Per l'applicazione della politica giudiziaria del nostro Partito
KIM IL SUNG
PER L'APPLICAZIONE DELLA POLITICA GIUDIZIARIA DEL NOSTRO PARTITO
Discorso pronunciato alla conferenza nazionale dei funzionari della giustizia e della procura
29 aprile 1958
A
mio avviso, la presente conferenza dei funzionari giudiziari riveste
una grandissima importanza.
Nel
corso degli ultimi giorni, avete esaminato il vostro lavoro e
scambiato delle esperienze valide per migliorare le vostre attività
in futuro. Noi siamo molto soddisfatti che questa riunione sia
l'occasione per migliorare il lavoro della giustizia, grazie alla
correzione dei vostri errori e alla rilevazione dei vostri successi.
Credo che abbiate direttamente compreso, ascoltando la relazione del compagno ministro della giustizia, gli interventi del compagno procuratore generale e di altri parecchi compagni in questa conferenza, così come seguendo i corsi di formazione, che cosa il Comitato Centrale del Partito aspetta, oggi, dai funzionari giudiziari.
Affronto solo brevemente le questioni su cui vorrei porre l'accento ancora una volta, cercando di evitare le ripetizioni, perché ho già parlato una volta di questi problemi davanti agli agenti dell'interno e voi li avete studiati, a quanto si dice, al momento dei corsi.
Gli
elementi separatisti e contrari al Partito, che si sono infiltrati
nel settore giudiziario, hanno diffuso delle idee revisioniste in
occasione della campagna anti-sovietica e anti-comunista, detta anche
corrente ideologica internazionale; essi hanno causato molto danno
alle nostre attività, esercitando un'influenza negativa sulle
persone ideologicamente non solide. Lanciando degli slogan come la
legge deve essere uguale per tutti o i
diritti dell'uomo devono essere protetti,
gli elementi separatisti e contrari al Partito hanno scatenato un
attacco contro la politica giudiziaria del Partito.
Per
i membri del Partito, che partecipano da molto tempo alla vita del
Partito e che sono leali nei confronti del nostro Partito, è chiaro
che non c'è niente di nuovo in questi slogans. Il nostro Partito ha
sempre sottolineato che la legge doveva essere uguale per tutti i
cittadini e che doveva proteggere i diritti dell'uomo. C'è qualcosa
di nuovo in questo argomento?
Perché allora gli elementi oppositori del Partito hanno tirato fuori di nuovo questi slogans, quando nel 1956 fu lanciata la campagna anti-sovietica e anti-comunista?
Dal
giorno stesso della sua fondazione, il nostro Partito combatte, così
come è stato stipulato nei suoi Statuti, per difendere gli interessi
di tutte le masse lavoratrici. Perché le vaste masse popolari si
sono riunite attorno al nostro Partito? Perché il nostro Partito
lotta per i loro interessi. Noi non possiamo difendere da soli gli
interessi delle masse popolari: bisogna necessariamente combattere
d'accordo con le masse popolari. Il nostro Partito organizza e
mobilita sempre le vaste masse popolari e lotta con esse per la loro
libertà e la loro felicità. Il fatto stesso che il nostro Partito
goda dell'appoggio di tutto il popolo e che lotti unito a lui
dimostra che esso lotta per gli interessi del popolo.
Difendere
gli interessi e i diritti del popolo è il primo dovere dei
rivoluzionari. Per i comunisti impegnati nella rivoluzione è un
compito primario e fondamentale quello di proteggere i diritti del
popolo. Il nostro Partito ha portato danno ai diritti del popolo o ha
mancato di difenderli? E il nostro Partito ha trattato con parzialità
le masse lavoratrici? Una simile cosa non potrà mai accadere.
In
origine, lo slogan la
legge deve essere uguale per tutti non
è altro che una propaganda menzognera diffusa dalla borghesia per
ingannare il popolo lavoratore e sottometterlo docilmente alle leggi
borghesi, camuffando il carattere di classe di queste leggi. Se gli
elementi separatisti che si oppongono al Partito hanno lanciato
questo slogan ingannatore della borghesia, non è certo per il bene
delle masse popolari lavoratrici, ma per utilizzare le nostre leggi a
favore di coloro che recano danno agli interessi delle masse popolari
lavoratrici. Questa pretesa degli elementi separatisti e oppositori
del Partito è totalmente estranea alla posizione di classe delle
nostre leggi e ha come scopo la difesa dei proprietari terrieri e dei
capitalisti, a scapito delle funzioni della dittatura proletaria del
nostro potere popolare. È esattamente il contrario di quello che il
nostro Partito chiede.
È
biasimevole che alcuni dei nostri funzionari giudiziari non abbiano
saputo raddoppiare la vigilanza contro simili pretese degli elementi
separatisti e anzi, che li abbiano seguiti ciecamente.
Non
possiamo impedirci di rifiutare completamente simili argomenti
reazionari, che mirano solo a difendere gli interessi dei proprietari
fondiari e dei borghesi.
Come sapete bene, quello che il nostro Partito sostiene ed esige è l'esercizio della dittatura sui proprietari fondiari e sui capitalisti e la difesa attiva dei diritti del popolo lavoratore, in primo luogo degli operai e dei contadini.
