Insegnamenti storici della situazione cecoslovacca
INSEGNAMENTI STORICI DELLA
SITUAZIONE CECOSLOVACCA
Articolo del Rodong Sinmun, 23 agosto 1968, p. 4.
Ora la situazione in Cecoslovacchia è molto grave. Tutti gli avvenimenti in corso negli ultimi tempi in questo paese mostrano che si è venuto a creare un grave pericolo per la causa del socialismo del suo popolo in seguito alle odiose attività delle forze controrivoluzionarie in combutta con gli imperialisti capeggiati dagli Usa.
Uniti al popolo cecoslovacco da stretti legami internazionalisti nella comune lotta contro l’aggressione e le azioni sovversive degli imperialisti e per il progresso della costruzione socialista e comunista, noi abbiamo osservato da vicino le attività degli elementi controrivoluzionari in Cecoslovacchia dal primo giorno in cui sono venuti alla ribalta.
Le manovre delle forze controrivoluzionarie per cancellare le conquiste socialiste in Cecoslovacchia e mettere quel paese sulla strada della rinascita del capitalismo hanno cominciato ad uscire allo scoperto in concomitanza con l’adozione della cosiddetta nuova linea di «democratizzazione» all’inizio di quest’anno.
Com’è noto, al Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cecoslovacco convocato nel gennaio di quest’anno si è posta la questione di edificare «una società democratica e socialista altamente sviluppata» e si è adottata una nuova linea di «democratizzazione», e ha incominciato a trovare la sua «incarnazione» in tutte le sfere degli affari di partito e di Stato.
Si udivano apertamente voci che negavano il ruolo guida del partito comunista, la direzione centralizzata dello Stato e la lotta di classe all’insegna della «democratizzazione» e della «liberalizzazione». La censura statale sulle pubblicazioni, le radio e la TV è stata abolita e venivano adottate una serie di decisioni per castrare la guida e il controllo degli organi di partito e di Stato sulla vita politica e sociale.
Veniva lanciato un attacco contro le misure prese dall’organo di pubblica sicurezza per reprimere i reazionari, si tenevano eventi per lodare i governanti reazionari nel periodo della repubblica borghese e si svolgeva su più vasta scala la «riabilitazione» di coloro che erano stati puniti per atti controrivoluzionari. Questo significava, di fatto, l’apertura di una strada controrivoluzionaria.
Gli elementi controrivoluzionari alzavano la testa e vomitavano aperte calunnie e maldicenze contro il sistema socialista, denigravano il partito comunista e invocavano la restaurazione del capitalismo. La propaganda antisocialista si svolgeva apertamente attraverso la stampa, le radio e la TV di questo paese.
Le attività degli elementi controrivoluzionari sono divenute ancora più palesi in particolare dopo l’adozione del cosiddetto «Programma d’azione» del partito comunista al Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cecoslovacco convocato in aprile.
Questo «Programma d’azione» è un documento antimarxista e controrivoluzionario volto a creare le condizioni per la restaurazione del capitalismo castrando totalmente il ruolo guida del partito e distruggendo il sistema della dittatura proletaria con la parola d’ordine dell’istituzione di un «sistema di direzione politica statale nuovo e democratico».
Questo documento mira a negare la natura classista del partito della classe operaia e a ridurre il partito a un semplice club. Inoltre il «Programma d’azione» è inteso a porre il Fronte nazionale, organizzazione del fronte unito, al di sopra del partito e a dissolvere il partito al suo interno, e nega apertamente la guida diretta del partito sugli organi statali e sulle organizzazioni pubbliche.
La natura antimarxista e la nocività di questo «Programma d’azione» trova manifestazione concentrica nella richiesta di «libertà completa» e «democrazia pura» da garantire uniformemente a tutti i collettivi sociali e a tutto il popolo con l’argomento che «lo Stato dittatoriale della classe operaia in Cecoslovacchia ha assolto tutta la sua missione storica».
Oggi, mentre l’imperialismo permane sul globo terrestre, in particolare nell’acuta situazione in cui esso perpetra incessanti attacchi contro i paesi socialisti, alla disperata ricerca di una via d’uscita dal suo destino segnato con la moltiplicazione delle politiche aggressive e bellicose, e nella condizione in cui esistono ancora i residui delle classi ostili all’interno e in cui gli elementi capitalistici non sono ancora stati completamente sradicati dalle idee e dalla coscienza degli uomini, il piano di «porre fine alla missione della dittatura del proletariato» e di «esercitare» la «libertà completa» e la «democrazia pura» per tutti i collettivi sociali e tutto il popolo, di fatto, non è altro che un tentativo di assecondare gli elementi controrivoluzionari e di paralizzare la coscienza di classe delle masse popolari e disarmarle davanti al nemico.
