla rovina; soltanto il socialismo mette fine allo sfruttamento di classe insieme all'oppressione nazionale e garantisce l'indipendenza completa e la prosperità della nazione. I comunisti, dunque, che lottano per gli interessi del popolo lavoratore e per il socialismo, sono i migliori patrioti, e soltanto gli operai e gli altri lavoratori che lottano per la liberazione di classe e il socialismo possono avere sentimenti autenticamente patriottici.

Il nostro patriottismo socialista è fondato sul regime socialista, nel quale non ci sono sfruttamento e oppressione e che garantisce la libertà e la felicità al popolo lavoratore, e deve pertanto trovare innanzitutto la sua espressione nell'amore verso il regime socialista e il popolo lavoratore. Bisogna che spieghiamo a fondo a tutti i lavoratori la superiorità del regime socialista instaurato nella parte settentrionale del Paese in modo che lottino energicamente per difendere questo regime e si sforzino attivamente per consolidarlo e svilupparlo. Dobbiamo vigilare affinché ogni lavoratore sia profondamente convinto che il suo è un lavoro onorevole che contribuisce al rafforzamento del regime socialista e alla felicità del popolo lavoratore. Occorre che ogni lavoratore dimostri entusiasmo e spirito creativo elevati nell'edificazione socialista. Occorre educare tutti i lavoratori affinché risparmino e amino i beni comuni del popolo, affinché si sforzino di gestire nel modo migliore l'economia collettiva e di costruire più razionalmente l'economia del Paese.

Il patriottismo socialista si esprime nell'amore verso il regime socialista e il popolo lavoratore e al tempo stesso si manifesta nell'amore verso la propria patria e la propria nazione. Coloro i quali sono nati coreani fanno la rivoluzione e costruiscono il socialismo in Corea. La rivoluzione coreana costituisce un dovere fondamentale che spetta ai comunisti e al popolo coreano. Non si può parlare di rivoluzione coreana senza parlare di nazione coreana e di territorio coreano, e non si può effettuare con successo la rivoluzione coreana senza tener conto della storia e delle tradizioni coreane, dei sentimenti e dei costumi dei coreani. Coloro i quali non sanno amare la loro patria e la loro nazione, non possono dimostrare entusiasmo nella rivoluzione del loro Paese né sacrificarsi per la vittoria della rivoluzione. È per questo che noi comunisti amiamo più caldamente di chiunque la nostra patria e la nostra nazione, lottiamo energicamente per l'indipendenza nazionale e la prosperità della nazione, amiamo la cultura nazionale e l'intero patrimonio e tutte le tradizioni valide della nazione e ci sforziamo di continuare a svilupparle. I comunisti si oppongono a ogni forma di oppressione e d'ineguaglianza tra le nazioni e respingono il nichilismo nazionale.

Dobbiamo coltivare maggiormente la fierezza nazionale e il senso dell'indipendenza tra i lavoratori in modo che essi lottino più tenacemente ancora per la riunificazione e l'indipendenza completa della patria e per la futura prosperità della nazione. Occorre educare i lavoratori affinché amino il territorio della loro patria e il loro paese natale e si sforzino di renderli ancora più belli, affinché amino la loro lingua e la loro cultura nazionale e si sforzino di svilupparle ulteriormente.

È quindi molto importante educare i lavoratori di modo che abbiano un atteggiamento corretto nei confronti del patrimonio culturale nazionale e delle tradizioni nazionali storicamente determinate. Non dobbiamo commettere una deviazione nichilista che rinnega e sopprime tutto quanto appartiene al passato. Tali tendenze creano grandi ostacoli sia alla creazione di una cultura nuova e di una nuova maniera di vivere di tipo socialista, sia all'educazione dei lavoratori al patriottismo socialista. Soltanto respingendo tutto quanto è sorpassato e retrogrado nel patrimonio nazionale e sviluppando in modo critico tutto quanto vi è in esso di progressista e popolare, è possibile creare una cultura nuova e una nuova maniera di vivere di tipo socialista e svilupparle maggiormente. Il sentimento patriottico dei lavoratori può essere coltivato in misura maggiore soltanto quando essi conoscono bene il presente e il passato della loro nazione e sanno amare le buone tradizioni e il patrimonio positivo della loro nazione.

Dobbiamo dare ai lavoratori una conoscenza corretta e sufficiente della storia e della cultura millenarie del nostro Paese affinché amino tutte le migliori tradizioni e tutto il patrimonio valido della nazione, affinché considerino come preziosi i bei costumi e le buone abitudini della nazione e li continuino e li sviluppino conformemente alla nuova vita socialista di oggi.

Gli interessi della classe operaia sono fin dall'inizio internazionalisti e la solidarietà internazionale della classe operaia costituisce la garanzia della vittoria della causa comunista. Quindi, il patriottismo socialista respinge lo sciovinismo di ogni tipo, il nazionalismo borghese in primo luogo, ed è strettamente legato all'internazionalismo proletario. Soltanto coloro i quali sono infinitamente fedeli alla rivoluzione del loro Paese possono essere fedeli alla causa rivoluzionaria della classe operaia internazionale e soltanto i veri internazionalisti possono essere dei veri patrioti. Il compito nazionale e quello internazionale della classe operaia sono uniti l'uno all'altro.

Dobbiamo armare più solidamente tutti i lavoratori con l'internazionalismo proletario e lo spirito di solidarietà internazionale con i popoli rivoluzionari. Occorre vigilare affinché i militanti e i senza-partito lavorino costantemente per difendere l'unità del campo socialista e la coesione del movimento comunista internazionale, per sviluppare le relazioni di amicizia e di cooperazione con i partiti e i paesi fratelli, per riaffermare la solidarietà con la classe operaia mondiale e i popoli progressisti del mondo intero. Dobbiamo educare i lavoratori in modo che lottino per la vittoria della rivoluzione nel loro Paese e al tempo stesso per l'avanzata del movimento rivoluzionario mondiale, di modo che approvino e sostengano, sempre e con energia, la lotta di liberazione delle nazioni oppresse e dei popoli sfruttati. Occorre anche fare in modo che i militanti e i senza-partito stiano attenti non soltanto alle realizzazioni e alle esperienze acquisite nella lotta rivoluzionaria del loro Paese, ma anche alle realizzazioni delle lotte degli altri popoli, e imparino con modestia dalle esperienze positive altrui. In questo modo dobbiamo vigilare affinché, sotto la direzione del Partito, tutto il popolo lotti per la vittoriosa realizzazione della nostra opera comune: la pace, la democrazia, l'indipendenza nazionale e il socialismo, innalzando la bandiera dell'internazionalismo proletario, unendosi strettamente ai popoli dei paesi fratelli e ai popoli progressisti di tutti i Paesi, aiutandosi e istruendosi vicendevolmente.

Dobbiamo anche educare i lavoratori allo spirito di fiducia nell'avvenire e all'ottimismo rivoluzionario.