Immediatamente dopo la Liberazione, abbiamo privato gli elementi filo-giapponesi dei loro diritti di elezione e di eleggibilità e abbiamo confiscato la terra dei proprietari fondiari, per poi distribuirla ai contadini. Abbiamo privato di tutti i diritti gli elementi reazionari e scellerati che rifiutavano il nostro potere e vi si opponevano. Era giusto? Sì, naturalmente. Perché allora gli elementi separatisti e oppositori del Partito insistono per ridare ora dei diritti a questi elementi contro-rivoluzionari? In ultima analisi, questo non può che indicare il loro progetto di restaurare il sistema dei proprietari fondiari e dei capitalisti. Questo può essere considerato l'espressione del revisionismo nel nostro paese; può essere guardato come l'arma dei portavoce dei proprietari fondiari e dei capitalisti che cercano di restaurare il sistema capitalista nel nostro paese. Come è possibile allora che dei membri del nostro Partito seguano tali argomentazioni?
Devo
cogliere oggi questa occasione per sottolineare, ancora una volta,
che i nostri organi giudiziari costituiscono un esercito per
l'esercizio delle funzioni della dittatura del proletariato.
Ai
nostri giorni, ci sono due dittature. Una è la dittatura della
borghesia e l'altra la dittatura del proletariato.
La
dittatura della borghesia esercita le seguenti funzioni:
controbattere gli interessi del popolo lavoratore, in primo luogo
degli operai e dei contadini, privarli delle loro libertà per
difendere gli interessi della classe dei proprietari fondiari e dei
capitalisti. La dittatura della borghesia si esercita dunque sugli
operai e sui contadini, mentre pratica la democrazia per i
proprietari fondiari e i capitalisti. Contrariamente a questa
dittatura della borghesia, la dittatura del proletariato stabilitasi,
in seguito alla Rivoluzione d'ottobre, in Unione Sovietica e poi in
numerosi altri paesi, protegge gli interessi degli operai e dei
contadini e rinnega gli interessi dei proprietari fondiari e dei
capitalisti.
La
dittatura del proletariato si esercita sui proprietari fondiari e sui
capitalisti, mentre pratica la democrazia per le larghe masse
popolari lavoratrici, per gli operai e i contadini in primo luogo. La
dittatura della borghesia è necessaria per il sistema capitalista e
la dittatura del proletariato è necessaria per il sistema
socialista.
Alcuni pensano che la dittatura della democrazia popolare nel nostro paese non sia la dittatura del proletariato, ma una sorta di dittatura intermediaria fra la dittatura del proletariato e la dittatura della borghesia; oppure hanno la falsa opinione che, poiché il nostro Governo è fondato su un fronte unito, il potere popolare non entri nel quadro della dittatura del proletariato. È falso. L'attuale potere di democrazia popolare nel nostro paese entra nel quadro dei poteri esercitati dalla dittatura del proletariato. Noi costruiamo attualmente il socialismo. Un paese che costruisce il socialismo non può non rappresentare, per sua essenza, la dittatura del proletariato.
Il
nostro potere popolare difende gli interessi delle larghe masse
popolari lavoratrici del nostro paese al cui centro sta la classe
operaia e serve alle masse popolari come arma potente per
l'edificazione del socialismo. Al nostro potere popolare partecipano
anche quelli che sono usciti dalla classe capitalista; alcuni di
questi lavorano come quadri in importanti posti di
dirigenza.
Tuttavia,
essi accettano tutta la rivoluzione socialista e lottano per la
costruzione del socialismo con la classe operaia. A questo potere
possono partecipare solo coloro che, pur avendo servito la borghesia
nel passato, desiderano ora servire la classe operaia e lottare per
il popolo lavoratore.
Certamente,
il nostro potere è basato sul fronte unito degli operai, dei
contadini e delle altre vaste masse popolari. Tuttavia, è, per sua
essenza, un fronte unito delle masse popolari a sostegno del
socialismo. Oggi, noi formiamo un fronte unito coi partiti amici come
il Partito Chongu e il Partito democratico. Questo perché tutti
questi partiti amici approvano il socialismo. Dato che noi
edifichiamo, in questo momento, il socialismo nella parte
settentrionale, non possiamo in nessuna circostanza formare un fronte
unito con coloro che si oppongono al socialismo e lo ostacolano.
Nel
momento attuale, nella parte meridionale, la rivoluzione democratica
antimperialista e antifeudale sta per essere iniziata. Questo perché
la rivoluzione socialista non si afferma subito totalmente. Per la
riunificazione pacifica della patria, bisogna formare nella parte
meridionale un fronte unito non solo con coloro che sostengono il
socialismo, ma anche con tutte le personalità patriottiche e tutte
le organizzazioni sociali che sono per l'indipendenza del paese e per
le riforme democratiche, contro l'imperialismo nord-americano e la
banda di Syngman Rhee. Ma ciò non significa assolutamente che per
formare un fronte unito dobbiamo abbandonare il socialismo che stiamo
edificando nella parte settentrionale. Se la borghesia nazionale
della Corea del Sud afferma che essa vuole raggiungere il nostro
fronte unito solo a condizione che noi abbandoniamo la nostra
costruzione socialista, allora noi non potremo mai accettarla nel
fronte unito. Se formiamo oggi un fronte unito con diversi livelli e
con diverse classi popolari della parte meridionale, non è per
abbandonare la rivoluzione socialista, ma per aprire la strada che
porta alla realizzazione dei nostri obiettivi di edificazione
socialista in tutto il paese, una volta che la patria sia stata
riunita.