L’obiettivo perseguito dal «Programma d’azione» è lampante e rivelato dal fatto che sollecita una rapida «riabilitazione» degli elementi controrivoluzionari che erano stati riconosciuto colpevoli ed incoraggia la stampa e le radio nella propaganda antistatale.
Dopo l’annuncio di questo programma, gli elementi controrivoluzionari in Cecoslovacchia sono arrivati fino a pubblicare apertamente un immondo documento chiamato «2.000 Parole» sui giornali di questo paese sotto il nome del «gruppo di attivisti cecoslovacchi». Questo documento è un programma d’azione controrivoluzionario che formulava il sinistro obiettivo di rovesciare il sistema socialista e di restaurare la società capitalistica, l’oscura società in cui prevalgono lo sfruttamento e l’oppressione, la povertà e la mancanza di diritti.
Nelle «2.000 parole» gli elementi controrivoluzionari non solo vomitavano qualunque maliziosa calunnia e diffamazione contro il socialismo e il partito comunista, esprimendo manifesta ostilità nei loro confronti, ma chiedevano anche apertamente di passare all’azione contro il partito comunista e il potere socialista. Esprimendo speranza nello sviluppo della «liberalizzazione» in Cecoslovacchia, essi millantavano che «il prossimo periodo è un periodo decisivo» e che questo periodo «esige che ognuno agisca secondo la propria determinazione».
Per giunta istigavano la gente a rafforzare la propaganda anticomunista impossessandosi degli organi di stampa come i giornali centrali e locali, le riviste, le radio e la TV, e ad inscenare scioperi, manifestazioni e rallentamenti e a battersi per realizzare le proprie esigenze «fondando comitati e commissioni dei singoli cittadini».
Questo era, di fatto, un appello all’avanzata controrivoluzionaria per rovesciare il regime socialista ed instaurare il regime reazionario borghese.
La lode e il sostegno a questo appello di «2.000 parole» si intrecciano con spregevoli calunnie e malvagie diffamazioni contro il socialismo e la causa rivoluzionaria del popolo, e le agitazioni per la controrivoluzione risuonano in numerose pubblicazioni, radio e TV di questo paese, e persino alcune figure dirigenti del partito e dello Stato esprimono il loro aperto sostegno.
Inoltre il «K 231» – un’organizzazione reazionaria composta da criminali usciti di prigione – e varie altre organizzazioni anticomuniste e reazionarie sono apparse sulla scena e fanno le cose a modo loro.
Al fine di rovesciare il sistema socialista, i reazionari della Cecoslovacchia hanno catturato una posizione del socialismo e avanzato una dopo l’altra parole d’ordine ed esigenze per occupare la posizione successiva. Tentano di separare la milizia popolare organizzata con i nuclei della classe operaia dalla direzione del partito e, per di più, di porla sotto il loro controllo o di disorganizzarla. E creano divisioni all’interno dell’organizzazione giovanile ed attraggono i giovani sotto la propria influenza.
In Cecoslovacchia si è oggi venuta a creare una situazione estremamente grave per la causa socialista del popolo in seguito alle attività delle forze controrivoluzionarie.
Non si può trascurare che le manovre delle forze controrivoluzionarie in Cecoslovacchia sono manipolate in particolar modo dagli imperialisti statunitensi e dai militaristi tedesco-occidentali e dagli altri imperialisti.
Ora gli imperialisti statunitensi e i militaristi tedesco-occidentali e la cricca di Tito in Jugoslavia, che ha tradito la rivoluzione molto tempo fa ed è divenuto un servo dell’imperialismo Usa, sono in visibilio per la situazione creata in Cecoslovacchia e attivamente incoraggiano gli elementi antisocialisti della Cecoslovacchia allo scoperto e di nascosto. Tito, spregevole traditore della rivoluzione, ha visitato la Cecoslovacchia di recente e ha cercato con le buone o con le cattive di incoraggiare ed agitare le forze controrivoluzionarie di questo paese, strombazzando che la Jugoslavia ha accolto con calore e sostenuto il corso della «democratizzazione» in Cecoslovacchia.
