Colloquio col presidente del Comitato Centrale del Partito del Lavoro del Belgio
KIM IL SUNG
COLLOQUIO COL PRESIDENTE DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO DEL LAVORO DEL BELGIO
30 giugno 1994
Sono molto contento di ritrovarvi in visita nel nostro paese, compagno Presidente, e vi do un caloroso benvenuto. Questa vostra visita, la quarta, è testimonianza del fatto che i nostri partiti lavorano in stretta unità e cooperazione l'uno con l'altro. Saluto anche tutti voi che siete venuti nel nostro paese per girare un documentario sulla Corea.
Poiché avete già parlato coi nostri funzionari, non ho intenzione di soffermarmi a lungo sulla situazione del nostro paese.
Gli americani stanno cercando di strangolarci a morte. Il nemico sta cercando di distruggere noi che avanziamo sulla via del socialismo, attraverso il blocco economico e l'isolamento, ma senza successo. A causa delle loro manovre, stiamo avendo qualche difficoltà; tuttavia, l'edificazione del socialismo nel nostro paese procede serenamente. Molti dei nostri amici nel mondo ci stanno offrendo un attivo sostegno. Siamo molto grati al vostro partito e a molti degli altri nostri amici per il loro supporto e il loro incoraggiamento.
Vi esprimo i miei ringraziamenti per le dinamiche attività che avete condotto per noi e per la vostra intenzione di realizzare pure un documentario col quale pubblicizzare lo stato della nostra costruzione del Partito e dell'edificazione del socialismo tra i paesi europei e quelli in via di sviluppo, in un momento in cui il nostro Partito è impegnato nel superamento delle difficoltà. Apprezzo molto la vostra decisione di produrre un documentario su di noi.
Non sono pochi, oggi, quelli che osano criticare gli americani, ritenendo che giochino a fare i “gendarmi internazionali”. In un certo paese tollerano di venir guardati dall'alto in basso da parte degli americani e, impauriti, non riescono a lanciare una lotta audace contro l'imperialismo e per il socialismo.
Ogniqualvolta incontro degli stranieri, dico loro: «Vi sono al mondo paesi grandi e piccoli, sviluppati e in via di sviluppo, ma non possono esserci paesi superiori o inferiori, dominanti o dominati». Al mondo ci saranno pure paesi grandi e piccoli, ma certamente non superiori o inferiori; ci saranno paesi sviluppati e in via di sviluppo, ma non dominanti o dominati. Gli americani disprezzano il nostro paese in quanto paese piccolo; il nostro paese è piccolo ma di certo non è loro inferiore. Il nostro è un paese in via di sviluppo, ma non tollereremo mai un dominio altrui.
Compiamo ogni sforzo per portare a compimento la causa rivoluzionaria del Juche, attenendoci ai principi del Juche nell'ideologia, nell'indipendenza in politica, nell'autosufficienza in economia e nella fiducia in sé nella difesa. Questa è la linea base a cui il nostro Partito aderisce. Poiché abbiamo aderito a questa linea nella nostra lotta, noi, sebbene siamo un paese piccolo, non siamo soggiogati da altri. Anche nel futuro manterremo la linea dell'indipendenza; non vivremo mai subordinati ad altri.
Vi ringrazio per le vostre ottime opinioni dei nostri successi nell'edificazione socialista e nella lotta per la riunificazione nazionale, e per aver detto che stiamo dando un grande contributo al rafforzamento e allo sviluppo del movimento comunista internazionale. Entrambi i nostri partiti sono partiti di paesi piccoli, ma manteniamo l'indipendenza. Più piccoli sono i paesi, più solidamente devono unirsi gli uni con gli altri, così da non tollerare che i grandi paesi ricorrano allo sciovinismo da grande potenza o che agiscano in maniera arrogante e insolente.
