Sull'eliminazione del dogmatismo e del formalismo e l'instaurazione del Juche nel lavoro ideologico
KIM IL SUNG
SULL'ELIMINAZIONE DEL DOGMATISMO E DEL FORMALISMO E L'INSTAURAZIONE DEL JUCHE NEL LAVORO IDEOLOGICO
Discorso
pronunciato ai propagandisti e agli attivisti del Partito
28 dicembre 1955
Vorrei oggi parlarvi dei difetti nel lavoro ideologico del nostro Partito e fare qualche suggerimento sui mezzi per eliminarlo in futuro. Come avete sentito durante la seduta di ieri, sono stati commessi gravi errori ideologici nel campo letterario. È dunque evidente che neppure il nostro lavoro di propaganda ha potuto essere impeccabile. Purtroppo le nostre attività propagandistiche risentono del dogmatismo e del formalismo in numerosi punti.
L'assenza
di profondità nel modo di affrontare i problemi e le mancanze di
Juche sono i principali difetti del nostro lavoro ideologico. Può
sembrare improprio dire che ci manca il Juche, ma in effetti il Juche
non si è ancora completamente radicato. È un problema spinoso.
Dobbiamo correggere radicalmente questi difetti. Se non risolviamo
questa questione, non possiamo sperare buoni risultati dal lavoro
ideologico. Perché le nostre attività ideologiche soffrono di
dogmatismo e di formalismo? Perché i nostri propagandisti e i nostri
attivisti non vanno a fondo dei problemi, li affrontano solo
superficialmente e si accontentano di copiare e di imparare a memoria
tutto ciò che viene dall'esterno invece di lavorare in modo
creativo? E necessario riflettere seriamente su queste cose.
Che
cosa rappresenta il Juche nel lavoro ideologico del Partito? Che cosa
facciamo? Noi non facciamo la rivoluzione di un paese straniero, ma
la rivoluzione coreana. E proprio questa rivoluzione coreana è il
Juche nel lavoro ideologico del nostro Partito. Pertanto tutto questo
lavoro deve essere necessariamente subordinato agli interessi della
rivoluzione coreana. Se studiamo la storia del Partito Comunista
dell'Unione Sovietica e la storia della rivoluzione cinese, se
guardiamo ai principi del marxismo-leninismo, è solo per attuare
correttamente la nostra rivoluzione.
Dicendo che il lavoro
ideologico del nostro Partito manca di Juche, non voglio affermare
naturalmente che non abbiamo fatto la rivoluzione, né che questa sia
stata fatta da altri, ma dato che non abbiamo saldamente inserito il
Juche nel nostro lavoro ideologico, vengono commessi gravi errori
dogmatici e formalisti che causano gravi pregiudizi nella nostra
opera rivoluzionaria.
Per fare la rivoluzione coreana dobbiamo
conoscere la storia e i costumi del popolo coreano e la geografia
della Corea. Solo in questo modo ci sarà possibile educare il nostro
popolo in maniera conveniente e ispirargli un amore ardente per il
suo paese.
È molto importante studiare la storia della nostra patria, quella delle lotte del nostro popolo e diffonderle tra i lavoratori.
Non è la prima volta che solleviamo questo problema. Già nell'autunno 1945, cioè subito dopo la liberazione, abbiamo sottolineato come occorresse studiare la storia delle lotte della nostra nazione e come le sue belle tradizioni dovevano essere continuate. Solo educando il nostro popolo nella storia della sua lotta e nella tradizione di questa, potremo ispirargli una più grande fierezza nazionale e incoraggiare le grandi masse alla lotta rivoluzionaria.
Invece, siccome molti dei nostri funzionari ignorano la storia del nostro paese, non si sforzano di scoprire, di continuare e di sviluppare le sue eccellenti tradizioni. Se non si cambia, il risultato finale sarà quello di rinnegare la storia della Corea.
Gli
errori commessi recentemente da Pak Chang Ok e dai suoi simili devono
essere attributi proprio al rifiuto della storia del movimento
letterario coreano, Essi hanno chiuso gli occhi davanti alla lotta
dei bravi scrittori che costituiscono la KAPP, cioè la Associazione
Coreana degli Scrittori Proletari, e anche alle eccellenti opere di
Pak Yon Am, di Jong Da San e di altri scrittori progressisti del
nostro paese. Noi avevamo loro suggerito di fare uno studio
approfondito di queste cose e di diffonderle su vasta scala, ma essi
non ne hanno fatto niente.
Oggi, dieci anni dopo la liberazione,
esistono tutte le condizioni per raccogliere i materiali della nostra
eredità letteraria e per svilupparli pienamente, ma i lavoratori del
settore di propaganda non vi prestano alcuna attenzione.
Durante
la V Sessione plenaria del Comitato Centrale del Partito fu deciso
di fare un’attiva propaganda alla storia della lotta del nostro
popolo e alla sua valida eredità culturale, ma i nostri
propagandisti hanno fallito in questo impegno: hanno persino impedito
ai giornali di pubblicare alcuni articoli sulla lotta antigiapponese
del popolo coreano. Per esempio, l'episodio degli studenti di Gwangju
fu una lotta di massa, nel corso della quale decine di migliaia di
giovani coreani si sollevarono contro l'imperialismo giapponese.
Questo episodio fu molto importante per la diffusione delle idee
antigiapponesi tra le grandi masse dei giovani coreani. Avremmo
dovuto fare una vasta propaganda a questo movimento ed educare i
giovani nel valoroso spirito di lotta di cui diedero prova i loro
predecessori. Mentre i nostri propagandisti non riprendono queste
cose, Syngman Rhee utilizza questo movimento per la sua propaganda.
Ciò ha creato la falsa impressione che i comunisti disprezzino le
tradizioni nazionali, Niente di più falso! Comunque ci sarà
impossibile guadagnare la simpatia della gioventù sud coreana se
continuiamo a lavorare così.
Finora questo lavoro non è stato
fatto, anzi lo si è abbandonato totalmente, benché nessuno avesse
ordinato di farlo. I giornali non hanno scritto niente su questi
problemi e non si è tenuto nessun incontro commemorativo. L'Unione
della Gioventù Democratica avrebbe dovuto essere la promotrice della
propaganda dell'episodio degli studenti di Kwangju, perché è un
eccellente esempio della lotta antimperialista dei giovani coreani.
Si
può dire la stessa cosa dell'Episodio degli Evviva del 10 giugno;
anche questa fu una lotta di massa, nel corso della quale il popolo
coreano si sollevò contro l'imperialismo giapponese.
È vero che
la lotta fu grandemente ostacolata dagli elementi frazionisti che vi
si erano introdotti. Se anche dopo la liberazione la cricca di spie
di Pak Hon Yong e di Ri Song Yop poté insinuarsi nelle nostre file e
commettere le sue malefatte, si può senz'altro dire che gli elementi
frazionisti potevano in quel periodo svolgere ancor più facilmente
le loro attività sovversive. Ma la lotta in sé era forse sbagliata?
No, è impossibile. Benché la lotta sia fallita a causa di qualche
cattivo elemento insinuato si nella direzione dell'organizzazione,
non possiamo negarle un carattere rivoluzionario; bisogna invece
trarre validi insegnamento da questo fallimento.