In questo modo Tito ha vivamente svelato ancora una volta il suo ruolo di distaccamento nelle manovre gli imperialisti statunitensi per disorganizzare il campo socialista e le forze rivoluzionarie mondiali dall’interno. I circoli governativi degli Stati Uniti hanno fatto i salti di gioia per la «democratizzazione» in Cecoslovacchia e hanno offerto vari «trattamenti preferenziali» alla Cecoslovacchia. Secondo quanto riportato, in Cecoslovacchia si sono insediati i centri di comando della Central Intelligence Agency degli Usa e le spie della Germania occidentale e in molte aree di questo paese sono state rinvenute armi di fabbricazione americana.
D’altra parte, le autorità cecoslovacche si sono avvicinate agli imperialisti statunitensi e ai revanscisti tedesco-occidentali, indebolendo invece i rapporti d’alleanza con i paesi socialisti. Le mine e i reticoli di filo spinato deposti nell’area cecoslovacca al confine con la Germania occidentale sono stati rimossi e le cose si sono spinte così oltre che alla manifestazione del 1º maggio si esponevano le bandiere nazionali dell’imperialismo Usa e si gridava «Lunga vita agli Stati Uniti!»
Tutti questi fatti illustrano che le macchinazioni degli elementi controrivoluzionari per vanificare le conquiste socialiste del popolo cecoslovacco e ricondurre la Cecoslovacchia sulla strada del capitalismo sono strettamente legate alle incessanti manovre degli imperialisti per sconfiggere i paesi socialisti uno ad uno.
Perché allora in Cecoslovacchia si è venuta a creare una situazione così grave che mette a repentaglio la causa rivoluzionaria della classe operaia e il sistema socialista conquistato a prezzo del sangue? Questo non è affatto un fenomeno fortuito né una situazione inaspettata. Tutti gli sviluppi in Cecoslovacchia sono un esito naturale della politica revisionista perseguita in questo paese.
Come ha indicato il compagno Kim Il Sung: «Chi passo dopo passo cade nel revisionismo, alla fine è incapace di uscirne e non può che scivolare sulla strada del capitalismo». Una cruda lezione fornita dalle esperienze della storia è che quando si cade sulla strada del revisionismo, scartando i princìpi rivoluzionari del marxismo-leninismo, si è destinati a mandare a monte la rivoluzione e la costruzione e, per giunta, a mettere in pericolo lo stesso sistema socialista, le preziose conquiste rivoluzionarie raggiunte a un alto prezzo di sacrificio. La situazione attuale in Cecoslovacchia impartisce una nuova seria lezione in merito al movimento comunista internazionale.
Nel periodo recente, da quando il revisionismo è venuto alla ribalta nel movimento comunista internazionale, il revisionismo è stato perseguito in Cecoslovacchia come politica di partito e di Stato e questo ha portato con sé serie conseguenze nell’insieme della vita sociale. La grave situazione venutasi oggi a creare in Cecoslovacchia non è altro che un’estrema manifestazione di tali linee e politiche revisioniste.
Come dimostrano le esperienze del movimento comunista internazionale, tener fermi i princìpi generali del marxismo-leninismo sulla rivoluzione socialista e sulla costruzione socialista, come stare al passo della lotta di classe, mantenere la dittatura del proletariato, assicurare la direzione del partito sulla costruzione socialista, rafforzare il lavoro ideologico fra le masse popolari e così via, è una regola inevitabile e immutabile per il partito di ogni paese socialista.
La difesa, il consolidamento e lo sviluppo del sistema socialista trionfante e la sicurezza del successivo svolgimento della costruzione del socialismo e del comunismo dipendono interamente dall’aderenza del partito di ogni paese socialista a questi princìpi e dalla correttezza con cui li incarna.
Dunque i partiti che desiderano davvero mantenere una posizione rivoluzionaria e guidare correttamente il popolo alla vittoria della causa del socialismo e del comunismo lungo la strada del marxismo-leninismo dovranno, senza eccezione, restare incondizionatamente fedeli a questi princìpi. Tuttavia l’intero corso negli anni recenti in Cecoslovacchia non è stato così.
Una delle manifestazioni grafiche della politica revisionista è la rinuncia al lavoro politico e ideologico fra le masse popolari nell’ultimo periodo. Il lavoro politico e ideologico fra le masse – questo è uno dei doveri più importanti con cui si misura ogni partito rivoluzionario nell’edificazione del socialismo e del comunismo.