Avete detto di aver studiato i meriti di Stalin e di aver scritto un libro su di lui; è un'ottima cosa. L’Unione Sovietica è crollata perché venne corrosa dal revisionismo dopo la morte di Stalin. Era un grande paese: il suo territorio occupava un sesto della superficie terrestre del pianeta, ed era popolato da 290 milioni di abitanti. Essa contava 18 milioni di membri del partito e portava avanti l’edificazione del socialismo da più di settant’anni. Ma d’un tratto ogni cosa è perduta. Malgrado una storia di edificazione del socialismo di oltre settant’anni, il partito dell’Unione Sovietica è stato afflitto dalla burocrazia e ha trascurato il lavoro sugli uomini, la parte essenziale del lavoro di partito. In mancanza di educazione ideologica, il popolo ha preso il gusto del denaro, preoccupandosi solo di fare soldi, invece di conformarsi al leninismo. A furia di lasciar che la gente pensasse solo al denaro, all’auto privata e alla dacia, senza inculcarle l’ideologia socialista e comunista, alla fine il paese si è sfasciato. L’URSS ha iniziato a vacillare dal tempo di Krusciov. Stalin ha diretto bene il partito quando era in vita. All’epoca si combatteva anche un’aggressiva lotta al cosmopolitismo. Il cosmopolitismo è una teoria della società globale. A quei tempi in Unione Sovietica vigeva l’ordine di consegnare allo Stato tutto ciò che la gente riceveva in regalo dagli abitanti dei paesi capitalistici, foss’anche solo una penna stilografica. Senza Stalin, l’URSS non avrebbe potuto sconfiggere i fascisti tedeschi. Ancora oggi guardo spesso il film sovietico dedicato alla battaglia in difesa di Mosca, di cui conservo una copia a casa mia. Stalin organizzò una parata militare a Mosca per commemorare il trionfo della rivoluzione socialista d’Ottobre, con il nemico a meno di 40 km di distanza. Mentre aveva fatto evacuare nelle province gli altri quadri, in primo luogo i membri dell’Ufficio politico del partito, lui restò al Cremlino per continuare a dirigere la battaglia. Il suo eccezionale coraggio gli valse la grande stima e il sostegno dei sovietici. In tempo di guerra, i soldati dell’esercito sovietico combattevano declamando le parole d’ordine: «Per Stalin!», «Per il partito!» e «Per la patria!» Hanno così riportato la vittoria definitiva. Dopo la sua morte invece, con la scusa di opporsi al “culto della personalità”, Krusciov lo ha discreditato e ha disconosciuto le sue imprese. Più tardi Gorbaciov ha svenduto l’Unione Sovietica agli imperialisti. Io sono convinto che il popolo dell’ex URSS ricostruirà la sua patria sovietica costi quel che costi.
Ho un'ottima opinione di voi per il libro che avete scritto su Stalin. Vi ringrazio per la gentilezza di avermene donata una copia. Me lo voglio leggere.
Il giudizio positivo sui meriti di Lenin e di Stalin e la lotta per la vittoria della causa del socialismo e del comunismo sono l’importante dovere conferito ai comunisti. Lottiamo assieme in futuro, fianco a fianco, per la vittoria del comunismo in tutto il mondo.
Tanto in futuro, come nel passato, il nostro Partito aderirà a due principi nella lotta per la costruzione del socialismo e del comunismo. In altre parole, continueremo la nostra lotta per occupare sia la fortezza ideologica che quella materiale del socialismo e del comunismo da una parte, e, a tal fine, manterremo la linea delle tre rivoluzioni: ideologica, tecnica e culturale. A meno che le rivoluzioni ideologica, tecnica e culturale non siano portate a compimento, è impossibile edificare il socialismo e il comunismo in un paese e ancor meno in tutto il mondo. Stiamo ora vincendo nella lotta contro il nemico e difendiamo fermamente il socialismo perché il nostro Partito spinge avanti le rivoluzioni ideologica, tecnica e culturale su una base costante e senza seguire politiche revisioniste. La nostra esperienza dimostra che solo la lotta per occupare entrambe le fortezze, ideologica e materiale, si può assicurare la vittoria completa del socialismo e il successo nella costruzione del comunismo.