E
ancor peggio, nessuna pubblicità è stata fatta al Movimento del 1°
Marzo; se continuate a lavorare in questo modo, non potrete condurre
sulla buona strada né i comunisti né le persone progressiste che
hanno una coscienza nazionale. L'assenza della direzione del Partito
Comunista fu la causa principale del fallimento del Movimento del 1°
Marzo. Ma chi potrebbe negare il fatto che fu un movimento di
resistenza nazionale contro l'imperialismo giapponese? Dobbiamo
spiegare al popolo il significato storico di questo movimento e
trarne insegnamenti per educarlo.
In passato numerose lotte
rivoluzionarie fallirono a causa degli scellerati che si erano
infiltrati nella direzione dei vari movimenti; ma non si possono
rinnegare queste lotte combattute dal popolo. Le masse popolari hanno
sempre combattuto valorosamente; ci si domanda se Pak Chang Ok le
abbia rinnegate di testa propria: ma un autentico marxista-leninista,
chiunque esso sia, non oserebbe mai rinnegare i traguardi raggiunti
dal popolo nella sua lotta.
Quando
ho chiesto a Pak Chang Ok e ai suoi partigiani la ragione della loro
opposizione alla KAPP, hanno risposto che in questa organizzazione si
erano introdotti alcuni rinnegati. Ma la KAPP, in cui hanno avuto
ruoli di primo piano il compagno Ri Ki Yong e altri eminenti
scrittori proletari, è davvero un'organizzazione inutile? Dobbiamo
stimare sinceramente gli obiettivi raggiunti nella lotta da quelle
persone e far sì che abbiano un ruolo essenziale nello sviluppo
della nostra letteratura.
Con quali mezzi potremmo fare la
rivoluzione se rinneghiamo la storia della lotta del nostro popolo?
Se scartassimo tutto ciò, vorrebbe dire che il nostro popolo non ha
raggiunto alcun obiettivo. Ci sono molte cose di cui possiamo essere
fieri nel passato del movimento contadino del nostro paese; e invece,
durante gli ultimi anni, non è stato pubblicato su di un giornale
nemmeno un articolo che parli di questo argomento.
Anche
a scuola c'è la tendenza a trascurare la storia della Corea. Durante
la guerra la Scuola Centrale del Partito prevedeva nel proprio
programma di istruzione annuale 160 ore per lo studio della storia
mondiale, ma ben poche ore per la storia della Corea, Se la scuola
del Partito va avanti così, è naturale che i nostri funzionari non
conoscano la storia del loro paese.
Nelle attività di propaganda
si possono trovare vari esempi che dimostrano come spesso si loda ciò
che viene dall'estero e si disprezza quello che avviene tra di noi.
Una volta ho visitato una casa di riposo dell'Esercito Popolare in cui c'era un quadro della steppa siberiana attaccato al muro. Questo paesaggio è probabilmente adatto ai Russi, ma i Coreani preferiscono le magnifiche montagne e i bei fiumi del nostro paese. Abbiamo montagne splendide, come il monte Kumgang e il monte Myohyang; fiumi limpidi, un mare azzurro dalle onde tranquille, risaie e campi coi loro frutti maturi. Se vogliamo ispirare ai soldati del nostro Esercito Popolare l'amore per la loro patria, bisogna mostrare loro dei quadri coi bei paesaggi del nostro paese. Questa estate ho visitato la sala di propaganda democratica di una località e ho visto dei quadri riguardanti il piano quinquennale dell’Unione Sovietica, ma nessun quadro sul piano triennale nazionale. C’erano anche delle foto riguardanti la grandiosa mole di alcune fabbriche straniere, ma neppure una foto sulle officine in ampliamento o in costruzione da noi. Si arriva persino a dimenticare cose semplicissime come l'esposizione di quadri o di foto sulla costruzione economica, per non parlare dello studio della storia del nostro paese. Quando sono andato in una scuola primaria, ho notato che i ritratti appesi alle pareti erano di scrittori stranieri come Maiakovski, Puskin, ecc., ma neppure uno di personalità coreane. Se istruiamo in questo modo i nostri figli, come potranno dar prova di fierezza nazionale? Ecco un esempio ridicolo: anche stabilendo il posto dell'indice della materia in un libro si arriva a scimmiottare l'abitudine straniera, mettendolo alla fine del testo. È certo giusto imparare le esperienze valide di edificazione del socialismo, ma che bisogno abbiamo di mettere gli indici delle materie alla fine del libro come fanno all'estero? Non si addice al gusto dei Coreani.
Anche nella compilazione dei manuali scolastici, si utilizzano brani di opere straniere e non quelli di opere coreane. Ciò è dovuto alla mancanza di Juche.
Una simile mancanza ha causato molti danni all’attività del Partito; per la stessa ragione numerosi compagni non sanno rispettare i nostri rivoluzionari. Attualmente più di 100 compagni che in passato avevano partecipato alla lotta rivoluzionaria seguono i corsi della Scuola Centrale del Partito, ma finora sono stati lasciati nell'ombra.
Abbiamo inviato molti rivoluzionari al ministero dell'Interno, ma molti di loro sono stati congedati col pretesto di incompetenza. Una volta alla Scuola Centrale del Partito ho incontrato un compagno che aveva svolto un tempo varie attività rivoluzionarie; era stato confinato per otto anni al posto di capoufficio degli affari interni di una circoscrizione. È un atteggiamento veramente scorretto nei confronti dei rivoluzionari.
Adesso i nostri funzionari sono divenuti così insolenti che non hanno più alcun rispetto per chi è più anziano di loro. I comunisti hanno naturalmente un senso morale più elevato degli altri e hanno una grande stima dei loro predecessori rivoluzionari; ma abbiamo lasciato che i nostri funzionari assumessero abitudini diverse.
All'interno del nostro Esercito Popolare, è stata condotta una lotta vigorosa per continuare le tradizioni rivoluzionarie e di conseguenza quelli che avevano svolto attività rivoluzionarie sono spesso divenuti comandanti di reggimento o di divisione.
Se
al momento dell'organizzazione dell'Esercito Popolare non avessimo
preso come nucleo gli antichi quadri rivoluzionari, che sarebbe
successo durante l'ultima guerra? Ci sarebbe stato impossibile
battere il nemico e riportare una grande vittoria in condizioni così
difficoltose.
Alcuni stranieri dissero che la maggior parte delle
nostre unità accerchiate dal nemico al tempo della ritirata, non
avrebbero potuto rientrare, ma noi eravamo fermamente convinti che
sarebbero rientrate tutte, ad ogni costo. Infatti, i soldati di tali
unità ci raggiunsero presto, ad eccezione naturalmente di quelli che
persero la vita. Gli stranieri furono colpiti da questo fatto e
dissero che esistevano pochi eserciti come il nostro nel mondo. Come
è possibile spiegare questo fenomeno? Semplicemente col fatto che il
nostro esercito era composto da compagni che avevano già partecipato
sia al movimento di guerriglia, sia ai movimenti rivoluzionari
locali. Ecco perché il nostro esercito è forte.
