Per suscitare un grande slancio rivoluzionario nell'edificazione socialista



PER SUSCITARE UN GRANDE SLANCIO RIVOLUZIONARIO NELL'EDIFICAZIONE SOCIALISTA

 
Conclusioni formulate alla sessione plenaria del
Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea

13 dicembre 1956
 

Compagni,
In questa sessione plenaria, abbiamo esaminato il piano dell’economia nazionale per il 1957, compito del primo anno del primo piano quinquennale, e abbiamo preso unanimemente la risoluzione di adempiere senza fallo superando coraggiosamente tutte le difficoltà e tutte le prove da vincere sulla nostra strada. Dopo questa sessione, i membri titolari e supplenti del Comitato Centrale e tutti gli altri compagni qui presenti dovranno, ritornando ai loro posti di lavoro, scatenare una energica lotta per l’applicazione delle decisioni della sessione plenaria e mettere in pratica la risoluzione presa davanti al Partito.
Come hanno espresso nei loro interventi numerosi compagni, il piano dell’economia nazionale che noi ci proponiamo di realizzare l’anno prossimo è un piano molto esigente. È forse un piano irrealizzabile, al di sopra delle nostre forze, e un piano arbitrariamente elaborato? Assolutamente no. È un piano scientifico e realista che possiamo realizzare perfettamente. Disponiamo di tutte le possibilità e di tutte le condizioni per la sua fruttuosa realizzazione.
Il piano dell’economia nazionale per il 1957 è stato preparato alla luce della linea fondamentale dell’edificazione economica del nostro Partito consistente nell’assicurare lo sviluppo prioritario dell’industria pesante e, nello stesso tempo, a sviluppare l’industria leggera e l’agricoltura. L’anno prossimo, come per il passato, progettiamo di concentrare i nostri investimenti nel settore dell’industria pesante e di consentirvi grandi sforzi. È una misura del tutto giusta.
Si dice che attualmente una vivace discussione impegni un certo numero di paesi intorno a questo problema: diminuire o no lo sviluppo dell’industria pesante. Ma un problema di questo genere non potrà mai porsi nel nostro paese. Poiché, senza assicurare la priorità allo sviluppo dell’industria pesante, è impossibile consolidare nel suo insieme le basi dell’economia nazionale né di elevare il livello di vita del popolo. Lo sviluppo prioritario dell’industria pesante è un’esigenza obiettiva della costruzione economica socialista nel nostro paese.
In particolare i settori dell’industria pesante, sui quali noi oggi concentriamo le nostre forze, sono tutti direttamente legati alla vita del popolo. Se noi non dedichiamo i nostri sforzi all’industria chimica e non produciamo di conseguenza molto concime, non potremo aumentare il rendimento per chongbo della produzione agricola, la qual cosa non avvantaggerà la soluzione del problema dei viveri per la popolazione. Ugualmente, non è che producendo grandi quantità di fibre sintetiche attraverso un rapido sviluppo dell’industria chimica, che potremo soddisfare completamente le necessità di vestiario.
Si può dire la stessa cosa per l’industria mineraria e gli altri settori dell’industria pesante. Se non dedichiamo i nostri sforzi al settore dell’industria mineraria e non estraiamo di conseguenza una maggiore quantità di minerali, non ci sarà possibile non solo fornire le materie prime all’industria metallurgica, ma neanche di procurarci grosse somme di valuta estera né, di conseguenza, di importare vari articoli indispensabili alla vita del popolo. Per questo, dobbiamo continuare a aumentare i nostri investimenti nei settori dell’industria pesante, particolarmente nell’industria di costruzioni meccaniche, l’industria elettrica, l’industria carbonifera, l’industria mineraria e l’industria chimica, onde consolidare le basi economiche del paese ed elevare più rapidamente il livello di vita del popolo.