In particolare, nelle condizioni in cui la rivoluzione mondiale non è stata ancora portata a termine e permane l’imperialismo, armare le masse popolari con fermezza politica e ideologica spicca come una questione molto acuta e seria per il partito della classe operaia che ha preso il potere.
Solo quando la classe operaia e tutte le larghe masse sono instancabilmente educate alla salda coscienza della classe operaia e alle sue idee rivoluzionarie è possibile tenere effettivamente lontane l’intensa offensiva ideologica degli imperialisti e l’infiltrazione di tutte le ideologie borghesi ostili di ogni sorta e stimolarle con forza alla rivoluzione e alla costruzione.
Pertanto la lotta ideologica contro l’infiltrazione delle idee ostili e la loro manifestazione ed il lavoro ideologico per educare e riplasmare le masse non devono essere interrotti o indeboliti per un istante.
Ma in Cecoslovacchia questo non ha ricevuto la debita attenzione nell’ultimo periodo. La lotta contro la sopravvivenza delle idee obsolete e il lavoro ideologico sono stati ignorati e abbandonati.
Rinunciare al lavoro ideologico significa di per sé aprire la porta all’infiltrazione di tutte le tendenze delle ideologie reazionarie borghesi e lasciare le masse ideologicamente indifese dinanzi ad essa.
Come mostrano le realtà della Cecoslovacchia, tutte le tendenze ideologiche reazionarie diffuse dagli imperialisti hanno iniziato a circolare indisturbate nella zona senza vento in cui si rinunciava alla lotta ideologica e all’educazione ideologica e si introduceva il revisionismo, seguito dalla rapida diffusione della corrotta moda della vita occidentale.
Con l’influenza borghese ampiamente diffusa nella vita sociale, gli elementi controrivoluzionari hanno ripreso le loro attività all’interno del paese, usando questa ideologia ostile come trampolino, e ciò ha arrecato gravi danni alla vita politica e ideologica del popolo.
L’infiltrazione del virus delle ideologie borghesi e dello stile di vita occidentale hanno degradato molti nell’ideologia e favorito l’egoismo estremo che ricerca l’indolenza e la comodità personale, anziché lavorare per gli interessi del paese e della rivoluzione; e inoltre li ha ridotti in uno stato di paralisi della coscienza di classe e di perdita della capacità di vedere le cose e di giudicare i fenomeni in modo rivoluzionario.
Di conseguenza, non pochi sono divenuti incapaci di dire che cosa sia rivoluzionario e che cosa sia veleno borghese controrivoluzionario – cosa sia socialista e cosa sia antisocialista – e perfino incapaci di distinguere chiaramente fra l’amico e il nemico.
Paralizzare la coscienza di classe e snervare lo spirito rivoluzionario delle masse popolari e così creare un’erronea illusione sul conto dell’imperialismo e disorganizzare politicamente e ideologicamente i ranghi rivoluzionari – in questo risiede il coerente obiettivo del revisionismo.
La politica revisionista perseguita in Cecoslovacchia trova manifestazione concentrica in particolare nella rinuncia alla lotta di classe e nella negazione della dittatura del proletariato. Negare la lotta di classe e la dittatura del proletariato è l’essenza antimarxista e controrivoluzionaria del revisionismo.
Continuare la lotta di classe o metterla in soffitta, rafforzare la dittatura del proletariato o distruggerla, tale è lo spartiacque che sempre divide il marxismo-leninismo e il revisionismo – la linea rivoluzionaria e la linea opportunista. Il revisionismo, procedendo dalla sua natura reazionaria, restia a fare la rivoluzione, si oppone tenacemente alla lotta di classe e alla dittatura del proletariato. La politica revisionista in Cecoslovacchia lo dimostra con chiarezza.
Le attività delle forze controrivoluzionarie in Cecoslovacchia e le loro perverse macchinazioni contro il sistema socialista sono la diretta filiazione dell’abbandono della lotta di classe e della paralisi della dittatura del proletariato.
