Per una giusta percezione del nazionalismo
PER
UNA GIUSTA PERCEZIONE
DEL
NAZIONALISMO
Colloquio
con i dirigenti del Comitato
centrale
del Partito del lavoro di Corea
26
e 28 febbraio Juché 91 (2002)
È
importante avere una corretta appercezione del nazionalismo. È
indispensabile per realizzare l’unità della nazione, difendere i
suoi interessi e contribuire a forgiare al meglio il suo destino.
Il
nazionalismo è nato
come un’ideologia
per
difendere
gli interessi delle nazioni via
via che si formavano e
si sviluppavano. Le
nazioni si sono formate
in epoche differenti,
e la
nazione è una
comunità
sociale che si è
costituita
e consolidata
storicamente sulla base dell’identità di sangue, di lingua, di
territorio e di cultura, un
gruppo sociale composto da
diverse
classi e strati sociali. In
nessuna società o
paese esiste un
individuo isolato, posto
ai margini della
nazione. Ognuno
fa parte sia
di una nazione che
di una determinata
classe o strato
sociale. Perciò
l’essere
umano è caratterizzato dalla
propria origine
nazionale così come
dalla
propria appartenenza di
classe. I tratti di classe e i tratti nazionali come pure
gli interessi di classe e gli interessi nazionali sono indissolubili.
Senza dubbio
le classi e gli strati sociali che appartengono a una nazione hanno
esigenze
e interessi diversi
a seconda della rispettiva
posizione socio-economica. E
tuttavia i membri di
una nazione hanno un interesse comune a
difendere l’indipendenza e l’identità della
nazione e a raggiungere
la prosperità nazionale, che
scavalca gli interessi
delle classi e degli strati sociali. Giacché
il destino della nazione rappresenta il destino dei suoi membri e
da esso dipendono
le sorti di ogni individuo.
Nessuno
vuol vedere
la propria nazione
calpestata nella
sua sovranità
e nel suo
onore
e disprezzata nella sua identità. Ognuno
ama la propria nazione, dà
molta importanza alle
sue caratteristiche e
ai suoi interessi e
aspira alla sua prosperità; è un tratto ideologico, affettivo e
psicologico comune ai
membri della nazione.
Questo trova riflesso
nel nazionalismo,
ideologia dell’amore per la nazione e della difesa dei suoi
interessi per eccellenza. Dato che
gli uomini vivono e
plasmano il loro
destino riferendosi al
concetto di Stato nazionale,
l’autentico
nazionalismo si
identifica con
il patriottismo. La
difesa degli interessi nazionali e l’amore per il paese e la
nazione, questo è
il carattere progressivo
del nazionalismo.
Il
nazionalismo era un’idea
di carattere
progressivo
quando si è
fatto strada
durante la
formazione e lo
sviluppo delle nazioni;
però in
passato era percepito
come un’ideologia
favorevole ai soli
interessi della borghesia. Ai
tempi del movimento
nazionalista contro il feudalesimo, in
effetti,
la borghesia emergente
si poneva
all’avanguardia
dell’azione sotto la bandiera del nazionalismo. Ma i suoi interessi
coincidevano per
l’essenziale con
quelli delle masse popolari nella battaglia contro il feudalesimo e
di conseguenza
il nazionalismo brandito dalla borghesia figurava
come un
vessillo
fedele agli
interessi nazionali
comuni.
Dopo la vittoria della rivoluzione borghese, con
lo sviluppo del
capitalismo e la borghesia che si ergeva a classe dominante
reazionaria, il nazionalismo è
servito come
strumento per
proteggere
gli interessi di quella
classe. Visto
che la borghesia si
serviva del nazionalismo come strumento ideologico per cementare
il suo dominio
spacciando
i propri
interessi di classe per interessi nazionali, il nazionalismo è
stato inteso
dal popolo
come una tendenza borghese, contraria agli interessi nazionali. È
opportuno distinguere il vero nazionalismo, fatto di
amore per la nazione ed
attaccamento ai suoi
interessi, e il nazionalismo borghese, favorevole agli interessi di
un’unica
classe. Nelle relazioni
internazionali
il nazionalismo borghese si manifesta
come egoismo
nazionale, esclusivismo
nazionale o sciovinismo
da
grande
potenza,
e in quanto
ideologia reazionaria esso
semina discordia e zizzania tra gli Stati nazionali
e nuoce allo sviluppo dei
rapporti d’amicizia
tra i popoli.