L'opera che portiamo avanti è una nobile impresa per la felicità e la prosperità non soltanto del popolo del nostro tempo ma anche delle future generazioni; è quindi una grande opera per il comunismo, ideale dell'umanità. Dobbiamo fare in modo che tutti i lavoratori siano profondamente coscienti della giustezza della loro causa e dell'importanza della missione che spetta alla loro generazione, e che lottino, dedicando tutto ciò che possiedono, per assicurare alle future generazioni una vita migliore e un radioso avvenire comunista.

È particolarmente importante il fatto di inculcare nei lavoratori la fiducia nella vittoria del comunismo. L'imperialismo è una forza decadente, che ha fatto il suo tempo, mentre il comunismo è una forza nuova che rappresenta il futuro dell'umanità. Benché la via che conduce al comunismo sia disseminata di innumerevoli ostacoli e presenti numerose deviazioni, nessuna forza potrà arrestare il logico processo dell'evoluzione storica sulla cui base l'imperialismo morirà mentre il comunismo trionferà. Oggi gli imperialisti fanno un gran chiasso anticomunista, ma si tratta dell'atto disperato di chi sta per morire. E se attualmente il movimento comunista internazionale conosce dure prove, si tratta soltanto di una deviazione momentanea nella sua avanzata. Ciò non può mutare la legge dello sviluppo della storia né soffocare il grande ideale comunista.

Dobbiamo persuadere fino in fondo i lavoratori dell'inevitabilità della disfatta dell'imperialismo e della vittoria del comunismo, sulla base della dottrina marxista-leninista e degli avvenimenti storici. Così occorre fare in modo che tutti i lavoratori avanzino con vigore, in qualsiasi circostanza, animati dall'ardente aspirazione al comunismo e dalla ferma convinzione del suo avvenire, polverizzando tutti gli ostacoli.

Portando avanti con energia il lavoro politico e ideologico tra i membri del Partito e i lavoratori, li armeremo ancor più solidamente dell'ideologia marxista-leninista e comunista e li raccoglieremo ancora più strettamente attorno al Comitato Centrale del nostro Partito. I nostri ranghi rivoluzionari diventeranno invincibili se facciamo dei nostri militanti dei rivoluzionari comunisti ardenti, se rimodelliamo le larghe masse lavoratrici educandole nello spirito rivoluzionario comunista e se consolidiamo ulteriormente l'unità del Partito e del popolo.

Accrescendo e rafforzando costantemente i ranghi della rivoluzione, accelereremo ulteriormente l'edificazione socialista nella parte settentrionale del Paese e consolideremo politicamente, economicamente e militarmente la nostra base rivoluzionaria per farne un potente bastione.



3. LA SITUAZIONE NELLA COREA DEL SUD E LA LOTTA DEL POPOLO SUDCOREANO



Compagni,

Per giungere alla riunificazione della nostra patria e alla vittoria della rivoluzione coreana occorre proseguire attivamente la rivoluzione e l'edificazione nella Corea del Nord e, al tempo stesso, consolidare le forze rivoluzionarie e sviluppare la lotta rivoluzionaria nella Corea del Sud. In particolare, come conseguenza del fatto che la nostra base rivoluzionaria è diventata un bastione imprendibile, la vittoria della rivoluzione coreana nell'intero Paese dipende in grande misura dalla crescita delle forze rivoluzionarie nella Corea del Sud.

Di fronte all'attacco controrivoluzionario del nemico, la rivoluzione sudcoreana subisce dure prove. Tuttavia le forze rivoluzionarie nella Corea del Sud crescono e la situazione generale evolve in modo sfavorevole per la controrivoluzione e favorevole per la rivoluzione. Il tratto caratteristico essenziale dell'attuale situazione nella Corea del Sud consiste nel fatto che l'imperialismo yankee e i suoi lacchè intensificano sempre di più la loro politica di aggressione e di guerra grazie alla peggiore dittatura militare fascista e che, a causa di ciò, il dominio coloniale dell'imperialismo yankee si trova di fronte a una crisi nuova e più profonda.

L'essenziale della politica di asservimento coloniale dell'imperialismo yankee nella Corea del Sud consiste nel fare di questa parte del Paese la sua base d'aggressione e il suo patrimonio militare. Fin dal primo giorno del loro arrivo nella Corea del Sud gli imperialisti USA hanno sempre perseguito il loro fine astuto consistente non soltanto nel colonizzare la Corea del Sud ma anche, utilizzando quest'ultima come base logistica, nell'impadronirsi di tutta la Corea e dell'Asia stessa. È proprio per questo scopo che essi cercano ora di mantenere il loro dominio nella Corea del Sud ricorrendo a tutti i mezzi e i metodi possibili.

Attualmente nella Corea del Sud ci sono decine di migliaia di soldati americani e dei loro paesi satelliti come anche un immenso esercito fantoccio sudcoreano con più di 600.000 uomini. Essi danno alla Corea del Sud il 40% della somma totale dell'«aiuto» destinato all'Asia; di tale “aiuto” più dell'80% è rivolto all'equipaggiamento militare e all'addestramento dell'esercito fantoccio. Con la loro occupazione militare e con il loro cosiddetto “aiuto” gli imperialisti yankee hanno preso nelle loro mani tutti i poteri reali nella Corea del Sud e utilizzano tutte le risorse umane e materiali coerentemente con i loro fini militari. Questi fatti dimostrano chiaramente che gli imperialisti yankee danno una grande importanza militare e strategica alla Corea del Sud e che la loro politica di asservimento coloniale nei suoi confronti serve interamente alla loro politica guerrafondaia.

In questi ultimi anni gli imperialisti yankee hanno intensificato i loro preparativi di guerra nella Corea del Sud e utilizzano più attivamente quella che è diventata la loro base di aggressione, e ne sfruttano anche il potenziale bellico conformemente alla politica guerrafondaia. Ciò è dovuto al fatto che l'imperialismo yankee, rivolgendo la sua punta di lancia contro l'Asia, rafforza le manovre destinate ad annientare i movimenti rivoluzionari popolari che si sviluppano rapidamente in questa regione e ad attaccare i paesi socialisti.

Attualmente nella Corea del Sud gli effettivi dell'esercito fantoccio e il suo armamento vengono rafforzati e ulteriormente ammodernati in base alle esigenze della politica aggressiva e guerrafondaia dell'imperialismo USA. In continuazione vengono introdotte armi di sterminio di massa, come le armi nucleari tattiche e i missili, vengono ingrandite le installazioni militari e viene intensificata la preparazione bellica in tutte le regioni della Corea del Sud.

Per far fronte alle loro crescenti esigenze belliche, gli imperialisti americani e i loro lacchè procedono sempre di più alla militarizzazione dell'economia sudcoreana. Dopo il “colpo di Stato militare” le spese militari del governo fantoccio sudcoreano sono state più che raddoppiate e gli investimenti destinati a una serie di settori industriali di interesse militare stanno aumentando. Oggi, nella Corea del Sud, grazie alla militarizzazione dell'economia che viene accelerata sotto la maschera del “perfezionamento economico”, si sviluppano alcuni settori dell'industria destinati a soddisfare i bisogni bellici, vengono ingrandite le installazioni delle telecomunicazioni, le strade, le ferrovie e i porti, e si aumenta il potenziale economico di guerra.