Sono ormai trascorsi 10 anni dalla fondazione del nostro Partito e i suoi membri devono perciò essere educati allo studio della storia del Partito stesso. Se i funzionari non conoscono la storia della rivoluzione del nostro paese, saranno incapaci di sviluppare le sue belle tradizioni di lotta, non sapranno che direzione prendere e sarà loro impossibile mostrare entusiasmo e spirito creativo nelle loro attività rivoluzionarie.
Bisogna studiare seriamente quello che ci riguarda e conoscerlo bene, altrimenti non saremo in grado di risolvere in modo intelligente e conformemente alle nostre reali condizioni i problemi nuovi che incontreremo quotidianamente nella pratica.
La
forma del nostro potere deve certamente corrispondere alle condizioni
specifiche del paese. La forma del nostro potere popolare è del
tutto identica a quella di altri paesi socialisti? No. Questi poteri
sono uguali nella misura in cui sono fondati sui principali
marxisti-leninisti ma le loro forme sono assai diverse l'una
dall'altra. Senza dubbio il nostro Programma politico corrisponde
anche alla realtà del paese. Il nostro programma politico in 20
punti è lo sviluppo del programma dell'Associazione per la
Restaurazione della Patria. Come tutti sapete, l'Associazione per la
Restaurazione della Patria esisteva prima che il nostro paese venisse
liberato.
I nostri funzionari spesso commettono degli errori
perché non comprendono chiaramente queste cose.
Ci sono persone
che trovano strano il fatto stesso che il movimento di
cooperativizzazione agricola compia rapidi progressi nel nostro
paese. Non c'è nulla di strano in questo. In passato le basi
economiche dei contadini coreani erano molto deboli e la terra
sterile; il movimento contadino si sviluppò sotto l'imperialismo
giapponese, ma da allora il suo spirito rivoluzionario si è molto
elevato. Inoltre i contadini sono stati particolarmente temprati nel
corso della costruzione democratica dopo la liberazione e durante la
sanguinosa guerra che abbiamo condotto, È dunque naturale che
attualmente il movimento di cooperativizzazione agricola faccia
rapidi progressi.
Pak Yong Bin, al suo ritorno
dall'Unione Sovietica, affermò che siccome l'URSS si orientava verso
la distensione internazionale, anche noi dovevamo abbandonare i
nostri slogan contro l'imperialismo americano. Questa pretesa non ha
niente da spartire con l'iniziativa rivoluzionaria; essa
addormenterebbe la vigilanza rivoluzionaria del nostro popolo. Gli
imperialisti americani hanno stretto il nostro territorio in un
cerchio di fuoco, massacrato i suoi innocenti abitanti e ancora
occupano la parte sud della nostra patria. Non sono perciò stesso
nostri nemici giurati?
È davvero stupido pensare che la lotta del
nostro popolo contro gli imperialisti americani sia in contraddizione
con gli sforzi del popolo sovietico per la distensione
internazionale. Il fatto che il nostro popolo condanni la politica di
aggressione alla Corea degli americani e lotti contro di essa non è
in contraddizione con la lotta di tutti i popoli per la distensione
internazionale e per la salvaguardia della pace, ma costituisce anzi
un effettivo contributo a questa lotta. Nello stesso tempo, gli
sforzi per la distensione internazionale intrapresi dal popolo
sovietico e dagli altri popoli amanti della pace, creano condizioni
ancor più favorevoli per la lotta antimperialista del nostro
popolo.
Pak Chang Ok si è ideologicamente alleato allo scrittore
borghese reazionario Ri Tae Jun, in quanto non ha voluto studiare la
storia del nostro paese né la nostra realtà. C’erano ancora
residui dell'ideologia borghese nel suo pensiero, ma quello che l'ha
perso è stata la sua vanità che lo spingeva a credere di poter
conoscere tutto senza neppure prendersi la briga di studiare. Il
danno che ha causato al lavoro ideologico è molto grave.
Dopo la liberazione, lui e i suoi seguaci dichiararono che Ri Kwang Su aveva talento e che bisognava anteporlo agli altri; ho già sottolineato come un tale modo di fare fosse scorretto. Ri Kwang Su ha scritto un romanzo intitolato La moglie di un rivoluzionario, in cui proferisce insulti nei confronti dei rivoluzionari usciti di prigione. Ri Kwang Su è un miserabile che pretende che i coreani e gli imperialisti giapponesi discendano dagli “stessi antenati”. Per questo ho detto che non era neppure pensabile di poter conferire gli allori a un simile individuo e non ho mai permesso che lo si facesse.
Alcuni compagni che lavoravano nel dipartimento della propaganda del Partito cercavano di copiare meccanicamente, nel loro lavoro, i colleghi dell’Unione Sovietica. Mancavano in ciò dello spirito autenticamente marxista-leninista che li avrebbe portati a educare le persone nelle tradizioni della nostra rivoluzione e della nostra patria. Numerosi compagni inghiottono in un solo colpo tutta l'ideologia marxista-leninista, invece di assimilarla e assumerla come propria; è dunque chiaro che costoro non possono dare prova di iniziativa rivoluzionaria.
Finora non siamo ancora arrivati ad organizzare sistematicamente lo studio della storia del nostro paese e della nostra cultura nazionale. Sono già trascorsi 10 anni dalla liberazione, eppure non abbiamo ancora affrontato questo problema se non molto tiepidamente. All'inizio non avevamo dei quadri, ma ora abbiamo degli esperti, i fondi e i materiali. Ora abbiamo mezzi per farlo. Basta che voi utilizziate il vostro cervello e organizziate il lavoro in modo che possa essere rapidamente strutturato. Dobbiamo fare ogni sforzo per recuperare la nostra eredità nazionale, continuarla e approfondirla. Certo, dobbiamo attivamente assimilare ciò che c’è di più avanzato nel mondo, ma introducendo la cultura progressista non dobbiamo mancare di sviluppare quanto vi è di buono tra di noi. Altrimenti il nostro popolo perderebbe la fede nella propria forza e diventerebbe un popolo senza vitalità, che si sforza solo di copiare gli altri.
Alcuni, vedendoci sottolineare la necessità di instaurare il Juche, potrebbero capirlo in modo semplicistico e credere a torto che non sia necessario imparare dall'estero. Non si tratta di questo. Dobbiamo assimilare le esperienze più valide di tutti i paesi socialisti.
L'importante è sapere quale è lo scopo dei nostri studi; esso è essenzialmente trarre profitto, per la causa della rivoluzione coreana, dalle esperienze più avanzate dell'Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti. Durante la guerra Ho Ka I, Kam Jae Uk e Pak Il U litigarono inutilmente a proposito dei metodi di lavoro politico all'interno dell'esercito. Quelli che erano ritornati dall'Unione Sovietica volevano il modello sovietico, quelli provenienti dalla Cina il modello cinese. Essi litigarono a lungo, alcuni difendendo il modo sovietico, altri il modo cinese; tutto ciò è veramente assurdo.
