I compiti degli insegnanti nell'educazione dell'infanzia e della gioventù
I COMPITI DEGLI INSEGNANTI NELL'EDUCAZIONE DELL'INFANZIA E DELLA GIOVENTÙ
Discorso pronunciato alla conferenza
degli attivisti nell'insegnamento
25 aprile 1961
Voi conducete con successo l’encomiabile lavoro di educazione e di formazione di 2.500.000 ragazzi e giovani, padroni del nostro avvenire, per farne dei comunisti degni di fiducia.
A nome del Comitato Centrale del Partito, vorrei innanzitutto esprimere la mia gratitudine a voi insegnanti che vi dedicate all’istruzione e alla educazione dell’infanzia e della gioventù del nostro paese e augurarvi un grande successo per i lavori di questa conferenza.
Vorrei approfittare di questa occasione per parlare brevemente di alcuni problemi relativi all’istruzione ed educazione dei ragazzi e dei giovani.
Come già numerosi compagni hanno detto nei loro interventi, il compito importante che il Partito ha affidato ai lavoratori dell’insegnamento è l’educazione e la formazione della nostra giovane generazione in modo che essa divenga la costruttrice del socialismo e del comunismo e affinché i giovani divengano dei comunisti eccellenti.
È questo un compito non solo difficile ma anche pesante.
Attualmente voi lottate con abnegazione sostenendo con tutto il vostro animo la politica del partito, registrando così dei grandi successi nel compimento di questo arduo compito. Io sono contento che l’educazione dei ragazzi e dei giovani sia sulla buona strada nel nostro paese, e apprezzo altamente le realizzazioni da voi ottenute. Non occorre dire tuttavia che vi sono anche delle insufficienze nel nostro lavoro. Per condurre con successo questo lavoro così arduo, noi dobbiamo dar prova di una energia e di uno zelo molto maggiori e darci ancor più da fare.
Noi stiamo vivendo in una società nuova. Voi stessi siete uomini di tipo nuovo che sono stati educati e cresciuti tutti nell’era del Partito del Lavoro. Voi siete degli insegnanti rossi che educano e formano degli uomini di tipo nuovo di una nuova società. A differenza della vecchia società, noi dobbiamo educare gli uomini della nuova società secondo orientamenti e metodi nuovi in temi di educazione. L’orientamento del nostro partito in materia di educazione comunista è un orientamento giusto che noi dobbiamo seguire oggi nell’educazione degli uomini di tipo nuovo.
Il nuovo modello comunista dell’uomo riveste una grandissima importanza nella edificazione della società comunista nella quale tutti potranno vivere felicemente.
La società socialista è la prima fase della società comunista. Per l’edificazione di una società socialista, il rinnovamento della coscienza umana deve andare di pari passo con la creazione delle basi materiali e tecniche. Anche se la trasformazione socialista dei rapporti di produzione è compiuta e una tecnica nuova è introdotta, non si potrà affermare che il socialismo è perfettamente edificato se gli uomini che governano la società e manipolano la tecnica non sono rinnovati.
Ora il rinnovamento dell’uomo è molto più complicato e arduo che non la trasformazione del sistema sociale o lo sviluppo della tecnica.
Anche se la coscienza umana è determinata dalle condizioni materiali della società, i cambiamenti che vengono operati nella coscienza umana sono più lenti dei mutamenti di condizione materiale di una società. Le idee e le abitudini sono molto conservatrici. Anche dopo il cambiamento delle condizioni materiali della vita sociale, le idee e le abitudini cui abbiamo accennato permangono per lungo tempo, si propagano da una persona all’altra e si diffondono.
Inoltre il cambiamento ideologico nella coscienza ha questo in particolare, che non si afferma in maniera così evidente come quello delle condizioni materiali della vita sociale. Quando si costruisce una fabbrica la cosa risulta evidente: un giorno si scavano le fondamenta, all’indomani si costruisce un piano e poi un altro piano e così via. Quando si costruisce una macchina, si nota anche qui ciò che si è fatto e ciò che resta da fare: oggi si fabbrica un determinato pezzo, domami un altro, poi li si unisce. Ma la coscienza dell’uomo non è visibile e noi non siamo in grado di valutare il grado della sua trasformazione. Di conseguenza, l’ideologia di un uomo non può essere giudicata che dai suoi atti. Di più, il grado di sviluppo della coscienza varia a secondo dell’individuo e l'essenza ideologica di ogni persona è assai complessa.
È per questo che il lavoro di rinnovamento della coscienza umana deve essere condotto instancabilmente per un lungo periodo e deve essere intrapreso sulla base di uno studio minuzioso e con metodo scientifico. Il lavoro dell’insegnante è un lavoro molto importante e allo stesso tempo molto difficile.
In tutte le società l’educazione scolastica occupa un posto importante per l’educazione dell’uomo. In particolare più l’educazione socialista avanza e più si ci avvicina alla società comunista, più i compiti della scuola che assume la funzione culturale ed educativa dello Stato, diviene importante.