La
teoria rivoluzionaria originale
della classe operaia non ha
gettato
luce esplicativa
sul nazionalismo. Poiché
si concentrava
sul
rafforzamento dell’unione
e della solidarietà internazionale della classe operaia di tutti i
paesi, problema fondamentale nel
movimento socialista dell’epoca, essa non ha
prestato la dovuta attenzione
al problema nazionale
e per
giunta
ha etichettato
il
nazionalismo come
una
corrente ideologica
antisocialista perché
il nazionalismo borghese ne falsava il
concetto. Perciò
il nazionalismo fu
respinto e
ritenuto
incompatibile con il
comunismo.
È
sbagliato
credere che essi
si escludano a vicenda.
Il comunismo non difende solo gli interessi della classe operaia.
Esso serve tanto
gli interessi della
nazione quanto
quelli della classe operaia, implica un amore autentico per il paese
e la nazione. Anche il nazionalismo difende gli interessi del paese e
della nazione. L’amore per il paese e la nazione è il tratto
ideologico e affettivo che
accomuna il
comunismo e il
nazionalismo; in ciò
risiede la base
ideologica della loro
alleanza.
Nulla
può quindi
fondare
o giustificare la
contrapposizione del
comunismo al nazionalismo e il
rifiuto di
quest’ultimo.
Il
nazionalismo non
contraddice nemmeno
l’internazionalismo.
Internazionalismo
è
reciproco aiuto,
sostegno e solidarietà fra
paesi e nazioni. Poiché
i paesi sono delimitati da frontiere ed
esistono differenze di nazionalità,
la rivoluzione e l’edificazione
si svolgono
nel quadro di ciascuna nazione. Di conseguenza, l’internazionalismo
investe
i rapporti
fra
gli Stati nazionali e
presuppone il nazionalismo. L’internazionalismo
avulso dai concetti di
nazione e di nazionalismo è solo un guscio vuoto.
Chi è indifferente al destino del proprio paese e della propria
nazione non può essere
internazionalista.
Ogni
rivoluzionario deve anzitutto
battersi per
lo sviluppo
e la prosperità del proprio paese e della propria nazione per
onorare l’internazionalismo.
Per
la prima volta nella storia il
Presidente Kim Il Sung, grande
leader, ha
dato lumi
esplicativi
sul nazionalismo e
illustrato i rapporti
tra
il comunismo e il nazionalismo, tra i comunisti
e i nazionalisti
nella pratica della lotta rivoluzionaria per plasmare
il destino del paese e della nazione. Ha
indicato che per
divenire
un comunista bisogna
prima essere
un vero nazionalista.
Pronto
a dedicare
la vita al bene
del
paese e della
nazione, ha intrapreso
il cammino della lotta rivoluzionaria in giovane età e
ha creato
le immortali idee del Juché, alla luce delle quali ha
formulato una
giusta concezione jucheana della nazione e chiarito
scientificamente l’essenza e il carattere progressivo
del nazionalismo. Unendo nel
migliore dei modi lo
spirito di classe e l’identità nazionale, il socialismo e il
destino della nazione, ha
realizzato
l’alleanza tra i
comunisti e i
nazionalisti,
ha consolidato
la base di classe e la base nazionale del socialismo nel nostro paese
e ha
trascinato
i nazionalisti sulla strada
dell’edificazione del socialismo e della riunificazione del paese.
Attratti
dalla magnanimità e dalla nobiltà d’animo del grande
leader, numerosi nazionalisti hanno
rotto
con il proprio
vergognoso
passato e
si sono incamminati
sulla via patriottica
dell’unità nazionale e della riunificazione del
paese. Tale fu Kim Ku
che, dopo aver vissuto da anticomunista, ha
finito per cambiare
rotta al vespro
della sua vita
e mettersi
al servizio della patria
scegliendo di collaborare con
i comunisti. Tale fu
anche Choe Tok Sin, nazionalista che ha
avuto l’onore di
vivere da patriota nell’abbraccio
del leader. Il grande
leader ha
apprezzato
e difeso
non solo
l’indipendenza della nostra nazione, ma anche quella di tutti i
popoli del pianeta;
ha
consacrato
tutti i suoi sforzi sia
alla sovranità
del mondo intero che
alla nostra rivoluzione. Si può
affermare che nessuno
al mondo si è dedicato all’indipendenza, alla
sovranità e alla
prosperità della nazione e all’avvenire radioso dell’umanità
quanto il nostro
leader. Egli fu il
comunista più convinto, un patriota senza eguali,
un nazionalista autentico e
insieme un modello
d’internazionalismo.
Anch’io
affermo,
come insegnava
il leader,
che bisogna
dapprima
essere un ardente patriota e un vero nazionalista per
diventare un autentico rivoluzionario,
un comunista.