L'Unione Sovietica è caduta perché non ha saputo portare a termine la rivoluzione ideologica. Dal momento che abbiamo dato un'educazione efficace a tutto il popolo, considerando le masse popolari come padrone della rivoluzione e dell'edificazione, e abbiamo messo al centro la rivoluzione ideologica, noi avanziamo in modo lineare. Cimentarsi con vigore nella rivoluzione ideologica rende migliore la rivoluzione tecnica. Nel quadro dell'esperienza del nostro Partito, io penso che sia importante che i comunisti inalberino la bandiera delle rivoluzioni ideologica, tecnica e culturale, per costruire con successo il socialismo e il comunismo. Voi avete detto che una nuova ondata rivoluzionaria sorgerà nel mondo; sono d'accordo.
Avete affermato che nella vostra visita al Palazzo dei bambini di Mangyongdae avete trovato che i bimbi fossero bravi a cantare e ballare; i nostri scolari vanno al Palazzo dei bambini dopo la scuola per coltivare una varietà di talenti in base alle loro attitudini e ai loro gusti. Abbiamo costruito edifici dove i piccoli allievi possano divertirsi in attività extrascolastiche a loro piacimento e li abbiamo nominati “palazzi degli studenti e dei bambini”. Nel nostro paese i bambini sono i “re”. Oltre al Palazzo dei bambini di Mangyongdae, a Pyongyang c'è un altro palazzo degli studenti e dei bambini che abbiamo costruito dopo la guerra. A tutti i bambini piace andare in questi palazzi. Anche i genitori sono contenti nel vedere i loro figli recarsi lì dopo la scuola. I genitori non hanno abbastanza tempo per prendersi cura dei loro bambini, perché ognuno ha il suo lavoro. Quando questi palazzi non c'erano, avevano problemi a crescere i loro bambini poiché questi si facevano dispetti o litigavano tra loro certe volte dopo la scuola. Tuttavia, adesso che i ragazzi possono impegnarsi in attività extrascolastiche ai palazzi dei bambini, potendosi ognuno iscrivere a una vasta gamma di gruppi, i genitori non hanno più niente di cui preoccuparsi. I ragazzi che studiano ai palazzi dei bambini a Pyongyang ammontano a diverse migliaia ogni giorno; sommandovi quelli che studiano nei palazzi locali, si arriva a un quantitativo di decine di migliaia. Nel nostro paese ci sono vari palazzi degli studenti e dei bambini anche nelle altre città. L'operatività dei palazzi dei bambini dimostra il suo valore in modo assai tangibile nell'istruzione degli scolari. Ai palazzi, costoro possono imparare tutto ciò che vogliono; quelli interessati al ricamo imparano a ricamare, chi vuole imparare a suonare la fisarmonica impara a suonare la fisarmonica e chi vuole apprendere le tecniche dell'esercizio fisico, lo fa. Si impara ciò che si vuole a proprio piacimento.
Nel nostro paese non riceviamo un centesimo per ripianare i costi di mantenimento dei palazzi dei bambini. Ai palazzi, i bambini imparano a sazietà senza pagare nulla, godendo di un trattamento eccellente. Anche in altri paesi esistono di questi servizi nei palazzi dei bambini, tuttavia si dice che molti scarichino sui bambini i costi del loro funzionamento.
Avete espresso la profonda impressione che vi ha fatto l'aspetto gioioso dei bambini coreani; se non fosse stato per il sistema socialista sarebbe stato impossibile garantire a tutti i bambini un'istruzione e la possibilità di valorizzare appieno i propri talenti. Nel nostro paese, in cui i bambini talentuosi si scoprono, il Partito alimenta lo sviluppo delle loro potenzialità ponendoli sotto la direzione esclusiva di tutori individuali. Nel nostro paese c'è una gran quantità di bambini con propensioni notevoli per la pittura, la calligrafia, il canto, la danza, il ricamo e via dicendo.