L’istruzione familiare, l’istruzione sociale e l’istruzione scolastica sono inseparabili; vanno sempre condotte parallelamente e combinate opportunamente. L’educazione dell’uomo comincia nella famiglia, le sue fondamenta sono poste con l’istruzione scolastica e si perfeziona costantemente con l’istruzione sociale.
Le scuole si assumono il compito della educazione dell’uomo durante il periodo della sua infanzia e della sua giovinezza, periodi nel corso dei quali egli è più recettivo, si sviluppa e cresce rapidamente, sia dal punto di vista mentale che fisico. I ragazzi e i giovani sono molto desiderosi di apprendere cose nuove, sono divorati della grande ambizione di intraprendere qualche cosa di grandioso, magnifico, straordinario; sono profondamente impressionati dall’esempio degli altri e amano seguirli.
Inutile dire che in questo periodo l’educazione in seno alla famiglia e quella sociale sono entrambe necessarie, ma la responsabilità maggiore ricade sugli insegnanti. Non è esagerato dire che il fatto che i nostri ragazzi e i nostri giovani divengono o no degli uomini eccellenti dipende dall’educazione loro impartita dagli insegnanti. Costoro, sostituendosi ai genitori, si assumono il pesante compito di fare dei ragazzi e dei giovani degli uomini eccellenti di cui il partito e lo stato hanno bisogno. È per questo, che dai tempi più remoti, si è sempre considerato il lavoro di insegnamento come sacro e si sono rispettati gli insegnanti che educano le nuove generazioni.
Anche nella nostra società noi rispettiamo gli insegnanti e il partito e lo stato e il popolo intero si attendono molto da loro. Voi stessi dovreste sentirvi onorati della sempre crescente responsabilità che lo stato e il partito vi affidano. Come ha appena detto il compagno direttore della scuola secondaria di Yaksu nel suo intervento, l’insegnamento ai nostri giovani è un glorioso lavoro rivoluzionario.
Per educare e formare gli alunni e per farne dei comunisti, gli educatori stessi debbono, innanzitutto, divenire dei buoni comunisti e rivoluzionari.
Fin dall’antichità si usa dire che occorre servire d’esempio, vale a dire che si deve dare l’esempio con l’attività pratica. Per educare i ragazzi e i giovani, gli insegnanti debbono servire loro di esempio con le loro azioni pratiche. A questo scopo gli insegnanti debbono essi stessi divenire dei buoni comunisti armati dell’ideologia comunista e di una elevata moralità di rivoluzionari. Se un insegnante ha dei difetti sia dal punto di vista ideologico che morale, nessuno lo rispetterà e crederà alla sua parola , per quanto buona essa sia.
I nostri insegnanti che educano la nuova generazione debbono fare completamente sparire ogni sorte di cattive idee legate alla vecchia società e debbono lavorare sul fronte dell’educazione come combattenti rivoluzionari rossi, armati dell’ideologia comunista.
I comunisti non sono uomini straordinari. Chiunque combatta con devozione per emancipare gli uomini da tutte le forme di sfruttamento e di oppressione e per garantire una vita felice al popolo intero, può divenire comunista. A maggior ragione, in una società in cui il popolo è padrone del paese e della società, non è così difficile diventare comunisti. Chiunque combatta risolutamente l’ideologia caduca e faccia sforzi sinceri per armarsi dell’ideologia del nostro Partito, può divenire comunista. Soprattutto non vi è il minimo dubbio che voi insegnanti che siete stati costantemente educati dal nostro partito fin dalla liberazione e che avete fatto sforzi instancabili per applicare la linea del partito, voi creerete degli eccellenti comunisti. Io credo fermamente che voi diventerete tutti senza eccezione degli eccellenti insegnanti comunisti armati dell’ideologia rossa del nostro Partito.
Qualche parola a proposito dell’educazione comunista dei ragazzi e dei giovani.
Molti considerano l’educazione comunista come qualche cosa di misterioso e, nel passato, la si credeva praticamente impossibile. Ma essendoci cimentati nei fatti con tali problemi e intrapreso praticamente e attivamente questo lavoro, ci siamo resi conto che l’educazione comunista non ha nulla di misterioso. Noi abbiamo già ottenuto dei grandi successi in questo campo e accumulato ricche esperienze.
Secondo la nostra esperienza, la cosa più importante nell’educazione comunista dei giovani e dei ragazzi è coltivare in loro l’amore per il popolo, i compagni, l’organizzazione e la collettività.
Nella società capitalistica gli individui sono in lotta continua tra di loro, si combattano per ostacolare l’avversario allo scopo di condurre da soli una vita di abbondanza, ma nella società comunista, tutti possono avere una vita agiata. Se noi costruiamo il comunismo non è perché qualche individuo possa condurre una vita nella opulenza, ma perché tutti lavorino e possano gioire di una vita felice. Nella società comunista, la gente ha interessi e scopi comuni e allacciano tra loro rapporti di cameratismo. Nella società comunista tutti costituiscono una grande famiglia armoniosa e coerente, unita e che divide gioie e pene sotto lo slogan «Uno per tutti, tutti per uno».