Che si mangi il riso con la mano destra o con la sinistra, con un cucchiaio o con le bacchette, non vale la pena di preoccuparsene. Qualunque metodo si adoperi, lo scopo è sempre mangiare, non è vero? Che bisogno c’è di preoccuparsi dei “modi” in tempo di guerra? Quando facciamo un lavoro politico per rafforzare il nostro Esercito Popolare e vincere la battaglia, tutti i modi sono buoni se lo scopo viene raggiunto. Invece Ho Ka I e Pak Il U discussero a lungo per simili sciocchezze: ciò non porta a nulla se non ad un indebolimento della disciplina all'interno del Partito. A quel tempo il Comitato Centrale del Partito sottolineò che dovevamo imparare tutto ciò che c’è di valido sia nell'esperienza sovietica che cinese e su questa base elaborare un metodo di lavoro politico che tenesse conto delle reali condizioni della Corea.
Ciò che è necessario nel lavoro è cogliere la verità rivoluzionaria, la verità marxista-leninista e applicarla in conformità con le condizioni reali del paese.
Non può esserci un principio secondo il quale bisogna seguire esattamente il metodo sovietico; alcuni difendono il metodo sovietico, altri preferiscono il metodo cinese. Ma non è forse il tempo di creare un nostro proprio metodo?
L'importante è di non copiare meccanicamente lo stile e i modi usati in URSS, ma studiare la loro esperienza di lotta e la verità del marxismo-leninismo. Così, pur continuando ad imparare instancabilmente dall'Unione Sovietica, non dobbiamo dare troppa importanza alla forma, ma piuttosto mettere l'accento sullo studio dell'essenza della sua esperienza. C'è invece una tendenza troppo diffusa ad imitare solo uno stile e un metodo. Quando la Pravda pubblica a grossi titoli: «Un giorno nella nostra patria» il nostro Rodong Sinmun l'imita: «Un giorno nella nostra patria». Che bisogno c'è di copiare anche queste cose? E lo stesso accade per i vestiti. Dato che esistono dei bellissimi vestiti coreani per le donne coreane, perché esse dovrebbero abbandonarli per portare dei vestiti che non convengono loro? Non c’è alcun motivo per agire in questo modo. Ho suggerito alla compagna Pak Jong Ae di fare in modo che le donne continuino a vestirsi, per quanto possibile, con abiti coreani.
Copiare solamente lo stile degli altri, senza uno studio approfondito della dottrina marxista-leninista, non solo non porta a nulla di buono, ma anzi causa dei danni.
Nella lotta rivoluzionaria e nell'opera di costruzione dobbiamo fermamente aderire ai principi marxisti-leninisti e applicarli in modo creativo, conformemente alle condizioni concrete e ai problemi particolari del nostro paese.
Se applichiamo meccanicamente le esperienze straniere, ignorando la storia del nostro paese e le tradizioni del nostro popolo, ciò ci porterà a commettere errori di dogmatismo e causerà gravi danni alla rivoluzione. Una simile pratica non può essere giudicata fedele né al marxismo-leninismo, né all'internazionalismo; va anzi contro i suoi principi.
Il marxismo-leninismo non è un dogma, è una guida per l'azione e una dottrina creativa. Ma esso non può dare prova della sua indistruttibile potenza se non viene applicato in modo creativo, conformemente alle concrete condizioni del paese. Ciò vale anche per le esperienze dei partiti fratelli. Le loro esperienze saranno valide solo se le studiamo per trarne l'essenza e le applichiamo correttamente alle nostre stesse situazioni. Se invece, le assumiamo in blocco per evitare un nostro lavoro, il risultato sarà non solo di portare danno alla nostra attività, ma di far sorgere falsi pregiudizi nei confronti delle valide esperienze dei partiti fratelli.
Per quanto riguarda il consolidarsi del Juche, penso che sia necessario menzionare il patriottismo e l'internazionalismo. L'internazionalismo e il patriottismo sono consapevolmente legati l'uno all'altro. Dobbiamo sapere che l'amore dei comunisti coreani per il nostro paese non è in contraddizione con l'internazionalismo della classe operaia, ma è ad esso perfettamente conforme. Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia. Il solo obiettivo supremo della classe operaia di tutti i paesi è di costruire la società comunista. La differenza, se ce n'è una, consiste nel fatto che esistono paesi più avanzati e altri arretrati. Sarebbe sbagliato incoraggiare solo il patriottismo per trascurare la solidarietà internazionalista. Per la vittoria della rivoluzione coreana e per la grande causa della classe operaia internazionale, dobbiamo rafforzare la solidarietà con il popolo sovietico, nostro liberatore e nostro appoggio, e con i popoli di tutti i paesi socialisti. È per noi un sacro dovere internazionalista. Dal canto suo, il popolo sovietico fa ogni sforzo per rafforzare la sua solidarietà, non solo con i paesi del campo socialista, ma anche con la classe operaia di tutto il mondo, per compiere nello stesso tempo la costruzione del comunismo in ogni paese e il trionfo della rivoluzione mondiale.
Il patriottismo e l'internazionalismo sono inseparabili l'uno dall'altro. Chi non ama la sua patria, non può essere leale nei confronti dell'internazionalismo, e colui che è infedele all'internazionalismo non può essere fedele alla sua patria e al suo popolo. Un autentico patriota è un internazionalista e un autentico internazionalista è un patriota.
Se nel nostro lavoro ideologico scartiamo tutto ciò che c'è di buono nel nostro paese e non facciamo che imitare e raccontare ciò che viene dall'estero, ciò costituirà certamente un ostacolo per la nostra rivoluzione e ci impedirà di portare a termine correttamente i nostri obblighi internazionali nei confronti della causa rivoluzionaria internazionale.
Nella
relazione al II Congresso del Partito, ho notato il seguente
passaggio tratto dalla dichiarazione del comandante dell'esercito
sovietico, pubblicata il primo giorno di sosta dell'Esercito
Sovietico nella nostra patria: «Popolo coreano, ... la tua felicità
è nelle tue mani... Il popolo coreano deve essere l'artefice della
propria felicità». Questa dichiarazione del comandante
dell'Esercito Sovietico è totalmente corretta e se non agiamo in
questo senso, perderemo l'appoggio delle grandi masse.
Il
formalismo dei nostri lavoratori propagandisti trova espressione
anche nell'esagerazione dei fatti nel lavoro di propaganda. Ad
esempio: espressioni ampollose come «tutti si sono levati», «tutti
si sono mobilitati», ecc. sono da tempo di moda nei discorsi e negli
articoli.
Noi
abbiamo avvertito parecchie volte Pak Chang Ok. Costui ha commesso
degli errori perché non voleva abbandonare l'uso di «tutti» di cui
era egli stesso il creatore. Più tardi, egli aggiunse a «grande»
«il più» per dire «il più grande» e impiegò a vanvera
l'aggettivo «grande». Non so se questa prassi fosse dovuta alla sua
ignoranza degli ideogrammi o al suo punto di vista ideologico
sbagliato.
Se il lavoro di propaganda è fatto con una simile
esagerazione e senza alcuna sostanza, esso condurrà il popolo a
lasciarsi addormentare dalle proprie vittorie e lo renderà
indolente. Questa pratica errata è anche la causa dei falsi rapporti
redatti dai funzionari dei livelli inferiori. Impiegare un aggettivo
può sembrare semplice, ma se è impiegato male può essere causa
dell'insuccesso del lavoro. Dobbiamo dunque correggerci completamente
da questa pratica sbagliata.
Mi piacerebbe ora affrontare alcuni
altri problemi immediati che sorgono nel lavoro ideologico.