Certamente, l’aumento annuale, assai rapido, della popolazione ci obbliga a soddisfare in egual maniera le necessità dell’esistenza di tutto il popolo e, in particolare, a porre la nostra attenzione costante per alleviare gli oneri dei contadini e per migliorare il loro livello di vita. Di conseguenza ci sarà difficile, l’anno prossimo, aumentare la parte degli investimenti destinati all’industria pesante in rapporto a quest’anno. Tuttavia, dobbiamo stare attenti affinché l’anno prossimo ugualmente, la proporzione fra la produzione dei mezzi di produzione e quella dei beni di consumo sia mantenuta almeno allo stesso livello di quest’anno. Siamo del parere che la proporzione che manteniamo attualmente fra la produzione dei mezzi di produzione e quella dei beni di consumo corrisponda al livello di sviluppo industriale attuale del nostro paese.
Nell’esecuzione del piano per l’anno prossimo, dobbiamo guardarci da qualsiasi indecisione ed esitazione. Vorrei sottolinearvi ancora una volta che se lotteremo come si deve, il piano per il prossimo anno sarà perfettamente realizzabile, ed è per altro un piano obbligatorio. Per quanto sia un po’ al di sopra delle nostre forze non dobbiamo mancare di realizzarlo; è soltanto allora che potremo aumentare l’accumulo e creare riserve su scala nazionale. Inoltre, solo così ci sarà ugualmente possibile realizzare facilmente il piano per il 1958 e far fronte efficacemente ad avvenimenti inaspettati che potrebbero intervenire in seguito al cambiamento della situazione. Di conseguenza, tutti dovete avere una chiara idea di questo: per quanto la lotta per la fruttuosa realizzazione del piano del prossimo anno sia una difficile lotta, è nondimeno una lotta meritoria e gloriosa.
Durante questi ultimi anni, abbiamo dovuto sormontare difficoltà assai più grandi delle attuali, ma le abbiamo coraggiosamente vinte con una lotta sostenuta, realizzando così vittoriosamente il piano triennale. Grazie alla realizzazione del piano triennale, il nostro popolo è giunto oggi a disporre di basi e di fondi che gli permettono di sussistere con le sue proprie forze, a stabilire un piano di prospettiva così grandioso e di così lunga durata qual è il piano quinquennale, e a iniziare la sua realizzazione.
Durante l’anno prossimo, il primo del piano quinquennale, prevediamo di aumentare del 21% il valore globale della produzione industriale in rapporto a quella prevista per quest’anno. È una moltiplicazione del 2,4 in relazione al 1949, prima della guerra. È evidente che se non avessimo creato delle basi e dei solidi fondi durante il piano triennale, non avremmo potuto in alcun modo presentare un obiettivo tanto grandioso.
Nel quadro del piano per l’anno prossimo, prevediamo ugualmente una serie di misure concrete per il miglioramento della vita del popolo. È a questa sessione plenaria che abbiamo appena discusso importanti problemi: produrre, l’anno prossimo, maggiori quantità di articoli di consumo corrente, migliorare la qualità delle merci, fornire alla campagna maggiori quantità di concimi chimici per aumentare la produzione cerealicola, costruire un gran numero di battelli per pescare più pesce, e così via. Che vuol dire questo? Vuol dire che oggi la nostra forza e i nostri fondi sono diventati così grandi che ci è possibile realizzare perfettamente tutto ciò con le nostre sole forze.
Questa importante forza e questo solido fondo di cui oggi godiamo sono dovuti interamente alla correttezza della linea del nostro partito che consiste nel dare priorità allo sviluppo dell’industria pesante e, nel medesimo tempo, a sviluppare l’industria leggera e l’agricoltura, ed anche alla sua perfetta applicazione da parte di tutto il popolo, che, sotto la direzione del Partito, aveva lottato stringendo la cinghia.
Se, nel corso del piano triennale, non avessimo consacrato i nostri sforzi allo sviluppo dell’industria pesante secondo l’orientamento del Partito e se non avessimo destinato che al consumo tutto ciò che proveniva dall’aiuto dei paesi fratelli con il pretesto di migliorare le condizioni di vita del popolo, allora avremmo probabilmente potuto vivere nell’abbondanza per uno o due anni, ma oggi, ci saremmo ridotti in una situazione talmente difficile che non saremmo in grado di intraprendere assolutamente nulla da noi stessi.