Così la Corea del Sud diventa una grande caserma nella quale sono ammassate enormi forze armate e nella quale tutto è al servizio della politica guerrafondaia dell'imperialismo americano.

Gli imperialisti yankee si sforzano di coalizzare militarmente i fantocci sudcoreani con il Giappone e gli altri reazionari dell'Asia allo scopo di utilizzare più efficacemente la Corea del Sud nella loro aggressione contro l'Asia. È proprio per questi fini che hanno frettolosamente concluso i “colloqui sudcoreani-giapponesi”, iniziati molto tempo fa, e che hanno dato come risultato la firma di criminali “accordi sudcoreani-giapponesi”. Dopo la conclusione di tali “accordi”, la penetrazione delle forze militariste giapponesi nella Corea del Sud è stata intensificata di giorno in giorno e l'imperialismo USA ha più apertamente manovrato per mettere in piedi una nuova guerra in Corea, prendendo la Corea del Sud come avamposto e le forze militariste giapponesi come corpo speciale, e a mobilitare facilmente il potenziale militare della Corea del Sud in vista della guerra d'aggressione contro l'Asia.

Gli imperialisti USA hanno già trascinato la Corea del Sud nella guerra di aggressione contro il Vietnam e fanno di essa la loro più importante riserva di carne da cannone. Agli ordini dell'imperialismo yankee, i fantocci sudcoreani hanno spedito sui campi di battaglia del Vietnam del Sud, prima di tutti gli altri fantocci, un numero di soldati maggiore di quello inviato da qualsiasi altro paese satellite degli USA, e così servono fedelmente l'imperialismo yankee nella sua guerra d'aggressione. Decine di migliaia di soldati dell'esercito fantoccio sudcoreano sono già stati inviati laggiù per cavare le castagne dal fuoco all'imperialismo yankee, diventando strumento dell'aggressione imperialista contro il popolo vietnamita.

Gli imperialisti yankee fanno ricorso a una dittatura militare e fascista aperta per imporre al popolo sudcoreano il loro dominio e la loro politica guerrafondaia. La dittatura militare fascista instaurata nella Corea del Sud è il frutto della politica di asservimento coloniale della politica guerrafondaia dell'imperialismo yankee ed è al servizio di quest'ultimo. Ha un carattere brutale e barbaro senza precedenti; costituisce il tipo del peggior dominio fascista che sia mai stato esercitato dagli imperialisti nelle loro colonie.

Lo scopo essenziale che l'imperialismo yankee e i suoi lacchè perseguono nella loro politica di fascistizzazione è quello di eliminare tutti gli elementi socio-politici che sono di ostacolo al loro dominio coloniale e alla realizzazione della loro politica guerrafondaia. A tal fine hanno promulgato tutta una serie di leggi fasciste e al tempo stesso hanno rafforzato in grande stile l'apparato repressivo, coprendo quindi la Corea del Sud di una rete di posti militari, di polizia, di informazione e di spionaggio e sprofondando l'intera società nel terrore. Con il loro dispotismo fascista essi mirano principalmente ad annientare tutte le libertà e tutti i diritti democratici del popolo e a reprimere le forze patriottiche e democratiche. Tutti i partiti politici e le organizzazioni di massa progressiste e gli organi di stampa progressisti sono vittime della repressione e un gran numero di rivoluzionari e di patrioti diventa vittima della dominazione fascista.

Per giustificare la loro crudele dominazione fascista e terrorista, l'imperialismo yankee e la cricca di Pak Jeung Hi si abbandonano a ogni sorta di manovra e di inganno, e in particolare fanno dell'anticomunismo un mezzo politico e ideologico importante. L'anticomunismo nella Corea del Sud serve da “rimedio a tutti i mali”, è destinato a “giustificare” tutti gli atti criminali compiuti dall'imperialismo yankee e dai suoi lacchè, quali la repressione contro il popolo, l'eliminazione dei gruppi politici di opposizione, la campagna propagandistica a favore di una nuova guerra e la fomentazione di una guerra fratricida. Sotto lo slogan dell'anticomunismo si svolge una campagna a favore di una nuova guerra contro la Corea del Nord; sotto l'insegna dell'anticomunismo si ammette la nuova invasione del militarismo giapponese nella Corea del Sud e molti giovani e adulti sudcoreani sono spediti a morire nel Vietnam del Sud.

Ma l'imperialismo yankee e i suoi lacchè non potranno mai nascondere i loro atti criminali, né ingannare le masse con questo chiasso anticomunista. Non potranno mai arrestare lo sviluppo della lotta rivoluzionaria del popolo sudcoreano, a qualunque repressione e a qualunque manovra truffaldina essi facciano ricorso.

La politica aggressiva e guerrafondaia che gli imperialisti yankee perseguono grazie alla dittatura militare fascista è lontana dal consolidare la loro posizione nella Corea del Sud, e al contrario non fa che aggravare ulteriormente la crisi nella quale si dibatte la dominazione coloniale. Il fatto stesso che l'imperialismo yankee e i suoi lacchè abbiano instaurato una dittatura militare fascista dimostra che sono diventati incapaci di mantenere la loro dominazione senza far ricorso alle baionette e che la dominazione coloniale dell'imperialismo yankee nella Corea del Sud vacilla.

Il peso schiacciante delle spese militari dovute alla politica guerrafondaia e alla dominazione fascista hanno reso estremamente miserabile la vita del popolo sudcoreano, che si vede rifiutare tutti i diritti. Per giunta la dignità nazionale è completamente calpestata con le manovre di reinvasione da parte dell'imperialismo giapponese e con l'invio di truppe sudcoreane nel Vietnam del Sud; l'irrequietezza sociale aumenta in continuazione.

La politica guerrafondaia e fascista, che reca infelicità e sofferenze intollerabili al popolo sudcoreano, suscita un malcontento sempre più grande verso l'imperialismo yankee e i suoi lacchè ed eccita prepotentemente le aspirazioni popolari al diritto all'esistenza, alla democrazia e alla riunificazione del Paese. Attualmente la lotta rivoluzionaria del popolo sudcoreano si rafforza, poco a poco, e il popolo diventa sempre più cosciente e combattivo nel corso della lotta. Immense forze democratiche e patriottiche si uniscono sotto la bandiera antimperialista e antifascista mentre un pugno di controrivoluzionari si vede sempre più isolato.

Più gli imperialisti yankee intensificheranno la loro politica guerrafondaia e il loro dispotismo fascista nella Corea del Sud, più urteranno contro il malcontento e la resistenza del popolo sudcoreano, e più il processo di crollo della loro dominazione si accelererà.

Compagni, l'attuale situazione esige che le forze rivoluzionarie della Corea del Sud aumentino rapidamente e che vengano accelerate con tutti i mezzi la rivoluzione democratica e la liberazione nazionale.