In questa società non c’è posto per l’egoismo che persegue soltanto il soddisfacimento e la gloria individuali. Con questo spirito egoista non si può costruire una società comunista né vivere nel suo seno. Per diventare comunisti occorre sbarazzarsi dell’egoismo e sapere amare l’uomo.
Occorre amare i propri fratelli e i propri genitori a casa, amare i maestri e i compagni a scuola e, entrando nella società, occorre sapere amare tutti i lavoratori. Noi dobbiamo educare la nostra giovane generazione in modo che essa prenda questa abitudine sin dall’infanzia. Solo colui che sa amare gli altri può gioire dell’amore altrui e condurre una vita armoniosa nella collettività.
Ci capita sovente di incontrare gente che preferisce condurre una vita solitaria. Ci sono alcuni che si compiacciono di possedere una casa esclusivamente propria, che amano divertirsi nella loro solitudine e non amano farlo assieme agli altri compagni.
La gente di questo genere è fredda nei confronti degli altri ed indifferente alla felicità o alle disgrazie altrui. Tali individui non possono divenire dei rivoluzionari.
Per divenire comunisti occorre avere a cuore gli interessi del popolo e della collettività più che i propri, occorre sapersi interessare non solo a se stessi, ma anche ai propri compagni e al popolo. In effetti, quando noi avremo fatto per molto un lavoro rivoluzionario insieme ai compagni, noi saremo portati ad amare i compagni più della nostra famiglia. Nulla ci è più vicino dei compagni rivoluzionari coi quali abbiamo diviso la vita e la morte, la gioia e le sofferenze, aiutandoci reciprocamente nelle situazioni difficili. È perciò che la collettività dei compagni rivoluzionari è più coesa e armoniosa di qualsiasi famiglia. Per i loro compagni, per la loro collettività rivoluzionaria, i rivoluzionari combattono a rischio della loro vita.
Ora, un tale collettivismo si basa, in ultima analisi, sull’amore per l’uomo. Solo coloro che sanno amare i loro compagni e il popolo possono amare la loro collettività. È per questo che è necessario coltivare, per un educazione comunista, nei ragazzi e nei giovani l’amore dei compagni e del popolo, per nutrire lo spirito del collettivismo.
L’eroismo individualista, caratterizzato dalla presunzione e l’arbitrarietà propria di chi si ostina nella sua opinione disprezzando quella degli altri, sono tutte espressioni dell’egoismo capitalista; sono nocive alla unità e alla comprensione della collettività. Per sradicare completamente tali idee dannose, è necessario inculcare l’abitudine ad amare la collettività, sin dall’infanzia.
La famiglia e la scuola sono anch’esse delle collettività.
In casa bisogna insegnare ai ragazzi ad amare i loro genitori, fratelli e sorelle, alla scuola i loro compagni e i loro maestri, e, nel villaggio, i vicini. In questo modo si deve insegnare loro ad amare il paese e il popolo e a consacrarsi interamente a lottare per il partito, lo stato e il popolo. È solo educando la gente in questo spirito che è possibile metterla in condizione di sormontare facilmente tutte le difficoltà, di sviluppare la società ad un ritmo più svelto e farla vivere in maniera felice ed armoniosa nella società comunista.
L’importante nella educazione per il collettivismo è di far conoscere che la forza della collettività è grande. Fin dai tempi del giardino d’infanzia e dalla Organizzazione dei pionieri, è necessario mostrare ai bambini chiaramente che la collettività congiungendo i suoi sforzi, può portare a compimento qualsiasi compito che sarebbe al disopra delle forze di un individuo. Così tutti debbono essere formati in modo da avere fiducia nella forza della collettività, a contare su di essa nella vita e a lottare per essa.
Un altro punto importante nell’educazione comunista è di educare le giovani generazioni nel pieno rispetto dei beni comuni.
I beni più importanti della nostra società sono tutti proprietà comune del popolo. Tutti i mezzi di produzione e di trasporto come officine, miniere, foreste, campi, ferrovie e navi, appartengono al popolo e tutti gli edifici adibiti a servizi culturali e sanitari come le scuole, gli ospedali e i teatri, sono ugualmente proprietà del popolo. Non servono solo la generazione attuale ma serviranno anche a quelle a venire. Questi beni comuni costituiscono un capitale prezioso ed indispensabile affinché tutti i membri della collettività possono usufruire di una vita facile. Di conseguenza, per amare la collettività, occorre saper amare i suoi beni comuni.
Noi dobbiamo amare le strade sulle quali camminiamo; dobbiamo amare gli edifici, le strade e tutte le proprietà dello stato della società. Le case nelle quali noi viviamo oggi possono essere domani occupate da altri. Noi dobbiamo amare le case che abitiamo, le sedie e le scrivanie che noi utilizziamo; dobbiamo amare le scuole dove impariamo e le fabbriche dove lavoriamo.