Il
Comitato Centrale del Partito ha inviato alle organizzazioni dei
livelli inferiori un piano di studio sul carattere e i compiti della
nostra rivoluzione, per aiutare nello studio dei documenti della
Sessione plenaria d'Aprile. Non aggiungerò quindi niente su questo
aspetto.
Vorrei solo sottolineare di nuovo le prospettive della
rivoluzione nel nostro paese. La nostra rivoluzione può considerare
due prospettive come possibili per la riunificazione del nostro
paese: l'una pacifica e l'altra conseguente all'indebolimento rapido
delle forze imperialiste grazie ad una grande guerra.
Naturalmente,
noi dedichiamo tutti i nostri sforzi alla lotta per realizzare la
prima prospettiva.
La nostra lotta per la riunificazione pacifica
del nostro paese, si riduce a questi due problemi: condurre a buon
termine l'edificazione della parte settentrionale e attuare con
successo il lavoro politico nei confronti della parte meridionale. Se
consolidiamo la nostra base democratica, acceleriamo l'edificazione
socialista nella parte settentrionale e trasciniamo il popolo della
parte meridionale nella lotta liberatrice grazie a un lavoro politico
efficace, la riunificazione pacifica del nostro paese potrà essere
realizzata.
Il lavoro politico nei confronti della parte meridionale consiste nel rafforzare l'influenza della parte settentrionale sul popolo dell'altra parte per guadagnarsi il sostegno delle larghe masse popolari di questa. A questo proposito, dobbiamo condurre a buon fine la costruzione socialista nella parte settentrionale. Dobbiamo elevare il livello di vita del popolo e consolidare le basi economiche della parte settentrionale con una costruzione economica vittoriosa, e riunire tutto il popolo attorno al nostro Partito. Allora Syngman Rhee non potrà mai, nonostante i suoi sforzi disperati, soffocare lo spirito combattivo del popolo della parte meridionale che è costantemente incoraggiato dalla costruzione socialista nella parte settentrionale.
Un uomo venuto dalla parte meridionale poco tempo fa, disse: «Syngman Rhee ha affermato nella sua propaganda, che la parte settentrionale ha solo 3 milioni di abitanti, che Pyongyang, ridotta in cenere, non ha più niente. Ma una volta qui, ho potuto constatare io stesso che il ponte del fiume Daidong-gang è stato ricostruito così com'era e che Pyongyang ricostruita è diventata una città ancor più magnifica di prima. Così Syngman Rhee ha mentito». Ecco un esempio dei risultati che possiamo ottenere attuando con successo la nostra edificazione.
Nel 1948, al momento della Conferenza congiunta dei partiti politici e delle organizzazioni sociali della Corea del Nord e del Sud, non avevamo costruito gran che nella parte settentrionale, ma tutte le personalità sudcoreane, anche di destra, vennero fra noi, ad eccezione di Syngman Rhee e di Kim Song Su. Questa conferenza congiunta ebbe un grandissimo significato. Molti di coloro che erano venuti nella parte settentrionale in questo periodo vi restarono.
Ecco ciò che dichiarò Kim Ku: «Ora che sono in Corea del Nord, posso dire che mi piace. Ho già incontrato molti comunisti, sia a Shanghai, sia in Corea del Sud (se ne ha incontrati dovevano essere, beninteso, quelli del Gruppo Hwayo o del Gruppo M-L), ma i comunisti della Corea del Nord sono diversi. Ho sempre pensato che i comunisti fossero gente spregevole e dalla mentalità ristretta. Ma in Corea del Nord, ho constatato che voi siete uomini generosi, dalla mentalità aperta, con cui la cooperazione è del tutto possibile. Sono deciso a cooperare con voi. Sono vecchio ora e non ho alcuna ambizione di potere. Devo ritornare in ogni modo in Corea del Sud, perché se non ritorno Syngman Rhee affermerà certamente che sono stato trattenuto; inoltre da parte mia, devo ritornarvi per fare una buona pubblicità. Non crediate che collaborerò con i farabutti americani. Più tardi, quando tornerò, vi pregherò di offrirmi un meleto, perché desidero passare in pace il resto dei miei giorni in campagna». Anche Kim Kyu Sik parlò nello stesso modo. In seguito, Kim Ku combatté contro i farabutti americani.
Come tutti sapete Kim Ku è un nazionalista. Fin dall'inizio, egli fu ad un tempo contro l'imperialismo e contro il comunismo. Era venuto da noi con l'intenzione di provare a negoziare con i comunisti. Se anche Kim Ku, che considerava il comunismo come un nemico inveterato, ha cambiato parere vedendo la nostra lotta per l'edificazione della patria, è facile immaginare ciò che penserebbero in Corea del Sud gli operai, i contadini e le personalità che hanno una coscienza nazionale, se venissero in visita nella parte settentrionale.
Prima della liberazione, la semplice affermazione che in Unione Sovietica la classe operaia aveva il potere nelle proprie mani e costruiva il socialismo, provocava in noi un amore senza limiti per l'Unione Sovietica, in cui non eravamo mai andati. Come sarebbe quindi possibile che il popolo della parte meridionale non provi amore per la costruzione socialista che il nostro popolo, che costituisce con lui una sola e stessa nazione, conduce nella parte settentrionale?
Perciò
la riuscita dell’edificazione della parte settentrionale ha
un'importanza fondamentale.
Come si può vedere, se la parte
settentrionale conduce a buon fine l'edificazione del socialismo e il
lavoro politico nei confronti della parte sud, in modo che il popolo
della parte meridionale si levi contro l'imperialismo americano e il
regime di Syngman Rhee, la riunificazione pacifica del nostro paese
potrà essere realizzata.
È
questo il fattore interno che renderà possibile la riunificazione
pacifica del nostro paese.
Anche il fattore esterno favorevole
alla riunificazione pacifica del paese deve essere preso in
considerazione. Se riuscissimo a mantenere la pace per 5 o 10 anni
ancora, la potenza della Cina, che ha più di 600 milioni di
abitanti, aumenterà oltre ogni paragone, senza parlare dell'Unione
Sovietica; e anche le forze di tutto il campo socialista
aumenterebbero ancora.
Parallelamente all'incremento della potenza
del campo socialista, il movimento di liberazione nazionale dei
popoli dei paesi coloniali e dipendenti viene intensificandosi e
numerosi paesi hanno raggiunto l'indipendenza nazionale. I popoli
dell'India, dell'Indonesia, della Birmania e degli altri paesi
indipendenti d'Asia, i popoli dei paesi arabi, combattono contro
l'aggressione imperialista per la pace.
Tutto ciò costituisce un grave colpo per l'imperialismo, in particolare per l'imperialismo americano. Se le forze della pace, della democrazia e del socialismo crescono ancor più, gli imperialisti americani saranno finalmente costretti a lasciare la Corea.
Naturalmente,
la lotta per la riunificazione pacifica del paese è lunga e
difficile. Ma se ci rafforziamo e se le forze della pace, della
democrazia e del socialismo diventano più potenti sul piano
internazionale, saremo in grado di realizzare la riunificazione
pacifica della patria. È una delle prospettive possibili dello
sviluppo della rivoluzione in Corea e della riunificazione della
patria.
Il problema della riunificazione della Patria potrebbe
essere risolto anche con mezzi non pacifici, attraverso una guerra.