Sono
gli imperialisti nord-americani e i loro lacchè – i proprietari
fondiari e i capitalisti compratori – che si oppongono alla
riunificazione della nostra patria. Perciò noi affermiamo che, per
riunificare la patria, bisogna innanzitutto formare un vasto fronte
unito che raggruppi tutte le forze che si oppongono all'imperialismo
nord-americano, ai suoi lacchè e alla banda di traditori; queste
forze devono pronunciarsi a favore della riunificazione.
Noi
continuiamo a dire sempre che la patria deve essere riunificata con
mezzi pacifici, su una base democratica. Basarsi sulla democrazia
significa che pure i comunisti avranno la possibilità di avanzare
liberamente le loro proposte. Una volta che si siano assicurate le
condizioni per poter liberamente parlare al popolo sud-coreano,
dovremo, in primo luogo, rivendicare per lui l'applicazione della
giornata di lavoro di otto ore e la distribuzione delle terre ai
contadini.
Domanderemo
anche il ritiro degli imperialisti stranieri dal nostro paese, la
Corea, e dovremo insistere perché sia abolita l'opera del capitale
aggressore, dei proprietari fondiari e dei capitalisti compratori,
perché sia protetta l'industria nazionale e perché sia assicurato
il massimo dei diritti democratici alle vaste masse popolari, in
primo luogo agli operai e ai contadini. In breve, è necessario
convincere pienamente il popolo della parte meridionale che la
riunificazione pacifica potrà essere realizzata conformemente ai
suoi interessi, solo quando le forze imperialiste saranno cacciate
dal Sud, il popolo lavoratore sarà liberato dallo sfruttamento e
dall'oppressione dei proprietari fondiari e dei capitalisti
compratori e gli saranno garantiti tutti i diritti democratici.
In
fin dei conti, la riunificazione pacifica, anch'essa, è possibile
solo secondo dei principi conformi agli interessi delle vaste masse
lavoratrici del popolo, in primo luogo degli operai e dei
contadini.
Perciò
la riunificazione pacifica non significa che dovremo abbandonare il
socialismo già costruito o rinunciare al nostro obiettivo di
edificazione futura del socialismo nella parte meridionale dopo la
riunificazione. In futuro, la parte meridionale seguirà, come la
parte settentrionale, la via del socialismo. È il processo
ineluttabile dello sviluppo sociale. Tuttavia, la questione a cui
dobbiamo
attualmente
portare una soluzione immediata è quella della riunificazione della
patria. Per questo è importante formare un fronte unito con le
grandi forze democratiche della parte meridionale compresi anche i
capitalisti nazionali.
Nella parte settentrionale, abbiamo già assolto i compiti della rivoluzione democratica antimperialista e antifeudale e stiamo edificando il socialismo. Nella parte settentrionale, abbiamo formato un fronte unito portando a compimento i doveri della rivoluzione democratica antimperialista e antifeudale, ed esiste ancor oggi, mentre noi costruiamo il socialismo. Il nostro fronte unito si basa sempre sugli interessi del popolo.
Il
fronte unito per la rivoluzione socialista nella parte settentrionale
comprende non solo gli operai e i contadini, ma anche le altre grandi
masse popolari. Se è così, è perché il socialismo corrisponde
agli interessi delle masse popolari più patriottiche e più vaste. È
perché tutto quanto il popolo può vivere contento e godere della
libertà e della felicità solo sotto un sistema socialista.
Noi
formiamo un fronte unito con tutti i partiti politici e con tutte le
organizzazioni sociali che vogliono collaborare con noi nella
costruzione socialista. Si può dunque dire che il nostro potere è
un potere fondato sul fronte unito. Tuttavia, si tratta di sapere
quale classe diriga questo fronte. Se il fronte unito è diretto
dalla borghesia, il potere basato su questo fronte è un potere di
dittatura borghese. È un errore credere che il nostro attuale potere
popolare, perché si appoggia sul fronte unito, non possa essere un
potere di dittatura proletaria. Può essere solo, per sua essenza, un
potere di dittatura proletaria, dato che è basato, sotto la
direzione della classe operaia, sul fronte unito delle diverse classi
e dei diversi strati sociali che sostengono il socialismo.