Durante questi ultimi anni, abbiamo costruito, risparmiando soldo su soldo, fabbriche di costruzione meccaniche, tra le quali quelle per la fabbricazione delle macchine tessili, e abbiamo costruito fabbriche tessili. Se non le avessimo, non avremmo potuto vestirci di seta, nonostante il nostro desiderio, né adottare nella presente sessione decisioni per la massiccia produzione di seterie. Nello stesso periodo, abbiamo posto solide basi per l’industria delle costruzioni meccaniche. Senza le quali, non avremmo potuto nutrirci di pesce, nonostante il nostro desiderio, né stabilire a volontà, per conto delle istanze inferiori, piani di costruzione di battelli, piani che determinano per esempio, il numero di battelli a rete Angang o di battelli da trasporto da costruire.
Ma l’industria di costruzioni meccaniche e le solide basi della industria pesante che abbiamo creato da soli durante lo scorso periodo, dando prova di spirito rivoluzionario di fiducia in sé stessi, ci hanno permesso, a questa sessione plenaria, di discutere e di decidere, secondo la nostra volontà, di tutti i problemi necessari, proponendoci di fare l’anno prossimo questa o quella cosa, e di essere fermamente convinti dell’assoluta possibilità di eseguire queste decisioni. In altri termini, siamo giunti a prendere qualsiasi risoluzione quando si tratti necessarie allo sviluppo dell’economia nazionale e al miglioramento della vita del popolo, e a metterla in pratica. Tutto dipende oramai dal modo nel quale fisseremo un obiettivo di corretto combattimento e procederemo coraggiosamente e rapidamente per attuarlo.
Non siamo mai autorizzati a rallentare il passo, dobbiamo avanzare più rapidamente degli altri, raddoppiando e persino decuplicando il passo. Non possiamo in alcun modo accontentarci dei successi per quanto grandi siano, che abbiamo ottenuto nella costruzione economica nel dopoguerra. Questi successi sono ancora elementari e costituiscono solo le basi per future vittorie più grandi.
Le basi economiche del nostro paese nel loro insieme sono ancora deboli e il livello di vita del popolo ugualmente è basso. Inoltre, non abbiamo ancora riunificato la patria, aspirazione suprema della nostra nazione. In questa situazione, come potremmo trascinarci nell’ozio e rallentare la nostra marcia? È assolutamente impossibile! Non possiamo rilassarci né permetterci indolenza per un solo istante; ogni giorno, ogni ora, dobbiamo impegnare una lotta incessante.
Ciò appare tanto più vero in quanto l’attuale situazione, sia interna che esterna nel nostro paese è più complessa e più tesa che mai. Qualche tempo fa, gli imperialisti con in testa l’imperialismo americano, hanno scatenato nel Medio e Vicino Oriente una barbara guerra di aggressione contro i popoli arabi spingendovi come truppe d’assalto gli israeliani sionisti e, in Ungheria, hanno provocato una ribellione antigovernativa incitandovi i loro servi. Inutile dire che tutte queste infami manovre degli imperialisti si sono concluse con una vergognosa sconfitta. Ma, invece di trarre insegnamento dalle loro sconfitte, gli imperialisti scatenano, in occasione di questi due avvenimenti, una campagna anticomunista di una frenesia senza precedenti.
Da un lato, si abbandonano a rumorose fanfaronate anticomuniste, calunniando e diffamando in modo perfido i paesi socialisti e, dall’altro, si servono di ogni mezzo per seminare la discordia fra i paesi socialisti e danneggiare dall’interno il campo socialista. Profittano delle minime occasioni per inviare spie, elementi sovversivi e sabotatori nei paesi socialisti e cercano di trovare pretesti per una aggressione militare.
Anche nel nostro paese, gli imperialisti americani e il loro servitorame, la cricca di Syngman Rhee, affrettano i loro preparativi per l’aggressione contro la metà settentrionale della repubblica, agitandosi follemente come se si fosse presentata un’occasione propizia. Gli imperialisti americani mandano la loro flotta del Pacifico nelle vicinanze delle nostre acque territoriali, mentre la cricca Syngman Rhee, facendo coro, ha dato ordine, si dice, alle truppe dell’esercito fantoccio di portare a termine per la fine di quest’anno tutti i preparativi necessari alle loro azioni militari per la cosiddetta «marcia verso il Nord».