Se gli imperialisti scatenano una grande guerra a livello mondiale,
saremo costretti a batterci e ci sarà allora totalmente possibile
combattere e vincere con le nostre forze gli imperialisti americani
in Corea. Sarebbe un po’ difficile per noi combattere da soli
contro l'imperialismo americano, ma saremo capaci di vincerlo con
relativa facilità quando sarà costretto a disperdere le sue forze
in tutto il mondo. Potremmo attuare la riunificazione del paese
annientando così le forze imperialiste americane in Corea. È
un'altra prospettiva possibile dello sviluppo della rivoluzione
coreana e della riunificazione del paese.
Però non speriamo in questa prospettiva, ma nella prima, cioè nella riunificazione per via pacifica e lottiamo per la sua realizzazione. Innanzitutto la cosa più importante è rafforzare il nostro Partito e rafforzare lo spirito di Partito dei suoi membri, quali che siano le prospettive della riunificazione della patria.
Se si intavolano dei negoziati fra il Nord ed il Sud, se le barriere fra il Nord e il Sud fossero abbattute e se noi riuscissimo a lavorare fra i Sud-Coreani, il nostro Partito dovrà essere potente. Solo se è potente potrà trarre vantaggio da questa favorevole situazione.
La
proporzione dei membri del nostro Partito è attualmente del 10%
della popolazione: un milione su 10 milioni di abitanti.
Naturalmente, non è una proporzione debole. Ma se la si paragona con
la popolazione totale della Corea, 30 milioni, la cifra di un milione
non è affatto importante.
In Corea del Sud lo sviluppo delle
forze del Partito subisce inevitabilmente una grave restrizione,
perché il movimento clandestino si sviluppa in condizioni
estremamente difficili.
Dopo
la riunificazione, il numero dei membri del Partito aumenterà anche
in Corea del Sud, ma sarà difficile lavorare, dato l'effettivo
limitato del Partito. È forse sbagliato formare già da ora un gran
numero di membri del Partito nella parte nord e farli lavorare, dopo
la riunificazione, sia nel Nord che nel Sud? Non c'è niente di male.
Durante la IV Sessione plenaria del Comitato Centrale del Partito, Ho
Ka I chiese che il Partito chiudesse le porte, sebbene non superasse
i 600 mila membri. A quel tempo il Partito criticò questa opinione
di Ho Ka I e continuò ad ingrandire i suoi effettivi.
Si tratta
ora di dare una buona formazione al milione di membri del nostro
Partito. Fra i membri del nostro Partito se ne possono trovare di
quelli che valgono meno delle masse senza partito. Tuttavia non
bisogna escluderli dal Partito; bisogna mantenerli nel Partito ed
educarli; se li si esclude la forza del nostro Partito ne potrà
essere indebolita, tanto più che il nostro Partito non è il
solo.
Formare costantemente il nucleo delle cellule costruendo un
partito di massa è la nostra immutabile linea organizzativa. Per
nucleo noi intendiamo i membri del Partito che sono coscienti della
verità comunista e sono in grado di procedere con sicurezza sulla
via della rivoluzione. È difficile fornire di primo acchito e ad uno
stesso livello una coscienza comunista al milione di membri del
Partito. Dobbiamo assolutamente adottare l'orientamento che consiste
nel formare innanzitutto il nucleo di ogni cellula, poi nell’elevare
gradualmente il livello di coscienza di tutti i membri del
Partito.
La nostra linea di condotta è educare i membri del
Partito con l’aiuto del nucleo di ogni cellula. Per questo, nella IV Sessione plenaria del Comitato Centrale, il Partito ha posto
l’accento specialmente sulla formazione del nucleo della cellula.
Se il numero dei membri che costituiscono il nucleo di una cellula
passa da 5 a 10 in breve tempo perché tutti i membri del Partito
diventano elementi dei nuclei, ciò sarà molto vantaggioso; e anche
se non tutti ma solo il 50% dei membri del Partito fanno parte dei
nuclei, sarà una buona cosa.
Nello sviluppo del nostro Partito in partito politico di massa, la fusione del Partito Comunista e del Partito Neodemocratico ebbe una grandissima importanza. Dato che noi abbiamo adottato una linea organizzativa corretta e abbiamo condotto una lotta energica per guadagnare le larghe masse lavoratrici, il nostro Partito si è sviluppato per diventare oggi un partito politico di massa con un milione di membri. Questo successo non è stato facile, ma al contrario è stato ottenuto attraverso una lotta estremamente dura.
Noi
combattiamo per i diritti e le libertà democratiche di parola, di
stampa, di riunione, di associazione, ecc. in Corea del Sud, che
costituiscono una condizione preliminare alla realizzazione della
riunificazione pacifica della patria. Ci proponiamo di ottenere tutte
le condizioni necessarie al libero esercizio delle nostre attività
nella parte meridionale, permettendo ai partiti politici sudcoreani
di svolgere liberamente le loro attività politiche nella parte
settentrionale.
Se viene creata una tale situazione favorevole
alla lotta politica libera, nel Nord e nel Sud, la vittoria sarà
riportata da colui che si conquisterà le masse più numerose. Perciò
è di importanza preminente consolidare il nostro Partito e
rafforzare lo spirito dei suoi membri.
Per rafforzare il loro spirito di Partito, bisogna portare tutti i membri del Partito a studiare a fondo e in modo conseguente i documenti della IV e V Sessione plenaria del Comitato Centrale.
I
nostri compagni devono dedicare maggiori sforzi al lavoro di
organizzazione e di propaganda del Partito invece di lasciarli
assorbire dalle campagne economiche. Bisogna che le cellule del
Partito siano consolidate e che i suoi membri siano educati con
l'aiuto del nucleo di ogni cellula. È soprattutto necessario
rafforzare lo spirito di partito dei membri che occupano i posti
direttivi cioè dei compagni ministri, dei viceministri e dei capi di
gabinetto. Devono essere presi provvedimenti risoluti per rafforzare
lo spirito di Partito in tutta l'organizzazione in materia
d'educazione.
Il nostro Partito è molto complesso nella sua
composizione; comprende ogni genere di persone: coloro che un tempo
appartenevano al Gruppo Hwayo e al Gruppo M-L, coloro che erano
affiliati dopo la liberazione al Partito del Popolo Lavoratore e
altri ancora. Molta gente fu un tempo influenzata da elementi
frazionisti. Si possono trovare tali elementi sia fra i funzionari
responsabili degli organi centrali sia fra i membri del Comitato
Centrale del Partito.
Forse che questa gente è tutta inutile? No,
essi sono tutti utili, purché li si educhi. Ma questa educazione non
deve effettuarsi nel quadro di una campagna, che sarebbe solo
temporanea. Occorre educarli e criticarli per un lungo periodo e in
modo instancabile.
Deve
essere intrapresa una lotta risoluta per armare saldamente ognuno dei
membri dell'ideologia del nostro Partito ed eliminare tutti i postumi
dell'ideologia borghese che persistono nel loro spirito e in quello
dei lavoratori. Il rafforzamento dello spirito di Partito fra i
membri deve effettuarsi in modo completo finché le loro tare
ideologiche siano completamente eliminate.