Dico questo perché tra di voi c'è la tendenza, per il fatto che noi formiamo un fronte unito, ad assolvere anche i criminali che meritano di essere puniti, per paura che tale punizione possa rompere il fronte unito. Abbiamo bisogno del fronte unito per costruire il socialismo. Allora, quale giustificazione date al fatto di non castigare coloro che si oppongono al socialismo per paura che si possa distruggere il fronte unito? Non ci è permesso di formare un fronte unito con coloro che si oppongono al socialismo, né ci è possibile trattarli in modo imparziale. Noi non diciamo che ci si deve opporre ai proprietari fondiari e ai capitalisti, indiscriminatamente, per il semplice fatto che sono così. Noi li liquidiamo perché si oppongono al socialismo.
Pur
avendo preso la terra ai proprietari fondiari attraverso la riforma
agraria, noi li abbiamo trasferiti in altre regioni e abbiamo dato
loro un po' di terra. Se i proprietari fondiari si guadagnassero la
vita col proprio lavoro invece di riscuotere come nel passato dei
fitti, essi potrebbero diventare cittadini del nostro paese. Se i
proprietari fondiari che hanno abbandonato le loro terre sostengono
le leggi del nostro paese e non si oppongono alla nostra rivoluzione,
noi dobbiamo trattarli imparzialmente. Ma se tentano di restaurare il
sistema dei proprietari fondiari e dei capitalisti affermando: «Voi
avete preso le mie terre. Ciò vi costerà! Finirò per
rovesciarvi»,
allora
saremo obbligati a liquidarli. Simili elementi controrivoluzionari
non possono essere ricompensati nella nostra società.
La stessa cosa può essere detta per i commercianti. Noi non abbiamo intenzione di proibire ai commercianti di fare degli affari né di rifiutarli incondizionatamente. Quello che noi sosteniamo è che possono occuparsi del commercio, ma che non devono diventare dei trafficanti che fanno guadagni esorbitanti, violando le leggi dello Stato e imbrogliando la gente. Essi non devono speculare su articoli, come ad esempio i cereali, cosa che è proibita dallo Stato, e non devono infrangere i prezzi fissati dallo Stato. Coloro che li trasgrediscono devono essere puniti come prevede la legge dello Stato e su di loro deve esercitarsi la dittatura. Però, se essi si correggono secondo la via socialista, unendosi alle cooperative o facendo affari legittimi senza violare le leggi dello Stato, saranno tutti considerati come cittadini del nostro paese. Dovremo allora trattarli imparzialmente e proteggerli. Non bisogna credere che il nostro potere possa venire a patti coi proprietari fondiari e coi capitalisti semplicemente perché integra nel suo seno altri partiti, come il Partito Chongu e il Partito democratico. Di fatto, i membri del Partito Chongu e del Partito democratico non sono né proprietari fondiari né capitalisti. Questa gente può aver fatto parte, in passato, della classe dei proprietari fondiari o dei capitalisti. Ma, attualmente, essi non riscuotono più fitti e non gestiscono più fabbriche per sfruttare gli operai. È un fenomeno già passato. Oggi, essi si oppongono tutti allo sfruttamento e sostengono l'edificazione socialista. Perciò, il fatto che noi edifichiamo il socialismo tenendoci per mano con loro non vuol dire che il nostro potere scende a compromessi coi proprietari fondiari o coi capitalisti.
Solo
coloro che sostengono il socialismo, qualunque siano i loro
antecedenti, possono partecipare al nostro potere; noi permettiamo la
partecipazione solo ai partigiani del socialismo.
Dal
momento che si tratta della rivoluzione socialista, il nostro potere
non fa la minima concessione. È solo per la vittoria della
rivoluzione socialista che il nostro potere popolare difende le
esperienze socialiste e si impegna in una lotta intransigente contro
tutti gli elementi controrivoluzionari e tutte le idee malsane che si
oppongono alla rivoluzione socialista e vi fanno da ostacolo. In
particolare, esso esercita una dittatura energica contro tutti gli
elementi controrivoluzionari che tentano di far rinascere il
capitalismo.
È dunque perfettamente chiaro che il nostro potere popolare è, per sua essenza, un potere di dittatura proletaria, visto che esso lotta risolutamente per gli interessi della rivoluzione socialista; questo anche se è fondato su un fronte unito.
Ora, vorrei parlare della legge. È vero che alcuni compagni hanno affermato di obbedire alla sola legge. Ma si tratta di sapere sugli interessi di quale classe questa legge si basa e a partire da quale posizione noi la interpretiamo e l'applichiamo.
La legge non è fissa e costante. Nessuna legge è immutabile, né applicabile o efficace come un toccasana in ogni epoca e in ogni luogo. È errato considerare la legge come qualcosa venuto dal cielo, separandola dal sistema socio-economico o dal sistema politico, o come qualcosa che deve restare immutabile anche per decine di millenni una volta fissata.
La legge è un riflesso del sistema socio-economico e una forma d'espressione della politica. Non può esserci una legge separata da un dato sistema socio-economico e da una data lotta di classe. Nel momento in cui il sistema socio-economico e il contenuto della lotta di classe si modificano, come potrebbe rimanere immutabile la legge, che ne è il riflesso? È per questo che noi abbiamo sempre consigliato a coloro che si vantano di conoscere la legge giapponese di partire da questo atteggiamento. I compagni che hanno studiato nel passato la legge giapponese dicono, assumendo l'aria di grandi esperti di diritto: «Sapete quanto tempo ho studiato diritto?».