Di più, tentano di utilizzare nei loro complotti di sovversione i resti delle classi sfruttatrici rovesciate che continuano ad esistere nella metà settentrionale della repubblica e i frazionisti antipartito e controrivoluzionari. In questi giorni, la cricca di Syngman Rhee predica apertamente e senza sosta all’indirizzo di un pugno di elementi controrivoluzionari: «scatenate una ribellione come in Ungheria, e noi muoveremo un nuovo attacco». Di più, cercano, mandando numerose spie nella metà settentrionale della repubblica, di farle agire in complicità con malevoli elementi nascosti nelle nostre file e di farli tramare sinistri complotti contro il nostro partito e il governo della nostra repubblica. Il numero delle spie, degli elementi sovversivi e dei sabotatori che si introducono con questa missione nella metà settentrionale della repubblica aumenta in questi giorni in maniera considerevole.
D’altra parte, i nemici di classe e i frazionisti antipartito e controrivoluzionari nascosti in seno alle nostre file, ispirandosi alle manovre di aggressione dell’imperialismo americano e della cricca di Syngman Rhee, alzano la testa e si drizzano contro il nostro partito e il nostro regime. Il nostro Partito ha già inflitto un colpo ai frazionisti antipartito e controrivoluzionari, ma costoro continuano ad abbandonarsi alla maldicenza. Anche oggi essi biasimano senza fondamento né ragione la politica del Partito concernente i quadri, e calunniano e denigrano da diversi punti di vista la linea e la politica del nostro Partito.
L’obiettivo che si prefiggono i frazionisti antipartito e controrivoluzionari è di far sparire la profonda fiducia che i membri del Partito e il popolo hanno nel Comitato Centrale, di minare l’unità e la coesione del Partito e, attraverso questo, di far fallire la nostra opera rivoluzionaria. L’analisi delle loro numerose affermazioni dimostra che esse sono stranamente simili, sotto vari aspetti, alle affermazioni della cricca di Syngman Rhee.
Tutte queste macchinazioni dei nemici dell’interno e dell’esterno pongono grossi ostacoli al nostro Partito e al nostro popolo e rendono difficile la nostra avanzata.
Dobbiamo raddoppiare la vigilanza contro tutte le forme di macchinazione dei nemici dell’interno e dell’esterno. A qualsiasi macchinazione essi facciano ricorso, è chiaro che si concluderà con una sconfitta. È evidente. Finché il Comitato Centrale del nostro Partito, agguerrito, guiderà la rivoluzione, e il Partito e le masse popolari si uniranno in un solo blocco e si salderanno solidamente, né il piano della «marcia verso il Nord» dell’imperialismo americano e della cricca di Syngman Rhee, né i complotti dei frazionisti antipartito e controrivoluzionari potranno mai avere successo. Ma ciò non significa affatto che noi si possa rallentare la nostra vigilanza e rilassarci.
Se, inebriati dalla vittoria, rallentiamo la nostra vigilanza e non garantiamo l’unità e la coesione delle nostre file, le cose potranno volgere al peggio. Allora, l’imperialismo americano e la cricca di Ryngman Rhee potranno effettivamente attaccarci e la nostra opera rivoluzionaria urtarsi con gravi difficoltà.
Il pegno più importante della nostra vittoria nella lotta rivoluzionaria e nell’opera di edificazione consiste nell’unità e nella coesione monolitiche del nostro Partito. È una conclusione che abbiamo tratto dalla lotta rivoluzionaria di lunga durata.
Non dobbiamo permettere alcuna attività frazionistica nel partito e dobbiamo vegliare a che nessun elemento ibrido si infiltri nelle nostre file. Dobbiamo schiacciare in tempo e senza pietà, senza il minimo compromesso, ogni attività diretta a dividere il partito, la classe operaia e le masse popolari. Dobbiamo vegliare affinché tutto il partito lotti più energicamente contro il frazionismo e affinché tutti i quadri e tutti i militanti difendano l’unità e la coesione del partito come la pupilla dei loro occhi.