Noi abbiamo criticato
troppo tardi Pak Chang Ok e Ki Sok Bok. Se essi fossero stati
criticati al tempo della V Sessione plenaria del Comitato Centrale
del Partito, le cose non sarebbero giunte a questo punto. Perciò è
particolarmente importante rimodellare le idee dei funzionari
dirigenti che furono influenzati da Ho Ka I o Pak Il U e portarli ad
assumere l'ideologia del Partito. Questo lavoro deve essere svolto
dal dipartimento della direzione organizzativa e dal dipartimento
della propaganda e dell'agitazione del Partito.
È
importante, nell'educazione dei membri del Partito e particolarmente
dei quadri, condurli ad avere un giusto punto di vista nei confronti
delle masse. Mancando un giusto punto di vista nei confronti delle
masse, il burocraticismo continua a manifestarsi. È un grave difetto
nel lavoro del nostro Partito.
Per raggiungere il nostro sublime
scopo di riunificare la patria e costruire il socialismo e il
comunismo, dobbiamo guadagnarci le masse. Perciò dobbiamo
chiaramente sapere quali grandi pregiudizi il burocraticismo causa
alla rivoluzione.
Porgere
ascolto alla voce delle masse e difendere i loro interessi significa
tutt'altro che basare il proprio lavoro sui pettegolezzi erranti che
circolano nelle strade. Questo non ha niente in comune con il punto
di vista rivoluzionario nei confronti delle masse. Le masse di cui
parliamo sono le masse fondamentali su cui ci appoggiamo, cioè gli
operai e i contadini e gli altri nostri alleati che ci sostengono e
ci seguono. Dobbiamo dare ascolto alla loro voce e difendere i loro
interessi. Ciascuno, sia esso funzionario del Partito,
dell'amministrazione o di una organizzazione sociale, deve operare da
cima a fondo nell'interesse della rivoluzione e delle masse.
Perché
la guerriglia antigiapponese ha potuto resistere per un periodo così
lungo? Perché i giapponesi non sono riusciti ad annientarci quando
disponevano di una formidabile potenza militare? Perché i
guerriglieri avevano un giusto punto di vista nei confronti delle
masse e godevano del loro sostegno. Quando eravamo feriti ed
entravamo in un villaggio, i contadini ci curavano come se si
trattasse dei loro figli; si procuravano del riso, che non bastava a
loro neppure per nutrirsi e ci preparavano il cibo. Anche i contadini
che vivevano nei gruppi collettivi di case costruiti dai Giapponesi,
circondati da muri di terra, ci mandavano dei viveri all'esterno dei
muri.
Le masse ci sostenevano e ci proteggevano in questo modo
perché noi abbiamo sempre difeso i loro interessi e combattuto in
loro nome rischiando la nostra vita. Nessun membro del Partito deve
dimenticare di prendere esempio dall'atteggiamento dei partigiani nei
confronti delle masse.
All'epoca dell'imperialismo giapponese ci
era imposto tutto con la forza; coscrizione forzata, requisizioni
forzate, consegne forzate di prodotti agricoli, ecc. Noi siamo
decisamente contrari a tali pratiche.
Un partito separato dalle masse è come un pesce fuor d'acqua. Con che cosa un Partito staccato dalle masse potrà fare la rivoluzione? Non solo sarà incapace di riportare la vittoria nella rivoluzione, ma verrà compromessa la sua stessa esistenza.
Se il Partito porta avanti il suo Programma e prende il potere, è solo per difendere gli interessi delle masse; e se invece si usurpassero gli interessi delle masse, non si andrebbe contro gli scopi del Partito e della rivoluzione?
È indiscutibile che le nostre leggi e le nostre decisioni sono eccellenti. Ma se nella loro applicazione i nostri funzionari ostacolano gli interessi delle masse, esse non serviranno a niente. Dobbiamo capire queste cose e rafforzare ancora il lavoro di educazione dei membri del Partito in modo che essi eliminino il burocraticismo e abbiano un giusto punto di vista nei confronti delle masse. Se solo il 50% di tutti i membri del Partito acquisissero questo giusto punto di vista, ciò costituirà una grande evoluzione per il nostro Partito.
Attualmente c'è ancora un buon numero di membri del Partito che non si attengono decisamente a un giusto punto di vista nei confronti delle masse. Ciò è particolarmente grave nel caso dei quadri. Il fatto che un membro del Partito possieda o meno un giusto punto di vista nei confronti delle masse, dipende anche dal suo spirito di Partito. Perciò è di importanza decisiva, anche sotto questo aspetto, rafforzare lo spirito di Partito.
Inoltre
è importante far crescere nei membri del Partito la fede e
l'ottimismo nelle prospettive della nostra rivoluzione. Se non si ha
una fede indistruttibile nella vittoria finale della nostra causa, né
uno sguardo ottimista per quanto riguarda il futuro della rivoluzione
in ogni circostanza, è impossibile superare le difficoltà che
inevitabilmente si riscontreranno nel corso della lotta
rivoluzionaria.
Per fare dei membri del nostro Partito dei
combattenti indomabili, sempre ottimisti nel futuro della
rivoluzione, è necessario rafforzare la loro educazione
marxista-leninista. Non si può avere spirito generoso né una
combattività elevata che permetta di superare tutte le difficoltà
se non si ha una chiara comprensione delle leggi dello sviluppo
sociale e del trionfo inevitabile del socialismo e del comunismo.
Permettetemi di fare un esempio delle esitazioni e delle defezioni
che ebbero luogo nelle file dei nostri rivoluzionari a causa della
mancanza di conoscenza delle leggi dello sviluppo sociale e di una
chiara comprensione delle tendenze dell'evoluzione degli avvenimenti
in una situazione complessa come la nostra.
Quando ormai era imminente la caduta dell'imperialismo giapponese, vi furono delle persone fra i distaccamenti di partigiani che persero la speranza nella vittoria e disertarono; ciò fu dovuto in parte ad alcuni difetti formalisti del nostro lavoro di propaganda di allora. A quell'epoca la propaganda riguardante l'Unione Sovietica era particolarmente importante ed ecco ciò che noi affermavamo: «Sta certamente per avvenire un grave scontro tra l'Unione Sovietica e gli stati imperialisti, perché esistono delle contraddizioni fondamentali fra loro. Allora l'imperialismo giapponese sarà distrutto e il nostro paese potrà arrivare all'indipendenza». Avevamo ragione nella nostra propaganda per quanto riguarda le contraddizioni tra lo Stato socialista e gli stati imperialisti, ma dimenticammo di spiegare tutta la verità sullo sviluppo della situazione.
Così, quando nel 1941 fu concluso il trattato di neutralità tra l'Unione Sovietica e il Giappone e fu stipulato un patto di non aggressione fra l'Unione Sovietica e la Germania hitleriana, nelle file dei partigiani apparvero persone che abbandonarono ogni speranza riguardo al futuro e vacillarono. Questi elementi esitanti disertarono dicendo che avevano già condotto dieci anni di vita di guerriglia, ma che il futuro sembrava loro così incerto che molto probabilmente ci sarebbero voluti ancora dieci o vent'anni. Allora noi abbiamo spiegato bene ai partigiani la situazione e la verità rivoluzionaria. Dopo non vi fu nessuno che abbia disertato.