L'obiettivo principale della rivoluzione sudcoreana è la lotta contro le forze aggressive dell'imperialismo yankee. Gli imperialisti yankee hanno occupato manu militari la Corea del Sud di cui hanno fatto una colonia, una loro base militare. Essi cercano di far credere che la Corea del Sud sia un “paese indipendente” presentando se stessi come “aiutanti” di tale Paese, ma in realtà sono proprio gli invasori yankee i veri governanti della Corea del Sud; nelle loro mani sono concentrati tutti i poteri. Il sedicente “governo della Repubblica di Corea” è un regime fantoccio instaurato dagli imperialisti yankee. Non è che un paravento che serve a camuffare la dominazione coloniale di costoro e uno strumento di esecuzione fedele della politica aggressiva degli Stati Uniti. L'occupazione della Corea del Sud da parte dell'imperialismo yankee e la sua dominazione coloniale costituiscono l'origine di tutte le infelicità e le sofferenze patite dal popolo sudcoreano e l'ostacolo principale alla riunificazione della patria.

Il popolo sudcoreano non potrà sbarazzarsi del giogo coloniale né realizzare la riunificazione del suo Paese senza espellere dalla Corea del Sud le forze d'aggressione dell'imperialismo statunitense e ridurre in briciole la loro dominazione coloniale. Il popolo sudcoreano deve lottare tenacemente contro l'occupazione della Corea del Sud da parte delle truppe d'aggressione degli Stati Uniti al fine di cacciarle dalla Corea del Sud e mettere fine alla loro dominazione coloniale.

Sono soltanto un pugno di proprietari fondiari, di capitalisti compradores e di burocrati reazionari quelli che sostengono e seguono la politica di asservimento coloniale degli imperialisti yankee nella Corea del Sud. In collusione con costoro, essi impongono la schiavitù coloniale al popolo sudcoreano e proteggono attivamente tutti gli atti di tirannia e di saccheggio degli invasori. Sotto gli auspici di questi ultimi essi opprimono e sfruttano il popolo, godono di privilegi e conducono una vita da gran signori a danno degli interessi della patria e della nazione. Il popolo sudcoreano deve lottare contro gli invasori yankee e al tempo stesso combattere i loro accoliti, i proprietari terrieri, i capitalisti compradores e i burocrati reazionari, servi dell'imperialismo.

Nella lotta del popolo sudcoreano per l'indipendenza nazionale e la riunificazione del Paese è importante spezzare le manovre d'aggressione delle forze militariste giapponesi. I militaristi giapponesi sono i nemici giurati della nostra nazione perché hanno imposto al nostro popolo una schiavitù coloniale per quasi mezzo secolo e hanno calpestato tutto ciò che il nostro Paese aveva di bello. Oggi, spalleggiati dall'imperialismo yankee, i militaristi giapponesi s'intrufolano nuovamente nella Corea del Sud sognando di restaurare la loro vecchia egemonia e presentandosi come una pericolosa forza aggressiva.

Tutto il popolo patriota della Corea del Sud deve lottare risolutamente per far annullare il criminale “trattato sudcoreano-giapponese” e far fallire i tentativi di reinvasione della Corea del Sud da parte delle forze militariste giapponesi. Questa lotta costituisce al tempo stesso un anello della lotta contro la dominazione coloniale dell'imperialismo statunitense.

Il popolo sudcoreano può ottenere la libertà e la liberazione soltanto attraverso l'annientamento delle forze aggressive dell'imperialismo yankee e dei suoi lacchè, e non può evitare il pericolo di un nuovo disastro se non facendo fallire i tentativi di reinvasione dei militaristi giapponesi.

Attualmente il compito immediato più urgente che si pone al popolo sudcoreano nella sua lotta contro le forze aggressive straniere e i loro servi è quello di combattere per far fallire la politica guerrafondaia dell'imperialismo yankee e dei suoi tirapiedi, per mettere fine alla tirannia fascista e per ripristinare le libertà e i diritti democratici.

Il popolo sudcoreano deve opporsi e far fallire le manovre dell'imperialismo yankee e dei suoi burattini che si agitano febbrilmente per provocare una nuova guerra aumentando e rafforzando gli effettivi dell'esercito, introducendo armi di sterminio di massa e accrescendo le installazioni militari. Il popolo sudcoreano deve sventare il complotto degli imperialisti yankee mirante a trascinare la Corea del Sud in un'alleanza militare anticomunista e deve combattere in particolare contro l'invio di truppe sudcoreane nel Vietnam del Sud.

La lotta contro l'invio di truppe nel Vietnam del Sud ha per obiettivo la salvezza dei giovani, degli adulti e del popolo sudcoreano dal baratro della criminale guerra d'aggressione; ha come obiettivo l'aiuto al popolo vietnamita in lotta per la libertà e la liberazione e il fallimento della politica imperialista degli Stati Uniti rivolta a estendere la guerra al resto dell'Asia.

Tutti i ceti della popolazione della Corea del Sud, operai, contadini e intellettuali in primo luogo, devono condurre una lotta di massa contro l'invio di truppe sudcoreane nel Vietnam del Sud da parte dell'imperialismo yankee e dei suoi lacchè; in particolare, i giovani e gli adulti sudcoreani devono prendere una parte molto attiva in questa lotta allo scopo di non essere spediti nel teatro di guerra sudvietnamita. I soldati e gli ufficiali dell'«esercito nazionale» devono risolutamente opporsi all'invio di truppe sudcoreane nel Vietnam e quelli che vi sono già stati spediti devono lottare energicamente per il loro rimpatrio immediato.

Gli imperialisti yankee, trascinando l'«esercito nazionale» della Corea del Sud nella loro sporca guerra d'aggressione, si scontreranno infine con una resistenza ancora più violenta da parte degli ufficiali e dei soldati di tale “esercito nazionale” e di tutto il popolo sudcoreano; la cricca di Pak Jeung Hi che invia i giovani e gli adulti sudcoreani a morire in territorio straniero agli ordini dell'imperialismo yankee, sarà un giorno giudicata e condannata dal popolo a causa dei suoi crimini incancellabili per l'eternità.

La tirannia militare e fascista dell'imperialismo yankee e della cricca di Pak Jeung Hi, che pesa oggi sull'intera Corea del Sud, reca non soltanto insopportabili sofferenze al popolo sudcoreano, ma crea anche grandi ostacoli allo sviluppo del movimento rivoluzionario nella Corea del Sud. Nelle condizioni in cui la libertà politica e i diritti democratici del popolo sono calpestati e in cui impera il dispotismo fascista, non può esistere alcun progresso sociale, le forze rivoluzionarie non possono crescere rapidamente e il movimento rivoluzionario non può svilupparsi con successo.

Il popolo sudcoreano deve combattere energicamente contro la repressione fascista, per la libertà di parola, di riunione, di associazione, di manifestazione e di sciopero, per la libertà di attività di tutti i partiti politici e di tutte le organizzazioni di massa. Le larghe masse della Corea del Sud, operai, contadini, giovani, studenti e intellettuali in primo luogo, devono lottare per il diritto all'esistenza e per il miglioramento immediato delle condizioni di vita, e cioè per le rivendicazioni più urgenti.