Avete chiesto delle prospettive dei colloqui RPDC-USA e degli incontri al vertice Nord-Sud; gli Stati Uniti hanno ora iniziato a riprendere i colloqui con noi. Finora essi si erano mantenuti al secondo livello; adesso si apre la terza fase. All'inizio gli americani avevano detto che ci avrebbero imposto delle cosiddette sanzioni, facendo persino circolare dei documenti all'ONU. Di recente, tuttavia, Carter è venuto nel nostro paese e mi ha promesso che avrebbe persuaso il suo governo a: primo, rinunciare a sanzionarci; secondo, entrare nella terza fase dei colloqui con noi; terzo, fornirci assistenza nella sostituzione del nostro reattore moderato a grafite con un reattore ad acqua leggera. Mi ha anche proposto di consentire ai due ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica di rimanere nel nostro paese. Ho accettato l'offerta degli americani, permettendo ai due ispettori di restare. A quel tempo gli ispettori dell'AIEA stavano nel nostro paese con la missione di monitorare le barre di combustibile estratte per la sostituzione del carburante nel reattore; originariamente, gli ispettori dell'AIEA dovevano essere espulsi. Allorché proponemmo un piano integrato per il miglioramento delle relazioni RPDC-USA, gli americani lo accettarono. Il piano riguarda la normalizzazione delle relazioni RPDC-USA, la questione nucleare e tutti gli altri problemi da risolvere sia per il nostro paese che per gli Stati Uniti. Dato che gli Stati Uniti dicevano spesso che noi fabbricavamo armi nucleari, io dicevo, nei miei colloqui con gli americani: «Non abbiamo né il bisogno né la capacità di produrre armi nucleari. A che pro dovremmo fabbricarne? Mentre gli Stati Uniti possiedono più di 10.000 armi nucleari, qual è il motivo di additarci, rendendosi ridicoli davanti al mondo, per la produzione di soltanto una o due armi nucleari? Dovremmo realizzarne per un mero fratricidio tra coreani? Non lo faremo. Abbiamo già adottato una dichiarazione congiunta di denuclearizzazione della penisola coreana insieme alla Corea del Sud».
Dopo i miei colloqui con Carter, gli Stati Uniti espressero la loro volontà di fare tutto ciò che avevamo proposto. Quindi, si è deciso di aprire la terza fase dei colloqui RPDC-USA a Ginevra l'8 luglio. I membri della nostra delegazione ai colloqui sono già stati nominati e anche negli Stati Uniti hanno deciso che la Galucci guiderà la delegazione sua.
I colloqui al vertice Nord-Sud si apriranno presumibilmente a Pyongyang il 25 luglio. Credo che anche questi colloqui procederanno tranquillamente. Nel suo discorso d'insediamento, il “presidente” sudcoreano ha menzionato due problemi degni di nota: primo, nessuna nazione alleata potrebbe essere migliore della sua nazione; secondo, se il Presidente Kim Il Sung gli chiedesse di andare sul monte Paektu per dei colloqui, ci andrebbe, così come andrebbe sul monte Halla e ovunque gli avesse chiesto di andare. Dopo aver pronunciato questo discorso d'insediamento, si è messo a seguire le orme degli americani. Quando gli americani insisterono che noi dovessimo tirare fuori le nostre supposte armi nucleari, disse che non ci avrebbe stretto la mano a meno che il nord non le avesse presentate. Nella sua visita nel nostro paese, Carter mi disse che Kim Young Sam voleva vedermi e mi chiese un'opinione al riguardo. Io dissi a Carter: «Non capisco perché faccia di questi discorsi, insistendo però per vedermi. Ha detto delle cose assurde a proposito di non stringerci la mano a meno che noi non rivelassimo le nostre armi nucleari. Ma gli perdoneremo tutto. Ditegli quindi di venirci a trovare». L'altro ieri, il presidente della commissione per la riunificazione dell'Assemblea Popolare Suprema per noi e un “vicepresidente” per il sud si sono incontrati a Panmunjom e hanno stabilito di organizzare i colloqui al vertice Nord-Sud a Pyongyang dal 25 luglio. Ai colloqui non si discuterà di alcunché di speciale, a parte le misure per tradurre in pratica ciò su cui ci si è già accordati e ciò che già si è deciso sia dalla parte del Nord che dalla parte del Sud: l'accordo sulla riconciliazione e la non aggressione tra il Nord e il Sud e la dichiarazione congiunta sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Ai colloqui ci aspettiamo di risolvere positivamente tutti i problemi. Se tutto va bene, c'è la possibilità che il nostro paese si riunifichi tra non molto. Una volta riunificato, il nostro paese conseguirà uno sviluppo economico ancor più rapido e diventerà un paese ricco di qui a pochi anni.