Nello stesso tempo, dobbiamo stare attenti che tutti i quadri e tutti i membri del partito abbiano un corretto punto di vista rivoluzionario riguardo le masse e conducano efficacemente il lavoro fra esse per legarle strettamente al nostro Partito. In particolare, è molto importante rafforzare ancora di più il lavoro di educazione ideologica della classe operaia per innalzare la sua coscienza di classe. Solo così sarà possibile condurla a difendere incondizionatamente e a tutelare fermamente il suo partito e il suo potere in tutte le circostanze, per quanto difficili e complesse siano, e ad essere all’avanguardia fra le masse popolari.
Dobbiamo condurre, parallelamente alla lotta per il rafforzamento dell’unità e della coesione delle forze rivoluzionarie del nostro paese, una energica lotta per difendere il campo socialista e rinforzare ancora di più la sua potenza.
Come ho già detto prima, attualmente, gli imperialisti cercano con tutti i mezzi di mettere in disparte i paesi socialisti gli uni dagli altri e indebolire la potenza del campo socialista. Noi non possiamo essere ingannati dalla perfidia di una simile macchinazione di discordia dagli imperialisti. Più essi ci si dedicheranno, più noi dovremmo tenere alta la bandiera dell’internazionalismo proletario, difendere energicamente e tutelare fermamente il campo socialista.
Inoltre, dobbiamo raddoppiare la vigilanza riguardo ai nemici di classe che intralciano la nostra marcia e rinforzare sempre la lotta contro di loro.
Il nostro Partito realizza attualmente i compiti rivoluzionari del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo e costruisce il socialismo impegnandosi in una dura lotta di classe. Nella metà settentrionale della Repubblica esiste ancora un certo numero di proprietari terrieri e di capitalisti ai quali abbiamo tolto le terre e le fabbriche, ed anche elementi filo-giapponesi e traditori della nazione, espulsi dagli organi di potere. Inoltre gli imperialisti americani e la cricca di Syngman Rhee inviano continuamente spie dalla Corea del sud, elementi sovversivi e sabotatori. Questi individui approfittano di tutte le occasioni per distruggere le conquiste della nostra rivoluzione, far fallire la nostra edificazione socialista, rovesciare il nostro regime socialista e restaurare il vecchio regime di sfruttamento.
Dobbiamo sempre sorvegliare da vicino i movimenti dei nemici di classe e, quando agiscono contro di noi, dobbiamo sottometterli con risolutezza, senza mai tergiversare, a sanzioni giuridiche. Attualmente, alcuni nostri funzionari, male interpretando la politica del fronte unito e la politica di classe del nostro Partito, lasciano liberi dei cattivi colpevoli e, anche nel caso in cui li arrestino, esitano ad infliggere loro sanzioni giuridiche. È questa un’azione molto pericolosa.
Mostrare indulgenza verso i nemici di classe non è un atteggiamento degno di un rivoluzionario. Richiedere a gran voce il «rispetto delle leggi» e di altre cose simili è una manovra dei frazionisti antipartito e controrivoluzionari che mirano a indebolire le funzioni della dittatura proletaria del nostro Stato. Dobbiamo completamente smascherare queste loro stupide manovre e combattere senza pietà tutti i tentativi di compromesso con i nemici di classe. Questa lotta deve essere rinforzata particolarmente fra i lavoratori del partito e dell’esercito popolare, fra i funzionari degli organi degli Interni, degli organi della giustizia e della procura.
Così, sulla base della realizzazione di un’unità e di una coesione monolitiche delle forze rivoluzionarie e del rafforzamento della lotta contro le forze controrivoluzionarie, dobbiamo dare un nuovo impulso all’edificazione economica socialista, incanalando l’ardore rivoluzionario delle grandi masse popolari verso la realizzazione del piano dell’economia nazionale per il prossimo anno.