La lotta per i diritti democratici e la libertà può trionfare soltanto se si sviluppa come una lotta di massa con la partecipazione di tutte le forze rivoluzionarie e di tutte le forze che si oppongono alla dittatura militare e fascista. Tutti i ceti sociali della popolazione sudcoreana devono condurre in blocco una lotta comune di massa per ottenere la libertà e i diritti politici. È così che occorre mettere fine al dispotismo e alla tirannia fascista dell'imperialismo yankee e dei suoi lacchè, e rovesciare il regime militare fascista attuale che è l'esecutore più crudele del dominio coloniale fascista, la banda dei militaristi, delle spie e dei terroristi più reazionari.

Il popolo sudcoreano deve sviluppare tutte le lotte che esso già conduce verso forme di lotta che abbiano per fine il rovesciamento della dominazione coloniale dell'imperialismo americano, lo sbaragliamento dei proprietari terrieri, dei capitalisti compradores e dei burocrati reazionari, e la conquista del potere. Il popolo della Corea del Sud potrà salvarsi completamente dalla sua attuale e infelice situazione e conquistare la libertà e la liberazione autentiche soltanto attraverso l'instaurazione di un potere popolare rappresentante di tutti i ceti della popolazione.

Bisogna formare nella Corea del Sud una possente forza rivoluzionaria per battere la controrivoluzione e conquistare la vittoria della rivoluzione. Senza formare forze rivoluzionarie sufficienti non sarà possibile affrettare la realizzazione di quel grande evento rivoluzionario che sarà la riunificazione, né sarà possibile premunirsi contro le offensive controrivoluzionarie quotidiane del nemico.

L'orientamento fondamentale della rivoluzione sudcoreana nella fase attuale consiste nel prepararsi ad affrettare il momento decisivo della rivoluzione e, a tale scopo, nel preservare le forze rivoluzionarie dalla repressione del nemico, nell'accumularle e nell'accrescerle in continuazione.

Le forze rivoluzionarie non possono prepararsi da sole, all'infuori di qualsiasi lotta; non possono aumentare e consolidarsi che attraverso un combattimento arduo. È attraverso le prove della lotta che si formano i dirigenti e i militanti rivoluzionari, che le masse popolari diventano coscienti e che le forze rivoluzionarie crescono.

Nella formazione delle forze rivoluzionarie e nel lavoro per portare avanti la rivoluzione è molto importante dirigere correttamente il movimento e la lotta delle masse sulla base dei principi strategici e tattici del marxismo-leninismo. Se si conduce una lotta avventurista senza tener conto in modo esatto del rapporto di forza tra il nemico e noi e senza giudicare in modo serio la situazione interna ed internazionale, si sarà poi costretti a registrare gravi perdite nella preservazione e nell'accumulazione delle forze rivoluzionarie a causa della repressione nemica, e ciò avrà come risultato un notevole ripiegamento della rivoluzione. D'altro canto, se non si conduce una lotta attiva e ci si limita ad aspettare l'avvento di una situazione favorevole col pretesto che la rivoluzione è dura, non sarà possibile accumulare forze rivoluzionarie né uscire dalle situazioni difficili che appaiono nel corso del processo rivoluzionario. Nella Corea del Sud occorre mettere in guardia da simili deviazioni di destra o di sinistra e sviluppare il movimento rivoluzionario combinando giudiziosamente tutte le forme e tutti i metodi di lotta conformemente alla situazione soggettiva e oggettiva, e cioè la lotta politica con la lotta economica, la lotta violenta con la lotta non violenta e la lotta legale con la lotta illegale.

Le organizzazioni rivoluzionarie e i rivoluzionari della Corea del Sud devono concentrare i loro più grandi sforzi sull'accumulazione e sulla crescita costante delle forze rivoluzionarie attraverso la loro lotta attiva contro l'imperialismo yankee e i suoi lacchè.

Nella preparazione delle forze rivoluzionarie la cosa più importante è la formazione di un partito marxista-leninista, stato maggiore della rivoluzione, e di organizzarvi il grosso delle potenti forze rivoluzionarie, stringendo attorno al partito gli operai e i contadini che costituiscono la massa fondamentale della società.

L'esperienza del movimento rivoluzionario nella Corea del Sud dimostra che, senza la direzione unificata di un partito marxista-leninista profondamente radicato tra gli operai, i contadini e gli intellettuali progressisti non è possibile assicurare né la crescita delle forze rivoluzionarie né lo sviluppo vittorioso del movimento rivoluzionario. Malgrado lo slancio combattivo delle masse popolari che si ebbe nella Corea del Sud immediatamente dopo la Liberazione, non fu possibile condurre questa lotta alla vittoria poiché mancava la direzione di un partito avente dei reali nuclei rivoluzionari; e anche dopo la guerra, benché una situazione favorevole sia venuta a crearsi in diverse occasioni, non fu possibile condurre le masse popolari a una lotta decisiva perché non c'era la direzione unificata di un partito rivoluzionario.

Oggi è estremamente necessaria la formazione, nella Corea del Sud, di un partito marxista-leninista combattivo e duttile e l'elevamento del suo ruolo dirigente, al fine di sviluppare il movimento rivoluzionario. Le organizzazioni rivoluzionarie e i rivoluzionari della Corea del Sud devono aumentare in modo costante e consolidare i ranghi del partito attraverso lotte effettive contro il nemico e, in particolare, devono rafforzare qualitativamente le organizzazioni del partito formandole con militanti rivoluzionari agguerriti e sperimentati nelle lotte. Le organizzazioni rivoluzionarie della Corea del Sud devono diventare reparti di intrepidi combattenti rivoluzionari, fermamente armati della concezione marxista-leninista del mondo, decisi a lottare fino in fondo per il popolo e fedeli alla rivoluzione, quali che possano essere le prove da attraversare per realizzarla. Il nucleo dirigente delle organizzazioni del partito dev'essere composto da rivoluzionari sperimentati che, in tutte le circostanze complesse, possono giudicare correttamente la situazione e dirigere con vivacità il movimento appoggiandosi sui principi strategici e tattici del marxismo-leninismo. Se le organizzazioni del partito sono composte da simili combattenti rivoluzionari intrepidi, possono dirigere con piena fiducia il movimento rivoluzionario superando tutti gli ostacoli e tutte le prove.

Soltanto mantenendo forti legami con le larghe masse, operaie e contadine innanzitutto, e radicandosi profondamente tra di esse, il partito marxista-leninista potrà rafforzare il suo ruolo dirigente e consolidare le sue organizzazioni. Per estendere e consolidare le sue basi di massa, il partito deve unire gli operai e i contadini nelle sue organizzazioni di massa e unirli attorno a sé.

Le organizzazioni di massa devono accogliere a braccia aperte le masse; devono essere organizzazioni democratiche che difendono realmente gli interessi di classe e devono essere per principio delle organizzazioni legali. Se si uniscono gli operai e i contadini in tali organizzazioni, se li si risveglia e li si unisce attorno al partito, la rivoluzione sudcoreana possiederà una forte armata.