La lotta di classe sotto il socialismo non cessa ma continua. Questo è inevitabile finché le manovre aggressive e sovversive sono perpetrate senza posa dagli imperialisti e dalle forze reazionarie esterne e finché le forze rimanenti delle classi ostili si nascondono e, sebbene rovesciate in quanto classe, covano macchinazioni sovversive e distruttive sia allo scoperto che di nascosto, senza rinunciare alle illusioni sul vecchio sistema. Pertanto non bisogna rinunciare alla lotta di classe a mezza strada perché il sistema socialista è in vigore. Ma a questo bisogna sempre rivolgere grande attenzione.
Il compagno Kim Il Sung ci ha insegnato: «Inutile dire che la lotta di classe deve continuare sotto il socialismo. Coloro che negano la lotta di classe nel socialismo sono revisionisti e non hanno intenzione di fare la rivoluzione. Con il progresso della costruzione socialista, la dittatura del proletariato non deve essere indebolita, ma continuamente rafforzata, e anche la lotta di classe deve continuare».
Per svolgere fino in fondo la lotta di classe contro le forze ostili che resistono al socialismo, la dittatura del proletariato dev’essere costantemente rinforzata, prima di tutto. La dittatura del proletariato è essa stessa la lotta di classe della classe operaia combattuta attraverso il potere statale. Pertanto, solo rafforzando la dittatura del proletariato e accrescendo le sue funzioni in ogni modo possibile, si può reprimere a fondo la resistenza dei nemici di classe di tutte le tinte, difendere con fermezza il sistema socialista ed effettuare con successo la costruzione socialista e comunista.
Precisamente per questo motivo non bisogna rinunciare alla lotta di classe o indebolire la dittatura del proletariato con nessun pretesto.
In Cecoslovacchia tuttavia si accelerano le macchinazioni senza maschere contro la dittatura del proletariato all’insegna della «democratizzazione» e della «liberalizzazione». I sostenitori della «democratizzazione» e della «liberalizzazione» in Cecoslovacchia riversano una valanga di vili parole come se la dittatura del proletariato avesse «sradicato» la democrazia, proprio come hanno fatto gli elementi controrivoluzionari e opportunisti per un periodo storico, opponendosi alla dittatura del proletariato. Escogitano la scusa dell’«umanesimo» e della «profonda democrazia» da aggiungere al socialismo.
Ma nessun pretesto o sofisma può occultare la natura reazionaria della «democratizzazione» e della «liberalizzazione». Di fatto, le cose che accadono in Cecoslovacchia sotto la parola d’ordine della «democratizzazione» e della «liberalizzazione» sono maliziosa diffamazione ed attacchi contro gli organi della dittatura proletaria, compresi gli organi di pubblica sicurezza che hanno la missione di reprimere i nemici di classe. Sono manovre per disturbare l’ordine statale e sociale e riesumare uno stato di anarchia in cui i reazionari e chiunque altro possano parlare e agire a volontà senza alcun principio di classe.
Come si evince anche da questo, la cosiddetta «democratizzazione» e la «liberalizzazione» sono la «libertà» che garantisce la rinascita degli elementi borghesi e delle forze ostili di ogni sorta e la «democrazia» per restaurare il sistema borghese e ritornare sulla strada del capitalismo.
A tutti gli effetti, non sono altro che libertà borghese e democrazia borghese.
La democrazia autentica, la democrazia rivoluzionaria, è fondamentalmente in contrasto con la libertà e la democrazia borghese. L’autentica democrazia nel socialismo è solo la democrazia basata sulla dittatura del proletariato e non può essere altrimenti.
La dittatura del proletariato è la più alta forma di democrazia che esercita fino in fondo la dittatura contro un pugno di classi sfruttatrici e di nemici del popolo e garantisce la massima democrazia alla classe operaia e alle larghe masse popolari.
Quanto alla libertà, non esiste libertà al di sopra della rivoluzione. La «libertà» che rifiuta la direzione del partito e la dittatura del proletariato è la «libertà» borghese di opprimere e sfruttare le masse lavoratrici e di avvantaggiare solo un pugno di classi sfruttatrici. E la libertà che persegue solo il limitato godimento individuale, ignorando la rivoluzione e le masse popolari, non è libertà ma licenza.
La democrazia e la libertà che esigono l’esercizio della democrazia per i nemici di classe e rivendicano la libertà senza princìpi sono reazionarie e antisocialiste, non importa sotto quale insegna di «liberalizzazione» e «democratizzazione» si ammantino.