Non adotteremo un'integrazione come quella della Germania in cui l'Ovest ha assorbito l'Est. Vogliamo la riunificazione tramite federazione. La federazione che vogliamo richiede che i due sistemi e i due governi esistenti al Nord e al Sud rimangano intatti, che si permetta cioè l'esistenza prolungata del nostro sistema socialista al Nord e del sistema capitalista al Sud. Se si trasformasse quest'ultimo in un sistema socialista anziché lasciarlo così com'è, la cosa creerebbe problemi. I capitalisti statunitensi, inglesi, francesi, giapponesi, tedeschi e di vari altri paesi hanno fatto investimenti in Corea del Sud. Di conseguenza, se rendessimo socialista la Corea del Sud e confiscassimo il denaro dei capitalisti stranieri, sorgerebbero complicazioni.
Lo Stato federale riunificato non diventerà satellite di alcun paese ma sarà un paese indipendente, neutrale e non allineato. Poiché i nostri vicini sono tutti grandi paesi, lo Stato federale riunificato dev'essere neutrale. Se la Corea riunificata manterrà la neutralità, i paesi suoi vicini non avranno alcun motivo d'interferire nei suoi riguardi. La riunificazione non danneggerà in alcun modo la nostra nazione nel suo essere un buon paese. Non ci sarà nessun problema né per il Nord né per il Sud se conseguiremo la riunificazione attraverso la riconciliazione e l'assistenza reciproca, lasciando intatti il sistema socialista al Nord e quello capitalista al Sud.
Molto tempo fa lanciai una parola d'ordine nella quale chiamavo quelli dotati di forza a dare la loro forza, quelli dotati di conoscenza a dare la loro conoscenza e quelli dotati di denaro a dare il loro denaro, per la costruzione di uno Stato democratico e indipendente. Noi possiamo sicuramente trasformare la nostra nazione in un paese ricco, indipendente e riunito. Persino i capitalisti sudcoreani mi vengono a trovare uno dopo l'altro per discutere con me di come il Nord e il Sud possano riuscire a collaborare economicamente. Qualche giorno fa ho incontrato un uomo d'affari sudcoreano di nome Son Myong Won; un po' di tempo prima ho incontrato anche Kim Woo Jung. La collaborazione tra Nord e Sud, se conseguita, porterà lauti guadagni. Per esempio, se costruiamo un'altra ferrovia tra Sinuiju e Kaesong, facendo così dei doppi binari e trasportando beni cinesi diretti in Corea del Sud, possiamo guadagnare più di 400 milioni di dollari annui a servizio. A occhio e croce, se ci prendiamo in consegna i beni per l'esportazione o della Russia o della provincia dell'Heilongjiang in Cina alla stazione Tumangang e li trasportiamo lungo la costa orientale, potremmo guadagnarci più di un miliardo di dollari annui a servizio. Significa, dopotutto, che avremmo modo di incassare circa un miliardo e mezzo di dollari all'anno senza fare nulla. Attualmente abbiamo solo una tratta in quella regione; intendiamo raddoppiarla costruendo altre ferrovie in futuro. La Germania Est è andata in rovina a causa dell'assorbimento e dell'annessione da parte della Germania Ovest; il nostro paese non seguirà quella via.
Avete detto che prima di venire nel nostro paese eravate stato disinformato dai mass media occidentali; l'opinione attuale degli occidentali sul nostro paese è impregnata dall'incessante propaganda mistificatrice fatta dai mass media a libro paga degli americani. In occasione del mio 82esimo compleanno quest'anno, ex capi di Stato e di governo di vari paesi in tutto il mondo sono venuti in visita nel nostro paese, in compagnia di giornalisti al servizio della CNN International, del giornale americano The Washington Times e della NHK giapponese. Questi giornalisti mi hanno quindi intervistato, hanno seguito i miei colloqui con gli ex capi di Stato e di governo dei vari paesi del mondo e hanno liberamente scattato foto del nostro paese ovunque sia loro capitato di andare. Tornati a casa, le hanno pubblicate, generando grandi ripercussioni in tutto il mondo. La gente in molti paesi ha detto che, pur avendo una scarsa conoscenza del nostro paese in passato, è rimasta sorpresa a vedere dalla CNN International la realtà in cui Pyongyang e la RPDC appaiono molto belle e il popolo coreano vive comodamente.