Ebbene,
quale era la legge giapponese? Era una legge per l'imperatore del
Giappone, per l'imperialismo giapponese e per il militarismo
giapponese; una legge per proteggere gli interessi dei proprietari
fondiari e dei capitalisti giapponesi, per opprimere e sfruttare il
popolo lavoratore del Giappone. Ed era una legge che difendeva la
politica imperialista di assoggettamento coloniale e serviva per
opprimere e saccheggiare le nazioni piccole e deboli. La legge
giapponese era un'arma dell'imperialismo giapponese per opprimere e
sfruttare la nazione coreana. Non è forse vero che numerosi patrioti
coreani che hanno combattuto per la libertà e l'indipendenza della
Corea sono stati
fucilati
o imprigionati per aver violato la legge giapponese? Fra voi qui
presenti vi sono molti compagni che sono stati messi in prigione
dagli imperialisti giapponesi. Anche coloro che avevano ingiuriato
solo una volta i proprietari fondiari e i capitalisti sono stati
allora accusati di violare la legge giapponese e gettati in prigione
in forza di questa legge. A beneficio di chi, dunque, veniva
esercitata questa legge? Dal punto di vista di classe, era una legge
che opprimeva il popolo lavoratore e proteggeva gli interessi dei
proprietari fondiari e dei capitalisti. Dal punto di vista nazionale,
era una legge che proteggeva il militarismo giapponese e opprimeva la
nazione coreana.
Supponiamo
che voi conosciate la vecchia legge della dinastia dei Ri. Allo
stesso modo, questa era una legge che proteggeva gli ambienti
governativi feudali della dinastia dei Ri, ma in nessun modo una
legge che difendesse gli interessi del popolo lavoratore.
Nel momento in cui il sistema socio-economico e il contenuto della lotta politica di classe cambiano, anche la legge subisce inevitabilmente delle modifiche.
Di
che legge abbiamo oggi bisogno? Attualmente, noi viviamo in un
sistema socialista, sotto un potere popolare in cui le vaste masse
lavoratrici del popolo, operai e contadini in primo luogo, reprimono
la resistenza controrivoluzionaria dei proprietari fondiari e dei
capitalisti, nell'interesse della costruzione socialista. È dunque
chiaro che la nostra legge deve essere un'arma per salvaguardare il
nostro sistema socialista e le nostre esperienze socialiste, un'arma
della dittatura del proletariato.
Però,
nel passato, quando a capo del ministero della giustizia c'era Choe
Yong Dal, egli si vantava dei suoi antecedenti, scrivendo, nel suo
curriculum vitae, che era stato diplomato da una certa scuola
specializzata in diritto ed era uscito dalla facoltà di diritto di
una certa università. Allora, noi gli abbiamo detto che la legge
disprezzabile che affermava di conoscere poteva eventualmente
avverarsi utile per alcuni settori specializzati o per lo studio
della storia giuridica giapponese, ma che non aveva niente in comune,
sotto il potere di democrazia popolare, con la nostra legge. È
probabile che fra le nostre leggi e fra i regolamenti si trovino
termini tradotti in modo meccanico, sotto l'influenza di simili
elementi, partendo dalle leggi della canaglia giapponese. È
necessario per voi riesaminare sotto questa angolatura le leggi e i
regolamenti. Naturalmente, non voglio tuttavia dire in tal modo che
coloro che hanno studiato la legge del tempo della dominazione
giapponese non possono lavorare oggi nel campo giudiziario. Non
bisogna prenderla così, perché l'uomo cambia costantemente. Quello
che sottolineo è che non bisogna applicare tali e quali le leggi che
sono incompatibili col nostro sistema socio-economico e con la nostra
scelta di classe.
La
nostra legge è quella di una società socialista, la legge del
nostro potere di Stato che esercita le funzioni della dittatura del
proletariato. Perciò è fondamentalmente diversa, diametralmente
opposta alla legge dell'imperialismo giapponese vigente prima della
Liberazione del 15 agosto, legge del meccanismo di dominazione
coloniale imperialista giapponese che opprimeva la nostra nazione e
sfruttava gli operai e i contadini.
È importante per i funzionari giudiziari valutare le idee contenute nella legge non più in vigore, cioè nella legge dell'imperialismo giapponese. Secondo la relazione fatta dal compagno ministro della giustizia, gli elementi separatisti e oppositori del Partito hanno spettegolato sull'umanitarismo, la democrazia, eccetera, ripetendo gli slogans che erano lanciati al tempo dell'imperialismo giapponese per ingannare il nostro popolo lavoratore. Simili residui di un'ideologia sorpassata devono essere prontamente eliminati.
Se i giudici giapponesi fossero stati degli umanitari sensibili, perché avrebbero massacrato tanti coreani e saccheggiato tante ricchezze in Corea? Una simile idea è l'espressione di un'ideologia borghese sorpassata in materia giuridica, espressione che deriva dall'incapacità di vedere la natura di classe della legge. È una tendenza del tutto assurda e molto pericolosa, come quella di separare la legge dalla sua origine di classe e dal sistema sociale e politico.