Per ottenere la vittoria della rivoluzione bisogna mobilitare il grosso delle forze rivoluzionarie e, al tempo stesso, tutte le forze che hanno gli stessi interessi nella rivoluzione. Soltanto conquistando tutte le forze suscettibili di essere conquistate e unendole in una sola forza politica sarà possibile isolare completamente la controrivoluzione, assicurare il predominio schiacciante delle forze rivoluzionarie sulle altre e portare la rivoluzione alla vittoria. Attualmente uno dei compiti più importanti per la crescita delle forze rivoluzionarie e lo sviluppo della lotta rivoluzionaria nella Corea del Sud è quello di formare un largo fronte unito antimperialista per la salvezza nazionale, un fronte che raccolga le forze patriottiche e democratiche di tutti i ceti della popolazione.

I ceti più ampi della popolazione sudcoreana: operai, contadini, giovani, studenti, intellettuali, piccolo-borghesi, borghesia nazionale, soffrono per la dominazione coloniale dell'imperialismo yankee. Questo fatto fornisce la base oggettiva che consente di formare il fronte unito di tutti i ceti della popolazione che si oppongono all'imperialismo yankee e ai proprietari terrieri, ai capitalisti compradores e ai burocrati reazionari, legati all'imperialismo.

Le organizzazioni rivoluzionarie e il popolo della Corea del Sud devono indirizzare tutti i loro sforzi alla formazione di un largo fronte unito. Occorre condurre una lotta comune raccogliendo i più larghi ceti sociali sotto la bandiera della lotta patriottica anti-yankee e in particolare sotto la bandiera della lotta contro la politica guerrafondaia e la repressione fascista dell'imperialismo yankee e dei suoi lacchè, contro la spedizione di truppe sudcoreane nel Vietnam del Sud e contro il “trattato sudcoreano-giapponese”.

Nella formazione e nel rafforzamento del fronte unito occorre aderire con fermezza al principio consistente nel mettere l'accento su un fronte unito alla base e quindi formare tale fronte a livello della direzione collettiva; occorre sviluppare progressivamente la lotta comune partendo dalla sua forma inferiore per arrivare a quella superiore, dall'unione parziale a quella generale.

La questione più importante nella formazione del fronte unito nella Corea del Sud è quella del rafforzamento dell'alleanza degli operai e dei contadini che costituisce il fondamento sociale e politico del fronte unito e, al tempo stesso, quella della realizzazione dell'unità degli operai, dei contadini, dei giovani, degli studenti e degli intellettuali. Tutto ciò riveste una grande importanza non soltanto per la formazione immediata del fronte unito e per lo sviluppo del movimento di massa, ma anche per lo sviluppo ulteriore della rivoluzione nella Corea del Sud. La maggior parte dei giovani, degli studenti e degli intellettuali dei paesi coloniali, poiché, come è noto, sono vittime dell'oppressione e dell'umiliazione nazionali, hanno una caratterizzazione rivoluzionaria. Sono profondamente sensibilizzati dall'evoluzione della loro epoca e tra di loro il risveglio nazionale è rapido; ciò consente loro di svolgere un ruolo importante che consiste nel legare gli operai e i contadini al movimento rivoluzionario. I giovani, gli studenti e gli intellettuali della Corea del Sud sono tutti tradizionalmente simili a quelli dei paesi coloniali e costituiscono effettivamente delle forze rilevanti da opporre alle forze aggressive dell'imperialismo. Bisogna che gli operai e i contadini sudcoreani si uniscano strettamente agli studenti, ai giovani, agli intellettuali, e combattano sempre insieme a loro sia oggi, nella rivoluzione di liberazione nazionale, che domani, nell'edificazione di una nuova società. I giovani, gli studenti, gli intellettuali sudcoreani devono, a loro volta, rafforzare ulteriormente i loro reparti di combattimento facendo fronte alla repressione e alle persecuzioni, per quanto crudeli possano essere. Devono penetrare profondamente tra gli operai e i contadini e devono combattere fino alla vittoria della causa rivoluzionaria legando la loro sorte a quella degli operai e dei contadini.

Attualmente nella Corea del Sud più di 600.000 giovani e adulti prestano servizio nell'«esercito nazionale». La schiacciante maggioranza dei soldati e degli ufficiali di grado subalterno e medio dell'«esercito nazionale» provengono dal popolo lavoratore, operaio e contadino in primo luogo. E tuttavia l'«esercito nazionale», in quanto strumento della dominazione coloniale degli Stati Uniti, si vede costretto a puntare le sue armi contro il popolo e la nazione, e i suoi soldati si vedono obbligati a partecipare alla guerra d'aggressione come mercenari coloniali. Tale “esercito nazionale” dovrebbe porre fine alla sua sorte vergognosa e diventare un esercito del popolo, della nazione.

I soldati e gli ufficiali di grado subalterno e medio dell'«esercito nazionale» non devono più essere ingannati dagli imperialisti yankee e dai loro lacchè. I loro nemici sono proprio gli invasori imperialisti degli Stati Uniti e i loro lustrascarpe e non i loro compatrioti, né i loro parenti, i loro fratelli e le loro sorelle. Essi non devono servire a uccidere i loro compatrioti, né a opprimere la popolazione; devono stare dalla parte dei loro parenti, dei loro fratelli e delle loro sorelle, dalla parte del popolo, nella lotta contro gli invasori stranieri, i proprietari terrieri, i capitalisti compradores e i burocrati reazionari. I soldati e gli ufficiali dell'«esercito nazionale» devono puntare le loro armi contro gli imperialisti yankee e contro i loro lacchè.

Il popolo sudcoreano deve fare tutto quanto è nel suo potere che i suoi figli e le sue figlie vengano trascinati in un simile crimine contro il popolo e la nazione e perché, invece, si mettano dalla parte del popolo e la nazione dopo averla fatta finita con la loro vita vergognosa di mercenari al servizio dell'aggressione imperialista degli Stati Uniti.

È di assoluta importanza per l'indebolimento delle forze controrivoluzionarie e per il consolidamento delle forze rivoluzionarie fare in modo che i soldati e gli ufficiali dell'«esercito nazionale» stiano dalla parte del popolo e della nazione collegandosi con le forze rivoluzionarie. Le organizzazioni rivoluzionarie e i rivoluzionari della Corea del Sud devono fare molta attenzione al miglioramento della loro attività nell'«esercito nazionale» per guadagnare alla causa rivoluzionaria la massa dei soldati e degli ufficiali di grado subalterno e medio.

La cosa importante in tutte le attività indirizzate all'isolamento della controrivoluzione e al consolidamento delle forze rivoluzionarie, consiste nel risvegliare le masse popolari politicamente e ideologicamente. Si comincia la rivoluzione con il risveglio delle masse. Senza rendere coscienti le masse popolari non si può né organizzarle né sviluppare i movimenti di massa. L'intensificazione attuale dell'offensiva ideologica reazionaria nella Corea del Sud rende sempre più urgente la necessità di dare la priorità al lavoro politico e ideologico. Le organizzazioni rivoluzionarie della Corea del Sud sono tenute a operare con energia per elevare la coscienza di classe degli operai e dei contadini e la coscienza nazionale delle masse popolari per illuminarle e risvegliarle politicamente.