Anche il patriottismo è in ultima analisi una espressione del collettivismo. Il patriottismo si manifesta innanzitutto attraverso l’amore per il popolo e l’attaccamento ai beni del popolo. Per divenire patrioti, occorre amare la propria famiglia e i propri compagni, amare gli abitanti del proprio villaggio e paese natale, amare il proprio popolo, amare la propria scuola, la fabbrica e il villaggio e tutte le ricchezze del paese.
L’atteggiamento che consiste nel ritenere valido solo ciò che ci appartiene trascurando i beni comuni è una espressione delle idee borghesi.
Noi abbiamo costruito fino ad ora un gran numero di case scuole e teatri. Ma vi sono casi in cui molti edifici sono rapidamente fuori uso, perché non vengono protetti e conservati come si deve.
Ciò è spiacevole.
Anche quando piantiamo un albero, noi dobbiamo sapere che esso è necessario per noi e la gente che verrà, e dobbiamo pertanto averne gran cura.
Si dice che la scuola secondaria di Yaksu, durante tutti i corsi gli allievi non hanno fatto nemmeno un graffio sulle sedie, e ciò è molto bene. Si dice che in questa scuola, un visitatore che voleva prendere appunti si mise a fare la punta alla sua matita. Un alunno che stava a guardare tese immediatamente la mano aperta per raccogliere i trucioli. Così gli alunni fanno del loro meglio per tenere pulito quanto è stato ordinato con gran cura. L’uomo che appuntava la sua matita, si dice, fu profondamente toccato. La nostra generazione deve sapersi comportare come quell’alunno.
Il patriottismo non è qualche cosa che è nell’aria. Non si può impartire una buona educazione patriottica accontentandosi di lanciare slogan come: «Armiamoci dello spirito del patriottismo socialista». Per educare la gente nel patriottismo, occorre cominciare a far loro amare ogni albero piantato lungo le strade, ogni sedia e ogni banco nelle scuole. Nella educazione della giovane generazione, dobbiamo cominciare con i problemi che essa può mettere in pratica e che riguardano la sua vita, poi, poco a poco condurla a difendere coscientemente gli interessi del paese e del popolo. Non vi è alcun dubbio che colui che è abituato a rispettare i beni comuni dall’infanzia diventerà un eccellente patriota anche da adulto.
Un altro punto importante nella educazione comunista è quello di educare i ragazzi e i giovani all’amore per il lavoro.
Nella società capitalista, i lavoratori sono maltrattati e il lavoro è considerato come una cosa umiliante. È per ciò che i lavoratori trovano buono, loro malgrado, vivere nell’ozio.
Anche nel nostro paese, c’erano molti che pensavano che la migliore fortuna sarebbe stata quella di condurre una vita in ozio. Quando si ammirava un bel bambino, si diceva come per augurio che esso era destinato ad una vita nell’ozio. E si diceva di una ragazza carina che era nata per essere la prima... di una famiglia ricca.
I nostri avi che erano schiacciati da lavori penosi invidiavano gli oziosi e si auguravano che una simile fortuna potesse un giorno sorridere loro.
Anche ai nostri giorni certuni pensano a torto che nella società comunista tutti condurranno una vita oziosa. La società comunista non è quella in cui si vive nell’ozio.
La società comunista è una società in cui tutti lavorano e vivono felici. Non occorre dire che nella società comunista, essendo la tecnica sviluppata, il lavoro sarà molto facile. A questa epoca il lavoro duro e penoso sarà interamente meccanizzato e automatizzato; le disuguaglianze tra lavoro pesante e lavoro leggero e tra lavoro intellettuale e manuale, scompariranno; il lavoro diventerà una gioia e un piacere e non una pena, diventerà una necessità vitale. Tuttavia, anche in questa epoca, il lavoro sarà un bisogno. Ogni ricchezza è il prodotto del lavoro. Senza il lavoro una società non può esistere e progredire.
L’importante è sapere per chi si lavora. Nella società capitalista, i lavoratori operano per i capitalisti e non per sé stessi. Il frutto del loro lavoro non diventa proprietà del popolo ma resta nelle meni degli sfruttatori. In una società simile gli operai non hanno bisogno di mettere zelo nel loro lavoro, poiché questo risulta soltanto penoso. Ma nella società socialista, il frutto del lavoro diviene proprietà dei lavoratori stessi e di tutte le masse popolari. È per questo che nella nostra società il lavoro è un’opera creatrice sacrosanta, un’opera utile per la prosperità dell’insieme del popolo e del paese. Nel nostro sistema, coloro che danno l’esempio nel lavoro godono del rispetto e dell’amore del popolo, perché più di chiunque altro lavorano per il bene del paese e del popolo. Si può dire che gli eroi del lavoro del nostro paese sono degli eccellenti patrioti, che servono fedelmente il loro paese ed il popolo.