Noi dobbiamo combattere coloro che, affermando di obbedire solo alla legge, pensano che né il Partito né il potere siano loro necessari. Hwang Se Hwan, vecchio presidente della Corte Suprema, ad esempio, frequentava negli ultimi giorni del suo servizio solo il Presidium dell'Assemblea Popolare Suprema per vedere Kim Dou Bong, invece che per visitare il Partito. Egli pensava probabilmente che la Corte Suprema dipendesse solo dall'Assemblea Popolare, dato che è questa ad eleggere quella. Ma chi dirige questo popolo e chi guida questa Assemblea Popolare? È il nostro Partito che dirige entrambi.
È
del tutto giusto che i giuristi abbiano insistito sull'osservazione
stretta della legge. Il nostro Partito l'ha sempre affermato. È
anche opportuno insistere insistere sull'obbedienza della sola legge.
Dato che i giudici e i procuratori portano avanti le loro attività
basandosi sulla legge, non c'è niente di male nel fatto che
insistano sull'obbedienza alla sola legge. Ma l'obbedienza alla legge
non può assolutamente implicare il rifiuto di essere guidati dal
Partito. Di fatto coloro che obbediscono alla legge sono, in ultima
analisi, coloro che obbediscono al Partito. Coloro che dichiarano di
obbedire solo alla legge senza obbedire al Partito sono in verità
coloro che non obbediscono alla legge.
Ho
detto prima che la legge è una forma d'espressione della politica.
Al di fuori della politica, non si può comprendere né applicare la
legge.
La
legge del nostro paese è uno strumento importante per l'applicazione
della politica del nostro Partito. È impossibile applicare la legge
senza conoscere la linea politica del nostro Partito. I funzionari
giudiziari devono sapere di essere dei lavoratori politici che
applicano la politica del nostro Partito e tutte le linee di condotta
seguite dal nostro Stato. La legge non esiste solo nell'astratto.
Dato che è l'espressione della politica, la legge deve essere
subordinata alla politica e non essere da essa separata. Chi dunque
oggi elabora tutte le politiche in materia di rivoluzione e di
costruzione nel nostro paese? È inutile dire che è il nostro
Partito. Il nostro Partito è la forma suprema di organizzazione di
tutte le organizzazioni della classe operaia del nostro paese. Per
questo tutte le altre organizzazioni devono essere dirette dal
Partito: ecco, questo è un principio immutabile.
Obbedire
solo alla legge, prescindendo dalla direzione del Partito, vuol dire
di fatto non obbedire del tutto alla legge, ma deformarla. Alcuni
compagni sembrano avere dei dubbi: «Ci si chiede di non riferirci
più ai soli articoli della legge. Bene, come dobbiamo allora
comportarci?». Essi non hanno capito bene la nostra intenzione. Noi
non vogliamo dire che non devono riferirsi agli articoli della legge,
separandola dalla politica.
Noi sottolineiamo solo che bisogna interpretare ed applicare la legge correttamente, a partire da un punto di vista di classe, come richiede il nostro Partito, cioè dal punto di vista della dittatura proletaria. Anche la nostra legge ha come scopo quello di difendere e di applicare la politica del Partito. Per questo applicare correttamente la legge significa applicare correttamente la politica del Partito e, di conseguenza, accettare di essere guidati da esso.
Come
sapete tutti, la legge non consiste solo in codici di procedura
penale e civile. Il piano economico nazionale è esso pure una legge,
come il bilancio finanziario dello Stato. Tutto ciò costituisce
un'espressione legalizzata della politica e dei provvedimenti dello
Stato. I codici di procedura sono anch'essi necessari per la difesa
del regime politico del nostro paese. Così, la legge è elaborata
esclusivamente per l'applicazione e la difesa della politica del
Partito ed è per questo che non si può applicare correttamente la
legge senza mettersi sotto la direzione del Partito.
Tenuto
conto anche dei principi d'organizzazione del Partito, è naturale
che, in quanto membri del Partito, voi obbediate alla sua
organizzazione.
Un livello di coscienza ideologica politicamente elevato è indispensabile per l'applicazione della legge. I funzionari giudiziari devono sempre armarsi dell'ideologia del Partito. La legge può essere applicata correttamente o scorrettamente secondo la posizione e le idee di coloro che l'applicano.
Riflettete, compagni! Gli articoli della legge non dicono come trattare Ri Man Hwa che si è opposto al nostro Partito e al nostro Stato. Ogni crimine assume una forma diversa ed è commesso in circostanze diverse, ed è per questo che la legge non può fissare una pena che sia del tutto conforme al caso di ognuno dei criminali. La legge può essere paragonata a un provvedimento che indica i criteri necessari per trattare i casi. Il provvedimento può essere applicato correttamente o scorrettamente, a seconda di chi lo utilizza. La legge può essere applicata propriamente o impropriamente secondo il punto di vista ideologico dei funzionari giudiziari. Un giudice, che certamente non aveva assimilato correttamente la nostra ideologia, ha assolto il criminale Ri Man Hwa. Ecco il metodo secondo cui ha affrontato il caso. Diceva: «Quest'uomo è stato educato male dalla sua infanzia e non ha assimilato le leggi dello sviluppo sociale, cosa che l'ha portato a commettere un simile crimine. Egli deve essere quindi assolto». Ecco un'applicazione scorretta della legge.