Il
comunista che combatte
per la
sovranità delle
masse popolari deve
necessariamente essere un
vero nazionalista. Chi lotta
per il
proprio popolo, la propria nazione e la propria patria è un
comunista autentico, un vero nazionalista e un fervente
patriota. Così come
chi non ama i propri genitori e i propri fratelli e sorelle non può
amare il proprio paese e i
propri compatrioti,
allo stesso modo chi
non ama il proprio paese e la propria nazione non può diventare
comunista. Noi siamo i
fedeli continuatori delle
nobili idee d’amore per
il paese, la nazione e
il
popolo del
grande leader,
e ci adoperiamo
per radunare tutte le classi e gli
strati sociali della nazione con la
forza di una
politica inclusiva
e per
guidarli
sulla via del
patriottismo.
Sono
gli imperialisti, e
non i comunisti, ad
opporsi
al nazionalismo e ad
ostacolare
lo sviluppo indipendente delle nazioni. Gli imperialisti tramano
subdolamente per realizzare le
loro ambizioni
di dominio sotto
l’insegna della
«globalizzazione» e dell’«integrazione». Sostengono che
l’edificazione di Stati nazionali sovrani, l’amore per la patria
e per il paese siano «pregiudizi nazionali retrogradi» e che la
«globalizzazione» e l’«integrazione» siano la tendenza propria
dell’epoca in
cui la scienza e la
tecnica si sviluppano a ritmo accelerato e gli scambi economici
avvengono su scala mondiale. Ai giorni nostri ogni paese o nazione
plasma il proprio
destino in base alle
proprie
idee, al
proprio
regime e alla
propria
cultura, escludendo così
l’«integrazione»
politica, economica, culturale e ideologica del mondo. La
«globalizzazione» e l’«integrazione» predilette dagli
imperialisti statunitensi perseguono
l’obiettivo di
trasformare il globo terrestre nel
mondo «libero» e «democratico» di stampo americano in cui
potranno dominare
e soggiogare tutti i paesi e le nazioni. Noi
viviamo nell’epoca
dell’indipendenza.
La storia dell’umanità non
avanza sotto l’impulso
delle mire
egemoniche e della politica d’aggressione
degli imperialisti, ma
in virtù della lotta per la sovranità delle masse popolari.
Le manovre degli imperialisti per
la «globalizzazione»
e l’«integrazione» sono destinate
ad infrangersi contro
l’energica
lotta
dei popoli del pianeta che aspirano all’indipendenza.
Dobbiamo
respingere
e combattere con
risolutezza i tentativi
di «globalizzazione» e di
«integrazione» e
lottare senza tregua
per la tutela
dell’identità della
nostra nazione e per
la salvaguardia
della
nostra indipendenza nazionale. Per
questo d’altronde noi
insistiamo spesso sul valore inestimabile della nazione coreana.
Per
difendere e mettere a
frutto la
sovranità nazionale, è
della massima importanza riunificare il paese. Sebbene
artefice di una storia e di una cultura molto antica
ed erede di tradizioni patriottiche, la
nostra nazione è stata
divisa in Nord e Sud dalle forze straniere più di mezzo secolo fa.
La spartizione del
territorio e la
scissione nazionale
sono
d’ostacolo
allo sviluppo unitario
della nazione e le
causano
sventure e sofferenze incommensurabili. Riunificare il paese non
è solo un’esigenza
vitale del nostro
popolo,
ma anche
la volontà e l’aspirazione unanime della
nostra nazione.
Lo
storico incontro di Pyongyang e la Dichiarazione comune
Nord-Sud del 15 giugno hanno inaugurato la
nuova epoca
di
grande unità nazionale e
riunificazione
indipendente.
La Dichiarazione congiunta
chiarisce da tutti i
punti di vista i
princìpi e le vie
che la nostra nazione
deve seguire per
riunificare la patria
in totale
indipendenza e con i
propri sforzi. È un programma di
unità nazionale e una
piattaforma di riunificazione basata sull’idea «fra
noi coreani» e pervasa
dallo spirito di
amare
il paese e la nazione. Sostenere,
difendere ed applicare alla lettera
la Dichiarazione comune Nord-Sud del 15 giugno è
la fondamentale
garanzia
della sovranità,
della pace e della riunificazione. La nazione coreana è invitata a
combattere come un sol
uomo ispirandosi alla
Dichiarazione congiunta,
piattaforma della riunificazione, e a portare
a buon fine quest’opera
storica.
―
Kim
Jong Il,
Opere
scelte,
vol. XV,
Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2011,
pp. 242-247.
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