I cineoperatori della CNN International hanno anche accompagnato Carter nella sua recente visita nel nostro paese. Anch'essi hanno fatto molte foto in occasione del mio primo incontro e dei miei colloqui con Carter, così come del secondo incontro e dei colloqui a bordo della nave turistica. Permettete che vi racconti un episodio divertente a proposito degli eventi che si verificarono allora.
Carter, accompagnato dalla delegazione di giornalisti della CNN International, è arrivato nel nostro paese via Seul. A Seul la delegazione di giornalisti della CNN International ha fotografato diverse cose. Nelle loro foto si vedevano scene di sudcoreani che si esercitavano a ripararsi e a prepararsi alla guerra pensando che li avremmo attaccati. I giornalisti, quindi, mandarono in televisione ciò che avevano fotografato sia a Seul che nel nostro paese. Tra le loro foto del nostro paese si vedevano scene che avevano immortalato mentre erano con Carter e con me in nave verso la Barriera del Mar Occidentale, gente che faceva canottaggio, chi pescava sulla barca, chi nuotava nel fiume. Vedendole, la gente in molti paesi del mondo si è resa conto che la situazione a Pyongyang e a Seul era molto diversa. La delegazione della CNN International aveva allora mandato in televisione tutto quello che aveva ripreso nel nostro paese, non quello che gli era parso meglio mandare. Tuttavia, l'impatto che ebbe fu molto positivo. Molti, nel mondo, dissero che tutta la propaganda a cui erano stati esposti sino a quel momento era distorta. Alcuni, tuttavia, affermarono assurdamente che noi avessimo corrotto i giornalisti o i produttori della CNN International affinché filmassero solo gli aspetti buoni del nostro paese e solo gli aspetti negativi della Corea del Sud. In realtà non conoscevamo lo staff della CNN e non c'interessavamo della loro attività.
Lasciate che vi racconti un'altra storia.
Carter mi riferì che diversi uomini del suo entourage avevano detto di trovare strano che i sudcoreani parlassero male dei loro compatrioti del nord per questo o quell'altro motivo, mentre nessun nordcoreano parlava male né dei sudcoreani né degli americani.
Qui abbiamo una compatriota coreana che vive in Belgio come figlia adottiva di un belga, e anche lei è venuta per il documentario sul nostro paese; sono molto felice di conoscere te, una coreana. Una volta visitai l'Algeria quando c'era Boumediene e anche lì trovai un'orfana coreana che era stata venduta dalla Corea del Sud. A quel tempo una francese che lavorava in una fabbrica di automobili in Algeria l'aveva adottata. Informata della mia visita in Algeria, la figliastra la pregò di consentirle di venirmi a incontrare, dicendo in lacrime che era venuto il Presidente e domandando perché lei, una coreana, non avrebbe dovuto vederlo. Così la matrigna la portò alla nostra ambasciata.
Tu hai espresso il tuo rammarico per la tua totale ignoranza della lingua coreana, poiché ti sei trasferita in Belgio all'età di due anni; puoi impararla in futuro. Ti ringrazio per aver affermato che durante la tua visita nel nostro paese sei rimasta sbalordita e specialmente per la vita gioiosa dei bambini coreani.
Voglio che tutti voi che siete venuti a realizzare un documentario sulla Corea visitiate più spesso il nostro paese in futuro. Questo è il nostro primo incontro; al secondo saremo già diventati come vecchi amici. Dovreste visitare più frequentemente il nostro paese già solo per questo. La prossima volta che verrete, mi renderò disponibile per un'intervista con voi. Vi ringrazio per i vostri auguri di lunga vita e di buona salute.
─ Kim Il Sung, Opere, vol. 44, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1999, pagg. 407-17 ed. ing.
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