Affinché il popolo sudcoreano prenda coscienza è fondamentale distruggere le sue illusioni nei confronti degli Stati Uniti, dell'ideologia servile e dell'ideologia anticomunista. Nella Corea del Sud queste tre ideologie, la prosternazione davanti agli Stati Uniti, il servilismo e l'anticomunismo hanno profonde radici storiche e, in particolare, sono state radicate dagli imperialisti statunitensi e dai loro alleati, i proprietari terrieri, i capitalisti compradores, i burocrati reazionari e tutte le altre forze reazionarie filo-yankee.

Oggi nella Corea del Sud c'è molta gente che, non vedendo la natura aggressiva dell'imperialismo yankee, crede che sia impossibile vivere senza l'«aiuto» degli Stati Uniti. L'influenza dell'ideologia consistente nel piegarsi davanti agli Stati Uniti e nel vivere appoggiandosi su di essi crea grandi ostacoli alla lotta per la liberazione e l'indipendenza nazionali.

Per liberare il popolo sudcoreano dall'influenza di queste ideologie reazionarie occorre innanzitutto smascherare la politica neocolonialista degli imperialisti yankee e mettere a nudo la loro natura aggressiva e saccheggiatrice, così come il carattere coloniale della società sudcoreana. Occorre opporre il sentimento dell'indipendenza nazionale al servilismo verso gli Stati Uniti, l'ideologia della sovranità e dell'indipendenza al ricorso alla forza straniera, e bisogna fare una larga propaganda a favore delle tradizioni nazionali patriottiche del popolo coreano opponendole al nichilismo nazionale. Occorre anche esaltare la dignità e la fierezza nazionali, l'amore verso la patria e la nazione del popolo coreano, affinché lotti ancor più coraggiosamente contro gli invasori stranieri.

Tutte queste attività di propaganda tra le masse devono essere effettuate in stretto legame con la diffusione dell'ideologia marxista-leninista. I principi del marxismo-leninismo devono essere ampiamente propagandati tra le masse degli operai e dei contadini della Corea del Sud così da fornir loro una comprensione corretta del socialismo e del comunismo e aiutare le larghe masse, operai e contadini in primo luogo, a scrollarsi di dosso l'influenza delle idee anticomuniste.

Nel condurre il lavoro di insegnamento dell'ideologia marxista-leninista, si deve prestare una particolare attenzione all'appropriata introduzione delle masse operaie e contadine della Corea del Sud all'essenza e alla superiorità del sistema sociale della Corea del Nord. Solo quando il popolo sudcoreano avrà una giusta conoscenza del sistema sociale del Nord abbandonerà i pregiudizi verso il socialismo e il comunismo e accetterà l'ideologia marxista-leninista, partecipando attivamente alla lotta rivoluzionaria.

Se la coscienza nazionale e la coscienza di classe delle masse popolari si elevano grazie a un energico lavoro politico e ideologico delle organizzazioni e dei militanti rivoluzionari, se, di conseguenza, le larghe masse s'impegnano nella lotta con un coraggio e un ardore autenticamente rivoluzionari, il movimento rivoluzionario nella Corea del Sud si svilupperà a un ritmo accelerato.

Ogni rivoluzione, all'inizio, piccola o grande che sia, nasce dall'azione di un piccolo numero di pensatori progressisti attorno ai quali si uniscono, poco a poco, le larghe masse: un militante ne fa nascere dieci e dieci militanti ne fanno nascere cento. La rivoluzione diventa così una valanga fino a conquistare la vittoria finale. Quindi, se esiste un nucleo dirigente ben sperimentato, è possibile destare e unire le masse, sviluppare il movimento rivoluzionario e infine, al momento opportuno, condurre il popolo alla vittoria nella lotta decisiva contro il nemico. Se esiste questo nucleo rivoluzionario e alla condizione che le forze rivoluzionarie siano sufficientemente consolidate, è possibile conquistare la vittoria su qualsiasi forza controrivoluzionaria, col sostegno delle masse popolari.

Per affrettare il momento decisivo dell'avvento della rivoluzione e per sbaragliare il dominio coloniale dell'imperialismo yankee, le organizzazioni e i militanti rivoluzionari della Corea del Sud devono consolidare costantemente le loro forze tanto sul piano ideologico che organizzativo e preparare le masse rivoluzionarie alle lotte di ogni tipo, sia violente che non violente.

Naturalmente la vittoria della rivoluzione sudcoreana non può essere conquistata senza difficoltà e la strada che essa seguirà sarà sempre irta di spine. Tuttavia, nessuna prova e nessun tentativo disperato del nemico potranno mai bloccare l'avanzata della rivoluzione sudcoreana. Il movimento rivoluzionario sudcoreano continuerà ad avanzare e a svilupparsi secondo la legge dello sviluppo della rivoluzione e nel corso della lotta le sue file non cesseranno mai di crescere e di consolidarsi.

La rivoluzione è sempre vittoriosa se le masse popolari, decise a farla, si levano come un sol blocco e combattono eroicamente. D'altronde il popolo sudcoreano non è isolato nella sua lotta rivoluzionaria: ha una potente base rivoluzionaria nella parte settentrionale del Paese. Il nostro Partito e il popolo della Corea del Nord faranno tutto il possibile per sostenere e aiutare la lotta rivoluzionaria del popolo sudcoreano e combatteranno energicamente, assieme ad esso, per ottenere la liberazione totale del Paese e la riunificazione nazionale.

Quando la rivoluzione trionferà nella Corea del Sud, la causa della riunificazione della nostra patria si realizzerà con successo attraverso la potenza unita delle forze socialiste della Corea del Nord e delle forze patriottiche e democratiche della Corea del Sud.

La riunificazione della patria è un compito nazionale supremo del nostro popolo, una questione urgente la cui soluzione non può più essere differita neanche per un istante. Possono esserci diversi mezzi per realizzarla. Ma, quali che siano i metodi concreti da utilizzare, la riunificazione della patria dev'essere realizzata sulla base del principio dell'indipendenza da parte del popolo coreano stesso, e non potrà mai avvenire diversamente. La riunificazione della nazione coreana è un affare interno della nazione coreana e né l'ONU né alcuna altra potenza straniera ha il diritto di occuparsene. Il popolo coreano può realizzare la riunificazione della sua patria soltanto con le sue sole forze; né l'ONU né alcuna altra potenza straniera possono riunificare la nostra patria. Sperare di realizzare la riunificazione del Paese appoggiandosi a forze straniere è un'illusione; una cosa del genere non farà che perpetuare la divisione del Paese e non gli recherà altro che asservimento.

L'imperialismo yankee e i suoi lacchè impediscono con tutti i mezzi la riunificazione della Corea attraverso l'indipendenza e preconizzano la riunificazione sotto la sorveglianza dell'ONU. Di recente la cricca dei fantocci sudcoreani ha preteso che, giacché la riunificazione immediata del paese implica il pericolo della “comunistizzazione” della Corea del Sud, conviene per il momento “guadagnare delle forze” in vista della “vittoria sul comunismo” e che la questione della riunificazione potrà essere affrontata soltanto nella “seconda metà degli anni '70”. Ciò dimostra che la cricca fantoccio sudcoreana non ha alcun interesse alla riunificazione della patria, benché la preconizzi a parole. Per giunta la sedicente “vittoria sul comunismo” non è che un delirio di dementi. E per quanto riguarda il chiasso sul pericolo della “comunistizzazione”, esso dimostra la natura antinazionale di questa cricca di traditori che si oppongono alla riunificazione e che sono pronti a perpetuare la divisione del Paese e a fare del popolo sudcoreano lo schiavo coloniale perpetuo dell'imperialismo yankee.