Dobbiamo condurre una strenua lotta l’anno prossimo, perché il nostro fine da raggiungere è molto alto e grandi difficoltà ci sovrastano. Tutti i compagni qui presenti a cominciare dai membri del Comitato centrale del partito, hanno preso una ferma risoluzione, e tuttavia, se noi non incanaliamo l’ardore rivoluzionario delle grandi masse, non potremo realizzare con successo il piano per il prossimo anno né compiere un grande slancio per l’edificazione socialista. Il nostro successo nell’edificazione socialista dipende in gran parte dal modo nel quale i membri dirigenti organizzeranno e mobiliteranno le masse popolari. Se effettuerete efficacemente il lavoro politico e il lavoro organizzativo, di modo che le grandi masse popolari, prima di tutto la classe operaia, ispirandosi profondamente al richiamo del partito siano messe in movimento come un solo uomo, non ci saranno difficoltà insormontabili né fortezze imprendibili.
Al ritorno, dovrete comunicare lo spirito di questa sessione plenaria a tutti i quadri e a tutti i membri del Partito, a tutti gli operai, tecnici e impiegati nei vostri settori e nelle vostre unità per organizzarle e mobilitarle con energia in previsione della sua applicazione. Ciò che trattiene l’attenzione a questo proposito, è il condurre tutti i membri del Partito e tutti i lavoratori a combattere senza la minima esitazione e con un convincimento tanto più incrollabile della vittoria quanto i nemici all’esterno e all’interno intensificano ancora più apertamente le loro manovre per ostacolarla.
Si dice che attualmente, alcuni, poco svegli, appaiano indecisi e non lavorino come si deve dicendo: «per quale motivo costruire incessantemente dato che Syngman Rhee vuole nuovamente attaccarci». Questa è una pessima espressione. Dobbiamo condurre correttamente il lavoro di spiegazione a tutti gli operai e a tutti gli altri lavoratori per prevenire la minima espressione di questo genere.
Nessuno deve temere le fanfaronate di Syngman Rhee circa la «marcia verso il Nord». Più i nemici fanno chiasso riguardo la «marcia verso il Nord», in modo migliore dobbiamo edificare il socialismo per mostrare loro ancora una volta di cosa siamo capaci. Per questo, dobbiamo educare correttamente le masse popolari al fine di legarle ancora più saldamente al Partito, e indurre tutti i suoi membri e tutti i lavoratori ad essere sempre all’erta e pronti all’azione, a costruire e a produrre di più in tutti i settori dell’economia nazionale.
Ecco la nostra parola d’ordine: «Realizziamo prima del termine il piano quinquennale aumentando la produzione e risparmiando!». Se noi realizzeremo il piano dell’anno prossimo e finiremo prima del termine il piano quinquennale per l’aumento della produzione e metteremo in pratica il risparmio, le basi economiche del nostro paese saranno sempre più solide, la vita del popolo migliorerà rapidamente e la riunificazione della patria ancora più affrettata.
Bisognerà vigilare che in tutti i settori e in tutte le unità dell’economia nazionale, la parola d’ordine dell’aumento della produzione e il risparmio sia inalberata e il fuoco del movimento di rinnovamento sempre più attizzato, in modo che fin dai primi giorni dell’anno prossimo, i piani giornalieri, mensili e trimestrali non mancheranno di essere realizzati o superati.
Il nostro Partito e il nostro popolo debbono, effettivamente, attraversare dure prove. Malgrado ciò non ci è permesso né di indietreggiare davanti ad esse né di arrestare per un solo istante la nostra grandiosa avanzata per accelerare l’edificazione socialista. Sotto la direzione del nostro Partito, dobbiamo da un lato, impegnare tutto il partito e tutte le masse nella lotta contro le manovre di sovversione e di sabotaggio alle quali si abbandonano i nemici dell’interno e dell’esterno, e dall’altro, incanalare energicamente l’alto ardore rivoluzionario delle masse per l’edificazione socialista; ed egualmente, dobbiamo mandare in frantumi tutte le campagne anticomuniste degli imperialisti e il chiasso della cricca del traditore Syngman Rhee a proposito della «marcia verso il Nord», come anche le manovre dei nemici di classe e dei frazionisti antipartito e controrivoluzionari nascosti fra noi. È così che dobbiamo una volta di più dimostrare al mondo intero l’inflessibile spirito rivoluzionario della nostra eroica classe operaia e delle nostre masse popolari, strettamente unite al Partito in una sola volontà e in una sola ideologia.


Kim Il Sung, Opere, vol. 10, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1986, pagg. 352-61 ed. ing.

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