Occorre quindi anche una disposizione ideologica per poter obbedire solo alle leggi. Se il punto di vista ideologico è errato, si giunge a definire i criteri in modo sbagliato. Coloro che hanno delle cattive idee, pur affermando di non obbedire che alla legge, violano invece questa legge e arrivano fino al punto di difendere la controrivoluzione. È inutile appellarsi all'osservanza delle leggi solo a parole. Di fatto, non siamo stati noi, ma sono stati gli elementi separatisti e oppositori del Partito a violare la legalità e proteggere gli elementi controrivoluzionari.
Essi l'hanno fatto perché hanno rinunciato alla posizione propria del Partito e hanno totalmente deformato lo spirito della legge. È assolutamente necessario, per i funzionari giudiziari, avere una disposizione ideologica che permetta loro di tradurre correttamente nella pratica lo spirito della legge. È solo rafforzando la vita nell'organizzazione del Partito che sarà possibile consolidarsi nell'ideologia del Partito. E noi possiamo avere delle idee giuste solo ponendoci sempre sotto la direzione del Partito.
Nella nostra società, permangono ancora, in grande misura, i residui delle antiche ideologie. Inoltre, per il fatto che ci troviamo direttamente di fronte all'imperialismo nord-americano e ai suoi lacchè, esiste il grande pericolo dell'infiltrazione delle ideologie reazionarie. Può accadere dunque che anche coloro che, nel passato, avevano un'ideologia sana, si siano pervertiti a causa dell'infiltrazione delle ideologie del nemico.
Alcuni
compagni dicono: «Questo compagno era veramente un buon uomo. Era
sempre nella buona strada quando lo vedevo l'anno scorso. Ma
incontrandolo oggi constato che è stato pervertito. È davvero
strano». Non c'è niente di strano in tutto questo. Egli aveva
un'ideologia sana l'anno scorso, ma quest'anno, la sua ideologia è
diventata malsana, in seguito all'infiltrazione delle idee
borghesi.
Il
fatto che i funzionari giudiziari sappiano sempre a memoria gli
articoli della legge non significa assolutamente che le loro idee non
possano diventare malsane.
Tutti
sanno che chi commette un crimine sarà punito dalla legge. E
tuttavia, c'è della gente che commette dei crimini. I funzionari
giudiziari non ignorano che saranno condannati alla casa di
correzione, in virtù di questo o quell'articolo del codice penale,
qualora commettano un crimine.
Benché
ne siano coscienti, anche i funzionari giudiziari commettono dei
crimini. È possibile che i funzionari giudiziari non solo commettano
dei crimini, ma anche che applichino male la legge.
Dare
prova di una generosità senza limiti anche con gli elementi
controrivoluzionari che appartengono alle classi ostili e proteggerli
o trattare alla leggera i più colpevoli dei criminali, frenando in
questo modo la costruzione socialista e abusando della nostra
politica d'indulgenza: tutto questo non è l'atteggiamento di un
funzionario giudiziario che ha un punto di vista corretto.
Commettere
un omicidio o una rapina e sconvolgere così l'ordine pubblico,
mentre tutti sono mobilitati per la rivoluzione socialista, se non è
un crimine, che cos'è? Ora, i tentativi di ricorso a pretesti
assurdi, come l'attribuzione dell'omicidio a un malinteso della
rapina alla miseria, implicano comunque una cattiva interpretazione
delle leggi e sono, in ultima analisi, imputabili a un punto di vista
ideologico sbagliato.
I funzionari giudiziari devono chiaramente capire che essi sono quelli che difendono e applicano, attraverso la legge, la politica del Partito. In una parola, dovete essere uomini con uno spirito di Partito di un livello molto elevato.
In una riunione degli agenti dell'interno, ho detto che i compagni agenti dell'interno e i compagni soldati dell'Esercito Popolare devono essere più leali nei confronti del Partito. Bisognerebbe dire la stessa cosa dei funzionari giudiziari. Dovete mostrarvi più fedeli al Partito.
Alcuni compagni potrebbero allora chiedere perché si è assegnato il ministero della giustizia a gente come Hong Ki Ju e Ri Song Yop, dal momento che per essere nominati negli organismi giudiziari, occorre uno spirito di Partito molto elevato. Noi non sapevamo che Ri Song Yop era uno scellerato quando l'abbiamo nominato ministro della giustizia. E, se avessimo saputo che Hong Ki Ju era un cattivo soggetto, non l'avremmo mai designato come ministro della giustizia. Inutile dire che si è assegnato loro tale posto nella speranza che avrebbero fatto del bene e non del male, in quanto non li abbiamo giudicati correttamente e li abbiamo considerati gente onesta.