Nella società capitalista, ci sono molti che conducono una vita oziosa. Ma nel nostro paese, tutte le forme di sfruttamento dell’uomo sono sparite e l’oziosità è inammissibile. Si può dire che gli oziosi sono i parassiti della società, che vivono a spesa degli altri. Nei paesi capitalisti i lavoratori non possono condurre una vita decente perché esistono molti parassiti di questo genere. Ma nella nostra società, poiché ognuno lavora, si può produrre più ricchezza di quanto non ne produca una società capitalista e tutti possono condurre una vita agiata.
Coloro che conducevano una vita agiata nel passato dicono ancora che la loro vita è meno agiata oggi che hai tempi del capitalismo. Evidentemente a quest’epoca, i proprietari terrieri e i capitalisti erano più ricchi di oggi perché accaparravano il frutto del lavoro di molte persone. Al contrario gli sfruttati allora vivevano nella miseria. Coloro che si lamentano del fatto che la vita di oggi è meno agiata di prima sono soltanto gli ex proprietari terrieri e gli ex capitalisti che non si sono ancora riadattati.
Alcuni pensano che lo studio non ha alcun rapporto con il lavoro. Ciò è errato. Lo scopo dei nostri studi è in ultima analisi di acquisire le conoscenze e la tecnica necessarie al lavoro. Le conoscenze senza valore pratico non servono a nulla.
In altri tempi, nelle scuole chiamate sodang, c’era gente che non era nemmeno in grado di scrivere una lettera, anche se potevano leggere tutti gli scritti di Confucio e Mencio, come i preti cantano le litanie. In passato vi erano parimenti degli eruditi tra i partigiani antigiapponesi. Ma alcuni di questi non sapevano applicare come si deve le loro conoscenze. Così noi li chiamavamo «bagagli di conoscenze buttate al vento».
Il lavoro intellettuale è utile all’uomo come il lavoro manuale. Coloro che esercitano un lavoro intellettuale possono inventare delle buone macchine. Ma perché questo lavoro intellettuale porti dei frutti, deve essere combinato con il lavoro manuale. Per inventare una macchina, occorre che ci si metta anche davanti ad una macchina per verificare di persona il modo di usarla e per ascoltare i consigli degli operai. Non si potrà ottenere alcun successo abbandonandosi soltanto a dei sogni in un gabinetto di lavoro.
Noi impariamo per lavorare, e lavorando, noi possiamo istruirci ancor meglio.
È perciò che i nostri studi dovranno essere armonizzati con il lavoro.
Noi dobbiamo far comprendere agli alunni che il lavoro è sacro e molto prezioso e inculcare in loro l’odio verso i proprietari terrieri e i capitalisti che non lavorano ma vivono nell’agiatezza sfruttando gli altri. Noi dobbiamo coltivare negli alunni l’abitudine a lavorare bene fin dall’infanzia, dobbiamo insegnare loro tutte le conoscenze collegate al lavoro e guidarli affinché possono consolidare ulteriormente nel loro lavoro le conoscenze che hanno acquisito.
Un altro punto importante nell’educazione comunista è quello di far comprendere agli allievi la superiorità del sistema socialista.
Il sistema socialista che regna nel nostro paese è la più grande conquista rivoluzionaria del nostro paese. Grazie alla istituzione di un sistema socialista nel quale non esistono né sfruttamento né oppressione e dove il popolo è padrone del potere politico, il nostro popolo può essere felice il nostro paese può prosperare e svilupparsi rapidamente. Noi dobbiamo far conoscere agli allievi il fatto che gran parte dei nostri patrioti e rivoluzionari hanno condotto una lotta ardua per istaurare questo sistema sociale e noi dobbiamo far loro comprendere chiaramente come il nostro regime sia superiore a quello precedente.
È importante spiegare alla giovane generazione la vita sotto il vecchio regime mettendola a confronto con la vita felice del nostro popolo oggi. Per ciò che riguarda l’insegnamento, per esempio, la differenza tra il periodo di prima della liberazione e quello attuale, è enorme. Prima della liberazione i figli e le figlie degli operai e dei contadini non potevano andare a scuola; a maggior ragione non potevano nemmeno sognare di ricevere una istruzione universitaria. Ma oggi, nel nostro paese tutti studiano gratuitamente e ognuno può andare alla scuola superiore. Altri esempi come questo debbono essere citati per spiegare la superiorità del regime socialista ai ragazzi e ai giovani e per inculcare in loro la necessità di amare questo sistema e di lottare per difenderlo.
Attualmente la giovane generazione non ha una idea dei proprietari terrieri e dei capitalisti e non sa bene in che modo il nostro popolo vivesse prima della liberazione.
La rivoluzione non è ancora compiuta nel nostro paese e il regime di sfruttamento da parte dei proprietari terrieri e dei capitalisti continua ad esistere nella metà meridionale della nostra patria. Dobbiamo combattere i proprietari terrieri e i capitalisti della metà sud del paese e nell’avvenire edificare anche nella Corea del Sud il socialismo.