Senza azioni decisive e mirate contro le forze antisocialiste, non si può garantire vera libertà e democrazia al popolo. La dittatura del proletariato è la democrazia per il popolo che presuppone la dittatura contro i nemici del socialismo e si esercita pienamente attraverso la lotta contro di essi. Solo la democrazia con la dittatura del proletariato è autentica democrazia per l’assoluta maggioranza del popolo e che difende e rappresenta gli interessi di tutto il popolo.
La lotta di classe contro tutte le forze ostili, pertanto, deve svolgersi fino in fondo e la dittatura del proletariato va rafforzata e le sue funzioni e il suo ruolo costantemente accresciuti al fine di materializzare la vera democrazia nel socialismo.
La classe operaia e i comunisti in tutto il mondo dovranno trarre profondi insegnamenti della situazione della Cecoslovacchia.
Oggi prosegue la feroce lotta di classe fra il socialismo e l’imperialismo e tra le forze rivoluzionarie sull’arena internazionale. Finché esistono l’imperialismo, le classi sfruttatrici e i loro residui, i comunisti non devono deporre l’arma della lotta di classe o indebolire minimamente la dittatura del proletariato. L’essenza rivoluzionaria del marxismo-leninismo risiede nella teoria della lotta di classe e della dittatura del proletariato. La lotta di classe e la dittatura del proletariato sono la più potente arma nelle mani della classe operaia e l’esigenza inevitabile per la vittoria della causa del socialismo e del comunismo. Solo attraverso la lotta di classe e la dittatura del proletariato la classe operaia può conquistare la vittoria nella rivoluzione socialista, difendere le conquiste socialiste ed edificare il socialismo e il comunismo.
L’imperialismo, in particolare l’imperialismo statunitense, è il bersaglio numero uno della lotta della rivoluzione mondiale e il più efferato nemico del socialismo.
Come ci ha insegnato il compagno Kim Il Sung, mentre manovrano sordidamente per inghiottire uno ad uno i paesi socialisti, gli imperialisti statunitensi perseguono la politica di assediare sistematicamente i paesi asiatici, africani e latino-americani che fanno la rivoluzione e di disorganizzare dall’interno quei paesi che indulgono al revisionismo e trarne vantaggio. In queste circostanze, tutti i paesi socialisti dovranno difendere insieme il campo socialista e salvaguardare le proprie posizioni ideologiche socialiste.
Il campo socialista è la preziosa conquista che la classe operaia mondiale ha ottenuto mediante una secolare lotta sanguinosa.
Il compagno Kim Il Sung ha detto: «Il campo socialista e il movimento comunista internazionale sono i fattori decisivi nello sviluppo della storia dell’umanità al momento attuale. Sono le più grandi forze rivoluzionarie del nostro tempo che fronteggiano l’imperialismo e tutte le forze della reazione. L’esistenza di un campo socialista unito e di un forte movimento comunista internazionale ferma la politica imperialista di aggressione e guerra ed ispira la lotta rivoluzionaria dei popoli del mondo intero».
Difendere e salvaguardare il campo socialista è il sacro dovere di ogni paese socialista e di tutti i comunisti e un’importante garanzia della vittoria finale della rivoluzione mondiale.
Per difendere il campo socialista e salvaguardare le conquiste socialiste di ogni paese, dovremo e dobbiamo rafforzare in qualsiasi modo la dittatura del proletariato, impugnando con fermezza l’arma della lotta di classe. La cosa più importante nel rafforzamento della dittatura del proletariato e nel consolidamento e sviluppo del sistema socialista è educare e riplasmare tutti i lavoratori con le idee socialiste conducendo energicamente la rivoluzione ideologica.
Il compagno Kim Il Sung ci ha insegnato: «Il lavoro di educare e riplasmare tutte le masse è una profonda rivoluzione ideologica per eliminare definitivamente il capitalismo anche nella sfera della coscienza degli uomini e per liberare completamente le masse popolari da tutte le vecchie cose tramandate da secoli. Questo è il lavoro più difficile da svolgere dopo la presa di potere della classe operaia e richiede un lungo periodo di tempo».
La rivoluzione ideologica è il compito di base della dittatura del proletariato nel periodo di transizione dal capitalismo al comunismo ed è la principale forma della lotta di classe dopo la vittoria del sistema socialista.