Ma
non si può affermare che tutto il lavoro degli organi giudiziari è
risultato cattivo, per il fatto che vi erano degli scellerati con la
carica di ministro. Senza tener conto della persona che detiene il
ministero, si devono eseguire i suoi ordini e lottare per la loro
applicazione, finché essa compie correttamente la politica del
Partito. Ma quando il ministro esegue in modo errato la politica del
Partito, si deve esprimere la propria opinione sulle attività del
ministro. Perché non si hanno obiezioni vedendo che egli commette
degli errori nel suo lavoro? Che significa? Questo dimostra che,
mentre noi abbiamo preso una cantonata valutando il ministro, i
membri del nostro Partito all'interno degli organi giudiziari avevano
anch'essi un debole spirito di Partito.
Voi
non siete assolutamente legati a un ministro. Voi appartenete al
Partito, siete subordinati agli interessi del Partito e alla sua
politica. Obbedite alle organizzazioni del Partito e dello Stato,
alla politica e alle leggi dello Stato. Perché allora vi siete
accontentati di guardare nel momento in cui vedevate chiaramente che
era stato commesso qualcosa di male? Perché, ad esempio, non avete
sollevato obiezione quando è stata ordinata la scarcerazione di
elementi come Ri Man Hwa e avete applicato questo ordine tale e
quale? Tutto questo era dovuto alla debolezza del vostro spirito di
Partito. Dobbiamo avere uno spirito di Partito forte, inflessibile
verso tutti coloro che trasgrediscono la politica del Partito. Il
Partito spera che rettificherete le mancanze che si sono manifestate
nel vostro lavoro passato e che porterete avanti una lotta costante
per consolidare il vostro spirito di Partito.
Se
si esaminano minuziosamente i difetti dei funzionari della giustizia
e della Procura in questa riunione, si constata che sono stati tutti
causati da una deviazione dalla posizione della classe operaia, dai
principi del socialismo e dai principi del nostro Partito. In
conclusione, sono risultati dalla debolezza dello spirito di Partito.
Si può dire che solo coloro che applicano fedelmente la politica del Partito e la difendono risolutamente, dispongono di uno spirito di Partito forte. Affermando solo a parole che si è fedeli al Partito, non si può diventare uomini con un forte spirito di Partito. Alcuni compagni affermano spesso che qualcuno non sa compiere il proprio lavoro, benché sia fedele al Partito. Tali uomini, in ultima analisi, sono degli imbecilli.
Secondo
noi, un uomo leale verso il Partito non è in nessun caso un semplice
uomo onesto. Non è un galoppino, totalmente incompetente. Un uomo
leale, secondo noi, è quello che difende risolutamente la politica
del Partito, sa applicarla correttamente, si impegna sempre in una
lotta intransigente contro i nemici di classe e contro tutte le
cattive tendenze, persegue fermamente gli interessi della classe
operaia e lotta sempre risolutamente, contro venti e maree, per
seguire la politica del Partito. Si può affermare che un tale uomo è
un leale militante del Partito, dotato di un forte spirito di
Partito. I nostri funzionari giudiziari devono tutti diventare degli
uomini dotati di un forte spirito di Partito che, fermamente uniti
attorno al Comitato Centrale del Partito, salvaguardano risolutamente
la sua politica e combattono energicamente per la sua
applicazione.
Il
nostro paese vede in atto una lotta di classe di natura molto
complessa, dato che è diviso fra Nord e Sud. È importante per
questo distinguere nettamente i nemici dagli amici. Non dobbiamo
scendere a nessun compromesso con le classi profondamente ostili al
socialismo. Per questa ragione, noi dobbiamo tracciare una linea
netta fra gli elementi ostili e i membri della nostra classe che
hanno accidentalmente commesso dei crimini, pur seguendo con noi la
via della costruzione socialista, fra coloro che ci sono
coscientemente contrari e coloro che non lo sono. È necessario che
voi acquisiate un alto livello politico per poter distinguere tutti
questi elementi e prendere le sanzioni legali che s'impongono.
Per
raggiungere questo alto livello politico e analizzare tutto
correttamente, bisogna acquistare un'educazione politica
marxista-leninista. Credo dunque che, come la conferenza del nostro
Partito ha chiesto a tutto il Partito, occorra per prima cosa
consolidare lo spirito di Partito e la vita del Partito e poi
compiere un vigoroso lavoro affinché ogni membro del Partito si armi
della concezione marxista-leninista del mondo.
Conformemente allo spirito delle decisioni della conferenza del Partito, tutti i funzionari giudiziari devono consolidare il loro spirito di Partito ed elevare il livello della loro coscienza politica per portar avanti con successo la lotta contro gli elementi controrivoluzionari e per applicare perfettamente la politica giudiziaria del Partito e dello Stato.
Spero che tutti i funzionari giudiziari, appoggiandosi fermamente sulla politica giudiziaria del nostro Partito, intensificheranno la lotta contro gli elementi controrivoluzionari, difenderanno risolutamente le esperienze socialiste contro tutte le manovre di sovversione e di sabotaggio dei nemici e combatteranno con energia per garantire la vittoria della nostra rivoluzione socialista.
─ Kim Il Sung, Opere, vol. 12, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pagg. 185-201 ed. ing.
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