Oggi i comunisti sono diventati una forza dirigente indistruttibile nella Corea del Nord dove tutto il popolo, accettando l'ideologia comunista, crea una vita nuova, felice, sotto la bandiera del comunismo. In queste condizioni, è inutile dire che è impossibile risolvere la questione della riunificazione della nostra nazione lasciando da parte i comunisti.

La questione di quale dovrà essere il regime sociale del Paese dopo la riunificazione dev'essere decisa sulla base della volontà unanime del popolo coreano tutto intero. Se il popolo sudcoreano, come il popolo della Corea del Nord, preferisce il comunismo, è evidente che la Corea riunificata avrà un regime sociale fondato sugli ideali del comunismo.

L'ideologia comunista è la più progressista del mondo e illumina il futuro radioso dell'umanità. Le realizzazioni che il popolo della Corea del Nord ha registrato nell'edificazione socialista sotto la direzione dei comunisti dimostrano chiaramente quale opera grandiosa si può compiere nell'interesse del popolo, per la prosperità della nazione e per la grandezza del Paese, quando si è guidati dall'ideologia comunista. Oggi questa ideologia è nei cuori di centinaia di milioni di persone di tutti i continenti e incita a partecipare alla sacra lotta per la libertà, l'emancipazione e l'edificazione di una nuova società.

Dopo la riunificazione della patria ci sarà possibile edificare una Corea nuova, prospera, tale da garantire una vita felice al popolo, unendo i talenti e gli sforzi di tutto il popolo coreano, del Nord e del Sud, e valorizzando in modo unitario le risorse del Nord e del Sud. Il nostro Paese, una volta riunificato, diventerà un grande Paese, ricco e potente, un Paese di 40 milioni di abitanti che non avrà nulla da invidiare a nessuno.

L'intero popolo coreano, del Nord e del Sud, prevedendo questo magnifico futuro del Paese, si batte per accelerare l'opera di riunificazione della patria. L'imperialismo statunitense e i suoi lacchè non possono fermare la rivoluzione e l'edificazione nel Nord del Paese; essi non possono neanche bloccare l'avanzata e il trionfo del movimento rivoluzionario nella Corea del Sud né arrestare la lotta del popolo coreano per la riunificazione della patria.

Tutti i coreani emigrati all'estero, ivi compresi i 600.000 residenti in Giappone, desiderano che la Corea sia riunificata e lottano per ritrovare la loro patria riunita. A qualunque repressione e a qualunque persecuzione facciano ricorso, le autorità giapponesi non potranno fermare la lotta degli emigrati coreani in Giappone per i loro diritti nazionali democratici e la riunificazione della patria; non faranno altro che suscitare l'indignazione dell'intero popolo coreano. Noi condanniamo risolutamente la repressione e le persecuzioni di cui sono vittime gli emigrati coreani in Giappone da parte delle autorità giapponesi e sosterremo sempre la giusta lotta dei nostri compatrioti.

Grazie alla lotta vigorosa condotta dall'intero popolo coreano, del Nord e del Sud, sotto la bandiera della lotta contro l'imperialismo statunitense e per la salvezza nazionale, grazie alla lotta patriottica degli emigrati coreani all'estero, il giorno della riunificazione della nostra patria si avvicina sempre di più. Gli imperialisti yankee, aggressori e nemici giurati del nostro popolo, saranno presto o tardi cacciati dalla Corea del Sud, e fin da ora ci sono le premesse per il crollo della loro dominazione.

Attualmente gli imperialisti yankee si vedono respinti e isolati ovunque essi si abbarbichino. La resistenza dei popoli rivoluzionari dell'Asia e del mondo intero li fanno affondare ogni giorno di più nel pantano.

L'imperialismo appare potente, ma in realtà è un castello costruito sulla sabbia e la sua caduta è inevitabile. Fu questo nel passato il destino di Hitler e degli imperialisti giapponesi. Oggi gli imperialisti yankee si vantano di essere i “più potenti” del mondo, ma anche loro sono destinati alla rovina.

Spalleggiati dall'imperialismo yankee, i militaristi giapponesi penetrano nella Corea del Sud, ma conosceranno la stessa sorte; non può essere diversamente. I militaristi giapponesi sono storicamente abituati a realizzare profitti esorbitanti appoggiandosi su potenze straniere. Nel passato si legarono agli imperialisti yankee e britannici, sotto i cui auspici si impadronirono della Corea e distesero i loro tentacoli sul continente asiatico. Più tardi, alleandosi alla Germania e all'Italia fascista, tentarono invano di diventare padroni dell'Asia e finirono con l'essere sconfitti. Attualmente i militaristi giapponesi, in collusione con gli imperialisti yankee, penetrano di nuovo nella Corea del Sud spiando l'occasione per dissanguarla un'altra volta e cercano di realizzare il loro antico sogno di una “sfera di co-prosperità della grande Asia orientale”. Ma si tratta di una pura e semplice chimera.

La Corea, così come il resto dell'Asia, non è più quella di ieri. Se i militaristi giapponesi, dimentichi della lezione della storia, si volessero impegnare nuovamente sulla strada dell'aggressione contro la Corea e l'Asia, morirebbero nel fuoco da essi stessi appiccato.

Nessuna forza imperialista è capace di vincere il popolo coreano e i popoli dell'Asia.

Gli aggressori imperialisti saranno sicuramente vinti e il nostro popolo trionferà; l'opera di riunificazione della patria e la liberazione del popolo sudcoreano saranno realizzate.

Compagni, la causa rivoluzionaria del Partito del Lavoro di Corea e del popolo coreano è giusta. La politica interna ed internazionale del nostro Partito è una politica corretta che adatta il marxismo-leninismo alla realtà del Paese. I nostri ranghi rivoluzionari, uniti attorno al Partito, sono invincibili e si svilupperanno sempre di più in ampiezza e in forza.

Più è complessa la situazione, più ardui e più grandiosi sono i nostri compiti, e più noi consolidiamo le nostre file e avanziamo con maggiore coraggio, con la convinzione della giustezza della nostra opera e con una fiducia indistruttibile nella nostra causa, seguendo la via che abbiamo scelto da noi.

Tutto il nostro Partito e il nostro popolo, stringendosi ancor più solidamente attorno al Comitato Centrale e innalzando la bandiera rivoluzionaria del marxismo-leninismo, continueranno a combattere con vigore e realizzeranno, immancabilmente e splendidamente, i compiti nazionali e internazionali che loro spettano.




─ Kim Il Sung, Opere, vol. 20, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1984, pagg. 324-408 ed. ing.

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