In seguito alla vittoria del sistema socialista, i residui del capitalismo esistono nella coscienza degli uomini più che in qualunque altra sfera, e le vecchie sopravvivenze ideologiche sono l’ultimo appiglio del capitalismo. Usandolo come focolaio, gli imperialisti e i reazionari diffondono il virus della corrotta ideologia borghese e perpetrano le macchinazioni controrivoluzionarie.
Senza eliminare i residui del capitalismo che esistono nella coscienza degli uomini, non possiamo consolidare il sistema socialista, difendere questo sistema dall’intrusione del nemico o passare al comunismo, non importa con quale solidità vengano gettate le fondamenta materiali e tecniche del socialismo. Noi possiamo bloccare l’infiltrazione del virus dell’ideologia borghese, edificare il socialismo e il comunismo con successo, rimuovere definitivamente l’appiglio dei reazionari ed assicurare la vittoria completa del socialismo e del comunismo solo eliminando le sopravvivenze dell’ideologia borghese, come l’individualismo, l’egoismo e il liberalismo, ed armando con fermezza tutti i lavoratori delle idee comuniste attraverso l’energico svolgimento della rivoluzione ideologica. Iniziare dal risveglio ideologico degli uomini e finire con il completamento delle loro trasformazioni ideologiche – questa è la legge della rivoluzione socialista e comunista.
Se ignoriamo o violiamo questa legge, non possiamo conquistare la vittoria nella rivoluzione socialista né difendere le conquiste socialiste. Come mostrano i fatti storici, se cadiamo nel revisionismo e rinunciamo alla rivoluzione ideologica ed intraprendiamo la via della «liberalizzazione», non possiamo eliminare le sopravvivenze dell’ideologia borghese o bloccare l’infiltrazione del virus dell’ideologia borghese. Di conseguenza, si diffonderà la corrotta ideologia borghese e paralizzerà la coscienza rivoluzionaria degli uomini e li condurrà alla degenerazione e al degrado. Questo significa, in ultima analisi, aprire la strada alla reazione e al ritorno del capitalismo e mettere a repentaglio le conquiste socialiste.
Un’altra questione importante nella difesa delle conquiste socialiste è ereditare e sviluppare le tradizioni rivoluzionarie.
Nel mandare a monte la causa rivoluzionaria, i revisionisti hanno intrapreso, senza eccezione, il corso di negare le tradizioni rivoluzionarie. Descrivono come un’«età oscura» l’epoca della gloriosa rivoluzione in cui i padri rivoluzionari hanno realizzato la causa rivoluzionaria mediante una lotta sanguinosa contro gli sfruttatori, gli oppressori e gli aggressori. Diffamano e vilipendono con malizia i leader della rivoluzione. Dopotutto, questo paralizza il senso dell’onore della rivoluzione e lo zelo rivoluzionario del popolo, mina il valore inestimabile delle conquiste rivoluzionarie, fa degenerare il partito, recide le generazioni della rivoluzione, rinuncia alla rivoluzione e apre la strada alla controrivoluzione. Negare le tradizioni rivoluzionarie non può condurre altrove.
Pertanto difendere le tradizioni rivoluzionarie è una condizione indispensabile per portare avanti la causa rivoluzionaria e completarla fino in fondo.
La linea invariabile del nostro partito è di rivoluzionarizzare costantemente tutta la società promuovendo la rivoluzione ideologica prima di ogni altro lavoro e di difendere, ereditare e sviluppare le tradizioni rivoluzionarie.
Il nostro partito seguiterà ad affilare l’arma della lotta di classe e della dittatura del proletariato, come sempre, e a proletarizzare e rivoluzionarizzare costantemente tutta la società, ad opporsi fino in fondo a tutte le idee reazionarie, come il revisionismo, il dogmatismo, il servilismo e le ideologie borghesi e feudali, e difenderà la purezza e lo spirito rivoluzionario del marxismo-leninismo come la pupilla dell’occhio.
Oggi viviamo nell’epoca della tempesta rivoluzionaria, nel periodo di svolta storico-mondiale in cui il socialismo trionfa e l’imperialismo va in rovina in tutto il mondo. Nessuno sforzo disperato degli imperialisti e dei loro servi può invertire la rotta della rivoluzione e salvarli dalla rovina. Il capitalismo ha fatto il suo tempo. Il futuro appartiene solo al comunismo. Sono possibili alti e bassi, ma il socialismo e il comunismo certamente trionferanno in tutto il mondo, e alla fine l’imperialismo e i reazionari di tutte le tinte saranno sconfitti.
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