Dunque, facendo un confronto tra il passato e il presente del nostro paese, tra la Corea del nord e la Corea del sud oggi, noi dobbiamo far comprendere chiaramente agli studenti la differenza che esiste tra il sistema dei proprietari terrieri e dei capitalisti e il sistema socialista, e educarli in modo che essi combattono per la salvaguardia del nostro sistema socialista e il compimento della rivoluzione coreana. Un altro punto importante è l’educazione della giovane generazione nello spirito dell’amore verso l’avvenire.
L’amore dell’avvenire è una delle caratteristiche importanti di un rivoluzionario. I rivoluzionari non combattono per garantirsi una vita confortevole nel presente, ma per preparare un avvenire luminoso e per assicurare una vita nuova e felice alle generazioni che verranno, superando tutte le prove e tutte le tribolazioni e consacrando alla causa tutto ciò che hanno di più prezioso.
Ma i filistei non si preoccupano che di sé stessi; eludendo la lotta, usando dei trucchi e si sottomettono a forze caduche per mantenere la loro sicurezza e i loro privilegi.
Attualmente gli imperialisti americani in Corea del Sud predicano che la via che permette all’uomo di condurre una vita più sicura e più felice è quella di bandire i propri ideali, di adattarsi alle circostanze e di ricercare in ogni momento il proprio piacere. Così essi tentano di paralizzare la coscienza rivoluzionaria dei lavoratori e di corrompere la gioventù. Gli uomini senza ideali, gli uomini che non amano l’avvenire, non possono divenire dei rivoluzionari.
Grazie al loro amore per l’avvenire e il nuovo, i rivoluzionari combattono sempre attivamente contro il vecchio, per la vittoria del nuovo. Gli uomini che amano il nuovo, l’avvenire, non possono essere conservatori e passivi. Non possono accontentarsi del presente, ma vogliono andare sempre avanti per un avvenire migliore.
Numerosi comunisti sono morti senza aver potuto vedere il mondo di oggi. E pertanto essi hanno sempre combattuto con la ferma convinzione della vittoria del comunismo. Benché non abbiano potuto godere della vita felice di oggi, essi hanno vissuto una vita sublime e degna, e le loro imprese eroiche resteranno immortali.
Il capitalismo ha fatto il suo tempo, sta morendo. L’avvenire appartiene al comunismo.
Ai nostri giorni, combattere per l’avvenire significa lottare per il trionfo del comunismo. Gli uomini che amano il nuovo e l’avvenire diverranno certamente comunisti. I comunisti sono gli uomini che, nutrendo l’ideale della edificazione della società comunista, combattono con energia per la sua realizzazione.
Ciò che vorrei sottolineare in modo particolare in relazione alla questione dell’educazione dei ragazzi e dei giovani nell’amore dell’avvenire, è di coltivare l’ottimismo rivoluzionario.
La rivoluzione è un compito arduo e complesso. Per fare la rivoluzione, in altre parole, per eliminare ciò che è morto e creare il nuovo, occorre superare innumerevoli difficoltà e prove. Se ci si perde d’animo e si diviene pessimisti e tristi ogni qualvolta si incontrano difficoltà, non si potrà divenire dei rivoluzionari. I partigiani antigiapponesi hanno combattuto in mezzo a innumerevoli prove e sacrifici, ma hanno sempre condotto una vita gaia e piena di ottimismo rivoluzionario. Mai i rivoluzionari si sono mostrati pessimisti né hanno perduto il loro coraggio, anche quando sono caduti nelle imboscate del nemico o gettati nelle galere o hanno dovuto salire al patibolo. Ciò avveniva perché essi erano fermamente convinti della giustezza della loro causa, della vittoria della causa comunista e di un avvenire radioso. Ecco l’atteggiamento dei rivoluzionari che amano l’avvenire.
Durante la lotta armata antigiapponese, noi abbiamo incontrato molte difficoltà, ma mai abbiamo versato lacrime, mai una sola volta. Le lacrime sono cadute solo dinanzi alla profonda emozione. Può accadere che si debba subire uno scacco qualche volta nella lotta rivoluzionaria, ma è una sconfitta passeggera. Il comunismo infine trionfa e ciò è certo. È perciò che non bisogna scoraggiarsi dinanzi a una sconfitta momentanea, ma bisogna farvi fronte con una nuova vittoria dando prova di ottimismo rivoluzionario a un livello più alto.
Anche quando abbiamo dovuto indietreggiare temporaneamente durante la guerra di liberazione della patria, noi non abbiamo mai perduto la nostra fiducia nella vittoria. Numerosi compagni stranieri, visitando il nostro paese, hanno espresso la loro ammirazione per il fatto che i coreani erano allegri e vivaci, senza il minimo segno di scoraggiamento, malgrado la crisi che il paese attraversava. Anche se allora avevamo dovuto temporaneamente indietreggiare, noi sapevamo bene di farlo non per mancanza di forze o di combattività, ma a causa della insufficienza delle armi. Noi eravamo animati dalla ferma convinzione che se avessimo avuto più armi avremmo potuto fermare il nemico perché lo spirito di combattimento del nostro popolo era molto elevato e il nostro esercito popolare era coraggioso. Quanto alle armi esse si potevano ottenere da molte parti. Ma un tale spirito combattivo e la fiducia nella vittoria non può essere importato da nessuna parte. Senza quella fiducia, le difficoltà non possono essere superate e la vittoria è impossibile.