Non
c'è dubbio che ci troveremo di fronte, presto o tardi, a un grande
avvenimento rivoluzionario. Questo grande avvenimento rivoluzionario,
come ho già detto, può essere pacifico o no. Ma qualunque sia la
forma che assumerà, dobbiamo sempre essere pronti ad affrontarlo.
Per affrontare questo grande avvenimento rivoluzionario bisogna
temprare lo spirito di partito dei nostri militanti, educarli in modo
che abbiano un giusto punto di vista nei confronti delle masse ed
educarli alla fiducia nella vittoria e nell'ottimismo per quanto
riguarda il futuro della rivoluzione.
Un altro punto importante è
intraprendere una lotta corretta contro ogni genere di tendenze
antipartito. Se non avessimo avuto l'esperienza della lotta condotta
in precedenza contro il Minsaengdan a Kando, non saremmo stati in
grado di dirigere con perizia la lotta contro gli elementi
controrivoluzionari in Corea, soprattutto nelle circostanze della
guerra. I Giapponesi avevano formato una organizzazione di spionaggio
controrivoluzionaria chiamata Minsaengdan e l'introdussero nelle zone
rivoluzionarie di Kando. Ricorsero cioè ad intrighi per seminare la
discordia tra coreani e cinesi e per far combattere i coreani fra di
loro. Per qualche tempo alcuni furono vittime degli intrighi del
nemico e si uccisero gli uni con gli altri nell'interno dello
schieramento rivoluzionario; fu così che molti vennero uccisi senza
una ragione valida.
Questa esperienza si rivelò molto utile
quando dovemmo trattare l'affare della banda di Pak Hon Yong. Ci
attenemmo fermamente al principio secondo cui bisognava fare una
netta distinzione fra le spie e quelli che non lo erano. L’abbiamo
sottolineato a più riprese al Comitato Politico. C’era il pericolo
di farsi imbrogliare dagli intrighi della canaglia americana e di
lasciar perdere numerose persone.
È chiaro che la lotta deve
essere portata avanti in modo rigoroso, altrimenti fra le spie
potrebbero essercene alcune che ci sfuggono; ma la lotta deve sempre
essere condotta come lotta ideologica.
Coloro che furono
influenzati da Pak Hon Yong non sono tutti membri della sua fazione o
spie, ma l'influenza ideologica che hanno subìto da parte di Pak Hon
Yong persiste sempre nella loro mentalità ed è contro di essa che
dobbiamo combattere.
L’esperienza
acquisita nel corso della lotta contro la banda di Pak Hon Yong e
contro le spie deve essere pienamente portata a conoscenza dei membri
del Partito, perché essi possano intraprendere una lotta rigorosa
contro le spie, e distinguerle esattamente. Se non agiamo in questo
modo e sospettiamo di tutti, finiremo col sospettare persino della
nostra ombra.
I nemici progettano sempre di rendere le nostre
persone sospette le une alle altre e di seminare la discordia per
rompere le nostre file dall’interno. Dovete saper distinguere
grazie a un controllo penetrante e combattere simili stratagemmi e le
diffamazioni ordite dagli elementi controrivoluzionari. I membri del
Partito devono essere educati in modo da poter distinguere le spie,
gli elementi esitanti, coloro che praticano il nepotismo, il
regionalismo o il frazionismo.
Una tale lotta può essere portata
avanti in modo corretto solo nel momento in cui i quadri e tutti i
membri del Partito sono di alto livello. Se i membri del Partito non
hanno una buona conoscenza del marxismo-leninismo non potranno
compiere correttamente questo difficile compito. Per rendere i membri
del Partito capaci di lottare contro la controrivoluzione in modo
abile, è necessario rafforzare la loro educazione marxista-leninista
e nello stesso tempo far loro conoscere ampiamente l'esperienza
accumulata nella lotta contro la controrivoluzione.
Inoltre
devono essere intensificate all'interno delle masse la propaganda e
l'agitazione. L'educazione delle masse popolari nell'ideologia
socialista deve essere il contenuto principale del nostro lavoro di
propaganda e di agitazione. A questo proposito la cosa più
importante è dare agli operai e ai contadini, specialmente agli
operai, un'idea chiara del fatto che sono i padroni del potere. Se
hanno pienamente coscienza di questo fatto, gli operai svolgeranno il
loro compito con un atteggiamento responsabile: si prenderanno cura
delle loro officine, macchine ed attrezzature, lavoreranno con zelo,
osserveranno bene la disciplina e lotteranno risolutamente contro gli
elementi controrivoluzionari.
Lo stesso vale per i contadini. Se
si rendessero conto che la classe operaia non è solo loro alleata ma
anche loro dirigente e che anch’essi sono padroni del potere,
avrebbero gran cura degli strumenti di produzione e pagherebbero
volentieri la loro imposta in natura.
Ciascuno
darà prova di entusiasmo se sa di essere il padrone. Quando
svolgevamo delle attività rivoluzionarie nel passato, nessuno fra di
noi è stato costretto o si è fatto pagare per farlo. Avevamo capito
che avremmo potuto non solo modellare il nostro destino, ma anche
salvare la nostra patria facendo la rivoluzione. Per questo abbiamo
combattuto senza dormire, dimenticando la fame. Così, se gli operai
comprendono chiaramente che il loro lavoro ha come scopo la loro
stessa felicità e la prosperità della società, dedicheranno tutta
la loro energia e il loro zelo al lavoro.
Per renderne coscienti
tutti i lavoratori, bisogna effettuare un'educazione continua e di
lunga durata. Dobbiamo dunque educare pazientemente le masse e
riunirle sempre più strettamente attorno al nostro Partito.
In conclusione, mi piacerebbe fare alcune osservazioni su quanto riguarda i nostri giornali. I nostri giornali non attuano ancora come dovrebbero il loro lavoro.
Il compito principale del Rodong Sinmun, organo del nostro Partito, è di educare i suoi lettori con una spiegazione quotidiana della sua linea di condotta e della sua politica e dei loro doveri di militanti. Il compito principale del Minju Choson è di mobilitare le masse per l'applicazione della politica dello Stato spiegando ed inculcando loro le leggi e i regolamenti del potere popolare e la politica dello Stato. Anche gli organi della Federazione dei Sindacati, dell'Unione della Gioventù Democratica e delle altre organizzazioni devono essere redatti in conformità ai loro caratteri e ai loro rispettivi doveri.
I
nostri diversi giornali non hanno caratteristiche notevoli che li
distinguano l'uno dall'altro. Non so se è perché ricevono tutto il
loro materiale dall'Agenzia Telegrafica Centrale o perché alcuni
sono limitati per quanto riguarda lo spazio; in ogni caso, è una
grave mancanza. Anche qui si rivelano in grande misura il formalismo
e il dogmatismo. Penso che sia necessario esaminare seriamente questa
faccenda.
Ho appena affrontato alcuni problemi che s'impongono
nell'attività ideologica del nostro Partito. Spero che ne teniate
conto e che vi sforzerete di eliminare le insufficienze rilevate fino
ad ora e di elevare il livello delle attività ideologiche del nostro
Partito.
─ Kim Il Sung, Opere, vol. 9, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1982, pagg. 402-25 ed. ing.
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