Anche dopo l’armistizio abbiamo avuto molte difficoltà. Le canaglie americane pensavano che ci sarebbero occorsi cent’anni per raddrizzarci. Se noi fossimo stati disfattisti, non avremmo fatto che piangere, seduti su mucchi di cenere. Ma il nostro Partito e il nostro popolo, ricchi di ottimismo rivoluzionario, hanno condotto una lotta eroica. Hanno portato a termine il lavoro di ricostruzione in due o tre anni e hanno compiuto l’obbiettivo del piano quinquennale in due anni e mezzo, trasformando così radicalmente l’aspetto del nostro paese. Insieme a voi, noi siamo stati tutti testimoni di questo grande movimento in avanti del nostro popolo e noi abbiamo conosciuto la vittoria del nostro popolo prendendo parte noi stessi a questo grande movimento.
Noi dobbiamo combattere risolutamente il disfattismo, il pessimismo, la depressione e la stagnazione; noi dobbiamo vegliare a che tutti siano sempre felici e lavorino con raddoppiato coraggio.
Nell’educazione degli alunni, io credo che sia necessario prestare una profonda attenzione alle questioni che ho accennato a grandi linee. L’obbiettivo del nostro insegnamento scolastico è di formare dei costruttori del comunismo armati della ideologia comunista e dotati delle conoscenze e della tecnica necessaria alla edificazione di una società nuova. Le conoscenze che non sono legate alla ideologia comunista non sono di nessuna utilità per noi, poiché noi andiamo avanti, verso il comunismo. Noi dobbiamo intensificare ulteriormente l’educazione comunista degli allievi e condurli ad imparare e a vivere sempre come dei comunisti.
L’importanza nella educazione dei ragazzi e dei giovani è di far trionfare il positivo sul negativo. Noi siamo fermamente convinti, per la nostra lunga esperienza, che questo metodo è di grande efficacia nell’educazione dell’uomo. Il nostro trionfo sul negativo grazie alla persuasione con esempi positivi è l’incarnazione della linea di massa del nostro partito nella educazione delle masse. Le masse aspirano al positivo ed esse hanno la forza di sopprimere il negativo e di creare il positivo. Nell'educazione delle masse è importante scoprire i loro elementi positivi, divulgarli su larga scala e svilupparli con tutti i mezzi per aiutare a correggere da sole gli elementi negativi.
Nella scuola, sarà bene sostenere attivamente le azioni esemplari degli allievi e educare tutti gli alunni attraverso questi esempi. Criticare gli elementi negativi e punire coloro che hanno commesso errori è ugualmente un metodo di educazione. Ma influenzare con gli elementi positivi le masse è il metodo migliore per educarle.
Di regola le buone azioni si compiono volentieri. Supponiamo che qualcuno abbia fatto del bene. Se lo ha fatto perché costretto ciò non significa che è diventato una buona persona.
Nel passato si è tentato anche nel nostro paese, sotto l’esempio straniero, di denunciare i fenomeni negativi sotto forma di articoli satirici, ma ciò non è conforme alla nostra realtà. Il nostro popolo che ha condotto fin dall’antichità una intensa vita culturale ha una forte volontà di ricerca della verità e un vivo sentimento di amore per la giustizia. Si può dire che è un costume tradizionale che il nostro popolo ha ereditato da tempi molto antichi quello di apprezzare più la verità e la moralità che non la ricchezza e il potere. Per una nazione che possiede il senso morale così elevato, influenza degli esempi positivi è assai più efficace.
Nell’esercito, il sistema dei consigli di disciplina è stato abolito e si è adottato il metodo della persuasione attraverso un fraterno cameratismo e gli esempi positivi. Il risultato è stato un rafforzamento della disciplina e una maggior coesione tra soldati e comandanti.
Il rinnovamento dell’uomo nelle squadre di lavoro del Chollima è stato condotto ugualmente con il metodo della persuasione e degli esempi positivi. Attualmente i cavalieri del Chollima usando questo metodo trasformano con successo individui considerati assolutamente incorreggibili in uomini onesti e avanzati. Si può dire che il metodo di persuasione degli elementi negativi attraverso elementi positivi si è già affermato nella vita come un metodo di educazione molto potente.
Gli allievi, ragazzi o giovani, amano seguire in modo particolare l’esempio dei loro maestri. Sono innocenti e molto sensibili. Desiderano seguire tutti il buon cammino e non quello cattivo. I buoni esempi esercitano una impressione profonda su di loro. Le storie istruttive che i nostri maestri ci hanno raccontato nella infanzia restano anche oggi vive nella nostra memoria. Non è esagerato affermare che gli allievi diventano rapidamente comunisti nella misura in cui i maestri danno loro o no degli esempi positivi. Occorre incoraggiare attivamente gli elementi positivi che aumentano tra i ragazzi e i giovani e fornire loro il maggior numero possibile di esempi positivi.
Un altro punto che io vorrei sottolineare in relazione ai metodi di educazione dei ragazzi e dei giovani è che occorre iniziare con le piccole cose, senza mai trascurarle, per arrivare gradualmente alle grandi cose.
L’educazione comunista dell’uomo è un problema difficile ed importante. Ma il metodo di educazione dell’uomo deve incominciare dalle piccole cose. Non si può fare di un uomo un comunista, insistendo solo su dei principi astratti e trascurando le cose concrete legate alla vita pratica. Per i ragazzi e i giovani in particolare, occorre cominciare con l’insegnamento dei problemi concreti che sono legati alla vita quotidiana. Benché queste cose sembrino futili, esse diventano un problema se le si lascia accumulare.
È per ciò che gli insegnanti debbono penetrare tutti i dettagli della vita dei loro allievi e correggere anche i loro piccoli difetti senza chiudere gli occhi su nulla. Non debbono trascurare nemmeno i più piccoli esempi, bensì debbono aiutare a svilupparli.
Per l’educazione comunista dell’uomo è altresì necessario formare una piattaforma e appoggiarsi su di essa. La piattaforma deve essere formata sia tra gli insegnanti che tra gli allievi. Se si irrobustisce senza tregua questa piattaforma, si potrà educare tutti nello spirito comunista.
Noi abbiamo enunciato il nuovo obbiettivo della educazione e del rinnovamento di tutte le masse popolari per farne dei comunisti, con il nostro partito inteso come centro coagulante, e noi lottiamo ora per la sua realizzazione.
Gli insegnanti debbono essere i primi a giocare un ruolo di centro motore nella educazione dei ragazzi e dei giovani. Se si formeranno dei collettivi di insegnanti rossi e se questi gruppi andranno tra gli allievi per ingrossare le file di questo nucleo si otterranno grandi successi nella educazione comunista dei ragazzi e dei giovani.
Ciò che vorrei sottolineare infine è il problema del rafforzamento della educazione e della cultura fisica nelle scuole.
Con una costituzione gracile non si può fare la rivoluzione. È per questo che fin dalla lotta armata antigiapponese, ho sempre sottolineato l’importanza della cultura fisica.
Quando si fanno gli esami nell’esercito essi si svolgono su tre materie: la tattica, il tiro e la cultura fisica. La tattica concerne l’intelligenza nel combattimento contro il nemico; il tiro, la capacità di abbattere il nemico. In altre parole queste due materie riguardano la conoscenza e la tecnica necessarie al combattimento.
Ma colui che è fisicamente debole non può combattere il nemico anche se è molto intelligente e possiede un’altra tecnica. Uno storpio anche se è un tiratore scelto non può né avvicinarsi al nemico né combatterlo.
La stessa cosa vale per l’edificazione socialista. La conoscenza, l’abilità e la salute debbono sempre camminare alla pari. Per mettere in pratica la scienza e la tecnica acquisite alla scuola, noi dobbiamo essere in buona salute. Va da sé che non si potrà fare nulla di utile per il paese se si è deboli di salute e continuamente malati, anche se si ottengono buoni risultati negli studi. Ma certi insegnanti non comprendono bene questa semplice verità e attribuiscono poca importanza alla cultura fisica nell’insegnamento. Una tale tendenza deve essere assolutamente corretta.
Non è a caso che fin dalla antichità si dice che il sapere, la virtù e la salute debbono andare di pari passo. Educando gli allievi nella ideologia comunista e insegnando loro le conoscenze e le tecniche necessarie, noi dobbiamo immancabilmente attribuire grande importanza al loro stato fisico. Noi dobbiamo spingere gli allievi all’igiene e all’allenamento fisico. In questo modo noi dobbiamo educare e formare gli allievi, al fine di farne degli uomini di tipo nuovo; armoniosamente sviluppati, eccellenti nello studio, nel lavoro e nello sport.
Il nostro Partito attribuisce grande importanza allo studio, all’insegnamento e all’educazione dei ragazzi e dei giovani e ne presenta un orientamento corretto. Fermamente uniti attorno al Comitato Centrale, voi dovete lottare con energia sempre maggiore per applicare a fondo la politica del partito nel campo dell’insegnamento.
Spero che in occasione di questa conferenza, voi vi scambierete e generalizzerete le esperienze ricche e preziose che avete accumulato nella lotta per l’esecuzione della politica del partito nel campo dell’insegnamento, al fine di sviluppare la vostra azione ad un livello più elevato e di riportare nuovi e brillanti successi nella educazione e la formazione della nostra giovane generazione, per farne i costruttori del socialismo e del comunismo.
― Kim Il Sung, Opere, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1983, pagg. 62-79 ed. ing.
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